L’archivio della rubrica «Video»

Un altro sta salvando il c…

Jean-Claude Van Damme – come mi ricordo bene – dopo l’inizio della guerra aveva espresso il proprio sostegno alla Ucraina, vi aveva pure viaggiato e aveva registrato almeno un piccolo video
Ma recentemente è stato accusato (in Romania) di essere coinvolto nel traffico di esseri umani, e qualche giorno fa è apparso un nuovo video:

Alla sinistra di Van Damme siede, come si dice, l’ex proprietario dell’Arsenal Kyiv (una squadra di calcio) Onishchenko, accusato di tradimento dello Stato, corruzione e creazione di un gruppo di criminalità organizzata e sottoposto a sanzioni statunitensi.
Non capisco bene la strategia di «nascondersi dalle accuse e dalla probabile punizione (se le accuse sono provate) nella discarica mondiale», ma per qualche motivo alcuni personaggi la seguono. In alcuni casi – come quello appena citato – provo un certo rammarico.


Mercenari cinesi?

In applicazione alla Cina mi sembra una fantasia, almeno in una sua parte significativa. Boh…


Le frontiere della pazzia

Gli scolari partecipanti al gruppo moscovita di percussionisti «March», vestiti con le uniformi militari sovietiche, accompagnati da un medico della peste che suona un rullante, eseguono un estratto dalla Sinfonia n. 7 di Dmitrij Shostakovich, nota come «La marcia della Wehrmacht» (questo brano accompagnava la sequenza video dell’avanzata tedesca nei film di propaganda sovietici «Il segretario del comitato di quartiere» e «La caduta di Berlino»).

Chi ve lo avrebbe fatto vedere se non io?


No, Donald Trump!

Il video domenicale di oggi potrebbe essere classificato come una «canzone domenicale»: troppo leggero per la rubrica musicale e troppo musicale per i video domenicale. È la nuova canzone popolare canadese «No, Donald Trump!»:

È la forma meno grave dei divertimenti un po’ primitivi.


A volte è difficile

Ho capito solo che il Canada deve diventare 51-simo Stato degli USA perché è il peggior Stato al mondo:

Probabilmente ho capito troppo perché in realtà non c’era alcunché da capire.


Che bel film

Il mercoledì 12 marzo Putin si sarebbe recato – evidentemente per dimostrare che il ritiro delle truppe ucraine dalle zone ovest è il merito del suo genio militare – nella regione Kursk. La regione è talmente contenta del suo arrivo che gli alberi sono già coperti da foglie verdi, mente all’interno dell’edificio funziona l’aria condizionata. Con il capo di Stato Maggiore delle Forze Armate della Federazione Russa si scambiano tanti discorsi da contenuto quasi nullo, ma aiutandosi da mappe cartacee. Insomma, si tratta di un film molto interessante…

Ma la cosa più interessante è che Putin è vestito da guardia giurata di un supermercato (si trova a 1470 rubli, circa 14,70 euro):

Sì, nella produzione di questo film si sono impegnati proprio tutti.


Sì, precisiamo il giorno

Un po’ mi dispiace che pure Keith Kellogg – la persona apparentemente più seria di tutta la squadra alla quale ora appartiene – è costretto a fare le battute in stile Trump:

Ma capisco che senza l’uso del genere in pubblico della propria lingua con Trump non si lavora.
Ehm, ma è proprio necessario lavorare con Trump?
P.S.: e io prometto di lanciare un social network nuovo in 24 ore.


La seconda cosa che mi viene in mente relativamente a questa scena nello Studio Ovale è: nemmeno la persona più ignorante nelle questioni della diplomazia avrebbe erroneamente fatto una merdata del genere davanti ai giornalisti. Di conseguenza, è logico presumere che si siano messi d’accordo in anticipo di «umiliare» Zelensky davanti alle telecamere. Ovviamente, Zelensky non poteva accettare un accordo del genere, dunque si sono messi d’accordo quelli della parte americana. Male, ora (ora?) sappiamo che per almeno quattro anni lo Stato più potente del mondo sarà guidato dalla gente così.

Ah, no: la prima cosa che mi viene in mente relativamente a questa scena nello Studio Ovale non è pubblicabile.
A questo punto si potrebbe aggiungere, in sintesi, che gli USA si sono volontariamente ritirati dalla loro posizione di dominio mondiale. Si dovrà risolvere i problemi senza di loro (quindi no, gli ultra-sinistrosi non devono festeggiare), ma questo è un grosso argomento a parte.


L’ambasciatore russo in UK

Nel corso della intervista registrata il 19 febbraio, la corrispondente della BBC sinceramente non capisce perché questo coglione abbia improvvisamente deciso di fingersi un idiota, come se qualcuno non sapesse chi ha iniziato la guerra in Ucraina. Mentre il tipo, dal suo punto di vista logicamente, dice che con gli americani il trucco ha finalmente funzionato: ora pure loro dicono che è stato Zelensky a iniziare la guerra e che la Russia non è l’aggressore (a meno qualche giornalista non insista particolarmente con una domanda diretta a Trump). Quindi può tranquillamente fare delle risate cretine:

P.S.: lo so, pare che attualmente ai «diplomatici» russi sia vietato sapere l’inglese – la pronuncia compresa –, ma questo è un argomento a parte.


I commenti di McFaul

Proprio in questi giorni della conferenza di Monaco vi ricordo che l’ex ambasciatore statunitense in Russia Michael McFaul è uno dei personaggi da seguire:

Ovviamente, da seguire nei limiti del tempo disponibile…