L’archivio del 2020 год

Immaginare il proprio futuro

Non è ancora passato un virus, ed ecco che ne arriva un altro: più pericoloso perché non curabile per via farmacologica.
Le grandi masse di persone in tutto il mondo hanno deciso – per l’ennesima volta – che fosse possibile rivalutare il passato secondo i criteri morali di oggi. E l’assurdità dei dettagli non è inferiore a quella dell’idea generale: a Milano il primo bersaglio è diventato Indro Montanelli (si vedano il tentativo 1 e il tentativo 2).
La storia di un qualsiasi Paese preso a caso è piena di guerre, commercio degli schiavi, genocidio e crimini di massa. L’Impero Roma, L’Impero mongolo, il Califfato, l’Impero ottomano, l’Inghilterra, la Francia, la Spagna, la Germania, la Cina, il Giappone, gli Stati Uniti, l’URSS e così via.
Pure l’Italia contemporanea è piena delle rappresentanze (ma anche monumenti e rapporti giuridici con) di uno micro-Stato che si basa su una ideologia che nel corso di lunghi secoli ha causato – e continua a causare tutt’oggi – milioni di morti in tutto il mondo: attraverso l’inquisizione, le crociate, le guerre e le persecuzioni scatenate per motivi religiosi.
Per la pace comune e la serenità interiore conviene capire presto due principi importantissimi. In primo luogo, il nostro mondo è una continua evoluzione. In secondo luogo, il principio di non retroattività non è solo un concetto giuridico: si applica anche ai valori morali.
Di conseguenza, le vie percorribili sono solamente due:
1. Demolire quasi tutti i monumenti ai grandi personaggi della storia. Ma in questo caso prepariamoci al fatto che un domani, in un’altra fase dello sviluppo della società, verremo «demoliti» pure noi. Perché? Per esempio, perché abbiamo «sfruttato» le donne delle pulizie latinoamericane o i conducenti dei tram arrivati dal Sud Italia. Oppure perché abbiamo «maltrattato» i figli bocciati, ammazzato delle zanzare, detto delle bugie, mangiato della carne etc.
2. Riconoscere che nella storia della nostra civiltà sono successe molte cose. Molte cose che oggi ci sembrano negative, ma che ormai appartengono al passato. Cerchiamo dunque di trarre delle giuste conclusioni e di fare in modo che non si ripetano più.
La seconda via è molto più lunga e difficile. Forse per questo motivo è anche poco popolare. Ma io spero che diventi presto di moda.


Scacciare la merda dal cervello

Non mi sarei mai aspettato di vedere una persona laureata pubblicare una minchiata del genere (e un po’ sono sorpreso per il fatto che questo tipo di gioco vada ancora di moda):

Ebbene, mi sento costretto a ribadire alcuni concetti che dovrebbero essere già noti da anni a tutte le persone dotate di cervello:
1. Iscrivendovi (o rimanendo iscritti) a un qualsiasi sito, accettate automaticamente i termini di utilizzo e tutti i loro aggiornamenti. Se rifiutate, non riuscite a iscrivervi. Se accettate, non potete disdirne unilateralmente una parte, nemmeno pubblicando un qualsiasi testo sulla propria pagina. Al massimo potrebbe esistere, da qualche parte nelle impostazioni, una pagina che permette di attivare/disattivare alcune opzioni (come si fa spesso per il software).
2. Se siete preoccupati per i propri dati personali (di qualsiasi tipo, le immagini comprese), la soluzione è semplice: non pubblicateli. Nessuno vi costringe a pubblicarli (come, in realtà, nessuno vi costringe a registrarvi su un qualsiasi sito). Nessuno vi costringe nemmeno a comunicare ai siti web i vostri dati reali (compresi i nomi, cognomi, date di nascita, numeri di telefono etc etc). Chi mi ha tra gli amici su Facebook lo sa bene, ahahaha!
3. La responsabilità giuridica delle persone non può essere declinata con una pubblicazione generica su Facebook. Si potrebbe fare un esempio un po’ estremo: provate a pubblicare su Facebook una foto con, che ne so, la vostra amante e poi, ormai in fase di separazione, portare davanti al giudice la stampa di quel testo. Infatti, tutti hanno il diritto di poter ridere anche sul posto di lavoro.
4. La profilassi intellettuale quotidiana vi salverà dal fare tante figure di merda. Comprese quelle simili allo screenshot riportato sopra.
Cercate di spiegare queste semplici cose ai vostri amici e conoscenti che dovessero pubblicare dei testi «magici» del genere.
A questo punto non resta altro che augurarvi tanta serenità!


Come spiegare questo fenomeno?

Purtroppo, Dante non aveva previsto che il nostro povero pianeta potesse essere invaso dai pervertiti che realizzano i video verticali, quindi a soffrire – già nel corso della vita terrestre – sono i poveri consumatori dei suddetti video.
Un tentativo di allentare le sofferenze è stato fatto dalla Samsung che ha concepito il televisore The Sero.

La particolarità tecnica di quel televisore è un motore che in base all’orientamento del video gira lo schermo, dandone la posizione verticale o orizzontale.

Dal punto di vista tecnologico, la scelta di fissare il televisore su un supporto appoggiabile sul pavimento è stata quasi obbligata. In caso contrario, lo schermo orizzontale starebbe troppo in alto.

Le altre caratteristiche tecniche di Samsung The Sero QE43LS05TAUXZT non hanno alcunché di particolare: lo schermo 43″ QLED, definizione 4К, Smart TV e la connessione wireless con il telefono (senza di esso il modello non avrebbe molto senso).
In Italia è preordinabile a 1499 euro: infatti, anche gli amanti dei video verticali devono soffrire!
Ma perché ho deciso di scrivere di questo argomento? No, non l’ho fatto per l’interesse o curiosità verso il modello. L’ho fatto perché sono sorpreso dal fatto che nel 2020 vengano ancora prodotti i televisori e sviluppati dei nuovi modelli.
Pensiamo, per esempio, alle macchine da scrivere. Spesso sono esteticamente belle, producono dei suoni curiosi, scrivono bene se conservate come si deve e provocano degli attacchi di nostalgia alle persone di una certa età. A volte possono anche essere utilizzate: per divertimento o se non si è molto aggiornati sulle alternative tecnologicamente più avanzate. Ecco, lo stesso vale per i televisori.
Evidentemente, le persone appartenenti all’età dei televisori sono ancora abbastanza numerose.


Le camicie

Esiste qualcosa di più osceno delle camicie maschili con le maniche corte?
Solo le camicie maschili di colore rosa.

Bisogna essere proprio un [censured] per comprarle e indossarle.


One Zoom to Rule Them All

Un video del genere sarebbe stato più adatto per il periodo della quarantena, ma è comparso pochi giorni fa. Però anche il periodo del tempo incerto induce le persone a passare più tempo in casa, quindi posso postarlo con serenità…
L’attore Josh Gad ha organizzato una video-conferenza su Zoom tra molti attori e creatori dei film «Il Signore degli Anelli». Hanno partecipato Sean Astin, Elijah Wood, Dominic Monaghan, Billy Boyd, Orlando Bloom, Ian McKellan, Peter Jackson e molti altri: per quasi cinquanta minuti hanno raccontato le varie curiosità legate alla realizzazione dei film, compresa la storia della nascita del meme con Boromir.

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La musica del sabato

Milij Balakirev è uno dei più noti compositori classici non professionisti russi. Come la maggioranza dei suoi colleghi, non svolse nemmeno gli studi musicali rilevanti dal punto di vista accademico (frequentò la Facoltà di Matematica della Università di Kazan senza però laurearsi). Ma, a differenza di alcuni colleghi non professionisti, dedicò quasi tutta la sua vita professionale alla musica: insegnò il pianoforte, diresse la Scuola musicale gratuita imperiale prima e la Cappella accademica statale poi, in alcune occasioni diresse l’orchestra sinfonica patrona dalla famiglia zarista.
In qualità di compositore non scrisse tantissimo, me nemmeno poco.
Per il post musicale di oggi ho scelto probabilmente non la più ovvia tra le sue composizioni, ma una delle mie preferite: il poema sinfonico «Tamara». La versione del video è suonata dalla Orchestra Sinfonica di Montréal (direttore Kent Nagano):


Google Museum View

Spero che la quarantena dovuta al coronavirus – a livello globale sta ancora continuando – insegni anche una cosa importantissima per la cultura mondiale: tutti i musei devono funzionare anche in formato «Google Street View». L’ottimo esempio di quello che intendo è questo progetto dedicato alla tomba del faraone Ramses VI (prestate l’attenzione anche al soffitto).

Una visita virtuale del genere sarebbe decisamente più interessante del semplice scrolling delle immagini di un qualsiasi museo.


Una soluzione professionale

Ogni tentativo di hackerare il sistema è bello non solo dal punto di vista estetico (mi piacciono la fantasia e il senso di humour), ma anche perché evidenzia le imperfezioni del mondo circostante. Oggi racconto di una caso che mi è piaciuto particolarmente.
Nel 2016 il programmatore statunitense Joseph Tartaro aveva deciso di registrare per la propria auto la targa con la sola scritta «NULL». La sua idea si basava sul fatto che in molti linguaggi di programmazione – compreso il SQL che si usa per la gestione dei database – l’espressione NULL si utilizza in qualità dell’identificatore di un valore assente o non assegnato. Di conseguenza, secondo Tartaro, egli non verrebbe mai multato perché i sistemi di controllo e di elaborazione dati non sarebbero riusciti a elaborare correttamente la targa della sua automobile.

Purtroppo, però, nella realtà è successa una cosa esattamente opposta. Continuare la lettura di questo post »


Le mie scoperte smartphoniche

Il 1° gennaio 2017 ero entrato in possesso del mio primo smartphone. Non avevo fatto particolarmente tanta fatica a imparare a usarlo (non sono mica un novantenne!), ma alcune sue funzionalità mi sono comunque rimaste sconosciute per molto tempo.
Solo a febbraio del 2020, per esempio, ho finalmente pensato di studiare attentamente la sezione «Salute». E ho scoperto che il mio telefono ha un contapassi incorporato!

Non so quanto sia preciso questo strumento. Però a me interessa, prima di tutto, vedere la tendenza: cammino poco, tanto o normale?
Nel 2019, per esempio, avevo camminato pochissimo. I picchi di aprile e di agosto si spiegano con i miei viaggi turistici e personali; non mi ricordo cosa era successo a luglio e ottobre; all’inizio di novembre è leggermente cambiata la mia vita professionale e io, di conseguenza, avevo ricavato un po’ di tempo per fare a piedi alcune piccole parti delle mie tratte abituali.

Nel 2020 avrei dunque dovuto continuare con la stessa media di novembre/dicembre, ma il 9 marzo ci è stata imposta la quarantena. Dal 9 marzo al 10 maggio compresi riuscivo a sfruttare alcune possibilità legali di camminare, ma i risultati numerici naturalmente sono stati scarsi.

Il lunedì 11 maggio, approfittandomi della tanto attesa «fase-2», ho ricominciato a utilizzare il mio amatissimo ufficio, ma il solo questo fatto non spiega l’intensità delle mie camminate del mese di maggio (per un motivo sconosciuto il contapassi del telefono non ha registrato alcun dato per il 22 e il 23 maggio). Ebbene, si tratta della attuazione del mio piano annunciato due settimane fa: camminare di più per far passare alcuni effetti della lunga quarantena. Il «ponte» del 2 giugno è stato d’aiuto nella missione dichiarata, ma questa è una storia da raccontare separatamente.
In assenza delle prove contrarie mi autoproclamo il campione dell’«urban walking» tra i visitatori di questa pagina ahahaha


L’alternativa a Skype e altri

Nelle ultime settimane ho ricevuto più di una proposta di svolgere le tradizionali (per questo periodo particolare) riunioni video utilizzando un certo Whereby.
Qualcuno di voi conosceva questo strumento fino a cinque secondi fa?
Io l’ho scoperto solo a metà marzo grazie al suggerimento di un collega e ora posso raccontarne a voi.

Il servizio può essere utilizzato in due modi: Continuare la lettura di questo post »