L’Ucraina ha lanciato nella notte un attacco missilistico contro una fabbrica di riparazione navale nella zona occupata di Sebastopoli. Il Ministero della «Difesa» russo ha dovuto ammettere che sono stati colpiti e danneggiati con tre missili da crociera la fabbrica e due navi da guerra in fase riparazione. I residenti locali hanno riferito di aver sentito almeno sette esplosioni.
A prima vista non sembrerebbero dei danni eccezionali. Però possiamo provare a vedere la mappa e ricordarci che Sebastopoli è una delle città ucraine occupate attualmente più lontane dalla linea del fronte. Questo potrebbe farci pensare che l’Ucraina abbia finalmente ricevuto i ATACMS e che sappia già usarli bene.
Molto bene: è un altro piccolo passo in avanti.
L’archivio del settembre 2023
Stamattina il treno blindato con il leader nordcoreano Kim Jong-un è arrivato in Russia. Sarebbe il primo (almeno tra quelli noti) viaggio internazionale di Kim da quando è iniziata pandemia del Covid-19.
Immagino dunque che sia stata una vera lotta tra due titani della diplomazia: tra Putin che ha paura di uscire dalle Russia per motivi legali (ricordiamoci che è uno ricercato internazionale) ma ha bisogno dell’aiuto bellico della Corea del Nord (pensate quanto in basso è caduto) e tra Kim Jong-un che ha ancora paura di uscire dalla Corea del Nord per motivi sanitari (sì, pare che abbia ancora pura del covid) ma evidentemente ha un forte bisogno dell’aiuto materiale dalla Russia (nella sua Corea del Nord starebbe finendo il cibo).
Ecco, l’aspetto della visita di Kim Jong-un in Russia che i interessa di è di più e proprio quello: come ha fatto Putin (che ha bisogno di più cose) a convincere Kim Jong-un che deve essere lui a viaggiare. Tutto il resto sono dei piccoli, poco significativi dettagli…
Il generale Mark Milley – il capo dello stato maggiore congiunto degli Stati Uniti – ha dichiarato che le condizioni meteorologiche consentiranno alle forze armate ucraine di condurre un’offensiva per poco più di un mese. A suo avviso, le forze armate ucraine avranno più difficoltà a manovrare in autunno. Milley ha anche aggiunto che le forze armate ucraine stanno avanzando più lentamente del previsto.
Tutte le conclusioni ottenute dalle analisi di chissà quale entità e durata mi fanno un po’ ridere e arrabbiare allo stesso tempo. È ovvio che l’avanzata ucraina sta procedendo più lentamente di quanto si spera (prima di tutto, dagli ucraini stessi). Ma grazie a quali cazius di mezzi dovrebbe essere più veloce? Grazie a poche decine di carri armati? Oppure grazie alla promessa degli F16 non ancora integrati nel sistema militare ucraino? Boh…
La Direzione principale dell’intelligence del Ministero della Difesa ucraino ha pubblicato il film «Piloti russi abbattuti», in cui vengono descritte diverse operazioni speciali dei servizi segreti ucraini. Tra le altre cose, il film mostra un pilota che ha contrabbandato un elicottero Mi-8 russo in Ucraina nel mese di agosto.
Ma sicuramente ne avevate già letto abbastanza all’epoca dei fatti.
In settimana ho sentito, per puro caso, una canzone americana del 1983: la «I Want a New Drug» del gruppo Huey Lewis and The News.
Per qualche strano motivo, mi ha ricordato una nota canzone del 1984:
Non ho ancora scoperto se ci siano state delle cause legali. Ma indagherò.
L’ormai ex ministro della Difesa ucraino Oleksii Reznikov, dimessosi all’inizio di settembre, ha pubblicato sul quotidiano britannico The Guardian un testo importante per lui, per l’Ucraina e per il mondo. Non vorrei che qualcuno lo saltasse, dunque vi passo subito il link.
Elon Musk ha risposto a un articolo della CNN nel quale si sostiene che avrebbe dato segretamente istruzioni ai suoi dipendenti di spegnere i satelliti Starlink vicino alle coste della Crimea nel 2022 per sventare un attacco delle forze armate ucraine alla marina russa.
In un post pubblicato sul X (ex Twitter), Musk ha affermato di non aver dato istruzioni di spegnere Starlink, perché, secondo lui, in Crimea questo servizio non ha mai funzionato. Musk sostiene di avere rifiutato la richiesta dell’esercito ucraino di attivare il Starlink in modo da garantire il passaggio dei droni a Sebastopoli per attaccare la flotta russa. E spiega il rifiuto dicendo che in questo caso la sua azienda SpaceX «sarebbe stata direttamente coinvolta nella guerra e nell’escalation del conflitto».
Boh… Certo, nessuno può essere obbligato a partecipare a una guerra che per qualche motivo non percepisce come propria (anche se la scelta di rifiutare l’aiuto possibile alla vittima di una aggressione mi sembra amorale). Ma quella che mi fatto «ridere» di più è l’espressione «escalation del conflitto»: ma non si era proprio accorto che la guerra era già in corso? Quale cazius di escalation voleva evitare? Secondo lui, esistono delle guerre «per gioco» e delle guerre «sul serio»? Secondo lui, In Ucraina Putin sta solo giocando?
Inizio a pensare che una persona che si concentra tanto sulla propria attività professionale – anche quando bella e utile – da non avere più tempo per capire anche minimamente cosa stia accadendo nel mondo circostante, sia a volte giustamente classificabile come pazza.
A volte mi diverto tantissimo a leggere anche le statistiche più semplici. Per esempio: ieri il viceministro dello sport russo Aleksei Morozov ha dichiarato che «oltre cento sportivi russi hanno deciso partecipare alle gare sotto la bandiera di qualche altro Stato». Alcuni giornalisti si sono prontamente ricordati di avere calcolato già a luglio 2023 che quegli sportivi erano almeno 204. E altri giornalisti hanno precisato che dell’ultimo numero riportato 141 sono in realtà i giocatori a scacchi.
Non ho mai capito perché gli scacchi vengano classificati come uno sport, ma ora non importa.
La cosa più importante da sottolineare è: la statistica appena citata si è rivelata una enorme pubblicità-al-contrario dello sport. Infatti, il suo riassunto in parole sarebbe: chi lavora con la testa scappa più facilmente dallo Stato-aggressore, mentre chi lavora con le altre parti del corpo tende a rimanerci.
Il canale telegram russo «Mozhem objasnit» scrive che Maria Vorontsova — figlia maggiore di Vladimir Putin e, allo stesso tempo, ricercatrice in medicina ed endocrinologa — ha continuato a pubblicare su riviste scientifiche negli Stati Uniti e in Svizzera. La conferma complessiva di tale fatto si trova sull’elenco delle pubblicazioni della Vorontsova sul sito web «Istina» dell’Università statale di Mosca.
La Vorontsova ha pubblicato articoli di endocrinologia e medicina presso la statunitense The Endocrine Society e la svizzera MDPI Publishing. Un articolo è stato pubblicato poco prima dell’invasione dell’Ucraina da parte delle truppe russe nel febbraio 2022, mentre altri tre sono stati pubblicati dopo l’inizio della guerra.
Ecco, in teoria le varie sanzioni legate alla guerra non vieterebbero ai russi di pubblicare all’estero, ma solo di essere pagati per i testi pubblicati. Ma è un po’ strano pubblicare gli articoli scientifici della figlia di Putin durante la guerra: non tanto perché non si è mai detta contraria alla politica del padre, ma perché in base a come parla al pubblico, è molto probabile che sia diventata scienziata un po’ come il suo padre è diventato presidente.
Lunedì il ministro russo della «Difesa» Sergei Shoigu ha dichiarato che le forze armate ucraine stanno subendo gravi perdite sul fronte. Per esempio:
Ieri, a seguito di un grave attacco nella direzione di Rabotinsky, hanno perso sei carri armati. Nell’altra direzione, a Bakhmut, i nostri ragazzi, grazie a nuovi UAV, hanno distrutto altri sei veicoli. Quindi, ieri solo dei veicoli corazzati ne sono stati distrutti undici
Ha semplicemente dimenticato a causa della stanchezza — provocata dal duro lavoro — di quale esercito sta parlando. Nel caso delle perdite dell’esercito russo, avrebbe dovuto dire 11. E nel caso delle perdite dell’esercito ucraino avrebbe dovuto dire 13. Non prendiamocela con un uomo non giovanissimo.