L’archivio del aprile 2017

Tutti si stancano

Tutti (o quasi) conoscono questo disegno dello psichiatra giapponese Kitaoka Akiyoshi:

Si tratta di una illusione ottica con l’aiuto della quale si dovrebbe stabilire se la persona che la guarda sia stanca o meno. Non so perché, ma io vedo girare i «serpenti» ogni volta che vedo l’immagine in questione… Però oggi volevo scrivere di un’altra cosa. Si è scoperto che l’immagine funziona pure con i gatti:

I lettori che hanno un gatto in casa possono fare una prova.


100 giorni di Trump

Tutti si chiedono: per cosa saranno ricordati i primi 100 giorni della presidenza di Donald Trump?

Io penso di conoscere la risposta, anche se, allo stesso tempo, devo ammettere di essere d’accordo con una delle affermazioni dello stesso Trump sulla presunta importanza simbolica di quei giorni: tale importanza è veramente bassa.

E ora la mia risposta.

I primi 100 giorni della presidenza di Trum saranno ricordati per il fatto che gli USA sono stati governati da Donald Trump.

Non vi sembra che sia già un evento eccezionale?


Giovani, imparate!

Cosa ci insegna il primo turno delle elezioni presidenziali francesi? A noi per ora nulla.

Ai più giovani, però, da una lezione importante: ragazzi, provateci con le vostre insegnanti del liceo. Se va male, al massimo sarà lei ad andare in galera. Se va bene e – seconda condizione – un giorno finirete in politica, la gente vi voterà e vi commenterà facendo più attenzione ai vostri fatti personali familiari che alle solite qualità politiche.

Ecco, per ora non c’è altro da dire sul primo turno delle presidenziali francesi. Tutte le possibili analisi che leggo e sento in questi giorni scivolano presto nelle bassezze di fronte alle quali pure la Le Pen è un esempio della serietà.


31 anni di Chernobyl

Oggi è l’anniversario della catastrofe tecnologica di Chernobyl. Per ora ho poco da aggiungere a quanto ho già scritto sull’argomento nel 2016. Quindi oggi mi limito a pubblicare una raccolta di video e foto della città di Pripyat, concentrandomi su quel che resta degli appartamente privati.

Tutte le foto sono di Sergei Melnikov.


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Gli anniversari

Cosa avrei potuto scrivere oggi io, un osservatore/critico estraneo? Senza il pericolo di offendere i sentimenti di qualcuno, quasi nulla.

Per puro caso (e per tana fortuna) proprio ieri ho fatto uno dei miei famosi strani viaggi nell’Italia non turistica: a Palazzolo sull’Oglio. Proprio in quella città ho visto uno dei monumenti più curiosi che mi siano mai capitati davanti agli occhi.

Di profilo quadrato, è dedicato a quattro, ehm, conflitti armati: un lato per ognuno. Provate a stendere un elenco delle loro caratteristiche comuni. Onestamente.

I lati A e B:

I lati C e D:


Le webcam e il progresso mancato

Da tanti anni, ormai, le persone paranoiche di tutte le professioni, età e nazionalità coprono le webcam dei propri computer con un pezzo di nastro isolante o di scotch non trasparente. Oppure staccano il cavo usb dal computer, qualora si tratti di una webcam esterna.

Stranamente nulla sapevano di questa diffusissima mania gli autori del film «Snowden» (2016, regia di Oliver Stone). Pure io, rappresentante di una professione umanistica, ho un sacco di conoscenti nel mondo dell’IT: il 90% di essi da sempre copre le proprie webcam.

Dopo l’uscita del film, secondo le mie osservazioni, la mania di coprire le webcam si è diffusa ancora di più.

E ora la domanda: quando i produttori dei computer inventeranno il coperchio della webcam già incorporato nel telaio dell’apparecchio? Si tratta di un semplicissimo pezzo di plastica capace di influire sulle vendite bene quanto la capacità del disco fisso o la risoluzione dello schermo (purtroppo non tutti immaginano la quantità delle persone particolari in circolazione).


L’urbanizzazione del pianeta

La storia della comparsa delle città a partire dal 3700 a. C. al 2000:


Due settimane fa avevo postato una porzione delle foto ritraenti la vita quotidiana sovietica degi anni ’50–’80.

Oggi, invece, vi consiglio l’autore di altre foto interessanti: il maggiore Martin Manhoff (ne avevo già scritto un mese e mezzo fa in un’altra occasione). Manhoff fu l’addetto militare della ambascita statunitense a Mosca dal 1952 al 1954 e fino al momento di essere stato espulso per spionaggio scattò tante belle foto dell’URSS di quegli anni. Non solo a Mosca, ma anche a Leningrado, alcune altre città e lungo la ferrovia Transiberiana.

Un certo Douglas Smith (non ho capito bene chi sia questo tipo) dopo la morte della vedova di Manhoff si è appropriato delle foto e ha iniziato a pubblicarle: https://www.facebook.com/permalink.php?story_fbid=10155847922929625&id=629794624

Il fazzoletto rosso sul collo è la «cravatta del pioniere»: di forma triangolare, doveva essere portata in quel modo.
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Notizie sulla pubblicità

La popolarità del browser Chrome (56,5% degli utenti dell’internet) mi è veramente poco chiara: se trascuriamo il fattore della velocità, è più scarso pure dell’Internet Explorer.

Nonostante ciò, mi riempie di gioia la notizia sul prossimo miglioramento del Chrome: in esso sarà incorporato il blocco della pubblicità. Naturalmente non di tutta la pubblicità, visto che in assenza di essa lo stesso Google (produttore di Chrome e allo stesso tempo gestore della pubblicità contestuale) e i poveri autori dei siti come me ci perderebbero una porzione sensibile dei guadagni.

La previsione del blocco incorporato dovrebbe evitare l’installazione da parte degli utenti di altri programmi dello stesso genere e, dunque, bloccare solo la pubblicità sbagliata: qualla con i messaggi audio (io la odio non solo per la sua esistenza, ma anche per l’altissimo volume), quella che si apre nei pop-up e quella con il count-down prima della chiusura.

Da una parte sono contento, perché spero che nel futuro i visitatori del mio sito non mi privino dei guadagni solo perché sono loro ad avere paura della pubblicità sgradita.

Dall’altra parte sono «contento» per i concorrenti del Google nel settore pubblicitario: come ho già scritto, la popolarità del Chrome è inspiegabilmente alta.


Votate il ritrattista

Le idee e i valori, buoni o cattivi che siano, se ne vanno. I ritratti, invece, restano. La morale: alle prossime elezioni (o referendum) votate un ritrattista.

Oppure trasferievi in Corea del Nord: il rispetto delle tradizioni ormai c’è solo lì…