L’archivio della rubrica «Russia»

Le perdite aggiornate

Finalmente! Finalmente posso condividere con voi i dati aggiornati e credibili sulle perdite tra i militari russi nel corso della invasione della Ucraina.
A differenza di tante altre «fonti», l’articolo segnalato non sostiene che tutto l’esercito russo sia già stato sterminato più di una volta, ma propone una metodologia di calcolo logica e, di conseguenza, con i risultati che sembrano realistici.
Ovviamente, non sono contento per il dato meno alto di quello che tanti vorrebbero spacciare per vero (ma nemmeno dispiaciuto per un dato «troppo basso»). Sono contento per avere uno strumento in più per la comprensione dell’andamento di questa guerra cretina.


Un drone per bombardarsi in piede

Il Bloomberg scrive che le aziende russe e cinesi hanno iniziato lo sviluppo congiunto di un drone d’attacco dalle caratteristiche simili agli Shahed iraniani, che la Russia sta utilizzando nella sua guerra contro l’Ucraina. Lo scrive citando dei non precisati «funzionari europei».
Quali siano questi funzionari e quanto comprendano ciò che sta accadendo sul nostro pianeta in questo momento storico, non ci è dato saperlo. Ma a giudicare, per esempio, dalla qualità delle loro sanzioni contro lo Stato russo, possiamo supporre che alcuni di loro non sempre capiscano abbastanza bene le cose. O non le capiscono proprio.
Ma vedo sempre più spesso che Bloomberg è impegnato a inventare, con un successo alternato, dei fake news da clickbait. Perché la Cina dovrebbe voler sviluppare un analogo dello Shahed per la Russia? Per bombardare con quello strumento «innovativo» le proprie relazioni economiche con l’Occidente? Per qualche strano motivo non mi sembra che il compagno Xi sia tanto pazzo quanto lo è il suo servo Putin.
Gli «inventori» russi stanno acquistando già da anni e in massa i droni cinesi su Aliexpress per spacciarli come propri «creazioni». Le autorità russe sono felici, l’Aliexpress paga le tasse in Cina, l’economia va avanti.
E Bloomberg scrive delle cose strane.


Un po’ di buone notizie

Il Washington Post scrive, citando un documento del Ministero delle Situazioni di Emergenza della regione russa di Belgorod (al confine con l’Ucraina) ottenuto dall’intelligence ucraina, che gli aerei da guerra russi avrebbero accidentalmente sganciato 38 bombe sulla regione di Belgorod nei 12 mesi dall’aprile 2023 all’aprile 2024. Secondo il documento, quattro bombe sono cadute proprio sulla città di Belgorod e altre sette nelle sue immediate vicinanze. La maggior parte delle bombe cadute non è esplosa ed è stata successivamente ritrovata dai residenti locali.
Purtroppo, la maggioranza del materiale bellico russo arriva però sul territorio ucraino; ogni singola unità porta provoca – o rischia di provocare – dei danni gravissimi. Allo stesso tempo, la notizia riportata dal Washington Post ci informa bene sulla efficienza dell’esercito russo, in qualche modo conferma le statistiche che è capitato di leggere a tutti noi e ci permette di pensare che poteva andare anche molto peggio. Se non si trattasse di una vera guerra, avrei anche riso delle capacità dei piloti russi…


La lettura del sabato

Non so se ne avete già letto qualcosa, ma, in ogni caso, la storia è troppo interessante e importante per non essere condivisa.
In sostanza, a partire dalla settimana scorsa nella Russia contemporanea esiste il primo prigioniero politico quindicenne (sì, avete letto bene: si tratta di una persona dell’età di 15 anni). Si chiama Arseny Turbin, il venerdì 21 giugno è stato condannato a cinque anni di reclusione per la «tentata» (in realtà no) partecipazione a una organizzazione riconosciuta terroristica in Russia. Il motivo reale della condanna è banale ed evidente: la critica pubblica di Putin.
Ecco il link all’articolo dove si parla di questo pericolosissimo terrorista: cercate di non spaventarvi troppo mentre leggete delle sue imprese spregiudicate…
P.S.: quanto sarà fan del regime di Putin dopo avere scontato la «pena»?..


Le stranezze della memoria

Come quasi tutti gli altri giorni di un anno medio, pure ieri ho passato alcuni minuti (non scrivo decine di minuti, perché sicuramente erano meno di venti) a vedere cosa pubblica la gente su Facebook. Logicamente, ho visto diversi post sulla scarcerazione di Julian Assange. Quasi tutti quei post hanno dimostrato che ogni singolo utente di Facebook ha uno dei due problemi:
1) ha una memoria selettiva,
2) ha letto qualcosa su Assange solo più di dieci anni fa.
In tutti post non c’è una sola parola – nemmeno una – sulla storia dei documenti della campagna elettorale di Hillary Clinton rubati nel 2016 da squadre di hacker russi con il supporto diretto del GRU e consegnati per la distribuzione ad Assange, che all’epoca si trovava già nell’ambasciata ecuadoriana a Londra. Quindi semplicemente non c’è stato un momento in cui Assange è diventato l’esecutore diretto dell’incarico dei servizi segreti russi?
Allo stesso tempo, per qualche motivo nessuno ricorda che per una «strana» coincidenza le pubblicazioni di Wikileaks praticamente non riguardavano la Russia, dal 2012 il tono delle dichiarazioni di Wikileaks e di Assange (che ha iniziato a lavorare al canale televisivo di propaganda statale russa RT) coincideva con il punto di vista delle autorità russe (valutazione della situazione in Ucraina nel 2014, uscita del Regno Unito dall’UE, accuse alla NATO e agli Stati Uniti di violazioni dei diritti umani, critiche alla pubblicazione dei Panama Papers)…
Wikileaks ha delle «strane» coincidenze e gli utenti di Facebook hanno una strana memoria.


Le notizie sui geni alternativi

A volte capitano delle situazioni in cui mi trovo a dover spiegare che il termine pazzo applicato a qualche funzionario politico o amministrativo russo non è (solo) un insulto o una affermazione eccessivamente emotiva. È evidente più o meno a tutti che il funzionario principale non è molto sano di testa, mentre sugli altri potreste avere ancora qualche dubbio. E allora io mi rivolgo alla mia collezione degli esempi concreti che sto raccogliendo dalle varie fonti che ritengo attendibili.
Così, ieri ho letto che a Sebastopoli (in Crimea) Sofia, la figlia di 9 anni del vicesindaco della città russa di Magadan Oleg Averyanov è morta a causa della caduta di detriti da un missile ucraino abbattuto sopra la spiaggia dove si trovava con i genitori.
Rileggete il capoverso precedente. Rileggetelo più volte se non pensate di notare qualcosa di «strano».
Per coloro che continuano a non capire: quei due geni sono andati (e hanno pure portato la figlia di 9 anni) a passare le vacanze in una zona che viene regolarmente (e ragionevolmente, direi) colpita da missili ucraini. Capisco che si sono rotti tutto quello che avevano a passare tutto l’anno in una città dove fa quasi sempre freddo. Capisco che sul territorio russo internazionalmente riconosciuto pure le spiagge del sud sono più scarse di quelle della Crimea. Non capisco cosa hanno (oppure avevano? per ora non ho delle notizie sulla loro sorte) al posto del cervello.
P.S.: per essere obiettivo, devo aggiungere che in Crimea ci vanno pure diversi russi «comuni». I deficienti ci sono in tutto il mondo.


Il patto dei due emerginati

Come ho scritto pure io, il 18 giugno Putin si era recato a Pyongyang con una visita ufficiale. Il 19 giugno ha firmato con Kim Jong-un un patto di reciproca difesa. In tal senso, è possibile sottolineare due cose curiose.
In primo luogo, l’articolo 4 del patto ripete quasi completamente l’articolo 1 del Trattato di amicizia e mutua assistenza del 1961 tra l’URSS e la RPDC. Esso così recita:

Nel caso in cui una delle Parti subisca un attacco armato da parte di uno o più Stati e si trovi quindi in stato di guerra, l’altra Parte fornirà immediatamente assistenza militare e di altro tipo con tutti i mezzi a sua disposizione, in conformità con l’articolo 51 della Carta delle Nazioni Unite e in conformità con la legislazione della Repubblica Popolare Democratica di Corea e della Federazione Russa.
La differenza più grande tra le due situazioni – quella del 1961 e quella odierna – consiste nel fatto che la Corea del Nord non è più uno Stato che ha bisogno di essere difeso dalla Russia. Questa volta è una alleanza di due rogue States di qualità molto simile.

La seconda cosa curiosa, invece, è il primo risultato già raggiunto grazie alla visita di Putin e, in una certa misura, grazie alla firma del patto: il Governo sudcoreano ha deciso di riconsiderare il divieto di trasferimenti diretti di armi alla Ucraina e di imporre sanzioni contro quattro navi, cinque organizzazioni e otto persone coinvolte nel trasporto di armi e petrolio tra la Russia e la Corea del Nord.
Ora, sicuramente, ci sarà la Cina a trattare con gli USA e l’Europa per ottenere chissà quali favori in cambio al contenimento della Russia sul campo nordcoreano, ma questo è un problema che Putin ha creato per il mondo e non per sé stesso. Lasciamo preoccuparsi dei problemi che si sta creando da solo.


2024 BRICS Sports Games

Sicuramente tutti gli appassionati dello sport di tutto il mondo stanno in questi giorni seguendo i 2024 BRICS Sports Games (si svolgono dal 12 al 23 giugno; vi partecipano 89 Stati, molti dei quali hanno mandato ai Giochi almeno uno sportivo). Si osservano la competizione tesa, l’eccitazione sportiva, i migliori atleti di tutto il mondo. E, ovviamente, la squadra russa sta facendo a pezzi tutti i suoi rivali, dimostrando il proprio altissimo livello.
sette favoriti sono già stati determinati:

Come vedete, le grandissime potenze sportive stanno combattendo duramente per la supremazia nella competizione a squadre. È ancora difficile prevedere chi vincerà i Giochi: la concorrenza è troppo grande.
Oppure ho esagerato in qualcosa? Boh… Tanto, questa estate non c’è altro da vedere per i manici dello sport…


Per i cari ospiti

Non so se lo sapevate (se non lo sapevate, non importa), ma la scorsa settimana la città russa Kazan ha ospitato – il 10 e 11 giugno – il II Forum internazionale dei ministri dell’Istruzione chiamato «Dare forma al futuro», al quale «hanno partecipato oltre 100 delegati e più di 40 Paesi, tra cui rappresentanti di Stati asiatici, africani e latinoamericani, BRICS e Stati membri della CSI». L’organizzazione di un forum del genere nella Russia odierna, dove gli scienziati sono regolarmente accusati di spionaggio per il semplice fatto di collaborare o comunicare con i colleghi esteri, sembra già una barzelletta. Ma ci sono altri dettagli non meno ridicoli.
Per esempio: al Forum erano presenti dei Talebani! Conoscete l’atteggiamento dei Talebani nei confronti dell’istruzione, vero? Tra parentesi: (tra l’altro, nella Russia moderna ci sono anche molte persone vicine alle autorità che dicono apertamente che le donne non devono pensare all’istruzione e alla carriera, ma al produrre il maggior numero possibile di figli). Ecco: proprio nel corso del suddetto Forum i talebani si avvicinano a uno degli stand dove una donna sta lavorando con i visitatori, e la «guida» russa che accompagna i talebani caccia via la donna dallo stand per fare in modo che quella non possa offendere i sentimenti dei cari ospiti con il fatto della propria esistenza. È un filmato epocale:

La delegazione talebana, come mi è sembrato, non capisce dove e perché guardare sullo stand, ma questo è un argomento a parte.


No, non è una barzelletta

A volte mi capita di leggere delle notizie che nella mia testa non sarei riuscito a inventare nemmeno da ubriaco… Non avendo mai assunto altre sostanze, non posso dire con certezza se almeno esse mi avrebbero «aiutato».
Il Ministero della Giustizia russo ha chiesto la liquidazione della fondazione benefica «Insieme contro il nazismo». Il colloquio preliminare sulla causa è previsto per il 21 giugno. Il direttore della fondazione, Alexander Zabara, ha dichiarato di avere già subito pressioni da parte delle autorità russe a causa di finanziamenti stranieri (in base a una legge alla quale si è ispirata anche la recente legge georgiana della quale avete sicuramente letto o sentito parlare). La richiesta della chiusura – che ora dovrebbe avvenire in via giudiziaria – si fonda proprio sul fatto dei finanziamenti stranieri.
La fondazione «Insieme contro il nazismo» è stata istituita nel 2016. Sul sito web della organizzazione si legge che essa si impegna ad aiutare gli ex prigionieri dei campi di concentramento nazisti: oggi in Russia ci sono più di 140 mila ex prigionieri minorenni dei campi di concentramento, di cui quasi 60 mila con disabilità. Si tratta di persone anziane, di età superiore ai 73 anni.
È realmente «curioso» leggere tale notizia nel contesto globale della politica che sta attualmente conducendo lo Stato russo.