L’archivio della rubrica «Cultura»

La musica del sabato

La Sinfonia n. 3 in mi bemolle, detta Eroica, fu composta da Ludwig van Beethoven tra il 1802 e il 1804 e dedicata dall’autore stesso a Napoleone Buonaparte. In quegli anni, infatti, il destino e l’attività eroica del generale francese furono ancora largamente ammirati in tutto il mondo occidentale. L’auto-incoronamento a imperatore fu però un gesto che fece perdere – almeno al compositore tedesco – il resto di quei sentimenti positivi. Beethoven tolse dunque il nome di Napoleone dalla partitura e inserì quello del principe boemo Joseph Franz Maximilian von Lobkowicz.
La cosa che personalmente io trovo molto strana è il fatto che in qualità dell’inno europeo sia stata scelta un’altra sinfonia di Beethoven. Eppure, nonostante una notevole quantità degli aspetti negativi, Napoleone Buonaparte fu il primo ideatore di quella entità territoriale che oggi conosciamo con il nome di Unione Europea. In più, molti Stati dell’UE vivono ancora nei contesti giuridici e culturali ereditati dall’operato di Napoleone…
Insomma, come ben sapete, oggi è la Festa dell’Europa. Mentre martedì era l’anniversario della morte di Napoleone. Quindi oggi è il giorno ideale per ascoltare la Sinfonia n. 3 «Eroica» di Ludwig van Beethoven.


La musica del sabato

La lunga quarantena mondiale stimola molte persone a creare qualcosa di nuovo, a realizzare qualche vecchio piano lavorativo, finire un progetto archiviato tempo fa o, semplicemente, decidere di pubblicare qualcosa che altrimenti sarebbe rimasto nel cassetto per chissà quanti altri anni (forse per sempre).
Tutto questo vale anche per i musicisti che non hanno potuto svolgere la loro attività professionale quotidiana: concerti, tour o registrazioni in studio. Ma la creatività — non solo quella musicale — non si spegne con un tasto come un computer. Nel corso della quarantena molti musicisti hanno saputo pubblicare qualcosa di nuovo. Quindi oggi nella mia rubrica musicale propongo due dei tantissimi esempi scoperti nelle ultime settimane.
L’esempio numero uno. Per la prima volta dal 2012 i The Rolling Stones hanno pubblicato una canzone nuova: «Living In A Gost Town»:

L’esempio numero due. Per la prima volta dal 2016 i Kings of Leon hanno pubblicato una canzone nuova: «Going Nowhere»:

E chissà quanta musica nuova è stata scritta in attesa della riapertura degli studi.


La musica del sabato

Qualcuno dei lettori potrebbe avere visto, nei giorni scorsi, quel video realizzato dalla polizia finlandese con il cantante lirico e poliziotto Petrus Schroderus che canta la canzone «Rakastan sinua, elämä» camminando per la città vuota.

Non tutti sanno, però, che si tratta della traduzione di una canzone russa del 1956. In originale essa si chiama «Ti amo la vita» («Я люблю тебя, жизнь»); fu scritta per il noto cantante Mark Bernes, ma una delle sue interpretazioni più famose è del cantante Georg Ots:

So che nel 1963 erano state registrate in URSS anche le versioni in inglese («I’m in Love With You, Life») e in francese («Oui, je t’aime, la vie»), ma non le ho ancora trovate su YouTube.


La musica del sabato

Non ho mai capito perché così tante persone trovano difficile da ascoltare la musica di Charles Camille Saint-Saëns… Certo, nel corso di tutta la sua lunga carriera da compositore, Saint-Saëns è sempre stato un innovatore (forse da giovane lo è stato in una misura un po’ più grande), ma dal punto di vista melodico e ritmico non produceva delle cose impossibili da seguire. Anzi, in alcune occasioni tenderei a pensare proprio l’opposto.
Ma, in ogni caso, non pretendo di apparire un grandissimo esperto. Anche per questo oggi nella rubrica musicale metto due sue composizioni famosissime.
La prima è «Le Carnaval des animaux» suonato dalla Symphony Orchestra of The Stanisław Moniuszko Music School in Wałbrzych:

E la seconda è «Le danse macabre» suonata dalla Orchestra Filarmonica della Radio France:


La fase superata

È bello e interessante il progetto «Le chiese dimenticate d’Europa» del fotografo britannico James Kerwin.
Il prestigio della religione sta scendendo velocemente in tutto il mondo. Nel solo 2017 in giro per il mondo sono state definitivamente chiuse quasi dieci mila chiese. Non perché gli invasori extraterrestri armati hanno vietato agli umani di credere, ma perché i dogmi religiosi sono passati di moda. La spiegazione scientifica del mondo è infinitamente più bella, interessante e ampia della primitiva concezione religiosa. Non solo: evolve pure nel tempo e lo fa in un modo abbastanza veloce. Quindi è ovvio che la gente non ci va più in chiesa.
Non dobbiamo nemmeno dispiacerci per la «perdita» degli edifici religiosi. Quelli veramente interessanti dal punto di vista storico e/o artistico – si tratta in realtà di una percentuale non altissima – vengono restaurati e trasformati in musei, biblioteche e negozi.
Inoltre, non penso che ci sia un rischio reale dell’arrivo delle moschee al posto delle chiese cristiane: pure nel mondo islamico la religione sta visibilmente perdendo la popolarità.
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Una moda misteriosa

Uno dei misteri più grandi del periodo corrente è la diffusione pressoché totale della moda di consentire l’accesso libero alle risorse digitali.
Certo, dal punto di vista sociologico (o forse psicologico) si tratta di un esperimento molto curioso: esso permette di capire se nella vita normale le masse non «consumano» la cultura perché non hanno soldi o perché in realtà non se ne interessano. Perché se non accedono a una risorsa culturale nemmeno se è gratuita e accessibile dal computer personale, la presunta mancanza di soldi o di tempo diventa solo una scusa miserabile della propria pigrizia intellettuale.
Ma io non riesco a capire l’aspetto economico del fenomeno di cui all’inizio del post. Quale logica economica ci potrà mai essere nell’aprire l’accesso a tutto solo perché è aumentata la domanda? È la paura di perdere in popolarità? Ma la popolarità non si mangia, non si beve e non funziona come un pezzo di abbigliamento. Di cosa vivranno domani gli autori dell’accesso libero? Si lamenteranno della crisi economica e della mancanza degli aiuti?
In realtà non c’è alcunché di male nel guadagnare con il proprio lavoro. I soldi in entrata sono un equivalente degli sforzi professionali e degli investimenti necessari per realizzare un qualsiasi prodotto o servizio. Il male sta nel tentativo di trasformare tutti i lavoratori in volontari e umiliare tutti coloro che manifestano il proprio disaccordo.
Tutto deve essere pagato. Se non vuoi pagare, non ricevi.


La musica del sabato

Nella storia musicale esistono due «edizioni» di Chris Rea: pre- e post malattia. Nella seconda fase della sua carriera musicale – più o meno dall’inizio degli anni 2000 – Rea mostra delle tendenze più nette al blues. Proprio a questa fase è dedicato il mio post musicale di oggi.
La prima canzone selezionata è la «Dancing the Blues Away» (dall’album «Stony Road» del 2002):

E la seconda è «The Last Open Road» (dall’album «Santo Spirito Blues» del 2011):


La musica del sabato

Il post musicale di questo sabato è dedicato a Frédéric Chopin: un grandissimo compositore e musicista polacco che già ai tempi dell’infanzia ebbe delle capacità musicali non inferiori a quelle di Mozart.
Chopin ebbe una vita poco più lunga e non meno «produttiva» e carica di emozioni. Potrei aggiungere che il nostro protagonista morì – come si ipotizza dai biografi a noi contemporanei – di una malattia polmonare, ma forse mi conviene evitare.
Concentriamoci sulla bella musica. Oggi ascoltiamo il Concerto per pianoforte e orchestra n. 1 in mi minore (op. 11) suonato dalla Orchestra Filarmonica israeliana con la partecipazione del pianista Evgeny Kissin.


La musica del sabato

Perché non ho ancora pubblicato un post musicale dedicato ai Rainbow? Non saprei.
Tempo fa mi era pure capitato di postare due video di un loro ex tastierista, ma ho comunque rinviato per troppo tempo. Tutti i progetti di Ritchie Blackmore meritano una loro attenzione, quindi anche i Rainbow.
Il primo brano selezionato per oggi è «Ariel» (dall’album «Stranger in Us All» del 1995):

E il secondo è il strumentale «Snowman» (dall’album «Bent Out of Shape» del 1983):


La musica del sabato

Non so se saranno in molti ad apprezzare la battuta, ma questo sabato il post musicale è interamente dedicato alla Sinfonia n. 7 di Dmitrij Šostakovič.
Buon ascolto.

La sinfonia è suonata da hr-Sinfonieorchester – Frankfurt Radio Symphony.