L’archivio della rubrica «Italia»

A pensare male si fa peccato

Devo constatare che il livello di istruzione medio sta crescendo anche in Italia. E vi racconto subito perché lo penso.

Per tanti anni, praticamente dal giorno del mio primo arrivo in Italia, ho vissuto nella convinzione che immobiliaristi italiani non conoscano la propria lingua. La mia convinzione era fondata su numerosissime prove materiali trovate nei luoghi pubblici di tutte le città italiane che mi è capitato di vedere.

Per farvi capire di cosa sto parlando, vi mostro appena due dei numerosissimi esempi milanesi. Entrambi sono esposti in pieno centro, sotto gli occhi di una quantità immisurabile di persone. Il primo esempio è stato esporto in via Dante.

Non mi ricordo più con precisione l’indirizzo del secondo esempio.

Non sto scrivendo il presente testo per farmi delle domande retoriche sulla ignoranza dei produttori o sul coraggio dei proprietari di questi cartelli. Lo sto scrivendo per condividere con voi la mia testimonianza di un miracolo visto alla fine di agosto in un sottopassaggio in zona San Babila. E’ incredibile, ero rimasto immobile per qualche minuto ad osservarlo:

C’è ancora speranza per un mondo migliore!

P.S.: secondo voi, i proprietari dei cartelli lavorano come scrivono o scrivono come lavorano?

P.S.: perché questo articolo è stato scritto da un russo?


Il grande difetto italiano

Ritengo che l’EXPO2015 di Milano dedicato al cibo sia l’occasione più che buona per parlare di un gravissimo problema italiano. Si tratta di un problema che crea dei grandi disaggi alle persone che visitano l’Italia per dei motivi lavorativi e turistici, influendo quindi negativamente sull’immagine dell’Italia stessa. Eppure, non c’è alcun motivo razionale di mantenere in vita il problema in questione.

Porco Gargantua! Perché i ristoranti italiani sono aperti solo nelle ore di pranzo e di cena tradizionalmente italiani?! Perché nelle altre ore sono chiuse le cucine e, spesso, addirittura le sale? Vi informo che si tratta di una cosa che, derisa da tutto il mondo, si manifesta solo in Italia.

Eppure ogni anno l’Italia è visitata da milioni di persone abituate a mangiare nelle ore inconsuete per un italiano. Per esempio, gli inglesi pranzano tardi e gli spagnoli non si mettono a cena prima delle 21. E poi, un turista che sta in piedi dalla mattina alla sera non può affamarsi prima del previsto? Un lavoratore venuto da una città lontana migliaia di chilometri non può fermarsi un po’ di più al lavoro?

Sembra che i ristoratori italiani abbiano paura di avere i propri locali pieni tutto il giorno e, di conseguenza, guadagnare troppo. Però sono i primi a lamentarsi della «crisi» che danneggia le loro attività.

Capisco la loro volontà di risparmiare sugli stipendi dei cuochi e dei camerieri facendoli lavorare poche ore al giorno. Dovrebbero capire, però, che quegli stipendi potrebbero diventare dei vantaggiosi investimenti.

N.B.: naturalmente, non sto parlando di quei pochi locali creati apposta per i ricchi turisti dove è possibile ordinare una pizza anche di mattina.


Tirano, 18 luglio 2015

Ebbene, penso che sia arrivata l’ora di pubblicizzare il mio reportage su Tirano (in provincia di Sondrio).

Se vi interessa, sfruttate le ultime settimane di bel tempo per andare a farci un giro oppure programmate il viaggio per i tempi migliori.


Scoperte toponimiche

La giornata è già da considerasi riuscita: ho appena scoperto che esiste un paese dal nome Piove di Sacco. Quest’ultimo mi sembra già un motivo sufficiente per andare a farci un giro.
«Dove sei stato sabato?»
«A Piove di Sacco».
E speriamo che gli aborigeni non si offendano per le mie ghignate!


Remondò, 1 giugno 2015

E’ pronto il fotoracconto sulla mia visita a Remondò.


Gambolò, 1 giugno 2015

E’ pronto il fotoracconto sul mio viaggio a Gambolò.


Port pubblicitario che mi comporta un notevole guadagno

Se state già (o ancora) pianificando le vacanze, considerate pure questo posto. Conoscendo uno dei proprietari, posso garantire la qualità di quanto è offerto e la serietà di chi propone.


Io e l’EXPO

Dal sito ufficiale dell’EXPO possiamo apprendere che a maggio (il primo dei 6 mesi di svolgimento) la manifestazione ha avuto 2,7 milioni di visite, mentre la quantità di biglietti venduti è di circa 15 milioni. E ricordiamo che il periodo delle grandi masse di turisti stranieri deve ancora iniziare.

L’ultimo fenomeno mi sorprende: circa 15 milioni di persone hanno speso dei soldi per andare all’EXPO 2015. Per andare all’EXPO dedicato al cibo…

Diverse persone mi hanno già chiesto se ho l’intenzione di andarci anche io. Dopo aver sentito la mia risposta si sono scandalizzati quasi tutti.

Ebbene, non ho l’intenzione di andarci perché il grado del mio interesse verso l’argomento centrale dell’EXPO 2015 tende a zero. Il mangiare è solo uno dei bisogni fisiologici di un essere vivente. Per un essere vivente dotato della ragione, una volta soddisfatto, tale bisogno dovrebbe spostarsi in secondo piano. In più, mentre gli italiani si disperano se non trovano un ristorante italiano all’estero e poi vanno all’EXPO milanese, io agisco in modo opposto.


La guerra del NO EXPO

Sui disordini milanesi del 1° maggio posso dirvi solo una cosa, semplice ma pesante.

Ogni qualvolta che la polizia usa le armi (o semplicemente la forza fisica) contro i delinquenti, siete voi stessi a gridare allo scandalo. Ora pigliatevi le conseguenze.

Ogni nuova devastazione sarà più pesante della precedente perché certe persone hanno un mix esplosivo nelle teste. Riescono a sentirsi delle vittime dello Stato, degli impunibili e dei lottatori per un mondo migliore allo stesso tempo. Forse è arrivato il momento di intervenire con la vera forza.
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Il parcheggio cinese

Possiamo prendere in giro all’infinito i cinesi per il fatto che copiano tutto (o quasi) dagli occidentali. Ma a volte capitano delle situazioni in cui bisognerebbe copiare da loro. Nella sede milanese del Bank of China (un palazzo d’epoca in pieno centro: via Santa Margherita 14/16) hanno trovato una bellissima soluzione al problema dei parcheggi.

In pratica, hanno trasformato in parcheggio un semplicissimo piano sotterraneo, dove le macchine vengono calate con una banale piattaforma elevatrice.

Il successore dell’attuale assessore comunale alla mobilità farebbe bene a presentare un piano per la conversione di tutti i piani sotterranei milanesi. In questo modo si riuscirà a rendere le strade della città molto più libere e quindi più facilmente percorribili.