Un matrimonio di lavoro

(17 agosto 2018)

Come probabilmente avete già letto, la ministra degli Esteri austriaca Karin Kneissl ha inviato il presidente russo Vladimir Putin al proprio matrimonio (il quale si terrà domani, 18 agosto); Putin ha accettato l’invito (lo stesso giorno deve già incontrarsi con la Merkel).
L’eurodeputato austriaco dei «Verdi» Michel Reimon, infastidito da tali rapporti tra i due politici, ha invitato la ministra a dimettersi.
Ecco, di solito non trovo opportuno commentare le parole e le azioni dei vari «verdi»: il senso di quello che dicono e fanno mi fa semplicemente dubitare della loro salute mentale. La reazione alla prossima visita di Putin, però, è una buona occasione per fare i complimenti a Karin Kneissl. La quale, infatti, ha avuto la forza di utilizzare ai fini lavorativi anche un importante evento personale come il matrimonio. I diplomatici devono cercare e trovare i modi di comunicare (discutere, scambiarsi le opinioni e le idee) con i colleghi e i leader esteri anche nelle situazioni informali. Anche qualora la controparte rappresentasse il più ripugnane dei regimi, è necessario mantenere almeno un debole contatto. Perché nel nostro mondo globale senza un minimo dei contatti non si lavora. Se l’unico modo di incontrare in un ambiente informale Vladimir Putin (il quale, ricordiamo, viaggia pochissimo all’estero) è questo, complimenti a chi ha avuto la professionalità di approfittarsene.

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