Pare che secondo WADA in Russia non esisterebbe più il programma statale di doping.
Secondo me, invece, qualsiasi programma statale può essere applicato pienamente solo in casa (come è infatti successo nell’occasione delle Olimpiadi a Sochi nel 2014). E, allo stesso tempo, dubito che una qualsiasi classe dirigente di uno qualsiasi Stato possa decidere, da un giorno all’altro, di comportarsi in un modo radicalmente diverso rispetto a qualche anno, mese o giorno prima. Gli appassionati dello sport lo potranno vedere con i propri occhi nel corso delle eventuali (sì, sono ancora eventuali) Olimpiadi di Tokyo.
Per non ripetere, per l’ennesima volta, che lo sport è l’ultimo tra gli aspetti rilevanti delle Olimpiadi, mi fermo qui.
L’archivio del tag «wada»
Tutti coloro che sono in qualche modo interessati a seguire gli sviluppi dello scandalo sul sistema statale di doping in Russia, ora possono fare una interessante lettura. Lo possono fare grazie a WADA, la quale ha tradotto in inglese e pubblicato la corrispondenza dell’ex direttore del Centro Antidoping Russo dott. Grigory Rodchenkov con i suoi colleghi dell’epoca.
Ai poco informati ricordo che dottor Grigory Rodchenkov fu direttore del Centro Antidoping russo dal 2006 al 2015. Si dimise dall’incarico l’11 novembre 2015 in seguito a una accusa di frode avanzata dalla WADA. Nel gennaio 2016 scappò negli USA temendo per la propria vita: le sue paure si rivelarono fondate dopo le morti più che sospette di due ex direttori della RUSADA (Agenzia Antidoping Russa). Ottenuta la protezione giudiziaria negli USA, Grigory Rodchenkov iniziò a raccontare del sistema statale di doping russo.