L’archivio della rubrica «Cinema russo»

Cortometraggio russo №14

Oggi ho deciso di farvi vedere un cortometraggio di Mikhail Segal, uno dei registi russi più interessanti e promettenti di oggi.

Il titolo del presente corto (del 2013) andrebbe tradotto in italiano come «Quali sono le nostre azioni?» ma, visto che i sottotitoli sono in inglese, indico pure il titolo «What do we do?».

Dei lungometraggi di Mikhail Segal vi consiglierei il «Franz + Polina» del 2006: so che è stato tradotto in inglese e, forse, in alcune altre lingue europee. La versione con i sottotitoli inglesi è disponibile su youtube.

Si tratta di un film anomalo per il cinema russo in quanto parlando della Seconda guerra mondiale è l’unico a mostrare l’esercito nazista come un insieme di esseri umani e non di demoni mascheratisi da uomini. In una certa misura si potrebbe fare un paragone anche con il resto del cinema occidentale che tratta la tematica della guerra.


Cortometraggio russo №13

Sperando che i miei lettori non abbiano nulla contro i film con i sottotitoli, oggi ripeto l’esperimento.

Questa volta, infatti, vediamo il primo dei tre film studenteschi di Andrej Tarkovskij: «The Killers» del 1956. Si tratta dell’adattamento cinematografico dell’omonimo racconto di Ernest Hemeingway pubblicato nel 1927.

Ci tengo a precisare che i sottotitoli non sono stati fatti da me. Ma, ameno, siamo fortunati per il fatto che sono in italiano.

Andrej Tarkovskij è uno dei pochissimi registi russi meritatamente noti in Occidente, quindi non c’è bisogno che io ve lo presenti. Ne tantomeno che vi consigli qualche suo lungometraggio. Quindi mi limito a dirvi che «Andrej Rublev» è uno dei miei film preferiti di Tarkovskij.


Cortometraggio russo №12

Nella edizione odierna della rubrica metterei il cortometraggio «Il mistero» di Andrej Zvjagintsev girato nel 2011. A differenza dei corti pubblicati precedentemente, non è un film muto: per fortuna sono riuscito a trovarlo con i sottotitoli in inglese.

Tra i lungometraggi di Zvjagintsev consiglierei prima di tutto «Leviathan» del 2014. Lo consiglio per almeno due motivi. Prima di tutto, so di certo che è stato tradotto in più lingue occidentali. In secondo luogo, consiglio di vederlo non come una barzelletta cinematografica, ma come una rappresentazione della vita quotidiana nella provincia russa. Vi aiuterà a capire qualcosa in più della Russia, dei russi, e se siete fortunati delle russe.

Molti spettatori occidentali, purtroppo, non sono stati avvisati di questo ultimo punto e, di conseguenza, hanno capito il «Leviathan» in un modo perverso.


Cortometraggio russo №11

Cari lettori, gioite! La rubrica dedicata al cinema russo torna sulle pagine del mio blog. Chi vuole (ri)vedere le puntate precedenti, vada pure nella categoria «cinema russo».

Io, nel frattempo, condivido con voi un nuovo cortometraggio russo muto che ho trovato di recente. Si tratta di «Il duro lavoro delle vecchie Moire», un film studentesco di Petr Buslov girato nel 2000. La voglia di farvelo vedere mi ha addirittura spinto a tradurre con dei sottotitoli le scritte fondamentali per la comprensione del film.

Buona visione!

Purtroppo non ho ancora visto nemmeno uno dei lungometraggi di Buslov e di conseguenza non posso consigliarveli. Quindi consiglio il film in cui è impegnata, Alena Babenko, una delle attrici del corto di oggi: provate a vedere «A Driver for Vera» (2004, regista Pavel Chukhraj). Secondo me in inglese si trova.


Cortometraggio russo №10

In primavera del 1930 Sergei Eisenstein e il suo allievo Grigori Aleksandrov (che in seguito diventerà un famoso regista sovietico) furono invitati a girare un film in Francia. L’invito provenne da Leonard Rosenthal, un azionista di maggioranza di Societe Generale de Films e marito della attrice Mara Griy.

I due registi ebbero relativamente poco tempo a disposizione, ma Aleksandrov riuscì, sotto l’attenta sorveglianza del suo maestro, a girare un breve film che oggi in molti considerano il primo video musicale della storia.

Quindi oggi vediamo proprio quel film: «Romance sentimentale».

Dei lungometraggi di Sergei Eisenstein vi consiglio «Ivan il terribile» realizzato in una maniera piuttosto curiosa (soprattutto la prima parte).

Aleksandrov, invece, è noto prevalentemente per i film musicali realizzati nello stile di «realismo socialista». Provate pure a cercare e vedere il suo film «Volga – Volga» del 1938.


Cortometraggio russo №9

Oggi vediamo il cortometraggio di Alexei Popogrebski «Bloodrop» del 2011. Il trucco tecnico utilizzato nel film va molto di moda negli ultimi anni, ma per fortuna qui c’è pure una piccola storia da seguire.

Di Popogrebski posso consigliare ben due lungometraggi di qualità, provate a vedere quale dei due si trova in italiano:

– «Koktebel» del 2003 (in inglese si chiama pure «Roads to Koktebel»),

– «Come ho passato quest’estate» del 2010 (in questo caso si tratta di un film fatto un po’ con il ritmo di Tarkovskij).


Cortometraggio russo №8

Oggi ho pensato di pubblicare un altro cortometraggio georgiano-sovietico (il primo è nel post di un mese fa). Si tratta di «Fortuna» (del 1980) diretto da Baadur Tsuladze, uno degli attori-protagonisti del film (quello più anziano).

La spiegazione di cui necessita questo film è semplice: uno degli operai trova un biglietto della lotteria, controlla il codice e scopre di avere vinto una auto molto prestigiosa e costosa: una GAZ Volga-24. Il resto del film lo potete comprendere anche da voi.

In qualità di regista Tsuladze non ha fatto molto, quindi il lungometraggio che consiglio oggi è accomunato con la «Fortuna» dal nome del sceneggiatore: Revaz Gabriadze. Provate a vedere se il film «Kin-dza-dza!» (del 1986) è mai stato doppiato o tradotto in italiano. Se non lo trovate in italiano, accontentatevi della versione inglese.


Cortometraggio russo №7

Oggi ho deciso di farvi vedere un altro cortometraggio di Leonid Gajdaj sui tre delinquenti poco fortunati (compaiono in diversi altri film del regista, anche quelli lunghi) e il loro cane: cinque settimane fa ne abbiamo già visto uno.

Questa volta, invece, vediamo «Distilleria» (sempre del 1961). I tre protagonisti si occupano ora della produzione clandestina di superalcolici (si tratta di un reato non solo a causa del divieto della attività imprenditoriale, ma anche perché lo Stato detiene il monopolio sugli alcolici). Per chi non sapesse a cosa serve la spirale, preciso che essa permette ai vapori provenienti dal «pentolone» di raffreddarsi e trasformarsi in quel liquido che in uscita diventa il prodotto finale della operazione.

Per quanto riguarda il lungometraggio da consigliare, questa volta mi baso sulla filmografia di uno degli attori-protagonisti. Yuri Nikulin (il tipo alto e magro con il capellino rosso) è stato un famosissimo clown e attore sovietico/russo. Tra i lungometraggi seri in cui ebbe un ruolo, consiglierei «Venti giorni senza la guerra» (1976) di Aleksej German, ma non sono sicuro se esista in italiano. Se non lo trovate, «accontentatevi» di «Andrej Rublev» dove ebbe un piccolo ruolo.


Cortometraggio russo №6

In occasione della fine dell’anno scolastico (almeno in Lombardia) nella edizione odierna della mia rubrica cinematografica pubblico il cortometraggio «Lo spozo» (1962, regista Elem Klimov). L’unica spiegazione realmente necessaria a uno spettatore non russo è quella sulla parola «Жиних» inquadrata all’inizio del film. Si tratta della parola «Жених» (zhenìh, lo sposo) scritta con un errore ortografico. Quindi anche io mi sono impegnato e ho tradotto il titolo del film in modo adeguato.

Dei lungometraggi di Elem Klimov consiglio, prima di tutto, «Và e vedi» del 1985: secondo me è uno dei migliori film di guerra di tutti i tempi. Un po’ pesante, ma è un vero capolavoro mondiale. Sono sicuro che si trova anche in italiano.


Cortometraggio russo №5

Il cortometraggio di oggi è, per ora, una eccezione per la mia rubrica cinematografica: non è muto e ha gli attori-protagonisti statunitensi (tra i quali io conosco solo Kevin Spacey). Il regista e lo sceneggiatore, Aleksey Nuzhny, è russo.

Evito di riassumervi la trama o raccontare le cose lette su Wikipedia, ma mi limito a dire che alla base della idea del film c’è il hobby del popolare scrittore russo Evghenij Petrov (1902–1942). Egli, infatti, inviava spesso delle lettere agli indirizzi esteri inesistenti al fine di ottenere, dalle ricevute di mancata consegna, i francobolli e i timbri postali stranieri per la propria collezione.

Insomma, oggi vediamo l’"Envelope" del 2012:

Non c’è alcun lungometraggio diretto da Aleksey Nuzhny da consigliare: non ne ha fatti, ha solo scritte la sceneggiatura di due commedie che non ho ancora avuto il coraggio di vedere a causa dei trailer veramente stupidi. Di conseguenza, ho pensato di consigliarvi qualche film russo con la presenza degli attori stranieri (tanto per restare in linea con il cortometraggio di oggi).

In un primo momento avevo pensato a «Una matta, matta, matta corsa in Russia» (1973, regista Eldar Rjazanov) a causa di una massiccia presenza dei noti attori italiani, ma pare che il film sia quasi introvabile in italiano. In alternativa, vi posso consigliare «Anna Karamazoff» (1991, regista Rustam Khamdamov) con Jeanne Moreau: un film più che particolare, ma da vedere.