Alla fine ho trovato pure io qualcosa di simile al coraggio per ascoltare l’«ultima canzone» dei The Beatles «Now and Then» (voce di John Lennon registrata a casa sua nel 1978, la chitarra di George Harrison registrata negli anni ’90, le parti di Paul McCartney e Ringo Star registrate circa due anni fa). Come sospettavo, non è assolutamente un capolavoro nemmeno per The Beatles: tutto la sua popolarità è dovuta solo all’effetto mediatico della pubblicazione a tanti anni di distanza dalla morte di Lennon.
Si può quasi dire che era meglio la «Free As A Bird», pubblicata nel 1995:
A questo punto ricordo ancora volta (anche se non mi ricordo se lo avevo già scritto) di non essere un grande fan dei The Beatles: per i miei gusti, loro sono sempre stati un po’ troppo pop. Dunque posso ipotizzare che a qualcuno di voi l’«ultima canzone» potrebbe anche piacere.
L’archivio del 9 dicembre 2023
Questo sabato faccio una eccezione e, anziché segnalarvi un nuovo articolo lungo, vi consiglio una lettura di importanza più globale.
Alcune settimane fa ho finito di leggere un libro che mi interessava da un po’ di tempo: «Spin Dictators: The Changing Face of Tyranny in the 21st Century» dell’economista russo Sergey Guriev (dissidente al regime di Putin; attualmente è il provost e professore di economia alla Instituts d’études politiques (Sciences Po) di Parigi) e del politologo statunitense Daniel Treisman. È un libro che descrive la nuova tipologia dei dittatori che si è affermata e diffusa nel XXI secolo, spiega come i dittatori di oggi si differenziano da quelli del passato e perché, in un certo senso, i «nuovi» dittatori sono più pericolosi per il nostro povero mondo. Considerando che negli ultimi mesi il mondo sembra proprio impazzito, il suddetto libro appare come uno degli strumenti utili per mettere in ordine i nostri tentativi mentali di comprendere quello che sta succedendo attorno.
Ammetto che in realtà «Spin Dictators» è scritto in un modo meno accademico di quanto mi aspettavo prima di iniziare la lettura (almeno rispetto al livello accademico al quale sono abituato io), ma questo è anche un suo pregio: diventa un libro accessibile e interessante non solo per quelli come me, ma anche per le persone «normali», comuni. Infatti, può essere letto non solo assieme ai numerosi dati statistici allegati che rafforzano e illustrano le considerazioni degli autori, ma anche come una semplice narrazione. In entrambi i casi si tratta di una lettura interessante e utile.
Ve lo coniglio ora anche per consentirvi di fare in tempo a regalarvelo per una delle vicine feste e, eventualmente, leggerlo proprio durante il periodo festivo meno carico di impegni rispetto a tanti altri periodi dell’anno.
P.S.: il libro è inglese, purtroppo non so se e quando uscirà anche in italiano.