L’archivio della rubrica «Nel mondo»

Il contrabbando pericolosissimo

Ho appreso una notizia apparentemente piccola, ma in realtà interessantissima. I doganieri olandesi hanno iniziato a sequestrato ai camionisti britannici (che arrivano con il traghetto a Hoek van Holland) i panini con il prosciutto. Perché? Perché dopo il Brexit anche per l’Inghilterra vige il divieto di importare verso l’UE la carne…
È veramente curioso che il pranzo personale di una persona sia ora equiparato all’import commerciale. Ed è veramente triste che l’UE sia così meschina e vendicativa. Anche se capisco che si vuole evitare in tutti i modi gli altri casi di uscita dall’Unione.


Forse non è Trump

Se anche a voi è capitato di leggere, nei giorni scorsi, che Donald Trump abbia iniziato a usare il Telegram (al posto dei social networks sui quali è stato bannato), aspettate di crederci. Infatti, l’account dal nome «Donald J. Trump» ha almeno due stranezze.
In primo luogo, accanto al nome manca la spunta bianca sulla «rotella» blu. Questo significa che l’account non è stato certificato come appartenente alla reale persona famosa.

In secondo luogo, l’ultima pubblicazione su quell’account contiene il ben noto annuncio sulla intenzione di non presentarsi alla inaugurazione di Joe Biden (pubblicato 8 gennaio 2021).

Ecco, a questo punto ammetto che l’autenticità e la contraffazione dell’account mi sembrano ugualmente strane. È strano che Trump abbia abbandonato il tentativo di comunicare con i propri sostenitori anche (o almeno) in quel modo. È altrettanto strana l’ipotesi che abbia abbandonato uno strumento [ancora] disponibile.
E poi sarebbe stato curioso vedere se anche Pavel Durov possa essere contagiato dalla nuova moda di censurare coloro che non vengono ritenuti «giusti».
P.S.: Trump non mi piace, ma la situazione in cui 80 milioni di elettori vedono come nemici pubblici altri 75 milioni è un po’ brutta…
P.P.S.: chissà se ora Trump si registra pure sul tanto criticato TikTok? ahahaha


Pipistrelli, preparatevi

Gli abitanti della contea cinese di Zhong (nell’entroterra) soffrono da tempo per una presenza massiccia sul territorio delle fastidiosissime e aggressive vespe. Bisognava dunque trovare un modo di distruggere i loro nidi senza mettere in pericolo gli addetti alla operazione.
L’organizzazione di beneficenza Blue Sky Rescue ha dunque aiutato a raccogliere le 85 mila yuan (circa 10.700 euro) per l’acquisto di un drone dotato di un lanciafiamme. Ora la lotta alle vespe sembra una scienza di un film di fantascienza:

I nidi da distruggere sono più di cento. La Blue Sky Rescue promette di utilizzare il drone, dopo la fine della missione, per dei scopi più pacifici.


Come procede la vaccinazione

Tutti (o quasi) pubblicano i dati relativi alla proliferazione del Covid-19 nel mondo e in pochi (relativamente) pubblicano quelli relativi alla vaccinazione contro lo stesso Covid-19. Ma non è giusto!
Pe esempio, non è giusto perché dobbiamo sapere quanto si impegnano gli Stati dopo averci imposto dei sacrifici e averci chiesto di essere responsabili. E poi dobbiamo avere uno strumento per confrontare le nostre speranze con la realtà.
Insomma, oggi vi suggerisco uno dei tanti siti sui quali è possibile visualizzare i dati riguardanti la vaccinazione nel mondo: ourworldindata.org/covid-vaccinations
Il suddetto sito ha diversi grafici facili da consultare.

Oltre alla semplice consultazione dei dati, possiamo anche osservare in quali Stati (beh, uno in particolare) la statistica è talmente strana da sembrare manipolata. Purtroppo, è uno Stato che ha una certa responsabilità…
P.S.: le persone interessate alla sola situazione italiana possono consultare i siti ministeriali italiani (si trovano facilmente). Io, intanto, mi rivolgo alle persone interessate alla soluzione globale di un problema globale.


Una delle grandi stranezze di Trump

Indipendentemente dal fatto che ci piaccia o meno Donald Trump, dobbiamo ricordare che la possibilità del popolo di manifestare per (o protestare contro) qualsiasi propria convinzione è uno dei segni distintivi di una democrazia. Nessun principio democratico stabilisce che una protesta debba necessariamente essere impercettibile da coloro contro chi sta protestando una parte della popolazione. In più, nessuna Istituzione viene smantellata dai colpi di selfie delle persone più o meno strane. E, sicuramente, non dobbiamo e non possiamo definire come antidemocratiche sempre e solo quelle manifestazioni che per qualche motivo non ci piacciono.
Donald Trump, invece, non è il popolo. Ha delle sue responsabilità e sicuramente sarà giudicato in un futuro più o meno prossimo: da un giudice o dalla storia (ovviamente, dobbiamo ricordaci che «giudicato» non è sempre un sinonimo di «condannato»). Ma già ora possiamo chiederci perché non faccia nulla di concreto contro ciò che è realmente un attentato alla democrazia: la censura esercitata dai social networks. Come avete probabilmente letto, ieri è stato bloccato su Twitter, Facebook e Instagram, i cui proprietari a parole difendono la libertà di espressione, mentre sulla pratica concedono quella libertà solo alle persone che esprimono le idee «giuste».
A me non piace Trump, ma non capisco comunque perché in tutti questi quattro anni non abbia fatto la cosa più logica e semplice. Non capisco perché non abbia registrato e creato un sito proprio. Un sito dove avrebbe potuto pubblicare qualsiasi cosa e raccogliere tutti i like e i commenti del mondo. Dal punto di vista tecnico non ci vuole niente a realizzare una cosa del genere: a suo (come pure a nostro) servizio c’è una grande varietà di CMS più o meno avanzati.
Si vede che gli piace soffrire…


Rivedere le vecchie notizie

A volte è interessantissimo rileggere le vecchie notizie, anche quelle vecchie appena un anno… Perché è veramente strano rileggerne alcune: si ha quasi la sensazione di rivedere la prima pagina di un giallo subito dopo avere finito tutto il libro. E poi, a volte, si percepisce la necessità di nascondersi da qualche parte per ridere in libertà della notizia (oppure di un suo dettaglio) che a qualcuno non sembrerebbe tanto divertente.
Probabilmente mi conviene fare un esempio concreto: quanti di voi si ricordavano che il 2020 era l’anno della cultura e del turismo Italia–Cina? Ebbene, lo era. Qualcuno può dire che non è stato un anno di scambio appassionante?
I lettori moralmente più forti potrebbero provare a selezionare la parola (o l’espressione) più preoccupante di questa citazione:

Anche l’offerta cinese in Italia è variegata e passerà dalla musica, alla danza, alla cucina, all’arte toccando diverse città.

E dopo questa prometto di tornare a essere più serio.


Da non imitare

Molto probabilmente, in questi giorni avremo il primo motivo [serio] per essere contenti del Brexit finalmente avvenuto.
In Inghilterra, infatti, da oggi è vigore un nuovo lockdown: nonostante la campagna di vaccinazione avviata prima degli altri Stati europei e la pericolosità inferiore (per la salute della persona) del nuovo ceppo virale.
Ma, allo stesso tempo, poco prima della fine del 2020 abbiamo visto che proprio quel ceppo – uno di tanti esistenti, apparentemente meno dannoso e, soprattutto, noto già da settembre – era diventato uno strumento politico per «punire» ancora una volta uno Stato che lascia l’UE, per promuovere la firma dell’accordo di Brexit poco favorevole alla Inghilterra. Di conseguenza, possiamo ragionevolmente sperare che l’Inghilterra non possa più fare da esempio per i vertici degli Stati europei.
A volte l’idiozia politica incontra lungo il proprio percorso una rotonda, ci entra, compie il giro completo e arriva in un punto di apparente normalità per il solo fatto di avere invertito il senso di marcia. Spero…


Il 2020 in foto

Il periodo tra la fine di dicembre e l’inizio di gennaio da anni (o forse decenni) si caratterizza anche per la pubblicazione di raccolte fotografiche del tipo «l’anno passato in immagini».
Tutte le raccolte intitolate «il 2020 in foto» sono, naturalmente, di una tristezza infinita e si differenziano tra loro solo per la qualità tecnica delle immagini selezionate dai redattori. Ma proprio questa volta abbiamo un motivo in più per studiare attentamente quelle raccolte. Infatti, dobbiamo servirci di esse ricordarci che nel corso dell’anno scorso si erano verificati anche altri – rispetto a quello ben noto – eventi importanti e interessanti. Eventi per i quali il 2020 sarebbe comunque rimasto nella nostra memoria.
Quindi vediamone qualcuna – per esempio, quella di The New York Times – e imponiamo un po’ di pluralismo alla nostra memoria.

Foto di Doug Mills (New York Times)
In ogni caso, spero che il 2021 sia un anno un po’ più ricco di eventi.


Uno degli indici di Biden

Il Twitter informa che gli account presidenziali ufficiali saranno «consegnati» al nuovo presidente Biden con follower azzerati. Non so se tutti se ne accorgono, ma si tratta di una scelta potenzialmente pro-repubblicana. Infatti, né Joe Biden né la sua squadra (o, almeno, la sua parte già annunciata) sembrano delle persone particolarmente adatte per (ri)acquistare la popolarità in Internet. Non per le loro qualità politiche, ma, purtroppo, a causa dei fattori di età e formazione.
Allo stesso tempo, la velocità di crescita della quantità dei lettori (anche quando si parte dallo zero) è un bel indice di popolarità di un qualsiasi politico. Quindi le persone particolarmente interessate alla politica statunitense possono iniziare — a gennaio — a osservare il facilmente reperibile numero dei follower.

P.S.: Barack Obama, nel 2016, aveva esplicitamente chiesto di far mantenere i vecchi follower al suo successore. Donald Trump preferisce usare il twitter personale e, forse, anche per questo non è particolarmente interessato alla questione.


La fortuna sprecata

Come probabilmente sapete già da tempo, dalla mappa dell’Austria sta per sparire un toponimo famosissimo: l’1 gennaio del 2021 il paesino Fucking cambierà il nome in Fugging. Tale cambiamento è stato voluto dai residenti stufi dei turisti attirati dalla sonorità inglese dell’attuale nome (i turisti provenienti da tutto il mondo si facevano delle foto, rubavano il cartello, a volte facevano pure delle cose che non posso nominare nell’orario pomeridiano).
Ecco, posso anche capire gli abitanti di Fucking, ma penso che abbiano potuto essere più creativi. Per esempio, avrebbero potuto aggiungere la scritta «2020» al nome attuale del paese (ma poi il censured 2020 non è probabilmente l’anno migliore per cambiare un nome del genere; inoltre, bisogna anche lasciare un ricordo ai posteri di quanto è successo ai poveri noi). Oppure, i… ehm… fuckinggesi avrebbero potuto trasformare il censured turismo in una fonte di reddito (lo humor di basso livello va tassato). Ma la mancanza di fantasia è un difetto diffusissimo, è anche una fonte infinita delle fregature di ogni genere da parte del destino.
In ogni caso, oggi pubblico uno dei video-motivi per i quali gli abitanti di Fucking detestano il nome del proprio paese:

Ecco, non mi sono trattenuto nemmeno io.