L’archivio della rubrica «Arte»

Hirotoshi Ito

Lo scultore giapponese Hirotoshi Ito – preferisco scrivere i nomi nell’ordine occidentale – raccoglie le pietre sulla riva del fiume che passa vicino a casa sua e poi le trasforma in opere insolite e spesso un po’ spaventose. Ma sono sempre delle opere in un certo senso attraenti:

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I logo in stile medioevale

Ilya Stallone, un artista di San Pietroburgo, ha ridisegnato i logo di alcune note aziende in stile medioevale. Alcune di quelle opere sono effettivamente curiose.
Curiose anche quando il personaggio centrale sembra un po’ triste o angosciato…

… o, addirittura, spaventato da qualche scena terrificante appena vista…
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Tatsuya Tanaka

L’artista giapponese Tatsuya Tanaka crea delle interessanti miniature partendo da diversi oggetti più o meno piccoli, ma sempre tipici della nostra vita quotidiana. E poi, ogni giorno pubblica sull’Instagram una delle proprie opere.
In questa sede pubblico solo alcuni esempi:

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Vladimir Lagrange

Il 22 gennaio è morto Vladimir Lagrange, uno bravo fotografo russo/sovietico che aveva iniziato la propria fortunata carriera professionale nel lontano 1959.
La morte è una occasione triste per pubblicizzare le opere di una persona, ma tardi è sempre miglio che mai.

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L’astrofotografo Andrew McCarthy

L’astrofotografo Andrew McCarthy si autodefinisce, sul proprio Instagram, «solo un tipo normale con un telescopio». Ma io, vedendo i suoi risultati, non riesco proprio a considerarlo «solo normale». Per ognuna delle proprie opere Andrew fa una grandissima quantità di scatti per poi montarli in una unica foto di altissima risoluzione.
Per esempio: per ottenere le immagini della Luna come quelle seguenti, Andrew deve scattare e poi mettere insieme alcune decine di migliaia di foto.

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Il museo d’arte olandese Rijkmuseum ha realizzato una nuova variante della copia digitale ad altissima risoluzione del quadro «Ronda di notte» di Rembrandt.
Nell’ambito di questa missione un team di specialisti ha fotografato 8439 frammenti del quadro e poi la ha «cuciti» insieme con l-aiuto di una rete neurale artificiale. Tutte le foto dei singoli frammenti del quadro sono state scattate con una Hasselblad H6D 400 MS da 100 megapixel con il sensore CMOS di 5,5×4,1 cm. Lo spazio tra i pixel è di 5 micrometri. Inoltre, gli autori della digitalizzazione hanno comunicato di avere creato una mappa del rilievo del dipinto per poter calibrare la macchina fotografica e ottenere quindi una messa a fuoco accurata.
Alla fine, le foto di tutti i frammenti sono state controllate – sempre con l’aiuto di una rete neurale artificiale – circa la coerenza dello schema dei colori e della nitidezza. Tutte le immagini così controllate e ottenute sono quindi state unite in un unico file di 5,6 terabyte con una risoluzione finale di 717 gigapixel. Il risultato è ora disponibile sul sito del museo.

Un progetto simile era già stato realizzato dallo stesso museo a maggio del 2020: all’epoca era stata pubblicata una copia digitale della «Ronda di notte» di 44,8 gigapixel. Io sono contento per il grande progresso tecnico fatto in così poco tempo e, certamente, per la possibilità di vedere un quadro famoso in una risoluzione ancora più alta… Ma spero che ora si passi anche a qualche altra opera!


Geometria

Il fotografo tedesco Siegfried Hansen vive e lavora da anni ad Amburgo. Ci può interessare, per esempio, per la capacità di riuscire a tirare fuori il massimo (pare) dall’argomento un po’ banale delle coincidenze geometriche.
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Rich Webber

Rich Webber, regista dell’animazione alla Aardman Animations, anche fuori dal lavoro si diverte creando degli animali di plastilina e pubblicandoli sul proprio instagram. Spesso si ha l’impressione che nella vita quotidiana qualcuno lo costringa a una dieta abbastanza rigida…
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Barbara Reid

La illustratrice canadese Barbara Reid crea delle composizioni di plastilina per i libri per bambini. Ogni opera viene fotografata, diventando così una delle illustrazioni.

Sul sito personale della Reid sono disponibili diverse sue opere. Io pubblico solo alcuni esempi: Continuare la lettura di questo post »


Il volto

Tantissime persone si rattristano per «essere venute male» su una foto. Sostengono che quella foto sia malriuscita.
Ma in realtà l’affidamento a una fotocamera della trasmissione della vera immagine di una persona è una missione persa già in partenza. La fotografia non è in grado di trasmettere l’impressione che una persona fa agli altri. La fotografia non è in grado di trasmettere l’intelligenza, il modo di parlare, il fascino, il senso dell’umorismo, la risata, l’accento, l’odore e tantissimi altri aspetti. Pure lo stesso volto della persona nella vita reale non è statico.
Non fidatevi dei ritratti belli. E, soprattutto, non cercate di farli: non dicono alcunché sulla persona. Addirittura, sarebbe bello evitare proprio di fare i ritratti.
La cosa migliore è tentare di catturare quegli attimi in cui la persona è viva, non concentrata su se stessa. Nei momenti in cui interagisce naturalmente con il mondo circostante, trasmette con la propria immagine «grafica» almeno una parte della propria personalità di quel preciso momento storico in cui è stata scattata la foto. Quindi nei momenti in cui non posa davanti all’obiettivo. Solo in questo modo allo spettatore verrà data una piccola parte degli elementi che compongono l’immagine reale di una persona viva.