Il duo svedese Roxette è un rarissimo esempio del gruppo pop ascoltabile. Quindi oggi (formalmente perché il 30 maggio la sua componente femmenile Marie Fredriksson ha compiuto 60 anni) metto due loro canzoni nel post musicale del sabato.
La prima è «Crash! Boom! Bang!» (dall’album «Crash! Boom! Bang!» del 1994):
E la seconda è «Wish I Could Fly» (dall’album «Have a Nice Day» del 1999):
L’archivio del giugno 2018
Enjoy! Una ricerca segreta russa ha mostrato dove va ricercata la famosa formula della Coca-Cola (anche essa segreta):
Sono in molti a dire che questa foto è la più probabile vincitrice del «World Press Photo 2018» (sebbene siamo ancora a metà giugno).
Sicuramente è una bellissima foto. Ma ha una concorrente fortissima che ha tutte le possibilità di batterla:
Si tratta di un ambito nel quale indovino quasi sempre (nel nostro mondo pseudo corretto a volte ci vuole poco). Purtroppo, però, non sono in grado di convertire questa mia capacità in soldi. Di conseguenza, propongo di ricordare questo post e di offrirsi alle scommesse a scopo di lucro.
Domani in Russia inizia l’ennesimo campionato mondiale di calcio. Si tratta di uno sport che non mi interessa quasi per nulla (se vedo dieci minuti di una partita in quattro anni è già tanto), quindi oggi mi limito a raccontarvi di tre nuovi stadi russi.
Il primo stadio da menzionare per forza è il cosiddetto «Zenit Arena» di San Pietroburgo. Esso è stato costruito per la squadra locale Zenit su progetto dell’architetto giapponese Kisho Kurokawa. I lavori iniziarono nel 2007 e finirono, dopo le numerose proroghe, nel 2017. Nel corso dei lavori i costi salirono dai circa 200 milioni di euro (6,7 miliardi di rubli di allora) iniziali a 1,4 miliardi di euro (48 miliardi di rubli) finali. Valutate un po’ il livello di corruzione e di «magiche sparizioni» in Russia… Ma torniamo allo stadio. Poco dopo la tanto attesa consegna dello stadio si scoprì che il suo tetto perde l’acqua. Per il vice-governatore della città Ilya Albin la colpa sarebbe dei cormorani (nome scientifico Phalacrocorax; nome russo baklan) che colpiscono troppo violentemente il tetto con il becco.
Lo stadio (7 partite del Mondiale in programma) soprannominato dalla gente «Baklan Arena»:
Il suo aggressore:
Il secondo stadio da menzionare è quello di Ekaterinburg. Esso si chiama «Stadio Centrale» o «Ekaterinburg Arena» ed è diventato famoso per essere stato Continuare la lettura di questo post »
Per qualche motivo a me poco comprensibile, su questo video (girato nel 2013 in Indonesia) tutti vedono un orango che tenta di fermare una ruspa. Ma io vedo solo un ennesimo video sul quale non si capisce quasi niente (forse è presente un animale spaventato che non sa cosa fare nella situazione creatasi).
Rischio di offendere alcuni fanatici, ma per me i R.E.M. sono un gruppo incredibilmente noioso e monotono. Non so come siano riusciti a comporre e registrare così tante canzoni quasi perfettamente identiche dal punto di vista musicale. O forse era proprio questo il loro vero obiettivo artistico? Se qualcuno dovesse confermarmi che la risposta è «sì», potrei riconoscere la loro genialità.
Ma per ora affermo che l’unica canzone bella e originale dei R.E.M. è «Losing My Religion» (pubblicata nel 1991). Chi l’ha sentita, può dire tranquillamente di conoscere il gruppo senza ricordarsi tutto il resto della loro musica.
Beh, penso che vi sia chiaro il motivo per il quale il post musicale di oggi ha solo un video…
Per puro caso ho trovato su internet questa foto…
… e ho pensato che ho già tutti i requisiti per poter stampare i biglietti dello stesso tipo, cambiando solo la e-mail. Tale modo di scegliere i nomi su internet potrebbe diventare uno dei possibili standard utili per la semplificazione e prevedibilità.
So che il sentirsi un genio è abbastanza controproducente nel lungo periodo, ma sono appena riuscito a reimpostare il crossposting automatico da WordPress a Facebook.
Sono riuscito a farlo nonostante una nuova politica del Facebook verso la propria API e la conseguente comparsa di innumerevoli errori incomprensibili (sì, secondo me gli sviluppatori del Facebook programmano con il culo).
Sono riuscito a farlo nonostante essere da poco passato verso il HTTPS.
Sono riuscito a farlo dopo aver letto dieci mila forum dedicati all’argomento, scritto e riscritto mille soluzioni in cinque linguaggi diversi, pensato e pronunciato due milioni di bestemmie e, infine, dopo avere quasi picchiato il computer per disperazione.
Non so ancora se riuscirei a spiegare in modo lineare come – troppi tentativi mescolati in testa – ma sono riuscito a farlo.
Ma vorrei tranquillizzare i colleghi blogger, programmatori e altri: il dialogo tra WP e FB è ancora possibile. Non disperatevi e continuate a lavorarci su.
Come molto probabilmente sapete, l’Instagram consente di pubblicare le foto e i video esclusivamente dallo smartphone. Si tratta di una scelta tecnica piuttosto stupida: non ha senso escludere le persone che sono più comode a gestire la propria vita digitale pubblica dal computer solo perché una notevole quota del traffico ha migrato verso il mobile. Ma per fortuna viviamo in una economia sviluppata: la stupidità di un produttore è una buona occasione per tanti altri.
Quindi io ho cominciato a cercare, a un certo punto, chi è riuscito a creare la soluzione migliore al problema appena descritto. Pare che il risultato sia stato positivo: l’applicazione gratuita e funzionale per postare sull’Instagram dal computer si trova sul Windows Store e si chiama Upload for Instagram.
Dato che è semplicissima nella installazione e nell’utilizzo, la consiglio a tutti gli interessati.
L’unica stranezza della applicazione è la necessità di lasciare minima la larghezza della sua finestra: solo in tale caso il vostro computer «penserà» di essere uno smartphone.
P.S.: il mio Instagram.
L’azienda IDS Borjomi Russia, la produttrice dell’acqua in bottiglia «Svjatoi istochnik» («Fonte sacra»), in vista del Campionato mondiale di calcio ha iniziato a distribuire le bottiglie d’acqua realizzate in forma di un pallone da calcio.
Ed ecco che la solita raccomandazione di conservare le bottiglie d’acqua al riparo dalla luce solare (stampata su tutti le etichette dell’acqua al mondo) ha assunto un altro senso. L’acqua in un contenitore sferico raccoglie i raggi solari in un punto e favorisce la possibilità di un incendio. Alcuni russi lo hanno già riscoperto vedendo salire il fumo dal pavimento, altri hanno fatto una prova con dei fiammiferi e la carta:
Una bottiglia d’acqua cilindrica, invece, raccoglie i raggi solari su due piani, e non può dunque produrre lo stesso effetto.