Il martedì 26 marzo ha prestato giuramento il nuovo sindaco della città di Belgorod (quasi settecento chilometri a sudovest di Mosca). Per apprezzare il relativo video (brevissimo) non è richiesta la conoscenza della lingua russa. È però richiesta l’attivazione dell’audio del vostro dispositivo.
Sì, quei suoni che avete sentito e riconosciuto sono stati scelti per l’occasione dalla «ministra» locale della cultura Liudmila Grekova. La sua intenzione è stata quella di «scegliere una musica moderna», ma allo stesso tempo ha ammesso di non avere verificato la sua origine. Mah… pure io che non sono proprio un fan di quella origine, la conosco…
L’archivio del marzo 2019
Alcuni mesi fa avevo postato una versione molto originale della canzone «I Will Survive». Sarebbe corretto postare anche la famosa versione originale, cantata da Gloria Gaynor:
In qualità del secondo video musicale metterei l’altra canzone famosa della Gaynor, la «Never Can Say Goddbye»:
Su internet, a volte, vengono pubblicate delle ricerche che sono allo stesso tempo curiose, inutili dal punto di vista pratico e impressionanti per la quantità degli sforzi impiegati. Oggi ne faccio un bel esempio.
Supponiamo che la scienza fosse in grado di trovare una soluzione contro l’invecchiamento del corpo umano e tutte le malattie. Per quanti anni potrebbero vivere gli umani se le uniche cause della morte diventassero i vari incidenti: terremoti, alluvioni, incidenti stradali, sparatorie, cadute dalle scale etc?
Un simulatore online basato sui dati statistici statunitensi dice che l’età media degli umani arriverebbe a 9000 anni e alcune persone potrebbero vivere fino ai 60.000 anni.
Provate anche voi.
Secondo le mie previsioni autorevoli, in un mondo del genere la prima causa di morte diventerebbe il suicidio. Le cause dei suicidi, a loro volta, sarebbero la noia (di vivere per migliaia di anni) e la perdita di tutti gli amici (solitudine millenaria).
Come sapranno alcuni miei lettori, questa domenica in Ucraina si svolgeranno le elezioni presidenziali. Poco più di un mese fa avevo già scritto dei candidati principali, mentre ora non posso non sottolineare che è interessantissimo osservare la quantità di odio che molti politici e giornalisti ucraini e russi stanno manifestando pubblicamente nei confronti del candidato-comico Vladimir Zelensky. Il solo questo fatto potrebbe funzionare da indicazione attendibile circa i risultati del primo turno, ma per fortuna o purtroppo non è l’unico.
Qualche tempo fa mi sono quasi per caso accorto di una tendenza che accomuna molte elezioni occidentali degli ultimi anni: vanno sempre più di moda i comici. Purtroppo, bisogna aggiungere che tra gli elettori vengono apprezzati prevalentemente i comici di bassa qualità. Conosciamo, tra gli altri, gli esempi degli USA e dell’Italia, vero? Di conseguenza, qualora un vostro amico, conoscente o parente intendesse scommettere dei soldi sull’esito delle elezioni nello Stato X oppure, ancora peggio, diventare un analista politico, consigliategli pure di prendere in considerazione anche questo aspetto professionale dei candidati e/o dei leader. Potrebbe rivelarsi di importanza fondamentale.
I semplici post (o «status») su Facebook vengono creati nell’editor di testo più primitivo che non permette di mettere le parole in grassetto o corsivo, di barrarle o di sottolinearle. Ma tutte queste azioni potrebbero a volte essere utili.
Per fortuna esistono dei servizi esterni capaci di eseguire le operazioni elencate lavorando con l’unicode (a sua volta compreso da Facebook).
Uno di tali servizi è il Facebook format tool. Esso è semplicissimo da usare: inserite il testo, lo abbellite come volete, copiate il risultato nel buffer e poi lo incollate nell’editor di Facebook.
Il risultato pubblicato:
L’unico difetto grosso di questo strumento è l’applicabilità ai soli caratteri latini (comunque sufficienti per una buona parte dei miei lettori).
Per poter lavorare anche con il cirillico potremmo usare il servizio PiliApp, dove però mancano il grassetto e il corsivo.
Il risultato pubblicato:
Spero che siano utili anche a voi.
Come avrete già letto o sentito, dal «rapporto Mueller» risulta che non ci sarebbe stato un accordo tra Trump e Putin (due nomi collettivi) circa l’ingerenza russa nelle elezioni presidenziali statunitensi del 2016. Il commento migliore di tale notizia è già stato fatto dal caricaturista russo Sergej Jolkin:
«Il procuratore speciale Mueller non ha trovato il legame»
A questo punto, in via straordinaria, dovrei essere io ad aggiungere qualcosa di serio.
Aggiungerei due piccole e banali considerazioni solo parzialmente inerenti alla notizia citata all’inizio. Prima di tutto, ritengo esagerata la portata attribuita da alcuni giornalisti all’intervento russo nelle elezioni americane (intervento non negato dai procuratori americani). Allo stesso tempo, nelle azioni del genere a contare è l’azione stessa e non il risultato.
Di conseguenza, Trump si è liberato da una accusa, ma rimane comunque un produttore dei problemi politici molto efficiente. I politici russi che in questi giorni festeggiano la non-scoperta di un accordo non si rendono probabilmente conte del contenuto delle accuse a proprio carico.
Tutti sanno dell’effetto placebo: si verifica quando consumando, per esempio, una pillola vuota la persona si sente meglio solo perché è convinta che quella pillola faccia bene alla salute. L’effetto placebo è sfruttato da due industrie potentissime: quella omeopatica e quella degli integratori alimentari.
Nella fase dei test di una nuova medicina alla metà dei pazienti viene data la medicina testata e all’altra metà il placebo. Se la medicina testata dimostra un risultato migliore, può essere considerata efficiente. Allo stesso tempo l’effetto placebo funziona su circa il 20% dei pazienti partecipanti al test: tantissimi.
Non tutti sanno che esiste anche l’affetto nocebo. Esso è l’opposto di placebo e ha la stessa natura: l’autosuggestione. Le persone si sentono peggio anche se nella «medicina» che hanno preso non è contenuto alcunché di dannoso. Semplicemente si aspettavano di sentirsi male.
Nella vita quotidiana vedo tantissime persone convinte di essere intolleranti a qualcosa, non solo alle sostanze farmacologiche. E non solo alle sostanze.
Anche gli operai della industria metallurgica devono divertirsi in qualche modo:
Non vi invito a non ripeterlo in casa perché il processo della selezione naturale non deve assolutamente fermarsi.
Il compositore austriaco Franz Liszt è noto prevalentemente grazie alle sue opere per il pianoforte. Questo può motivarmi anche a iniziare il post musicale odierno con una scelta meno ovvia, meno scontata.
Inizierei dunque con il poema sinfonico «Hunnenschlacht» (in italiano, «Battaglia degli Unni») composto nel 1857.
E poi aggiungerei una piccola curiosità musicale: la Liebestraum No. 3 di Liszt è stata utilizzata dalla Nokia per una delle suonerie. Quindi pubblico anche l’originale suonato da Evgenij Kisin:
Qualche giorno fa ho trovato un progetto curioso: una serie di mappe con le linee spartiacque. Qui riporto solo tre esempi.
Il mondo in generale:
L’Europa:
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