L’archivio del 29 ottobre 2022

La musica del sabato

Mancano appena due giorni alla festa più allegra dell’anno, quindi dobbiamo prepararci ad affrontarla con tutti i mezzi possibili e immaginabili. Anche con la musica adatta…
Per esempio, potremmo ascoltare qualche composizione legata al tema della danza macabra… Dopo alcuni ragionamenti – in realtà non particolarmente intensi – sono giunto alla conclusione che non è necessario tentare di essere troppo originale: posso far (ri)ascoltare la «Homo fugit velut umbra». Si tratta di una delle opere musicali più datate sull’argomento; non si ha una assoluta certezza sul nome del suo reale autore, quindi viene attribuita al compositore italiano del XVII secolo Stefano Landi. L’interpretazione a noi contemporanea più nota e citata è quella di Marco Beasley accompagnato dal «gruppo» l’Arpeggiata:

Non è male, sicuramente meglio di tante altre versioni che mi è capitato di sentire, ma troppo facilmente riesco a immaginarla cantare da qualcuno che ha più voce.
Sto ancora cercando l’interpretazione ideale per i miei gusti (sperando che esista da qualche parte) e nel frattempo aggiungo al presente post musicale, in qualità del tradizionale secondo brano, una composizione per l’orchestra abbastanza famosa.
Infatti, ho pesato di ricordarvi il poema sinfonico «Danse macabre» composto nel 1874 dal compositore francese Camille Saint-Saëns. In particolare, Saint-Saëns si ispirò alla poesia «Égalité-Fraternité» (del poeta Henri Cazalis), nella quale viene descritta la danza degli scheletri al cimitero accompagnata dal battito dei tacchi e dal suono del violino eseguiti dalla Morte. Il compositore ha tradotto la poesia in musica creando una sorta di dialogo tra il violino solista (su cui la Morte suona un valzer) e lo xilofono (che simboleggia il suono delle ossa di scheletri danzanti), accompagnato da violoncelli e contrabbassi, che suonano sempre più forte.

Ecco, per oggi è andata così. Buon Ciaowindows a tutti.


Molto probabilmente non lo sapevate – e, ovviamente, non eravate obbligati di saperlo – per legge russa le coppie nelle quali almeno una persona ha ricevuto la convocazione per la mobilitazione militare possono sposarsi il giorno stesso in cui si recano all’ufficio anagrafe: invece di aspettare un mese stabilito per le situazioni normali.
Sicuramente sapevate che il 21 settembre 2022 in Russia è partita la mobilitazione «parziale» della popolazione per la guerra in Ucraina. Proprio «grazie» a tale evento molte coppie russe «hanno potuto» sposarsi subito… In realtà hanno deciso di sposarsi subito e lo hanno fatto, prevalentemente, per un motivo ben preciso: per fare in modo che la donna possa pretendere gli aiuti finanziari statali dopo l’uccisione del marito. Non posso dunque escludere che una parte di quegli matrimoni sia frutto degli accordi commerciali tra privati, ma non è di questo che volevo scrivere oggi.
Oggi volevo segnalarvi una interessante ricerca sul reale andamento della mobilitazione che i giornalisti hanno potuto condurre proprio grazie alle osservazioni delle statistiche «matrimoniali». Non solo i risultati, ma anche il punto di partenza e il metodo della ricerca sono inaccessibili e inimmaginabili per la maggioranza schiacciante dei giornalisti e sociologi occidentali del XXI secolo.