Ieri, il 20 marzo, l’Ungheria ha bloccato per la seconda volta consecutiva il documento finale del Consiglio europeo sul sostegno all’Ucraina (il primo episodio del blocco era successo il 6 marzo). Il documento è stato dunque approvato sotto forma di testo di dichiarazione a nome di 26 dei 27 Stati-membri.
Per me si tratta di una occasione ancora più buona di prima, per i vertici dell’UE, di capire che il principio della unanimità non è uno strumento funzionante nelle condizioni attuali dell’UE stessa. Mentre prima poteva semplicemente accorgersi che un qualsiasi (in realtà uno specifico) idiota può bloccare qualsiasi decisione importante perché condizionato dall’esterno, ora la situazione è ancora più chiara. Davanti agli occhi di tutti c’è il bellissimo esempio di Trump che sta testando la capacità dell’autodifesa delle istituzioni americane avanzando delle iniziative più cretine. L’UE, dunque, potrebbe organizzarsi per escludere la possibilità di ogni somiglianza anche debole.
O dovrebbe.
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Il Financial Times scrive che alcuni funzionari dell’UE stanno valutando la possibilità di sospendere l’Ungheria dal diritto di voto – in base all’articolo 7 del Trattato UE che lo permette di fare nel caso della violazione della normativa comunitaria – per concordare un nuovo pacchetto di aiuti per l’Ucraina.
Se dovesse essere vero (non ho dei motivi per dubitare, ma non ho ancora visto la notizia ufficiale), non posso commentare il fatto dal punto di vista giuridico: per esempio perché avrei bisogno di leggere bene la parte motivazionale. Di conseguenza, posso solo fare le condoglianze e, allo stesso tempo, complimentarmi ancora una volta con Putin: è riuscito a mettere in crisi il principio della unanimità comunitario (un «valore tradizionale», lui ci tiene ai valori tradizionali) e ha spinto l’UE ad abbandonare tale principio spesso inutile, dannoso e ingiusto per quegli Stati-membri dell’UE che effettivamente danno più degli altri. Potrebbe dunque essere l’inizio di un rafforzamento funzionale dell’UE. Per il merito di quel grande piccolo tattico…
Ah, e provate a immaginare quanto sia in questi giorni arrabbiato il presidente Orban: sono giorni che riceve dei calci in c**o politici in Europa!