L’archivio della rubrica «Auto»

Il sondaggio del mese

Per puro caso ho scoperto che il 28 aprile di ogni anno – ma solo a partire dal 2022 – si celebra la Giornata mondiale del motorismo storico. Tale Giornata viene promossa dalla Fédèration Internationale des Véhicules Anciens (FIVA), l’organizzazione mondiale che tutela e promuove i veicoli storici, per sensibilizzare l’opinione pubblica sull’importanza della conservazione dei veicoli storici e del loro valore culturale e tecnologico. La data della Giornata coincide con quella della fondazione della FIVA nel 1966.
Mentre io approfitto della occasione per studiare le preferenze dei visitatori di questo sito sui colori delle automobili (non solo quelle d’epoca, ma in generale). Nella vita passata mi chiamavo Henry Ford e dicevo: «Any customer can have a car painted any color that he wants, so long as it is black». Nella vita presente, però, sono molto meno categorico (e non devo nemmeno promuovere la vernice automobilistica che si asciuga più velocemente delle altre), dunque lascio la parola a voi:

Di quale colore deve essere una automobile?

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Chi vuole il 30 con la lode può provare a indovinare il mio colore delle auto preferito.
N.B.: il sondaggio è anonimo per i votanti non registrati o non loggati sul sito. Il sondaggio più recente è sempre visibile sulla prima pagina del sito. Tutti i miei sondaggi sono raccolti su una apposita pagina.


Da oggi è disponibile sul sito un nuovo articolo automobilistico: quello che racconta l’evoluzione del servizio taxi nell’URSS dal punto di vista, appunto, delle automobili utilizzate.
L’articolo è un po’ lungo perché, in sostanza, parte dal momento ufficiale della nascita del servizio taxi russo nel 1907 e si conclude con una brevissima descrizione della situazione nel 2025, coprendo dunque un periodo storico di oltre cento anni. l’argomento centrale, quello esposto con più attenzione, rimane comunque il servizio taxi del periodo sovietico. Allo stesso tempo, l’articolo non è destinato ai [soli] tecnici: non è necessario essere un tassista, un ingegnere automobilistico o un esperto della mobilità urbana per riuscire a comprenderlo. È sufficiente riuscire a immaginare di incontrare una di quelle macchine per strada oppure dovere salirci.

Uno degli argomenti toccati in questo articolo – i taxi a percorso fisso – sarà sicuramente ripreso in uno specifico articolo dedicato, ma non so ancora quando. Appena trovo il tempo per scriverlo…


Da oggi è disponibile sul sito un nuovo articolo automobilistico: quello che racconta l’evoluzione del servizio di ambulanza nell’URSS dal punto di vista, appunto, delle automobili utilizzate.
L’articolo è un po’ lungo (ma, probabilmente, adatto al periodo delle festività invernali) perché, in sostanza, copre un periodo di quasi cento anni: inizia dalle poche prime ambulanze del periodo prerivoluzionario e finisce con la prima ambulanza russa post-sovietica. Allo stesso tempo, l’articolo non è destinato ai [soli] tecnici: non è necessario essere un medico, un ingegnere automobilistico o un autista per riuscire a comprenderlo. È sufficiente avere abbastanza fantasia per immaginare di incontrare una di quelle macchine per strada oppure (in realtà spero di no!) dovere salirci.

L’idea dell’articolo mi è nata qualche anno fa, in una determinata epoca storica, ma prima di pubblicarlo volevo finire di descrivere alcuni modelli delle automobili sovietiche utilizzate per il servizio ambulanza…


GAZ-22 “Volga”

Da oggi è disponibile sul sito un nuovo articolo automobilistico: quello dedicato alla station wagon sovietica GAZ-22 «Volga» (la versione a 5 porte ingiustamente poco nota della berlina GAZ-21 «Volga»).

Oltre al semplice racconto sulla storia automobilistica, questo articolo diventerà, abbastanza presto, uno dei materiali di supporto per la lettura di due miei articoli automobilistici molto particolari (fino a ora non avevo mai pubblicato delle cose del genere). In attesa degli annunci specifici, leggete l’articolo proposto ora ahahaha


GAZ-21 “Volga”

Da oggi è disponibile sul sito un nuovo articolo automobilistico: quello dedicato alla costosa e prestigiosa – per gli anni ’50 e ’60 dell’URSS – berlina GAZ-21 «Volga».

So che alcuni dei vecchi lettori hanno ora esclamato «Finalmente!». Lo so perché negli ultimi anni ho ricevuto diverse mail dai lettori della sezione automobilistica del mio sito che mi chiedevano o ricordavano di scrivere della GAZ-21. Condivido pure io il messaggio collettivo: senza questo modello la serie degli articoli sulle automobili sovietiche / russe sembrava proprio incompleta. Ma ora, finalmente, non lo è più, ahahaha


GAZ-24-02 “Volga”

Da oggi è disponibile sul sito un nuovo articolo automobilistico: quello dedicato alla station wagon sovietica più prestigiosa della storia GAZ-24-02 «Volga».

La berlina GAZ-24 «Volga» era stata, anni e anni fa, la protagonista di uno dei miei primi articoli sulle automobili sovietiche. Per qualche stranissimo motivo non avevo però mai scritto della sua versione a 5 porte.
Ed ecco che, finalmente, ho recuperato l’argomento!


I bassi consumi

Alcuni giorni fa mi sono ricordato – per una serie di motivi che potrebbero non esservi interessanti – di una vecchia pubblicità automobilistica sovietica. Non l’ho mai postata su questo blog (così mi sembra), quindi lo faccio oggi.
In questo modo si intendeva pubblicizzare in Europa l’auto sovietica/ucraina ZAZ-1102 Tavria:

Il video è stato premiato con il Leone di bronzo al Festival internazionale di creatività di Cannes nel 1989.


Tesla che inquina

È sempre curioso apprendere le notizie come questa: negli USA l’agenzia per la protezione dell’ambiente (EPA, Environmental Protection Agency) ha multato la Tesla per 275.00 USD per le ripetute violazioni del Clean Air Act. Le violazioni sono state rilevate in un impianto produttivo a Fremont (in California) nel periodo tra il 2016 e il 2019. In particolare, la fabbrica non è riuscita a sviluppare un piano di minimizzazione delle emissioni e a registrare il livello delle emissioni di sostanze inquinanti provenienti dai processi di verniciatura delle auto. Si tratta delle sostanze formaldeide, etilbenzene, naftalina e xilene.
Secondo l’EPA, La Tesla avrebbe corretto tutte le violazioni, ma già il solo fatto della multa per le questioni legate all’inquinamento inflitta a una azienda che sembra quasi un simbolo religioso di alcuni ecologisti è abbastanza divertente.


Le nuove frontiere della ecodiozia

Quando una forza suprema vuole fare impazzire una persona, la fa pensare alla ecologia: è una nuova legge che ho dedotto da alcune notizie lette.
Per esempio: la ministra delle finanze indiana Nirmala Sitharaman ha «inventato» un modo molto particolare di ridurre le emissioni del CO2 del 35% in tutta l’India entro il 2030 e di rispettare dunque almeno una parte degli impegni presi nell’ambito dell’Accordo di Parigi sul clima. In particolare, ha inventato un modo di stimolare la produzione e l’uso delle automobili elettriche…
A questo punto conviene ricordarsi del contesto nazionale nel quale deve essere «inquadrato» il progetto della ministra. In primo luogo, bisogna ricordare che le città indiane sono molto compatte e non hanno quindi abbastanza spazi per le stazioni di ricarica delle auto elettriche (attualmente in India ci sono quasi 975 auto elettriche e solo poco più di mille stazioni). In secondo luogo, bisogna ricordare che le batterie delle auto elettriche costano tanto (non solo in India, ma in tutto il mondo): questo dettaglio determina non solo il prezzo delle auto, ma rende anche molto simili i costi per la sostituzione di una batteria rotta/invecchiata e l’acquisto di una auto elettrica nuova.
E ora torniamo all’idea della ministra: ha proposto di creare un sistema di sostituzione delle batterie scariche con quelle cariche come se fossero delle pile di un telecomando. E, soprattutto, offrire un supporto statale per l’affermazione di tale sistema: complessivamente per una somma di 6 miliardi di dollari americani. In questo modo verrebbero eliminati entrambi i problemi di cui sopra. L’obiettivo prefissato dal governo indiano è quello di arrivare alla soglia del 30% delle auto elettriche private vendute nuove entro il 2030.
Ebbene, dal punto di vista ecologico – ma non quello tecnico – il sistema proposto mi sembra di una utilità molto dubbia (per non dire che sembra una grossa m…chiata). Infatti, per combattere le emissioni del CO2 delle auto si propone di produrre il doppio (come minimo) delle batterie: quindi aumentare tutte le conseguenze ecologiche legate alla fabbricazione e al futuro smaltimento (inevitabile) delle batterie invecchiate. Questa si chiama «la genialità alternativa».
Oppure è solo l’ennesima manifestazione del trucco infantile «nascondiamo il problema da un’altra parte e facciamo finta che non esista più»?
In ogni caso, avrebbero fatto meglio a ridurre i dazi di importazione delle auto elettriche: attualmente in India sono pari al 100% del prezzo dell’auto importata.


Il viraggio deriva dal virus

Accelera è una azienda indonesiana che produce pneumatici per le automobili e per i mezzi pesanti a partire dal 1996. Non so dire molto sulla qualità dei suoi prodotti – anche se ho letto che l’azienda utilizzerebbe i macchinari e le tecnologie moderni di fabbricazione occidentale – ma così, a occhio, sembrano delle gomme affidabili. I nomi dei loro modelli, per esempio, sembrano garantire la velocità dello spostamento e una buona aderenza alla strada:

In generale, direi così: se io fossi un responsabile del marketing e/o co-fondatore di una startup di qualsiasi specializzazione, avrei già promosso la progettazione e la messa sul mercato di un po’ di prodotti chiamati con le varie lettere greche. Infatti, sono ormai lontani i tempi in cui la birra «Corona» veniva danneggiata (ma sarà vero?) dalla pandemia: ora le varianti del virus fanno da superagenti pubblicitari. Per esempio, mi ricordo ancora benissimo che la criptovaluta Omicron (OMIC) in appena due giorni – il 27 e il 28 novembre – era cresciuta del 794% dopo la decisione della OMS di chiamare con lo stesso nome la nuova variante del Covid-19.