Maria Zakharova, la portavoce del Ministero degli Esteri russo, ha dichiarato che gli USA non hanno rilasciato i visti al personale dei media statali russi che avrebbe dovuto accompagnare il Ministro degli Esteri Sergei Lavrov nel suo viaggio a New York (dovrebbe partecipare alle riunioni del Consiglio di Sicurezza del 24 e 25 aprile). Una fonte diplomatica russa ha dichiarato ai media statali russi che il trattamento riservato ai giornalisti statunitensi sarà «simile» e non ci dovrebbero essere «dubbi circa il fatto che i giornalisti americani sperimenteranno tutti i disagi e i fastidi».
Il Ministero degli Esteri russo si sarà dimenticato che le redazioni americane ed europee hanno richiamato le proprie redazioni russe sui territori degli Stati più sicuri già mesi fa? E che il caso di Evan Gershkovich ha dimostrato tutta la ragionevolezza di tale scelta? No, non penso proprio che se ne siano dimenticati. Il fatto è che quasi tutte le dichiarazioni del Ministero si sono ormai trasformate in una forma di propaganda: rivolta principalmente verso il pubblico russo, ma spesso anche verso qualche utile idiota occidentale (non mi piace citare Lenin, ma almeno in questo caso ci ha regalato una bella espressione).
Insomma, pare che le autorità statunitensi abbiano ragionevolmente pensato che i «diplomatici» russi siano in grado di fare la propaganda anche senza l’aiuto dei «giornalisti». Si potrebbe vederla come una forma di riconoscimento.
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