Con una certa tristezza devo constatare che l’esposizione digitale disponibile sul sito del Memoriale dedicato al 9/11 è interessante nei contenuti e abbastanza noiosa nella forma. Non so se la colpa sia di un modo troppo formale di proporre i contenuti o la concezione del museo – nel senso generale del termine – un po’ antiquata che i creatori avevano (hanno) in mente. Di conseguenza, nel ventesimo anniversario di quell’attacco terroristico le cose importanti da capire sono almeno due.
In primo luogo, conviene capire che il parlare delle tragedie con una faccia tragica è spesso un comportamento conforme alle tradizioni astratte, ma controproducente sulla pratica. La mente di una persona media cerca naturalmente di fuggire dalla noia, ma probabilmente, nel caso specifico della memoria del 9/11 la fuga generale delle menti non è proprio l’obiettivo desiderato.
In secondo luogo, dobbiamo capire (o ricordarci) che l’intervento culturale sarebbe più efficace di quello militare. Una migliore pubblicità della alternativa culturale (aggiungerei quella occidentale) al radicalismo religioso non avrebbe molto probabilmente permesso di sprecare gli ultimi 20 anni in maniera così ingloriosa.
Sono queste, in sintesi, le uniche grandi banalità che possono essere dette nell’occasione dell’anniversario odierno.
L’archivio del 2021 год
Più o meno a tutto almeno una volta nella vita è capitato di voler scaricare qualcosa da YouTube. A me capita con una certa regolarità, ma di solito preferisco avere la possibilità di scaricare solo l’audio: per ascoltare le varie lezioni, interviste etc. durante le camminate o mentre faccio qualche lavoro monotono. Per diversi anni (circa dieci) avevo utilizzato a tal fine dei siti specializzati prima e il programma Ummy VideoDownloader poi. Ma tutti quei mezzi erano peggiorati col tempo (e in alcuni occasioni avevano pure temporaneamente smesso di funzionare).
Per fortuna, però, qualche tempo fa ho scoperto il programma 4K Video Downloader, che a differenza dei numerosi concorrenti riesce a scaricare qualsiasi video o audio senza alcun problema. La sua versione gratuita permette di effettuare fino a 30 download al giorno: una quantità più che sufficiente per un utente medio. La scritta «Non attivato» in cima alla finestra indica semplicemente il fatto che non è stata acquistata la versione a pagamento.
La «Preferenze» – che nella maggioranza dei programmi si chiamano «impostazioni» – sono poche ma chiare. E, volendo, possono anche Continuare la lettura di questo post »
È di nuovo arrivato il momento dei miei consigli cinematografici. Questa volta vi propongo ben tre film uniti dallo stesso argomento dettatoci dai recenti avvenimenti di una certa importanza.
La settimana scorsa mi è stato chiesto – non tanto a sorpresa – un commento/valutazione sul film italo-sovietico «Afghan breakdown» (regia di Vladimir Bortko, 1991). In Italia potrebbe essere conosciuto, tra l’altro, anche per la partecipazione di Michele Placido. Ma penso che sia conosciuto ingiustamente poco – per non dire dimenticato – perché, effettivamente, è un buon film che merita di essere visto almeno una volta nella vita. Si tratta di un film di guerra – non particolarmente violento ma drammatico – che parla dell’ultimo periodo del ritiro delle truppe sovietiche dall’Afghanistan nel 1989. Consiglio l’"Afghan breakdown" con una certa tranquillità a tutto il pubblico adulto.
(La versione italiana del film si trova pure sui siti russi, quindi non penso che riscontriate dei particolari problemi nel recuperarlo.)
Il secondo film riguardante l’intervento militare sovietico in Afghanistan che consiglio sempre a tutti è Continuare la lettura di questo post »
Il fenomeno mediatico curioso sta nel fatto che tutti hanno sentito la notizia sul riconoscimento del bitcoin in qualità della valuta legale da parte di El Salvador, ma non tutti hanno capito che in quello Stato ora sono «riconosciute» ben due valute non nazionali: la seconda (nel senso cronologico la prima) è il dollaro americano.
Dal punto di vista economico, invece, non c’è alcunché di curioso. La scelta di riconoscere il bitcoin come valuta legale è sicuramente innovativa o, almeno, moderna. Ma allo stesso tempo è un esperimento di portata molto ridotta: El Salvador è solo un singolo Stato (pure piccolo), per di più con un ruolo tendente al nullo nella economia mondiale (se ci limitiamo a considerare quella legale, ahahaha). Di conseguenza, l’unica cosa che possiamo – e in alcuni casi dobbiamo – fare è osservare serenamente la loro sperimentazione con una valuta caratterizzata da una forte volatilità. Per esempio, possiamo immaginare una situazione in cui lo Stato raccoglie le tasse e le imposte quando il bitcoin vale 30.000 dollari / euro / banane e poi deve pagare gli stipendi ai dipendenti statali quando il bitcoin vale 50.000… Si tratta di un certo rischio che, in una misura inferiore, si correva anche con il dollaro americano. Ora bisogna gestire ben due rischi.
Saranno delle osservazioni pratiche molto utili per gli altri Stati e abbastanza interessanti per noi. Spero solo che ne vengano tratte delle giuste conclusioni.
P.S.: io, personalmente, continuo a considerare il bitcoin come un classico bene-rifugio del XXI secolo.
Ormai tutti sanno che ieri è morto il grandissimo Jean-Paul Belmondo.
Un uomo che ha saputo realizzarsi pienamente nella propria professione e condividere con noi i risultati del proprio talento, portando tanta positività a tutti coloro che lo hanno seguito in questo lungo percorso. Quindi al termine del suo cammino in questo mondo possiamo solo ringraziarlo per tutto ciò che ha fatto.
Io l’ho visto in talmente tanti film belli, che non saprei fare nemmeno una lista dei miei preferiti (sceglierne uno solo è palesemente impossibile).
Ho anche provato a ridurre tutto a «Fino all’ultimo respiro» e «L’asse degli assi», ma poi ho capito che non ha senso…
Lo spostarsi all’interno della stessa città seguendo sempre gli stessi percorsi si rivela, a volte, una pratica dannosa: uno si perde dei cambiamenti epocali avvenuti dietro l’angolo. Per esempio: il cantiere di questo palazzo all’incrocio delle vie Lattanzio e Colletta mi risultava abbandonato da circa dieci anni:
Ma poco fa ho scoperto che Continuare la lettura di questo post »
Il meccanico-blogger Vagan Mikaelian vive e lavora a Krasnodar (in sud-ovest della Russia). Pubblica spesso dei video sul proprio lavoro, dimostrando che in ogni ambito della attività umana c’è abbastanza spazio per la fantasia e il divertimento.
Il più popolare dei suoi video è uscito questa estate: in esso viene mostrato il primo test di una VAZ-2106 modificata in modo da permettere di liberare qualsiasi strada dal traffico (o altri ostacoli):
La macchina ha passato il test: non è esplosa e non si è nemmeno fusa nei punti più critici. Certo, la modifica di cui sopra ha costretto Vagan a sacrificare i fari, ma, probabilmente, su una macchina del genere non sono nemmeno necessari…
A quale gruppo potevo dedicare il mio post musicale del sabato nella giornata mondiale della barba? La risposta è ovvia: solo ai ZZ Top!
Molto probabilmente avete letto anche voi che il 28 luglio è morto il bassista storico del gruppo Dusty Hill. Questa notizia triste mi ha fatto pensare che la storia del gruppo possa essere considerata chiusa: i componenti rimanenti dei ZZ Top sono ormai troppo anziani per reinventare l’immagine del gruppo, troppo ricchi per necessitare di sfruttare il proprio passato glorioso e, spero, abbastanza intelligenti per fermarsi in tempo. Anche se non escludo che Billy Gibbons – il più attivo di tutti – possa avere abbastanza idee per continuare la propria carriera sotto qualche altro brand. Ma i veri ZZ Top, intanto, vanno ricordati come uno dei gruppi più impostanti – e sicuramente più divertenti – della storia musicale contemporanea.
Inizialmente avevo voluto essere non troppo banale nella scelta delle canzoni dei ZZ Top per il post musicale di oggi. Avevo dunque selezionato, in qualità della prima canzone, la «El diablo» (dall’album «Tejas» del 1977):
Ma poi ho pensato che un post commemorativo non può non contenere qualche grande classico del gruppo tratto da uno dei loro album migliori. Di conseguenza, ho selezionato la canzone «Sharp Dressed Man» (dall’album «Eliminator» del 1983):
Non escludo di tornare ancora ai ZZ Top in futuro. Lo hanno meritato.
Suppongo che pochi miei lettori abbiano un motivo valido per saperlo o ricordarlo, ma il primo sabato di settembre di ogni anno si celebra la Giornata mondiale della barba. L’opportunità e il modo di festeggiare saranno sicuramente descritti dai proprietari e dipendenti dei vari barber shop sparsi per il mondo, mentre io ho una missione ancora più nobile.
Oggi vi informo di alcuni fatti da sapere necessariamente sulla pelosità facciale.
Comincerei dalla questione fondamentale: è normale portare la barba? Beh, direi di sì: la testa – tutta! – è una delle poche zone del corpo dove l’evoluzione millenaria per qualche motivo ci ha lasciato il pelo. Negli anni che rientrano nel periodo della vita di un essere umano o della memoria di una civiltà cambia solo la moda, mentre la presenza della barba sulla faccia di un uomo rimane normale quanto la quantità degli occhi pari a due.
N.B.: nei primi mesi dell’anno scorso mi è capitato più volte di sentire e leggere dei dubbi circa la pericolosità della barba in qualità di un vivaio (o, se preferite, raccoglitore) del coronavirus. Ebbene, ora, come all’epoca, penso che quei dubbi abbiano una fondatezza infinitamente bassa. Se la barba fosse un luogo di residenza delle malattie, la già citata evoluzione non avrebbe permesso ai barbuti di sopravvivere fino ai giorni nostri. In sostanza, la selezione naturale ha già risposto meglio di tutti i testi del mondo.
In secondo luogo, farei notare a tutti i lettori che la presenza della barba sulla faccia fa risparmiare al suo proprietario un sacco di tempo ogni mattina: pettinarla è molto più semplice e veloce che rasarla (ma anche di accorciarla).
In terzo luogo, dovrei sfatare un vecchio mito: la capacità della barba e dei baffi di tenere il caldo è leggermente sopravalutata. La barba tiene il caldo non più dei capelli presenti sulla parte superiore della testa umana. Chi si taglia la barba e/o i baffi dopo averli portati per più anni, sente un po’ di freschezza sulla faccia nelle ore immediatamente successive, ma poi si abitua a essere parzialmente «nudo» e non ci pensa più.
La quarta cosa che vorrei scrivere proprio oggi è un avviso importantissimo: temete le persone che attribuiscono le forme strane (non naturali) alla barba e ai baffi. Nel migliore dei casi si tratta delle persone che soffrono una pluralità di complessi. Nel peggiore dei casi si tratta di pazzi. Ora siete mezzo salvati.
P.S.: un paio di volte nella vita ho dovuto affrontare la strana domanda «posso toccarti la barba?» Ecco, con delle rarissime eccezioni è domanda che fa pensare/sospettare male.
Esistono le persone convinte che sia molto facile evitare gli scarichi di polvere in aria durante la trapanatura delle pareti: basterebbe avvicinare il tubo dell’aspirapolvere acceso alla punta del trapano. E poi esistono le persone (forse la maggioranza) che usano l’aspirapolvere dopo la fine dei lavori.
Qualche tempo fa ho scoperto che entrambe le categorie di persone sbagliano. Di conseguenza, sbagliavo pure io.
La polvere di cemento, di calcestruzzo e di mattoni è molto sottile, quindi una certa quantità di essa oltrepassa tutti i filtri e finisce direttamente nel motore dell’aspirapolvere. Intasando inevitabilmente i cuscinetti, la polvere fa morire l’elettrodomestico. La tipologia dell’aspirapolvere domestico non ha alcuna importanza: la suddetta polvere passa ogni tipo di filtro, compresi i sacchetti di carta o di tessuto.
Provate a vedere la documentazione del vostro aspirapolvere. Al 99,99% troverete una nota, più meno chiara, secondo la quale la garanzia non si applica più se esso è stato utilizzato per raccogliere la polvere edilizia.
Non avendo mai prestato attenzione a quel genere di avvisi, non lo sapevo (ma ora capisco il perché della morte di almeno un esemplare). E l’ho scoperto relativamente poco fa grazie al post di un amico tecnico, il quale ricorda l’opportunità di utilizzare gli aspirapolvere speciali per l’edilizia. Io, da parte mia, aggiungerei che in realtà si potrebbe anche usarne uno vecchio normale (che ormai è prossimo alla morte naturale) oppure uno nuovo a basso costo (per la morte del quale non si piangerebbe troppo).
Sul manuale del vostro aspirapolvere, probabilmente, si dice poco sull’argomento:
Mentre le condizioni di garanzia sono già un po’ più chiare:
Spero che sia una informazione utile a qualcuno.