L’archivio della rubrica «Russia»

Igor Shpilenok

Poco tempo fa uno dei più noti e migliori fotografi della natura russa Igor Shpilenok ha aperto la versione inglese del proprio blog: shpilenok-eng.livejournal.com/

E io lo consiglio ai miei lettori.

Il blog inglese si aggiunge al sito (shpilenok.ru) esistente già da qualche anno. Tra i due, però, è il blog a essere aggiornato con più frequenza.


Viaggio di lavoro

Leggendo le ultime notizie ho appreso, senza sorprendermi, che ieri la Nazionale russa di calcio ha perso contro quella del Galles e ha dunque concluso la propria partecipazione a Euro-2016. Penso che abbiate già capito quanto mi interessa questo sport e quanto tempo ho risparmiato rispetto alle persone che seguono almeno una squadra. Per fortuna, però, quest’anno si parla più dei tifosi che del calcio, quindi non mi sento totalmente escluso dalle conversazioni pseudo-sportive.

Il giorno della partita con l’Inghilterra (a proposito: anche l’Italia avrebbe potuto mandare una seconda squadra, per esempio la Nazionale di una Regione a statuto autonomo) i tifosi russi si sono distinti negli scontri violenti e, apparentemente, ben organizzati.

Al momento della partita con la Slovacchia diversi tifosi russi erano già in stato di fermo, quindi il casino si è limitato a un fumogeno acceso dentro lo stadio.

La terza partita, quella di ieri, era decisiva per la squadra russa, quindi sarebbe stato logico fare un buon bordello. A quella data, però, tre tifosi russi erano già stati condannati dal giudice francese con un procedimento simile al giudizio direttissimo italiano alle pene da uno a tre anni, mentre altri venti erano stati estradati. Di conseguenza, niente bordello. Non vi sembra strano che la situazione si sia tranquillizzata dopo il fermo di poche decine di persone?

A questo punto preciso che sarebbe più corretto parlare di hooligans (parola inglobata anche dalla lingua russa) per distinguere certi personaggi dall’intero insieme dei tifosi. I tifosi nel senso classico del termine spendono i propri soldi e tempo per andare a vedere la propria squadra preferita allo stadio. I hooligans, invece, sono un po’ come i terroristi religiosi: spendono i propri soldi e tempo per fare casino in nome di una squadra sportiva. Paradossalmente, proprio questi ultimi sono attivamente sostenuti dalle Istituzioni russe. La particolarità di certi hooligans russi consiste nel fatto che essi lo fanno per lavoro. I tre condannati, per esempio, sono:

Aleksey Erunov, responsabile del Lokomotiv Mosca per il lavoro con i tifosi (condannato a 2 anni). Il proprietario del Lokomotiv è l’azienda statale «Ferrovie russe».

Sergey Gorbachev, direttore del fan-club dell’Arsenal Tula (condannato a 1,5 anni). l’azionista di maggioranza dell’Arsenal è l’Istituto assicurativo statale russo.

Nikolay Morozov, membro del consiglio centrale del fan-club del Dinamo Mosca (condannato a 1 anno). Il 75,5% delle azioni del Dinamo appartiene alla banca di proprietà statale VTB.

E’ abbastanza ovvio che i tre non sono andati in Francia a spese proprie. Ci si chiede ancora cosa si voleva dimostrare con il loro «viaggio di lavoro».


Per chi va a San Pietroburgo

Il giovedì scorso ho pubblicato un elenco di luoghi insoliti da visitare a Mosca.

Da molto tempo ho sul computer un elenco analogo anche per San Pietrourgo. Non pubblicarlo sarebbe non solo uno spreco, ma pure una scorrettezza nei confronti della seconda capitale russa.

Su questo PDF troverete l’elenco dei posti sconosciuti ai turisti occidentali da visitare a San Pietroburgo. Anche in questo caso il mio obiettivo è stato quello di integrare i vostri impegni turistici tradizionali, quindi l’elenco non è lunghissimo.

Spero che prima o poi vi risulti utile.


Na zdorowie!

In Europa, non solo in Italia, la gente è convinta che i russi dicano «Na zdorovie!» prima di bere. Si tratta di una delle più grandi stronzate che mi sia mai capitato di sentire sulle abitudini dei russi. Gli europei insistono nel chiedermi la conferma di questa leggenda, gli attori sono costretti a pronunciare quella frase nei film occidentali…

Ma non è vero! In Russia non si usa pronunciare «Na zdorovie!» nelle occasioni delle bevute. Spesso si dice «Vashe zdrovie!» (alla vostra/Vostra salute!) o «Tvoio zdorovie!» (alla tua salute!), mentre tutte le altre forme non hanno alcun senso e quindi non si usano.

Avrei dovuto scriverlo molto prima, ma aspettare il momento migliore è, a volte, una scelta sensata. Solo ora, infatti, ho scoperto l’origine del tanto diffuso pseudo-sapere culturale. Ho scoperto che «na zdorowie!» prima di bere si dice in Polonia!

Ahahaha, sono sempre i polacchi a rovinare il nostro rapporto con l’alcol!

In russo l’espressione «Na zdorovie!» può essere utilizzata solo come un sinonimo della parola prego in risposta a un ringraziamento per l’offerta di qualcosa (di solito del cibo).


Per chi va a Mosca

Alcune settimane fa ho avuto l’occasione di stilare un elenco di luoghi interessanti da visitare a Mosca. Essendo una persona piuttosto pigra, non mi sarei mai deciso di preparare una cosa del genere per iniziativa propria, ma, per la vostra fortuna, una persona dell’offline mi ha chiesto dei consigli.

Il mio compito era dunque strutturato in due parti:

1) elencare i luoghi da visitare poco (o per niente) noti a un turista medio, escludendo quindi la piazza Rossa, il Bolshoi, la Galleria Tret’jakov, il convento Novodevicij e altre cose simili.

2) elencare i posti per mangiare di qualità.

Ora, finalmente, ho deciso di condividere il risultato del mio lavoro con i lettori: ecco il PDF completo.

Entrambi gli elenchi non sono lunghi in quanto, infatti, devono solamente integrare i vostri impegni turistici tradizionali.


Approfondite sempre

Dell’Eurovision Song Contest mi interessa ben poco: come, del resto, di tutti gli altri concorsi di musica diversa da quella classica. A volte, però, la consultazione approfondita dei risultati finali si rivela non una semplice perdita di tempo.

Oggi ho la possibilità di fare un bellissimo esempio che illustra il concetto appena esposto. Come saprete, sabato sera a Stoccolma si è svolta la finale dell’Eurovision 2016. I risultati sono questi:

Se uno decidesse di accontentarsi di queste informazioni, al massimo potrebbe supporre che la vittoria sia stata dovuta alle semplici emozioni politiche della maggioranza dei votanti. L’approfondimento della notizia riserva però due grandissime sorprese.

La sorpresa numero uno si trova sulla scheda «come ha votato la Russia»:
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Oggi vi racconto una piccola storia sul funzionamento dell’Esercito russo.

Questo tipo è il tenente-generale Aleksander Shevchenko che attualmente si trova a capo del Dipartimento dei mezzi blindati del Ministero della Difesa russo.

Non chiediamoci, almeno per ora, come faccia a mantenere il proprio incarico portando un cognome ucraino e andiamo avanti.

Questo, invece, è l’ultima versione di UAZ Patriot (modificato dal produttore appositamente per le necessità dell’Esercito):

Evito di farvi vedere la foto del presidente russo Vladimir Putin perché, molto probabilmene, sapete già che aspetto ha.

Quando i tre si incontrano (come è successo, per esempio, ieri nel corso della ispezione da parte di Putin dei nuovi mezzi militari), Shevchenko cerca di aiutare Putin ad aprire la portiera (lato passeggero) della UAZ. Il generale Shevchenko non prende lo stipendio per nulla, si impegna tanto, quindi strappa la maniglia della portiera.

E cerca di nasconderla seguendo la vecchia saggezza russa: le foglie vanno nascoste nella foresta.

Concludo con il video di questa operazione speciale:


I Putin nei Panama Paprs

Riprendendo, in parte, il post di ieri, ribadisco un concetto che deve essere chiaro a tutti: il nome di Vladimir Putin mai comparirà sui documenti di Panama Papers o altri casi simili. Infatti, sono passati i tempi in cui i politici ricevevano le valigie piene di banconote nei parcheggi deserti per portarle poi di notte in qualche banca svizzera. Ora «consigliano», per esempio, di fare un regalo a qualche persona determinata o investire in qualche determinato progetto.

Sui documenti di Panama Papers resi pubblici al giorno d’oggi si trovano però quattro cartelle corrispondenti al cognome Putin:

Non sono sicuro che Alexandr (o Alexander) sia uno dei tre zii di Vladimir. Ma posso supporre che Igor (si tratta di una sola persona) sia Igor Alexandrovich Putin, uno dei cugini di Vladimir.

Igor, nato il 30 marzo 1953, per 24 anni fece il militare. Nei primi anni 2000 si trasferì nella pubblica amministrazione e dal 2010 al 2013 fu membro del consiglio direttivo della banca russa Master-bank (licenza ritirata il 20 novembre 2013). Non so di preciso cosa faccia ora.

P.S.: penso che l’uso di alcuni tempi verbali sia del tutto comprensibile dai miei fantastici lettori.


Il concerto a Palmira

Mi ero promesso di scrivere del concerto che il 5 maggio l’orchestra del Teatro Mariinskij aveva dato all’anfiteatro di Palmira. Per me non si tratta di un semplice fatto di cronaca, quindi il ritardo di alcuni giorni è tollerabile.

Valery Gergiev (il direttore artistico e direttore generale del suddetto teatro) è uno dei più grandi direttori d’orchestra russi e un grandissimo showman. E’ un personaggio strano, ma le sue qualità professionali sono realmente di altissimo livello. Quindi penso che l’idea di portare una bella orchestra in un bel posto e suonare della bella musica in un concerto simbolico sia stata una idea sua.

Una idea del genere non poteva però essere realizzata senza una partecipazione diretta dello Stato. Come al solito, lo Stato non si è trattenuto dall’aggiungere qualche nota negativa (che gioco di parole che mi è venuto!).

L’aspetto più fastidioso è sicuramente la presenza nell’orchestra del violoncellista Sergey Raldugin. Chi si è informato anche in modo superficiale del cosiddetto caso «Panama Papers» dovrebbe ricordarsi questo nome. Si tratta di un amico di vecchia data di Vladimir Putin, un musicista mediocre e imprenditore nullo. E’ stato utilizzato, però (anzi, probabilmente proprio per questo motivo), come prestanome per nascondere almeno 20 miliardi di dollari negli offshores gestiti da Mossack Fonseca. Si tratta da soldi appartenenti, almeno in parte, non solo alle persone comunemente definibili «amici di Putin».

Non voglio sostenere che Sergey Raldugin abbia delle colpe. Anzi, dal giorno in cui era scoppiato lo scandalo, Raldugin si è sempre dimostrato totalmente disorientato e ingnaro della parola stessa offshore. Lo Stato, da parte sua, si è però sentito in dovere di sprecare una bellissima manifestazione culturale per salvare la reputazione internazionale di un amico delle persone giuste.

Lo salvataggio del patrimonio storico-culturale, la lotta contro il male e la banale geopolitica contano, per lo Stato, meno della immagine di un amico sfigatello di Putin. Bisogna constatare che si tratta di un tentativo inutile. Chi si ricorderà di (o andrà a sentire suonare) Sergey Raldugin per un motivo diverso dal suo legame con «Panama Papers»?

P.S. Pubblico pure il relativo video:
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71 anni della Vittoria

Oggi in Russia (e in tante altre ex Repubbliche dell’URSS) si festeggia la Giornata della Vittoria. Sapevo di doverne dedicare un post. E per quest’anno ho pensato di fare una cosa meno formale del solito. Sicuramente avrò tante altre occasioni per scrivere qualcosa storicamente rilevante sui fatti della Seconda guerra mondiale.

Ad Aleksander Suvorov, uno dei più grandi condottieri della storia russa, viene attribuita la frase «una guerra non è finita finché non sepolto l’ultimo soldato». Io sono nato 38 anni dopo la fine della Seconda guerra mondiale, ma per me non finita finché non trovo un suo eroe. La descrizione di questa mia missione è alla fine del post, mentre prima vorrei presentarvi due persone.

Non si tratta di un testo sulla storia della guerra in senso tradizionale, quindi chi ha paura di deludersi può anche saltarlo.
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