Kyrylo Budanov, il capo della Direzione principale dell’intelligence del Ministero della Difesa ucraino, ha dichiarato che la Russia non avrebbe le risorse militari, economiche e politiche per condurre operazioni offensive in Ucraina (ma solo quelle per difendere le posizioni già ottenute).
Effettivamente, sembra quasi una dichiarazione da Capita Ovvio: non c’è stata la tanto temuta offensiva invernale e non si osservano degli eventi che possano far prevedere quella estiva. Di conseguenza, Budanov conferma indirettamente un’altra tesi: in questo momento la continuazione di una guerra «attiva» conviene più alla Ucraina che alla Russia. Finché si combatte, l’Ucraina riceve gli aiuti (e l’unità nazionale interna) per procedere verso la vittoria, mentre la Russia (intesa come lo Stato di Putin) avrebbe bisogno di una pausa per rinnovare le scorte del materiale bellico (a questo punto saluto tutti quei geni alternativi che tifano per le trattative).
Il prossimo passaggio logico che potremmo fare è: alla Ucraina conviene provocare la Russia putiniana per garantire la continuazione dei combattimenti accesi.
Eh sì: in una guerra non ci può essere alcunché di bello.
L’archivio del 2023 год
Avete sicuramente già visto questo video. Ma io lo conservo nella speranza di capire, prima o poi, se Prigozhin si stia rendendo conto di rivolgersi anche a se stesso (e non solo ai personaggi che chiama e non chiama per cognome).
Anche se spero di avere, prima o poi, delle cose più allegre di cui pensare.
Dato che sull’«attentato a Putin» non si capisce ancora un bel niente – prevalentemente perché mancano le informazioni sulla base delle quali potremmo iniziare a capire qualcosa – non ci resta che leggere diverse interpretazioni di quanto visto. L’altro ieri ho già scritto di quei fattori che hanno influito sulla mia interpretazione, mentre oggi propongo un testo sulla interpretazione in una certa misura opposta.
Intendo l’intervista con Kirill Shamiev: un politologo, ricercatore di relazioni civili-militari e visiting fellow presso il Consiglio europeo per gli affari esteri.
I punti di vista non sono mai troppi.
Anche in questi tempi percepisco, a volte, la necessità di scrivere qualcosa di non strettamente attuale, ma riguardante qualche evento storico curioso che si ripropone nella vita di oggi…
Penso che sia abbastanza nota la battuta sul fatto che una Ferrari sarebbe utile per viaggiare gratis in autostrada: è una macchina talmente bassa che può passare sotto la sbarra del casello senza che il proprietario paghi per farla alzare. Ma in realtà le auto basse – quelle sportive e/o cabriolet – possono rivelarsi molto utili anche in altre occasioni. Oggi vi racconto di un bel esempio storico.
All’inizio degli anni ’60 l’austriaco Heinz Meixner, durante uno dei propri viaggi di lavoro nella Germania dell’Est, incontrò una ragazza del posto: Margaret Thurau. Tra i due si stabilì una relazione sentimentale, ma gli incontri, purtroppo, non furono tanto frequenti: solo nelle occasioni delle visite lavorative di Heinz nella DDR. I tentativi di Margaret di lasciare legalmente la DDR per sposare Heinz fallirono: partire definitivamente da tutta l’area socialista era una impresa impossibile. Si poteva solo tentare di fuggire.
Di conseguenza, Heinz Meixner elaborò un piano di fuga. Per recarsi a Berlino Est Heinz ha sempre utilizzato un motorino, quindi durante uno dei viaggi riuscì Continuare la lettura di questo post »
L’«attentato» a Putin dell’altra notte può essere spiegato in una sola frase. Eccola:
Immaginate che qualcuno avesse tentato di fare un attentato a Giorgia Meloni colpendo il Palazzo Chigi con due droni alle 3 di notte.
Bene, ora posso provare a fare – per coloro che ne avessero bisogno – una spiegazione un po’ più dettagliata.
Anche a un esame più superficiale, l’«attentato» a Putin con due droni di notte al Cremlino è una stronzata assurda. Proviamo a vedere le stranezze più evidenti. Per qualche motivo siamo invitati a credere che qualcuno abbia filmato in modo del tutto casuale quella parte precisa del Cremlino alle tre di notte, in un modo professionale (guardate l’inquadratura) e con dispositivo tenuto in mano (l’immagine è visibilmente mossa, cioè è stata ripresa a mano e non da una telecamera di sorveglianza), facendolo nel momento più azzeccato, per poi incollare prontamente il risultato delle sue riprese al video di qualcun altro. Ci viene anche proposto di non notare due persone non identificabili (ma chi poteva essere nel luogo governativo più protetto della Russia?) che si arrampicano sulla cupola dell’ex Palazzo del Senato di notte, andando verso il punto dell’arrivo del drone giusto pochi secondi prima, nel momento più opportuno. E ci invitano anche a non chiederci perché i droni siano stati abbattuti proprio all’ultimo momento: già sopra il Cremlino e non almeno sopra la Piazza Rossa.
Insomma, per ora sembra tanto una sceneggiata. La quale può servire a Putin non in qualità di un pretesto per fare qualche nuovo attacco terroristico alla Ucraina (sappiamo bene che ha sempre agito senza alcun pretesto), ma in qualità di una spiegazione postuma (o, se preferite, giustificazione). «Noi abbiamo fatto X, Y e Z perché loro ci colpiscono anche nei luoghi più simbolici». «Abbiamo aperto la caccia a Zelensky perché loro hanno tentato di colpire Putin». «Putin fa bene a nascondersi perché volano i droni». Etc. etc..
Aspettando di scoprire e di capire qualcosa in più, aggiungo altri due brevissimi video:
Ma anche se si trattasse di un vero attentato… Continuare la lettura di questo post »
L’organizzazione «Reporters senza frontiere» ha pubblicato la sua classifica annuale sulla libertà di stampa nel mondo. Su quella classifica, in particolare, vediamo che la Russia è scesa dal 155° al 164° posto (su 180 totali). Certo, è strano che non sia ancora scesa al 181° posto, ma la strada è bloccata da un concorrente fortissimo: la Corea del Nord.
Allo stesso tempo l’Ucraina – dove vige la legge marziale – è salita dal 106° al 79° posto della classifica nel corso dell’ultimo anno.
Trovo utile, a questo punto, mettere in evidenza la differenza tra due «censure di guerra» che nell’Occidente non tutti riescono a capire.
L’Ucraina ha imposto delle restrizioni alla diffusione di informazioni a causa della legge marziale. Un mese dopo l’inizio dell’invasione russa, è entrata in vigore una legge che limita la diffusione di informazioni militari. Ai giornalisti è stato vietato di pubblicare foto e video che mostrino le strutture militari, i movimenti delle forze armate, i luoghi di bombardamento e il numero di attrezzature militari. Il divieto non si applica ai materiali pubblicati dal Ministero della Difesa ucraino. Nelle condizioni di una guerra in corso sembra un provvedimento dotato di una sua logica interna.
In Russia, invece, oltre ai vecchi e ben noti problemi gravi con la libertà di stampa, con l’inizio della guerra si è aggiunta una nuova particolarità. In base alla nuova normativa, è vietato diffondere qualsiasi informazione diversa da quella comunicata pubblicamente dal Ministero della Difesa russo. Non importa che pubblichi la verità (circa i successi o insuccessi dell’esercito russo) o il falso (circa gli insuccessi o successi dell’esercito ucraino): anche se l’informazione diffusa potrebbe essere sfruttata a proprio favore dalla propaganda russa (ok, se fosse sufficientemente intelligente), hai comunque commesso un reato. In sintesi: non importa se hai diffuso un segreto o hai dichiarato il falso, l’unica colpa attribuibile e attribuita ai giornalisti è quella di non essere in linea con i comunicati del Ministero.
Negli ultimi mesi mi è capitato più volte di tentare a spiegare il concetto riguardante la norma russa ai giuristi italiani. Secondo la mia impressione, non tutti sono riusciti a capirlo. E alcuni, sempre secondo la mia impressione, hanno pensato che si trattasse di una delle mie solite battute.
Il 1° maggio è una data giusta per parlare dei risultati di un lavoro fatto. Quest’anno ho una buona occasione per farlo proprio su questo sito.
Se state leggendo il presente testo, vi siete sicuramente già accorti che ho mantenuto la promessa: la notte tra il 29 e il 30 aprile ho caricato la nuova versione del mio sito. In particolare, durante i lavori ho fatto le seguenti tre cose:
1) Ho riorganizzato i database del sito perché la loro versione utilizzata fino all’altro ieri era stata creata nel 2014 e in nove anni è diventata inadeguata per il mio progetto cresciuto e sviluppato in vari sensi. Con la nuova logica, adottata da ieri, i database sono ora più facili da gestire: prima di tutto da pulire e da ottimizzare al fine di non far rallentare col tempo il sito.
2) Ho riscritto completamente il design del sito: dal punto di vista grafico è cambiato poco, mentre dal punto di vista tecnico è cambiato tantissimo. Infatti, l’obiettivo principale del lavoro è stato quello di eliminare i vari bug e scomodità ben noti a me e a voi (alcuni di quei difetti c’erano sin dall’inizio, alcuni altri sono comparsi nel corso degli anni mentre aggiungevo al sito delle nuove funzionalità). Nel corso della riscrittura ho semplificato e modernizzato notevolmente il codice, rendendolo dunque anche un po’ più veloce. Presumo, in ogni caso, che i cambiamenti siano visibili su tutti i dispositivi che potrete utilizzare per visitare il sito: anche una migliore visualizzazione sugli smartphone è stata tra gli obiettivi perseguiti.
3) Ho infine corretto la logica interna dei reindirizzamenti tra le vecchie e nuove sezioni del sito (una logica che è diventata troppo incasinata con il passare degli anni), ma voi sicuramente non ve ne accorgerete perché tutti gli URL del sito sono rimasti uguali a prima.
L’unica cosa che non è stata toccata sono i contenuti del sito: sono tutti salvi e restano ai loro posti. Sicuramente continuerò ad aggiungere quelli nuovi e a correggere gli eventuali errori scoperti in quelli già esistenti, ma tutto questo fa parte del lavoro quotidiano sul sito e non della sua manutenzione straordinaria.
Nei prossimi giorni testerò la nuova versione del mio sito – quella che ormai vedete anche voi – nelle condizioni reali (invece che su un server virtuale utilizzato durante la riscrittura del design) per provare a scoprire le eventuali sviste o errori e/o malfunzionamenti. Molto probabilmente trovo velocemente qualcosa da sistemare.
Spero tanto che pure i visitatori mi segnalino i vari malfunzionamenti o anomalie notati.
Una volta corretto tutto, potrò non pensare agli interventi così globali per qualche altro anno… Anche se so già che devo modernizzare alcuni aspetti del backend.
Il pianista classico ungherese/britannico András Schiff è internazionalmente noto, tra tante altre cose, per due motivi: 1) è considerato uno dei migliori esecutori delle composizioni di Ludwig van Beethoven; 2) ha registrato delle composizioni di Beethoven con il pianoforte Broadwood della epoca del compositore.
Il secondo motivo, dal punto di vista tecnico, è in realtà solo una piccola curiosità: un pianoforte è uno strumento troppo complesso per essere restaurato con successo (a differenza, per esempio, di un violino), mentre una qualsiasi replica moderna non potrà garantirci il suono autentico (anche perché non sappiamo con la certezza assoluta come era). Di conseguenza, oggi posto – «semplicemente» – due sonate per pianoforte di Ludwig van Beethoven suonate da András Schiff con uno strumento moderno.
Inizio con la sonata n. 15 «Pastorale» (op. 28) del 1801:
E poi aggiungo la sonata n. 30 (op. 109) del 1820:
Due sonate scelte solo in base all’umore degli ultimi giorni…
Il 25 aprile 2023 il Google Earth e il Google Maps hanno aggiornato, per la prima volta dal giugno 2021, le immagini satellitari della città di Mariupol. Le immagini comprese nell’aggiornamento sono state scattate in momenti molto diversi della guerra. Per esempio, in alcune aree della città si vedono gli incendi durante i combattimenti, mentre nelle altre si vede il processo della costruzione di nuovi edifici da parte delle autorità di occupazione. Allo stesso tempo, per esempio, le immagini non mostrano il quartiere Nevskij, che sarebbe stato visitato da Putin nel marzo 2023. Di conseguenza, dalle nuove immagini è impossibile capire cosa stia accadendo in città ora, in questo preciso momento. Però è possibile farsi un’idea dell’entità della distruzione a Mariupol. Con l’applicazione Google Earth è possibile confrontare lo stato della città prima e dopo la distruzione bellica.
Ora riporto solo alcuni esempi.
Il centro della città. I quadrati scuri sulla foto della pianta generale della città non sono le tracce dei combattimenti, ma degli inserti Continuare la lettura di questo post »
Alla fine della settimana scorse il Ministero degli Esteri russo aveva promesso che «i giornalisti americani sperimenteranno tutti i disagi e i fastidi» perché ai «giornalisti» statali russi non era stato permesso di seguire il ministro Lavrov a New York. Mi ero chiesto quali disagi fossero stati sottointesi, ed ecco che – ieri pomeriggio – è arrivata la risposta: ai diplomatici statunitensi è stata negata la visita in carcere al giornalista Evan Gershkovich.
Effettivamente, il giornalista arrestato per lo «spionaggio» della riparazione dei vecchi rottami soprannominati «carri armati» stava troppo bene, si sentiva il protagonista di qualche commedia. Bisognava proprio fargli sentire qualche disagio…