L’archivio del giugno 2019

Un’altra vittoria attesa

Come avete probabilmente sentito da qualche parte, la domenica 9 giugno in Kazakistan si sono tenute le elezioni del nuovo Nazarbaeyev presidenziali. Kassym-Jomart Tokayev – il candidato sostenuto dall’ex presidente Nursultan Nazarbaeyev – ha vinto con appena il 70% dei voti. Si tratta del risultato peggiore di sempre per un presidente kazako: Nazarbaeyev in 30 anni di potere solo una volta era sceso sotto il 90%.
Il principale concorrente del vincitore, Amirjan Qosanov, ha preso il 16,02% dei voti ed è il miglior risultato di sempre per l’opposizione kazaka.
A questo punto devo precisare una cosa importante. Qualora vi dovesse capitare di leggere qualcosa sulle elezioni kazake, non credete a quei giornalisti occidentali che parlano di una catastrofe elettorale per il «clan» di Nazarbaeyev. Anzi, sappiate che il scrivente è un ignorante. Infatti, l’Asia, molto spesso, si misura non con i numeri ma con dei principi e tradizioni. Per esempio, non si può mostrare di avere più forza (fisica, morale, politica etc) del capo anziano. Di conseguenza, se Tokayev avesse realmente raccolto il 100% dei voti, si sarebbe resa necessaria una falsificazione per difetto. Il risultato migliore del suo padre politico Nazarbaeyev è stato del 97,7% (nel 2015).

P.S.: Lo stesso principio vale anche per i risultati elettorali di Putin e di altri dirigenti russi.


L’offshore della morte

Tutti (o quasi) sanno della esistenza degli offshore fiscali: sono quelle entità statali o amministrative che sanno offrire alle aziende dei regimi fiscali più favorevoli della maggioranza degli altri (e gli Stati «normali» cercano di vincere la concorrenza con la sola applicazione dei divieti).
In realtà il concetto dell’offshore può rappresentare una gamma di utilissimi strumenti non solo nell’ambito finanziario. Per esempio, sarebbe bello, utile e umano creare un offshore della eutanasia. Creare una zona dove una persona sofferente possa andare per passare allegramente l’ultimo giorno della vita e poi lasciare questo mondo in un modo facile e indolore.
Attualmente molte persone stanche di soffrire fisicamente hanno due opzioni: andare via in un modo brutto (spararsi / impiccarsi / buttarsi dalla finestra o sotto un treno) oppure fare lo sbattimento lunghissimo per farsi accettare in uno Stato con la legislazione un po’ più favorevole delle altre.
Insomma, i territori che vogliono guadagnare in un modo responsabile dovrebbero prendere in considerazione questa idea.


E’ uscito allo scoperto

Alla fine di dicembre mi era capitato di postare un video dove il Babbo Natale si metteva a fare lo sport… Però quello un video con degli attori.
Da un altro video scoperto due giorni fa ho invece appreso alcune verità interessantissime: il Babbo Natale esiste veramente, d’estate porta la barba corta, non è vecchissimo e continua ad allenarsi assieme alle sue renne.
Eccone la testimonianza.


La musica del sabato

Per questo sabato ho voluto, senza un motivo particolare, scegliere un’altra opera di Johann Sebastian Bach. Solo perché mi piace il compositore.
Gli interessati possono riascoltare anche l’opera della volta precedente, mentre oggi è il «turno» del Concerto per oboe e violino con l’orchestra.

Delle tre parti non tutte mi sembrano suonate ugualmente bene, ma complessivamente non è una brutta interpretazione.


Per questo sabato vi propongo un gioco sadico ma divertente. Esso si svolge in seguenti tre passaggi:
1. Senza avvisare i vostri familiari, impostate come password del wi-fi di casa il numero 2444666668888888
2. Eseguito il primo passaggio, dite agli altri di avere cambiato, per ragioni di sicurezza, la password in 12345678
3. Osservate in quanto tempo capiscono il trucco.
(«Il telefono mi dice che è sbagliata!»
«Sì che è giusta. Ritenta.»)
Ah, e voi in quanto tempo ci siete arrivati? Ahahaha
La prossima settimana potete provare a farlo anche con i vostri colleghi o dipendenti per testarli.


La spartizione

Il Ministero degli Esteri russo ha pubblicato per la prima volta i fogli scannerizzati dell’originale sovietico del patto Molotov–Ribbentrop (ufficialmente si chiama il Trattato di non aggressione fra il Reich e l’Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche) del 23 agosto 1939 e del protocollo segreto aggiuntivo.
Prima agli storici erano accessibili solamente le fotocopie degli originali della delegazione tedesca.
Si tratta di sei documenti in due lingue – il russo e il tedesco – che meritano di essere pubblicati anche in questa sede (per essere, d’ora in poi, più accessibili a tutti). Continuare la lettura di questo post »


Un principio universale

Il nuovo presidente ucraino Vladimir Zelensky è in carica solamente dal 20 maggio, ma si trova già in una situazione particolare. Nonostante il fatto che il suo programma elettorale avesse avuto alcune tendenze al populismo, dopo la inaugurazione Zelensky ha intrapreso una serie di passi concreti per la realizzazione del suddetto programma (no, non è ancora questa la grande particolarità). Il suo obbiettivo è ben comprensibile: con il proprio operato deve aiutare il proprio partito neocostituito a raggiungere un buon risultato alle elezioni parlamentari anticipate del 21 luglio (sperando che si facciano).
Ecco, la particolarità della situazione di Zelensky consiste in una statistica triste: al giorno d’oggi il Parlamento ucraino attualmente in carica si è rifiutato di discutere di tutte le sue proposte di Legge. Tra queste ultime si trovano anche la Legge sull’arricchimento illegittimo dei funzionari statali e sulla procedura di impeachment.
La morale della storia è semplice: non chiedete troppo alle persone che avete promesso di licenziare appena avete assunto la propria carica da Grande Capo. Il principio vale in tutto il mondo e in tutte le organizzazioni.


Un film russo da vedere

Riprendendo la tradizione di consigliare, periodicamente, dei film russi da vedere, mi ero anche ricordato dell’obiettivo di proporre qualcosa di non troppo pesante (almeno dal punto di vista psicologico). Finalmente riesco a rispettare, oggi, quest’ultimo criterio.
Il film «Mosca non crede alle lacrime» (1979) di Vladimir Menšov è di genere drammatico, ma in sostanza è la versione sovietica di «Cenerentola»: una storia di popolarità infinita nel cinema mondiale di tutti i tempi. Quindi non può assolutamente sembrare un film deprimente.
Nel 1981 ha pure vinto l’Oscar al miglior film straniero.

Aggiungo anche una piccola storia curiosa. Nel 1981 nessuno dei creatori del film ebbe l’autorizzazione dello Stato di andare negli USA per la cerimonia della premiazione, quindi la statuetta dell’Oscar fu ritirata da un segretario della ambasciata sovietica. Vladimir Menšov, il regista del film, apprese la notizia della vittoria dal notiziario serale del 1 aprile (la cerimonia si svolse il 31 marzo) e quindi pensò che si trattasse di uno scherzo. Fino al 1988 la statuetta fu custodita negli archivi dell’Ente per la produzione cinematografica. Solamente quando fu data in mano al regista per la prima volta (sette anni dopo la vittoria!) e solo per fare una foto (!!), egli si rifiutò di ridarla indietro e la portò finalmente a casa (nel 1988 ormai rischiava relativamente poco).


Il traffico festivo

I miei lettori dotati di una buona capacità di osservazione avranno già notato che nei giorni non lavorativi (sabati, domeniche, festivi) il traffico su internet si dimezza (o quasi). Si verificano meno visite, meno visualizzazioni, meno like e commenti, meno post e status, meno mail e messaggi vari. Insomma, c’è meno attività.
Perché succede questa cosa?
La spiegazione è semplice. La maggioranza delle persone cazzeggia su internet durante il viaggio verso il lavoro, al lavoro e durante il viaggio dal lavoro verso la casa. Nei giorni non feriali, invece, la gente si occupa degli impegni personali: quegli impegni che sono ritenuti molto più importanti del lavoro. Quindi la gente si distrae di meno.
Ecco, e tu perché stai leggendo questa roba? Vai a produrre!


Il potere delle…

Molti miei lettori hanno già probabilmente visto la video-testimoninza di un fatto curioso: le donne nude o semi-nude possono produrre un effetto opposto a quello che si immagina comunemente. Infatti, il 18 maggio la polizia israeliana è riuscita a mettere in fuga una violenta manifestazione degli ebrei ortodossi (che menifestavano contro i lavori di preparazione alla finale della Eurovisione svolti di sabato) con l’aiuto delle college senza le magliette.
Agli ebrei ortodossi è infatti vietato gurdare le donne nude sconosciute:

Potrei aggiungere il mio commento sulla salute mentale delle persone religiose in generale, ma evito.