Penso che il compositore Henry Mancini sia ben noto anche alle persone che non sanno alcunché del cinema americano. Di conseguenza, non ha molto senso non solo presentarlo, ma pure postare le sue opere più famose…
Però vedo che le persone sono spesso in disaccordo tra loro sul concetto della «musica famosa». Quindi tra l’infinità delle opere di Henry Mancini ne scelgo a caso due…
Uno: «The windmills of your mind»
E due: «Evergreen»
L’archivio del novembre 2019
Nel 2011 è nato un progetto interessante: il «Public Monitoring Project». Inizialmente era pensato per la visualizzazione sulla mappa della temperatura, rilevata e trasmessa dai semplici dispositivi fatti in casa. Ognun poteva installare e collegare al sito un dispositivo del genere.
Ora, invece, al sito sono connesse decine di migliaia dei dispositivi che trasmettono da tutto il mondo i dati sulla temperatura, umidità, pressione atmosferica, livello di radiazione, qualità dell’aria e altri parametri.
Il servizio può essere utilizzato anche ai fini personali: per esempio, controllando il tempo nella zona della propria [seconda] casa mentre si è lontani.
La maggioranza degli entusiasti del progetto è concentrata a Mosca e nella sua provincia:
Anche a livello europeo, però, si nota facilmente una certa Continuare la lettura di questo post »
Oggi «torniamo alle origini» della mia rubrica cinematografica e vediamo un cortometraggio muto. È la volta di «Tasya» (uscito nel 2007) del regista Roman Artemiev. Il titolo del film è il diminutivo del nome femminile Taisia. Le uniche parole che sentirete vedendo il cortometraggio in questione provengono dal televisore di Tasya e non aggiungono alcun significato al film: prima c’è un notiziario e poi una trasmissione di pattinaggio artistico sul ghiaccio (quindi, al massimo, si sottolinea la monotonia della vita).
Per ora è l’unico film di Artemiev che mi è capitato di vedere. Di conseguenza, in qualità del lungometraggio posso consigliarvi un film dove egli compare – anche se brevemente – da attore: «Daddy» di Vladimir Mashkov (uscito nel 2004).
Tutti prendono in giro l’aspetto estetico del «pick-up futuristico» Tesla Cybertruck presentato da Elon Musk.
Io, da parte mia, inizialmente non avevo l’intenzione di farlo: i criteri del bello e/o del ridicolo variano da persona a persona. Ma poi mi sono ricordato della Lada Sputnik Vaz-21099…
E non mi sono trattenuto.
Stamattina ho pensato di essere diventato un daltonico:
Ma poi ho scoperto che è invece un fenomeno normale, che la mela diventa rossa per le Giornate mondiali contro l’AIDS. E quindi passiamo alle cose più interessanti.
È vero che la maggioranza delle persone non è particolarmente aggiornata sulle infezioni da HIV, ma non so quanto possa essere socialmente utile l’iniziativa neozelandese di creare una banca di sperma per gli uomini positivi.
Mentre ci penso, leggete pure voi l’articolo: https://www.nzherald.co.nz/nz/news/article.cfm?c_id=1&objectid=12287990
In una fattoria vicino a Ramenskoe (una cittadina della provincia di Mosca) è stata testata con successo una innovazione interessante e divertente. Gli ingegneri e i veterinari hanno fatto provare gli occhiali di realtà virtuale alle mucche:
L’obiettivo della innovazione è quello di far sentire le mucche «più felici e rilassate» – mostrando a loro un campo verde estivo tutto l’anno – al fine di aumentare la produzione del latte. I risultati del test avrebbero mostrato «il miglioramento dell’umore della intera mandria».
E io spero che queste immagini abbiano migliorato il vostro umore nel mezzo della giornata piovosa.
P.S.: dovrei impegnarmi nel portare questa innovazione in Italia. Sarei curioso di vedere anche la reazione degli umani.
Alcuni anni fa ho scoperto, con tanto stupore, che gli studenti di informatica si inviano i pezzi del codice scritto semplicemente fotografandolo con il telefono. Non mi era sembrato il massimo della comodità (almeno per chi riceve), ma alla fine avevo valutato che fossero problemi loro.
Ma poi sono comparsi i stranissimi personaggi che inviano a me le foto (o i screenshot) dei miei testi per segnalarmi una imprecisione o un errore di battitura. Ecco, questi sono i veri impazziti dalla pigrizia. È così difficile copiare un pezzo di testo e incollarlo in un messaggio?
Una immagine pesa tanto e rende molto più laboriosa la ricerca del testo da essa riportata. Ma la gente è tanto affaticata da non poter fare due movimenti in più con il dito.
Siamo messi bene.
Nel XX secolo molte scene comiche si basavano su uno dei due scenari popolari:
a) qualcuno scivola sulla buccia di banana;
b) qualcuno viene bagnato dall’acqua di pozzanghera quando ci passa una auto.
Quando è stata l’ultima volta che vi è capitato di vedere la buccia di banana per strada?
A me è capitato forse una volta negli ultimi vent’anni: l’avrò vista vicino a qualche cestino strapieno.
Quando è stata l’ultima volta che vi è capitato di essere stati bagnati da una auto?
A me è capitato alla fine di aprile vicino a Crespi d’Adda ed è stata la prima volta in non mi ricordo nemmeno quanti anni.
Il fatto è che gli umani hanno imparato, per fortuna, a installare e usare i cestini e a costruire le strade sulle quali non si accumula l’acqua. Almeno, nel mondo sviluppato è così.
Quindi gli scenari popolari di cui sopra non funzionano più, non si usano più nei film. Ed è veramente strano vederli ancora (anche se raramente) nelle opere di recente produzione.
P.S.: secondo me, nella maggioranza dei casi si trattava di una comicità di dubbia qualità.
È palese che la prova del pit stop in assenza di gravità è stata finanziata da Elon Musk: la sua Tesla Roadster avrà già consumato le gomme a fare i giri attorno al Sole!
Alla fine di settembre avevo postato due canzoni di Sting nella mia rubrica musicale. Prevalentemente per motivi di giustizia storica dovrei postare anche qualcosa dei Police, il gruppo di origine di Sting.
Il gruppo mi sembra molto meno interessante del cantante-solista, ma ha comunque prodotto qualche canzone ascoltabile.
In qualità della prima metterei la «Every Breath You Take» (dall’album «Synchronicity» del 1983):
E la seconda potrebbe essere la «Roxanne» (dall’album «Outlandos d’Amour» del 1978):