L’archivio del agosto 2016

La morte in Uzbekistan

Una piccola introduzione storica. Nel novembre del 1982 morì Leonid Brežnev. La morte avenne tra il 4 e il 6 novembre, ma i dirigenti partitici preferirono comunicare una data di morte più tarda per non annullare i festeggiamenti della Festa della Rivoluzione (il 7 di novembre).

E ora passiamo ai fatti di maggiore attualità. Pare che lunedì 29 agosto sia morto il presidente uzbeko Islam Karimov. Aveva (ha?) 78 anni, dal 1989 al 1991 è stato il Primo Segretario del Partito Comunista uzbeko (era la carica più alta al livello repubblicano), mentre a partire dal 1991 ha interrottamente ricoperto la carica del Presidente dell’Uzbekistan indipendente (naturalmente è la carica istituzionale più alta). Nel corso della sua carriera presidenziale ha sempre vinto le elezioni raccogliendo più del 90% dei voti.

Insomma, è sempre stato un personaggio con la cultura politica (e non solo politica) acquisita all’epoca sovietica. I relativi effetti si vedono anche in questi giorni: tutti, tranne i collaboratori politici e i familiari, dicono che è morto lunedì. Secondo i comunicati ufficiali sarebbe ricoverato per un ictus. Perché? Perché il 1 di settembre in Uzbekistan si festeggia la Festa della Indipendenza.

Probabilmente, sapete già tutte queste cose. Probabilmente, vorreste sapere da me chi sarà il suo successore e quale politica condurrà. Sul nome del successore non posso ipotizzare nulla, perché nei regimi del genere il potere va nelle mani di colui che lo ha sempre cercato riuscendo a mascherare le proprie intenzioni (per non essere «punito» dal dittatore vivente). Molto probabilmente, il futuro capo di Uzbekistan sarà la stessa persona che organizzerà i funerali di Karimov.

Per la politica uzbeka del «dopo Karimov» posso costatare una cosa altrettanto ovvia: l’Uzbekistan sarà ancora meno legato alla Russia (già ora è nell’orbita della Cina da tutti i punti di vista). Infatti, tutti i politici uzbeki più giovani di Karimov hanno condotto la maggior parte della propria vita politica in una realtà di totale indipendenza dagli ordini da Mosca. Non hanno dunque una relativa memoria storica, nostalgia, riconoscenza verso il Centro, abitudini o altre cose simili. Decidono in base alla convenienza. E la Cina (a differenza della Russia odierna) può offrire molte più opportunità in termini politici ed economici.

Con questa ultima osservazione non escludo l’ipotesi di una tempestiva visita di Stato del futuro capo di Uzbekistan a Mosca. In cambio di un favore «una tantum» lo potrebbe anche fare.


Il nuovo traslitteratore

Un breve riassunto del post di oggi:
Sul mio sito è ora pubblica una nuova versione del traslitteratore dei caratteri cirillici in quelli latini e viceversa. Se avete voglia e tempo, testatelo pure (comunicandomi poi gli eventuali malfunzionamenti o errori).

Il testo completo del post di oggi:
Un giorno di agosto il mio cervello fu fulminato da una strana idea: «devo assolutamente riscrivere in PHP il tralitteratore che tantissimi anni fa scrissi in JavaScript». Probabilmente, non tutti i miei lettori sanno cosa sia un traslitteratore. E allora lo spiego brevemente.

Il traslitteratore (o il trasliter) è, come potete ben immaginare, uno strumento per la traslitterazione, cioè per la conversione delle parole scritte con i caratteri dell’alfabeto X nelle stesse parole scritte con i caratteri dell’alfabeto Y. Lo strumento esegue dunque una traduzione non linguistica ma grafica: essa non va confusa nemmeno con la trascrizione (pensate a quella fonetica che si trova sui dizionari). Proprio per questo per la traslitterazione da un alfabeto all’altro esiste più di un insieme di regole. Ogni insieme di regole è elaborato da una organizzazione nazionale o internazionale per la soddisfazione delle necessità determinate (così, il cirillico russo può essere traslitterato secondo una delle 13 regole ufficialmente esistenti). Le informazioni più dettagliate e, in un certo senso, più scientifiche si possono reperire sulla letteratura specializzata o sulla Wikipedia (dipende quali fonti preferite). Il traslitteratore realizzato da me, in particolare, permette di traslitterare i testi dall’alfabeto cirillico a quello latino e viceversa.

I difetti della prima versione del mio traslitteratore (scritto nel lontanissimo 2001 in JavaScript) furono i seguenti:
– non funzionava su tutti i computer perché dipendeva troppo dalle impostazioni del browser;
– sapeva convertire l’alfabeto latino in quello cirillico ma non al contrario;
– non conosceva tantissimi caratteri latini particolari (per esempio, le vocali accentate);
– funzionava correttamente solo con i testi battuti secondo la trascrizione della pronuncia russa.

I pregi della nuova versione del mio traslitteratore (scritto nell’agisto del 2016 in PHP) sono i seguenti:
– funziona senza problemi in tutti i browser (perché è in PHP!);
– può traslitterare dall’alfabeto cirillico in quello latino e viceversa;
– riesce a elaborare più caratteri cirillici (per esempio, anche quelli ucraini);
– traslittera il cirillico seguendo il sistema scientifico (raccomandato dall’ONU e utilizzato nel mondo scientifico e bibliotecario).

Ho creato il traslitteratore in questione per la traslitterazione dei testi, titoli dei libri, nomi degli autori etc ma (attenzione!) non dei dati anagrafici da utilizzare sui documenti di identità (in questo ultimo caso vanno seguite delle regole di traslitterazione diverse – prima o poi aggiungo tale opzione alla mia fantastica creatura).

Intanto provate a testarlo e, nel caso di errori o malfunzionamenti fatemi pure sapere: solo così potrò perfezionarlo ancora!


Pala elettrica

Poco più di un mese fa vi avevo fatto ascoltare l’orchestra-hardware Floppotron. Oggi ascoltiamo un po’ di musica suonata con un altro strumenti inconsueto.

Il musicista e videoblogger di Chicago Rob Scallon ha realizzato un cover della canzone «Killing In The Name» dei Rage Against The Machine, suonando, tra l’altro, una pala elettrica:

L’insolito strumento musicale è stato realizzato da un altro videoblogger statunitense, quello de «I Like To Make Stuff». Da un certo punto di vista questo secondo video è molto più interessante del primo.


Come potenziare il proprio PC

Questo post viene ripubblicato tutti gli anni l’ultimo venerdì di agosto.

Per la maggior parte dei miei lettori le vacanze (o il periodo di lavoro poco intenso) stanno per finire. Chi vuole iniziare la nuova stagione lavorativa senza gli inutili stress deve preparare bene i propri strumenti di lavoro per farli funzionare come si deve. Uno dei miei principali strumenti di lavoro è il computer, quindi oggi vi racconto cosa faccio io per migliorare le sue prestazioni. Si tratta di sette facili operazioni che ogni persona può fare da sé, quindi completamente gratis. Per alcune delle operazioni elencate serve la connessione a internet.

Parentesi aperta. Chi usa una OS di Apple vada pure a dire una preghiera a Steve Jobs. Chi usa Linux non ha bisogno dei miei consigli. Parentesi chiusa.

Per facilitare la comprensione del mio testo, lo divido in passaggi numerati e illustrati. Seguiteli proprio nell’ordine da me assegnato.

1. Passaggio primo. Pulite le ventole di raffreddamento del processore (e altre se presenti) e gli interni del computer dalla polvere. E’ una cosa relativamente semplice da fare sui desktop e sui vecchi modelli di portatili. Per i computer portatili più moderni chiedete a me o cercate delle video-istruzioni su YouTube. Io, intanto, vi avviso che gli strumenti necessari sono un cacciavite sottile, un aspirapolvere e 5/6 cotton fioc.

2. Passaggio secondo. Continuare la lettura di questo post »


Le fontane San Francesco

Nel 2011 avevo fatto un viaggio a Vigevano (una bellissima cittadina lombarda, consiglio a tutti di visitarla) dove avevo visto, tra le altre cose, una fontana con la statua di San Francesco che predica ai piccioni mutanti.

Nel 2016 ho visitato una zona di Milano a me poco conosciuta, dove ho visto, tra le altre cose, una statua di San Francesco che predica ai piccioni rimpiccioliti (via Moscova, davanti alla chiesa di Sant’Angelo).

I due monumenti sono per fortuna abbastanza diversi… La ricerca tra le immagini su Google ha rilevato l’esistenza di altri monumenti simili in giro per l’Italia. E vabbè, non avevo scoperto una cosa originale nel 2011, ma posso iniziare a fare una collezione fotografica originale a partire dal 2016.


Imprenditori responsabili

Come forse vi ricordate, tra la Russia e l’Occidente vige una serie di sanzioni politiche ed economiche. Le maggior parte delle sanzioni occidentali è stata introdotta in risposta alla annessione russa della Crimea e alla guerra nelle due regioni dell’est ucraino. La Russia, in risposta a quelle sanzioni, ha introdotto alcune sanzioni contro l’Occidente vietando, tra l’altro, l’import di alcuni prodotti alimentari dall’Europa. Non so di preciso quanto abbiano perso i produttori europei, ma in Russia i prezzi degli alimenti continuano a crescere con dei ritmi spaventosi, la qualità dei prodotti nazionali scende, la quantità dei prodotti di qualità continua a scendere. Detto ciò…

La migliore notizia russa di ieri è quella su una banda di contrabbandieri operante nella provincia di Smolensk. Si è saputo che all’inizio di agosto quei simpatici signori hanno riparato una vecchia strada di campagna (prima di allora in condizioni spaventose), adattandola al passaggio dei mezzi pesanti. Perché lo hanno fatto? Ovvio: per importare i prodotti alimentari dalla Polonia aggirando la postazione fissa della dogana russa.

Purtroppo gli imprenditori socialmente responsabili sono stati già fermati. Ma il FSB dichiara di non intendere a chiudere la strada «regalata allo Stato». Gli utenti dei social networks, indipendentemente dalle proprie preferenze politiche, chiedono in massa di premiare i riparatori della strada con la liberazione.


Rio2016: i risultati russi

OK, le Olimpiadi di Rio sono finalmente finite. Come molto probabilmente ho già scritto, il 99,99999% dello sport non mi interessa affatto, dunque non ho visto nemmeno un secondo delle ultime Olimpiadi (lo stesso vale per tante altre che si sono svolte nel periodo della mia vita non particolarmente lunga). L’unico sport che seguo e pratico con una relativa costanza, diventerà olimpico nel 2020: in occasione dei giochi di Tokyo.

Quindi per mi accontento dello studio delle quantità e qualità delle medaglie che hanno preso le squadre dei vari Stati. Vediamo, per esempio, la Russia (siete sorpresi per la mia scelta, vero?). A Rio de Janeiro la Russia ha preso 56 medaglie, delle quali 19 d’oro, 18 d’argento e 19 di bronzo. Per quanto riguarda gli sport nei quali è stata raggiunta la maggiore quantità dei risultati, i russi si sono particolarmente distinti in ginnastica ritmica, scherma, judo e altri tipi di lotta.

In sostanza, la Russia è messa bene proprio con quegli sport, che non sono assolutamente stati coinvolti nel scandalo sul doping di Stato. Il fatto appare strano solo a prima vista. Infatti, tutti gli sport «fortunati» hanno in Russia dei propri «responsabili» di peso.

Judo è lo sport preferito di Vladimir Putin, quindi la scarsa preparazione della relativa squadra è una offesa imperdonabile al presidente (lo stesso valeva, per esempio, per il tennis ai tempi di Eltsyn o per il hockey ai tempi di Breznev).

Taekwondo e lotta greco-romana piacciono tanto a Ramzan Kadyrov, quindi vale l’osservazione già fatta per il judo.

La scherma è curata dal miliardario Alisher Usmanov: il signore in questione, essendo una creatura degli anni ’90 e non di Putin, ha una forte motivazione a contribuire al prestigio dello Stato (non è un sinonimo del benessere dello Stato).

La ginnastica ritmica è curata dalla moglie di Alisher Usmanov, quindi vale l’osservazione fatta per la scherma.

Di conseguenza, possiamo concludere che in Russia gli sport si dividono in quelli amministrati (di successo) e quelli sfigati (quindi affidati al doping).

Si potrebbe, logicamente, proporre di affidare i vari sport «sfigati» ai vari ricchi dipendenti del Cremlino. Per ora, però, mi viene in mente solo l’affidamento del basket a Mikhail Prokhorov (il quale è un grande esperto in materia).


24 agosto 79

Mancano tre giorni al grande anniversario:

Sembra un video-gioco, ma è una ricostruzione interessante. Mi sono pure chiesto se si fanno delle «ricostruzioni storiche» dal vivo, «giornate della memoria» o qualcosa del genere.


25 anni di libertà

Ieri, il 19 agosto, tanti russi hanno festeggiato i 25 anni di vittoria su quegli otto vecchi gerarchi comunisti che tentarono, tra il 18 e il 21 agosto del 1991, un colpo di Stato in URSS.

Gli autori del colpo di Stato vollero tentare il ritorno a una versione abbastanza antiquata e repugnante dell’URSS, il ritorno a quella realtà in cui si affermarono — decenni prima — dal punto di vista partitico e nel quale avrebbero continuato ad avere il loro grande peso politico, basato sulle sole fedeltà di facciata alla ideologia e il clima di paura nel Paese. Tanti ormai quasi ex cittadini sovietici, invece, capirono di non voler proprio tornare in quella epoca grigia. Anzi, decisero di manifestare la propria volontà di andare nella direzione esattamente opposta.

Non posso dire che la «rivoluzione anti-comunista» sia stata fatta dal popolo: tutti gli scontri di piazza accaddero in una area di pochi chilometri quadrati del centro di Mosca, lungo l’asse che collega il Cremlino e la Casa Bianca (all’epoca era la sede del Governo centrale). La maggioranza dei cittadini residenti in altre zone (addirittura fuori dal centro di Mosca) seppe dei fatti accaduti solo dopo la ripresa del funzionamento della TV centrale e la ricomparsa dei giornali nelle edicole. Dirò di più: in nessun caso un regime cadde in Russia per mano del popolo (ma questa è un’altra storia). Il popolo comprese però il senso e l’importanza delle varie libertà negategli nei decenni dell’URSS. Non ebbe la possibilità fisica di conquistarle, ma almeno la forza morale per uscire di casa e iniziare a lottare.

Quella comprensione, a quanto pare, è diminuita un po’ negli ultimi anni.

I tentativi di costruire un’altra Unione sul territorio dell’ex URSS che stiamo osservando con chiarezza dal 2011 dovrebbero mostrarci, entro un tempo relativamente breve, quanto sono ancora richieste quelle libertà.

P.S.: gli otto vecchi golpisti si dimostrarono dei puzzoni senza coglioni e non seppero andare fino in fondo nella loro impresa. La loro buffonata di agosto fu in un certo senso da permesso per abbandonare la nave: la dissoluzione dell’URSS accelerò.


Burqini: pro e contro

Come avrete sicuramente sentito, in alcune spiagge francesi è già stato vietato il burqini (il costume da bagno per le donne di religione musulmana). E’ stata pure prevista una multa da 38 euri per ogni trasgressione. La notizia mi fa letteralmente impazzire perché risveglia in me due sentimenti contrastanti.

Da una parte, sono contrario al divieto in quanto ritengo che l’abbigliamento islamico debba essere reso obbligatorio per tutte le donne occidentali nel periodo da maggio a settembre. Infatti, è impossibile lavorare, studiare e semplicemente non passare per un maniaco in presenza di tante forme geometriche interessanti messe in vista. Qualcuno dei miei lettori potrebbe logicamente obiettare che le spiagge sono dei luoghi appositamente dedicati allo studio (individuale o di gruppo) della geometria naturale a rischio ridotto di passare per uno scienziato pazzo. Io, da parte mia, confesso che tra i numerosi motivi per i quali non amo le spiagge c’è anche questo: esse sono piene di gente nuda esteticamente ripugnane. Tra parenesi: (non escludo me stesso da quella categoria).

Dall’altra parte sono contrario alla esposizione di qualsiasi simbolo religioso nei luoghi pubblici diversi dagli interni degli immobili appositamente predestinati all’esercizio di qualsiasi culto. Per simboli intendo l’abbigliamento particolare dei sacerdoti e dei laici, le immagini dei santi e altri personaggi dei testi sacri, i crocefissi, le menorah, le mezzelune etc. Se uno Stato decide di essere realmente laico (non solo sulla carta), deve tutelare il diritto degli atei, agnostici e i seguaci di tutte le religioni di vivere senza le rotture di coglioni ideologiche. Il bando dei simboli religiosi dagli spazi pubblici sarà il primo passo verso l’abbandono di quelle favole neolitiche che vengono chiamate religioni. Sarà il primo passo verso una società libera da uno dei maggiori vincoli intellettuali e una delle principali cause contemporanee del terrorismo.

La Ragione sia con voi, cari lettori. Preghiamo insieme per lo sradicamento veloce di tutte le religioni. Amen.