Nella cultura popolare contemporanea la figura del compositore tedesco Georg Philipp Telemann viene spesso in un certo senso «oscurata» dai suoi grandi contemporanei: per esempio, Johann Sebastian Bach. Ma è un fenomeno infinitamente ingiusto. Bisogna tentare di correggere un po’ la situazione…
In oltre sessant’anni di attività Telemann compose tantissimo e, soprattutto, riuscì a seguire con successo tutta l’evoluzione della musica classica che si manifesto nel corso della sua vita. Di conseguenza, è quasi inutile scegliere qualcosa di rappresentativo. E allora vado [quasi] a caso.
Inizio con il concerto per tromba, archi e basso continuo (composto tra il 1708 e il 1714):
E poi continuo con il concerto per viola, archi e basso continuo (composto tra il 1716 e il 1721):
L’archivio del maggio 2021
Non so qualcuno se ne ricorda ancora, ma nel non tanto lontano 2017 sul nostro pianeta si era diffusa la strana moda del fidget spinner: quel giocattolo a base di cuscinetto che andava girato tra/con le dita. C’è ancora qualcuno che ci gioca? Non saprei…
Ma, per fortuna o purtroppo, ci sono delle manie che non passano mai di moda. Rimangono tra le preferenze delle persone ma, grazie al progresso tecnologico, si limitano a cambiare il proprio aspetto estetico. Per esempio, alcuni giorni fa sono venuto a conoscenza di una vecchia-nuova moda dei giocattoli «Pop It».
Il giocattolo consiste in una serie di semisfere morbide che possono essere schiacciate con un dito. In seguito a tale azione meccanica invertono la propria posizione e emettono un suono simile a un «clic». In sostanza, è un «pluriball eterno».
Su Amazon si trovano tantissime versioni diverse:
Ma anche su Ebay:
E su AliExpress:
Quindi le persone che fino ad oggi erano disposte a distruggere tutti gli imballaggi preziosi avvistati nelle proprie vicinanze, possono finalmente smettere di farlo e dedicare il finesettimana alla scelta del proprio giocattolo preferito.
P.S.: si dice che i «Pop It» siano stati sviluppati per correggere le abilità tattili dei bambini con anomalie di sviluppo. Ma, conoscendo la popolarità del prototipo pluriball, inizio a chiedermi chi siano le persone realmente anomale…
Sono infinite le sorprese del mondo digitale. Questa volta scopriamo – e ci sorprendiamo – che già questa estate a New York aprirà il primo negozio offline di Google. Nel negozio si potrà comprare gli smartphone Pixel, i notebook Pixelbook, gli activity tracker Fitbit, le componenti dello smart home Nest e altre cose.
Non avrei mai immaginato di dover leggere una notizia proprio durante il periodo storico in cui pure i miei vicini di casa apparentemente meno «tecnologici» (a causa dell’età o dell’evidente grado di istruzione) hanno dovuto imparare a usare l’Amazon. Paradossalmente, lo noto da un indicatore poco ovvio: dalla quantità dei cartoni con la freccia curva che negli ultimi quindici mesi sono aumentati tantissimo tra la spazzatura.
Dall’altra parte, proprio Google a volte mi manda ancora le lettere cartacee. Quindi aspetto un po’ prima di scommettere sul fallimento del negozio analogico…
Purtroppo, a volte mi capita di leggere della morte di qualche personaggio noto e chiedermi: «ma era ancora vivo?». Pensarlo non per dispetto nei confronti della persona defunta, ma perché nella mia testa quella persona era ormai associata a un passato lontano.
Ecco, ho scoperto che la stessa cosa può capitare anche con il software. L’ultimo esempio concreto è il comunicato della Microsoft circa l’imminente fine di supporto del browser Internet Explorer. Dal 15 luglio 2022, infatti, il programma sarà accessibile solo agli utenti del Windows LTSC (in sostanza, utenti «corporate»), ma non alle persone «normali». Allo stesso tempo, si sottolinea che l’Edge – il nuovo browser della Microsoft – è in grado di aprire anche i siti obsoleti.
Ma chi sono i masochisti misteriosi che utilizzano ancora l’Internet Explorer? Cosa provano (o vogliono provare) quella creatura digitale diabolica? Le statistiche ufficiali dicono che già nel 2016 costituivano meno del 10% della popolazione dell’internet. Mentre le statistiche del mio sito dicono che negli ultimi 12 mesi quel browser è stato utilizzato da meno del 2% dei visitatori. Vorrei proprio conoscerne di persona almeno uno (anche se allo stesso tempo ho un po’ di paura).
P.S.: potevo fare una battuta super intellettuale sul browser preferito della quasi ex moglie di Bill Gates, ma mi sono trattenuto. Spero che questo mio sforzo venga apprezzato…
Non so se qualcuno se ne sia già accorto, ma ieri su App Store è finalmente (?) tornata la app di Parler. Si tratta di quel social network che è stato bloccato all’inizio di gennaio perché diventato improvvisamente molto popolare tra i sostenitori più attivi di Donald Trump. Quest’ultimo, in particolare, era in cerca di una alternativa al Twitter e al Facebook che avevano bloccato i suoi account.
Su Google Play, invece, non l’ho ancora trovato, anche se ho controllato solo dal computer.
In ogni caso, pare che si sia già deciso di ammorbidire la censura perché Trump non è più considerato un pericolo pubblico. Oppure è successo perché qualcuno ha finalmente compreso quanto sia inutile vietare i singoli strumenti? Boh, io ormai sono sempre meno portato a sopravalutare le capacità cognitive delle persone.
Non posso non segnalare a tutti gli interessati (interessati? boh…) che il terreno attorno al vulcano islandese Fagradalsfjall è stato messo in vendita dalla associazione degli attuali proprietari. In sostanza, è possibile comprare anche l’intero vulcano o solo una sua parte.
L’eruzione del Fagradalsfjall è iniziata il 19 marzo – sicuramente ne avevate letto qualcosa anche voi – e da quel momento il vulcano è diventato una popolare meta turistica (oltre ad attirare l’attenzione degli scienziati e dei fotografi professionali). Il nuovo proprietario sarà tenuto a garantire l’accesso dei turisti, mentre il governo islandese ha già stanziato l’equivalente di 564.000 dollari americani per la creazione della infrastruttura turistica.
Solo un dettaglio non mi è del tutto chiaro: si potrà sfruttare economicamente il Fagradalsfjall? Non sono particolarmente informato sull’argomento in generale, ma presumo che possa diventare il primo vulcano «commerciale» al mondo. Basterebbe solo elaborare un po’ di idee e poi legalizzarle…
Nel frattempo, spero che manchi ancora poco tempo per riuscire a investire relativamente poco nel settore turistico (attualmente in crisi per dei motivi ovvi). Quindi affrettatevi.
A volte mi capita di tenere aperta per molto tempo una pagina web e ricaricarla periodicamente per vedere i dati aggiornati su essa pubblicati. In molti casi nel mio browser sono presenti addirittura più schede con delle pagine del genere. Ricaricarle manualmente non è una impresa difficilissima, ma ogni lavoro ripetitivo può e deve essere automatizzato. Per fortuna, sono venuto a conoscenza dell’esistenza di alcuni plugin che mi liberano dal frequente ricorso al tasto F5…
Il browser che uso quotidianamente è il FireFox. Per esso esiste il plugin Tab Reloader che sembra il più avanzato tra quelli esistenti: permette di impostare qualsiasi periodicità di ricaricamento fino ai dieci giorni e di stabilire una serie di condizioni per la sua esecuzione.
Alle persone che preferiscono il Chrome posso segnalare il plugin Smart Auto Reload: sembra abbastanza semplice da usare. In particolare, permette di impostare la periodicità di ricaricamento per ogni scheda del browser.
Non so a quanti dei presenti possa servire questa mia segnalazione. Ma non potevo nascondere una informazione socialmente rilevante…
L’artista coreano Dakd Jung è riuscito a creare un incrocio tra un altoparlante (che si connette via bluetooth) e il vecchio Winamp: all’interno del dispositivo c’è un liquido ferromagnetico che cambia forma in base al ritmo della musica riprodotta. L’effetto visivo avviene perché il liquido è polarizzato sotto l’influenza del campo magnetico.
Sarà anche un prototipo curioso, ma nella vita reale potrebbe essere un po’ fastidioso nel lungo periodo. La rispettiva finestra del suddetto Winamp, almeno, poteva essere nascosta…
Per fortuna, nella vita sono «riuscito» a evitare l’uso degli smartphone con l’Android in generale e di quelli della Samsung in particolare. Di conseguenza, non conosco benissimo tutti i loro suoni. Ma mi sembra comunque vero che sia stato il gruppo svedese «Dirty Loops» a registrare la melodia della Samsung «Over the Horizon». Il brano originale è «Over the Horizon 2016: Samsung Galaxy Brand Sound»:
Del resto, il gruppo non sembra – almeno per ora – particolarmente interessante. Solo per tradizione aggiungo la seconda canzone del post. Per esempio, potrebbe essere la «Breakdown»:
Il San Marino si è autodichiarato il primo Sato al mondo liberato del coronavirus grazie a una campagna vaccinale. Pur constatando di avere alcuni dubbi sul vaccino «Sputnik V», non posso non riconoscere che forse è stata trovata la prima ragione valida della esistenza dei micro-Stati: una maggiore efficacia nella gestione di alcune emergenze.
Chissà se questo esempio riesca a diventare, un giorno, una delle argomentazioni a favore del vero federalismo. Anche in Italia (è da un po’ che non se ne parla più, ahahaha).