L’archivio della rubrica «Auto»

I bassi consumi

Alcuni giorni fa mi sono ricordato – per una serie di motivi che potrebbero non esservi interessanti – di una vecchia pubblicità automobilistica sovietica. Non l’ho mai postata su questo blog (così mi sembra), quindi lo faccio oggi.
In questo modo si intendeva pubblicizzare in Europa l’auto sovietica/ucraina ZAZ-1102 Tavria:

Il video è stato premiato con il Leone di bronzo al Festival internazionale di creatività di Cannes nel 1989.


Tesla che inquina

È sempre curioso apprendere le notizie come questa: negli USA l’agenzia per la protezione dell’ambiente (EPA, Environmental Protection Agency) ha multato la Tesla per 275.00 USD per le ripetute violazioni del Clean Air Act. Le violazioni sono state rilevate in un impianto produttivo a Fremont (in California) nel periodo tra il 2016 e il 2019. In particolare, la fabbrica non è riuscita a sviluppare un piano di minimizzazione delle emissioni e a registrare il livello delle emissioni di sostanze inquinanti provenienti dai processi di verniciatura delle auto. Si tratta delle sostanze formaldeide, etilbenzene, naftalina e xilene.
Secondo l’EPA, La Tesla avrebbe corretto tutte le violazioni, ma già il solo fatto della multa per le questioni legate all’inquinamento inflitta a una azienda che sembra quasi un simbolo religioso di alcuni ecologisti è abbastanza divertente.


Le nuove frontiere della ecodiozia

Quando una forza suprema vuole fare impazzire una persona, la fa pensare alla ecologia: è una nuova legge che ho dedotto da alcune notizie lette.
Per esempio: la ministra delle finanze indiana Nirmala Sitharaman ha «inventato» un modo molto particolare di ridurre le emissioni del CO2 del 35% in tutta l’India entro il 2030 e di rispettare dunque almeno una parte degli impegni presi nell’ambito dell’Accordo di Parigi sul clima. In particolare, ha inventato un modo di stimolare la produzione e l’uso delle automobili elettriche…
A questo punto conviene ricordarsi del contesto nazionale nel quale deve essere «inquadrato» il progetto della ministra. In primo luogo, bisogna ricordare che le città indiane sono molto compatte e non hanno quindi abbastanza spazi per le stazioni di ricarica delle auto elettriche (attualmente in India ci sono quasi 975 auto elettriche e solo poco più di mille stazioni). In secondo luogo, bisogna ricordare che le batterie delle auto elettriche costano tanto (non solo in India, ma in tutto il mondo): questo dettaglio determina non solo il prezzo delle auto, ma rende anche molto simili i costi per la sostituzione di una batteria rotta/invecchiata e l’acquisto di una auto elettrica nuova.
E ora torniamo all’idea della ministra: ha proposto di creare un sistema di sostituzione delle batterie scariche con quelle cariche come se fossero delle pile di un telecomando. E, soprattutto, offrire un supporto statale per l’affermazione di tale sistema: complessivamente per una somma di 6 miliardi di dollari americani. In questo modo verrebbero eliminati entrambi i problemi di cui sopra. L’obiettivo prefissato dal governo indiano è quello di arrivare alla soglia del 30% delle auto elettriche private vendute nuove entro il 2030.
Ebbene, dal punto di vista ecologico – ma non quello tecnico – il sistema proposto mi sembra di una utilità molto dubbia (per non dire che sembra una grossa m…chiata). Infatti, per combattere le emissioni del CO2 delle auto si propone di produrre il doppio (come minimo) delle batterie: quindi aumentare tutte le conseguenze ecologiche legate alla fabbricazione e al futuro smaltimento (inevitabile) delle batterie invecchiate. Questa si chiama «la genialità alternativa».
Oppure è solo l’ennesima manifestazione del trucco infantile «nascondiamo il problema da un’altra parte e facciamo finta che non esista più»?
In ogni caso, avrebbero fatto meglio a ridurre i dazi di importazione delle auto elettriche: attualmente in India sono pari al 100% del prezzo dell’auto importata.


Il viraggio deriva dal virus

Accelera è una azienda indonesiana che produce pneumatici per le automobili e per i mezzi pesanti a partire dal 1996. Non so dire molto sulla qualità dei suoi prodotti – anche se ho letto che l’azienda utilizzerebbe i macchinari e le tecnologie moderni di fabbricazione occidentale – ma così, a occhio, sembrano delle gomme affidabili. I nomi dei loro modelli, per esempio, sembrano garantire la velocità dello spostamento e una buona aderenza alla strada:

In generale, direi così: se io fossi un responsabile del marketing e/o co-fondatore di una startup di qualsiasi specializzazione, avrei già promosso la progettazione e la messa sul mercato di un po’ di prodotti chiamati con le varie lettere greche. Infatti, sono ormai lontani i tempi in cui la birra «Corona» veniva danneggiata (ma sarà vero?) dalla pandemia: ora le varianti del virus fanno da superagenti pubblicitari. Per esempio, mi ricordo ancora benissimo che la criptovaluta Omicron (OMIC) in appena due giorni – il 27 e il 28 novembre – era cresciuta del 794% dopo la decisione della OMS di chiamare con lo stesso nome la nuova variante del Covid-19.


La comprano ancora!

Mi ricordo che nei miei primi anni in Italia per strada incontravo con una certa regolarità degli esemplari più o meno datati della Lada Niva. La frequenza di questi incontri si era però progressivamente ridotta fino a uno o due all’anno: probabilmente perché le nuove Lada non si vendevano più nell’UE (per dei motivi delle emissioni troppo alte), mentre quelle vecchie «morivano».
Ma ecco che, alla fine di dicembre, ho per puro caso incontrato un esemplare nuovissimo: a giudicare dal design e dalla targa, la macchina è stata prodotta e immatricolata nel 2021.

A tutti gli interessati ricordo che nel 2019 il produttore AvtoVAZ ha ricomprato la quota «mancante» del 50% nella joint venture GM-AvtoVAZ e ha quindi riavuto il diritto di utilizzare il marchio «Niva» per il proprio modello storico.
Mi sento positivamente divertito ogni qualvolta vedo una auto russa sulle strade europee. In più, sono contento per il fatto che la Lada sia riuscita a tornare sul mercato italiano. Ma, allo stesso tempo, devo constatare che la Lada Niva non è il miglior fuoristrada russo: i ben noti a molti italiani modelli della UAZ, pur essendo molto più spartani, sono anche decisamente più affidabili e resistenti. In più, sono pure facilmente riparabili con le forze proprie anche in mezzo a una foresta. Di conseguenza, le persone in cerca di un fuoristrada tradizionale — quello fatto non solo per le strade asfaltate e privo della elettronica superflua — e poco costoso sono invitati a fare una scelta giusta, ahahaha
P.S.: su Instagram mi hanno segnalato che il Corpo forestale del Trento ha circa una decina delle Lada Niva. Appena posso, vado a controllare di persona e vi aggiorno!


Interpretare il parcheggio

Per molti anni ho vissuto con la certezza di saper stabilire se una macchina sia stata parcheggiata da un uomo o da una donna…

Ma poi, a un certo punto, mi sono accorto che il genere non è l’unico fattore da prendere in considerazione.
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La visualizzazione degli incidenti

Il video di oggi graficamente sembra un gioco per computer vecchio almeno dieci anni, ma in realtà è una curiosa visualizzazione degli incidenti automobilistici più comuni.

Dopo il lockdown del 2020 e dopo alcune «zone rosse/arancioni» spesso vedevo delle auto i cui guidatori si comportavano in un modo abbastanza strano. Molto probabilmente, ci avevano messo poco a dimenticarsi come si guida. Ma in realtà ci sono (e ci sono sempre stati) dei personaggi che non lo hanno mai imparato.
State attenti.


Non guidate i divani

Sergey Sergeev, un residente di Sochi, ha attrezzato il proprio divano con delle ruote e un motore a scoppio e si è messo a viaggiare – alla guida di tale strana creatura – per le vie della città. L’obbiettivo della missione, secondo Sergeev, sarebbe stato quello di «far divertire la gente e mettere in evidenza le imperfezioni delle moderne regole del traffico stradale». Inoltre, Sergeev sostiene che il suo divano sarebbe assemblato nel rispetto del regolamento tecnico. Io, però, vedo che mancano diverse luci e le targhe:

E, infatti, la polizia stradale di Sochi ha sequestrato il suddetto divano motorizzato a causa dell’impossibilità di identificare i suoi meccanismi (manca ogni tipo di marcatura). Il proprietario-guidatore, poi, è stato multato per non avere allacciato la cintura di sicurezza.
Spero che la prossima volta si prepari meglio…


Innocenti Nuova Mini

La Innocenti Mini de Tomaso è stata prodotta, se ho capito bene, dal 1974 al 1993. Al giorno d’oggi è una creatura rarissima sulle strade italiane. Io, infatti, l’ho vista per la prima volta solo questa estate.

Apparentemente, ancora più anomalo è il fatto di vedere questa vettura – non particolarmente pregiata già ai suoi tempi – nelle condizioni estetiche perfette. Continuare la lettura di questo post »


Contro il traffico

Il meccanico-blogger Vagan Mikaelian vive e lavora a Krasnodar (in sud-ovest della Russia). Pubblica spesso dei video sul proprio lavoro, dimostrando che in ogni ambito della attività umana c’è abbastanza spazio per la fantasia e il divertimento.
Il più popolare dei suoi video è uscito questa estate: in esso viene mostrato il primo test di una VAZ-2106 modificata in modo da permettere di liberare qualsiasi strada dal traffico (o altri ostacoli):

La macchina ha passato il test: non è esplosa e non si è nemmeno fusa nei punti più critici. Certo, la modifica di cui sopra ha costretto Vagan a sacrificare i fari, ma, probabilmente, su una macchina del genere non sono nemmeno necessari…