L’archivio della rubrica «Nel mondo»

Mmm, sì

Non posso dire che Joe Biden mi sia diventato meno antipatico di prima, ma non posso non riconoscere che la capacità di dare delle risposte precise e sintetiche alle domande concrete è molto rara di questi tempi (e quasi assente tra i politici).


[il video dura poco più di un minuto, l’audio è fondamentale]
Aggiungo solo che condivido pienamente quella risposta affermativa.


Le notizie del razzismo

Alla fine, certe «notizie» ci raggiungono anche quando ce ne opponiamo con tutte le forze disponibili…
E allora non possiamo fare a meno di commentarle. Ma, almeno, proviamo a farlo in un modo più neutrale possibile.
Sulla immagine sottostante vedete un quadrato odiato dalle figure-parenti perché è nero. Per la sua fortuna, però, è ben protetto da una entità grigia e, inoltre, può vantarsi di avere recitato con un grande successo la parte di un cerchio.

P.S.: vi piace l’etica contemporanea che impone di non vedere (o di non notare) delle cose ovvie?


Alla ricerca delle radici

Prima di tutto, vi racconto due storie brevi.
La prima:

Un docente universitario: «Studente XYZ, perché non mi ha ancora inviato la sua presentazione per l’esame?»
Lo studente XYZ: «Si è roto il mio computer, non ho fatto in tempo a…».
(tratto da numerose storie quotidiane)

La seconda (immaginiamo pure che sia successa qualche anno dopo la prima):

Un cittadino qualsiasi: «Premier XYZ, perché la vaccinazione di massa non sta iniziando da due mesi?»
Il premier XYZ: «Si è rotto il vaccino…».
(nella vita reale questo dialogo non ha fatto in tempo a capitare, ma la scusa riportata è «veritiera» quanto quella precedente)

Cosa possiamo imparare da (o ricordare grazie a) queste due storie? Possiamo imparare che sono la vita e la preziosissima esperienza sul campo a portarci la capacità di anticipare molte domande scomode. Ma, purtroppo, dobbiamo anche ricordare che di solito già in partenza è evidente l’incapacità innata di molte persone a prevedere le domande scomode seguenti: quelle provocate dalle risposte anticipate sbagliate.
A tutti coloro che vogliono fare (o farsi) delle domande giuste, interpretare le risposte altrui o prendere delle decisioni in basse alle osservazioni di varia provenienza, io ricorderei uno dei principi basilari di logica.
«Dopo» non significa «in conseguenza a».
Tizio si è rotto un braccio dopo avere mangiato un gelato? La vendita dei gelati («pericolosi per le ossa») non va sospesa.
Caio ha preso il raffreddore dopo avere letto un romanzo di Kurt Vonnegut? La vendita dei libri («pericolosi per le vie respiratorie») non va sospesa.
Sempronio si è accorto di avere cinque capelli bianchi in più dopo avere passato dieci minuti su facebook? Di questi tempi in molti potrebbero ragionevolmente dubitare, ma non è un motivo per sospendere facebook.
Il fatto è che in un arco temporale mai visto prima sono stati creati più vaccini nuovi (ora non mi rimetto a parlare delle tradizionali procedure lunghe). La loro somministrazione nella maggioranza degli Stati lascia desiderare, ma si tratta comunque di numeri assoluti molto alti. Da punto di vista statistico, il numero delle morti avvenute dopo la vaccinazione (nessuno è in grado di sostenere che si tratti di una conseguenza) dovrebbe essere invisibile anche a una persona dotata di un microscopio elettronico. E così torniamo alla storia numero due…


Una casa per isolarsi

C’è chi dice che la pandemia del Covid-19 avrebbe indotto molte persone a rivalutare il concetto della casa. Se questa osservazione vale anche per voi, iniziate a valutare questa casetta a Marbela (in Spagna). All’annuncio sono allegate alcune foto interessanti.

E fate in fretta che c’è una fila dei potenziali acquirenti…


Una iniziativa tempestiva

In questi giorni il mondo sta mostrando uno strano interesse globale per le interviste da stampa scandalistica. Ma noi proviamo a salvarci prestando l’attenzione agli eventi molto più curiosi e, allo stesso tempo, molto più vicini alla nostra vita reale.
Come avrete notato, il 7 marzo in Svizzera si è tenuto il referendum circa il divieto di indossare gli indumenti che coprano l’intero volto della persona. Il 51,2% dei votanti si è espresso a favore. Ora il divieto – che non si riferisce solo all’abbigliamento imposto dalle religioni – deve essere inserito nella Costituzione, i Cantoni avranno due anni di tempo per attuare la nuova norma.
Il suddetto divieto è sensato? Sì, lo è da diversi punti di vista: anche se non so come verrà applicato – in un ipotetico futuro – ai vari artisti di strada, ai promoter vestiti da personaggi strani e ai partecipanti delle manifestazioni in stile carnevalesco. Ma la curiosità più grande è: si doveva scegliere proprio questo momento storico per promuovere un divieto del genere? Proprio nel periodo in cui diverse «autorità» ci dicono che le mascherine di vario genere vadano indossate anche quando ci si trova soli, da qualche mese, in un bunker ermetico?
Boh, a me sembra uno strano scherzo… Oppure una svista ridicola.
In ogni caso, vorrei proprio vedere se ora per una immaginaria svista del legislatore svizzero le fottute fastidiose mascherine diventino fuorilegge. Sarà un evento infinitamente divertente.


Ecceso di mortalità

Capisco che molte (o moltissime?) persone non ne possono più di leggere del Covid-19. Certi giorni pure io mi unisco a loro: in qualche modo la tranquillità interiore va anche tutelata.
Ma ogni volta mi «richiamo all’ordine» e ricomincio a aggiornarmi dalle poche fonti valide.
Una di queste fonti è la pagina creata da Dmitry Kobak e Ariel Karlinsky su GitHub. Quella pagina che in «tempo reale» monitora e ci mostra l’eccesso di mortalità per il Covid-19 in giro per il mondo. Attraverso lo studio dei numeri e dei relativi grafici divisi Stato per Stato e della classifica mondiale tutti i visitatori possono informarsi e provare a trovare un po’ di ottimismo un po’ strano e forse un po’ egoistico (perché ci sono molte zone del mondo messe peggio di quelle dove ci troviamo noi).

Comunque sia il vostro rapporto con le informazioni del genere, quello appena indicato è uno strumento interessante.


I viaggi casuali

Qantas, la più grande compagnia aerea australiana, da oggi vende i biglietti per i voli nazionali con la destinazione sconosciuta. I passeggeri non conosceranno il punto di destinazione fino al momento dell’atterraggio (vabbè, fino a poco prima, viso che sui monitor interni in tempo reale verrà visualizzata la rotta). Le partenze sono previste per il 27 marzo (da Brisbane), 18 aprile (da Sydney) e 1 maggio (da Melbourne). Tutti i viaggi sono da un giorno (si parte la mattina presto e si torna la sera tardi) e costano 737 dollari australiani (circa 475 euro). L’obbiettivo di tutta l’impresa è quello di stimolare il turismo interno: in realtà, di questi tempi ci vorrebbe qualcos’altro, ma ognuno si diverte come può…
In Europa, intanto, si potrebbe andare ancora oltre. Si potrebbe vendere dei viaggi con la data sconosciuta. Visto che nessuno sa se, quando e entro quali limiti ci sarà restituito il diritto alla libera circolazione, qualche azienda di trasporti o agenzia di viaggi (esistono ancora?) potrebbe vendere dei biglietti (o tour) per il futuro indefinito. In questo modo, il cliente viene convocato appena è possibile effettuare il viaggio e riceve l’ordine: «Tu parti domani mattina. Punto. Destinazione: Uganda. Accetta o perdi i soldi. Punto. Ciao».
È strano che nessuno ci abbia ancora pensato…


Liberare qualcuno

Pare che i capi di Stato e di Governo europei si sono già messi d’accordo (con una velocità che mancava da decenni, ahahaha) sulla opportunità di accogliere la proposta greca: introdurre prima dell’estate il «passaporto vaccinale» digitale che permetta agli europei vaccinati contro il Covid-19 di circolare liberamente in UE.
In merito a questa notizia positiva, posso fare due osservazioni.
Prima di tutto, sono contento che ci siano arrivati a concordare uno strumento digitale, quindi più difficilmente falsificabile.
In secondo luogo, spero che ora qualcuno vada oltre il piccolo traguardo già raggiunto e proponga di concedere dei permessi almeno temporanei alle persone con gli anticorpi. Allargare l’insieme delle persone (o, se preferite, lavoratori e consumatori) liberi sarebbe una cosa giusta e conveniente.


La compassione a random

Vedo che qualcuno si è scandalizzato (beh, più o meno) di fronte alla notizia sulla morte oltre sei mila cinquecento lavoratori migranti in Qatar negli ultimi dieci anni (da quando è stato assegnato il campionato mondiale di calcio 2022)… E mi chiedo per l’ennesima volta: fino a quando le persone continueranno a reagire con tante emozioni ai singoli dati statistici presi a caso da una serie?
Anche se quei dati, certamente, non possono essere definiti belli.


Pare una iniziativa logica

Bene, il Governo greco propone ancora una volta all’UE di valutare l’opportunità di introdurre il «passaporto vaccinale». L’obiettivo sarebbe quello di consentire alle persone già vaccinate contro il Covid-19 di viaggiare in tutta Europa, salvando dunque almeno la stagione turistica estiva del 2021.
Allo stesso tempo, mi è capitato di leggere diverse osservazioni sulla presunta discriminazione delle persone non vaccinate che deriverebbe dalla introduzione di un «passaporto» del genere.
A questo punto va constatato che i critici della proposta greca si sono svegliati un po’ tardi: più o meno tutte le limitazioni agli spostamenti locali, nazionali e internazionali introdotti in giro per il mondo (dunque anche nell’UE) hanno in realtà poco di legale. Di conseguenza, è abbastanza facile ipotizzare una sensibile quantità di cause giudiziarie contro i vari governi in un futuro neanche tanto lontano, quando i mesi (o gli anni) della pandemia passata verranno analizzati dagli umani in un modo più razionale che emotivo. L’introduzione di una misura giuridicamente discutibile in più non cambierebbe orami la situazione generale in un modo radicale.
Al giorno d’oggi, però, il «passaporto vaccinale» svolgerebbe almeno due funzioni importantissime. In primo luogo, permetterebbe di evitare il secondo anno economicamente catastrofico di fila. Certo, viste le dinamiche della vaccinazione, non si tratta di tornare ai livelli turistici del 2019, ma nemmeno riempire le zone di vacanza con le sole persone che accettano il rischio (e ribadisco che le persone adulte devono avere la possibilità di rischiare come pare a loro).
In secondo luogo, il «passaporto vaccinale» costituirebbe una arma potentissima contro i militanti dell’antivaccinismo (che stranamente esistono ancora su questo pianeta): si saranno stancati pure loro di essere prigionieri della loro città, Regione o Stato.
E quindi spero che facciano questo «passaporto vaccinale»: ci servirà tanto anche a livello nazionale, nella vita quotidiana.