L’archivio del tag «WWI»

I disertori combattenti

A volte mi capita di voler prendere una nota di qualche scoperta per poi studiarla meglio in un periodo un po’ più libero dagli impegni quotidiani. Oggi utilizzo il mio sito per una di quelle note. Infatti, è interessante notare che, sebbene Hitler, Mussolini e Stalin abbiano partecipato ai combattimenti in guerra, inizialmente tutti e tre cercarono di sottrarsi al servizio militare.
Nel 1913 in tutta l’Austria-Ungheria fu condotta, al fine di aumentare il numero delle truppe, una ricerca dei coscritti fuggiti. Il 22 agosto la polizia emise, tra l’altro, il seguente avviso di ricerca: «Hittler Adolf, fino a poco fa residente nel dormitorio maschile, Meldemann Strasse, Vienna, luogo attualmente non stabilito, la ricerca continua». La polizia austriaca chiese alla polizia di Monaco di stabilire l’indirizzo di Hitler fuggitivo. Il 19 gennaio 1914 la polizia criminale di Monaco portò Hitler al consolato austriaco. Il 5 febbraio 1914 Hitler si recò a Salisburgo per gli esami medici, al termine dei quali fu dichiarato non idoneo al servizio militare.
Benito Mussolini, per evitare il servizio militare, emigrò in Svizzera nel 1902. Nel 1903 fu condannato in contumacia a un anno di reclusione dal tribunale militare di Bologna per essersi sottratto alla coscrizione e successivamente arrestato dalla polizia svizzera su richiesta dell’Italia. Nel 1904 Mussolini fu tra i beneficiari della amnistia proclamata in occasione della nascita del principe Umberto (diventato poi re Umberto II).
Nel 1916 il governo russo decise di chiamare al servizio militare le persone condannate alla deportazione nelle zone estreme della Russia per i reati amministrativi. A dicembre del 1916 Stalin fu dunque trasferito, ormai in qualità di una recluta, a Krasnoyarsk, ma all’inizio di febbraio del 1917 si sottrasse al servizio per motivi di salute: a causa di un’estensione incompleta del braccio sinistro al gomito (pare che sia stata la conseguenza di una ferita ricevuta durante una «espropriazione proletaria»).
Chissà come ho fatto ad arrivare a una scoperta del genere…


L’11/XI

Il Shrine of Remembrance a Melbourne fu inizialmente dedicato ai militari caduti nella Prima guerra mondiale. Col tempo, poi, è diventato un monumento a tutti gli australiani caduti nelle guerre.

Al centro dell’edificio che vedete sulla prima foto si trova la Pietra di Commemorazione (Stone of Remembrance) con la frase Continuare la lettura di questo post »


Una presenza anomala

Come ben sanno i miei lettori, ieri a Parigi si sono tenute le celebrazioni per il centenario della fine della Prima guerra mondiale. Alcuni dei lettori avrebbero potuto anche stupirsi per la presenza del presidente russo Vladimir Putin tra gli ospiti ufficiali: non solo per la sua reputazione internazionale attuale, ma pure per dei motivi storici. Infatti, per la Russia la Prima guerra mondiale finì alcuni mesi prima, il 3 marzo 1918, e non in migliore dei modi (nei confronti degli ex alleati): con la firma del Trattato di Brest-Litovsk. Certo, non si tratta del passaggio dalla parte dei vincitori nel momento più opportuno (conosciamo degli esempi storici), ma è comunque una fuga poco gloriosa.
Ma intendo offendere l’orgoglio storico degli altri almeno con il presente post. Il mio vero obiettivo è quello di trovare una spiegazione alla presenza di Putin alla cerimonia di ieri. In realtà la spiegazione è semplicissima: da diverso tempo possiamo osservare l’intenzione del presidente francese Macron di svolgere il ruolo dell’ «adetto ai spurghi» mondiale. Tale intenzione si manifesta, tra l’altro, nei numerosi tentativi di attribuirsi il compito da mediatore tra la Russia (la parola spurghi si riferiva alla sua classe dirigente) e il resto dell’Occidente. Evidentemente, qualcuno era riuscito a spiegare almeno a Macron una delle caratteristiche psicologiche principali di Putin: il grande sogno di essere riconosciuto e accolto come un pari dagli altri leader mondiali.
Purtroppo, però, i consiglieri di Macron (o egli stesso?) sono arrivati in un leggero ritardo. Devo constatare che dalla metà del 2017 si osserva un importante cambiamento nella visione putiniana del proprio ruolo nel mondo: sembra che tenda sempre più alla totale solitudine in un mondo degli ingrati incapaci di apprezzarlo. Una delle conseguenze più naturali è l’aggravarsi della contrapposizione al mondo intero.