Il vicecapo del consiglio di sorveglianza di Ukrzaliznytsia (l’azienda ucraina che si occupa dei trasporti ferroviari) Sergey Leshchenko, durante le audizioni alla Verkhovna Rada ha dichiarato che negli anni di guerra le ferrovie ucraine hanno perso quasi la metà dei trasporti merci. Secondo Leshchenko, dal 2021 al 2025 il volume delle merci trasportate è diminuito del 49%, soprattutto a causa della distruzione delle infrastrutture e della perdita delle regioni industriali nella parte orientale del Paese.
È positivo che abbia specificato «soprattutto», ma sarebbe ancora meglio conoscere un dettaglio: quanto hanno perso le ferrovie ucraine a causa della cessazione dei trasporti di merci da/verso la Russia (non importa se di transito o trasportate tra l’Ucraina e la Russia). Mi è chiaro che qualsiasi riferimento alle relazioni commerciali (anche ex) con l’aggressore potrebbe essere molto impopolare in questo momento. È meglio non menzionare proprio la riduzione o la cessazione di queste relazioni come causa dei problemi dell’azienda ucraina. Ma per lo scopo di avere dati statistici interessanti, si sarebbe potuto esprimersi in un modo diplomatico: del tipo, certo, noi perdiamo qualcosa in termini economici, ma la Russia perde tanto…
Insomma, sarebbe stato interessante.
L’archivio del tag «ucraina»
Vladimir Zelensky comunica: i militari ucraini hanno iniziato una missione in Danimarca per diffondere l’esperienza nella difesa contro i droni. Sono arrivati per partecipare a esercitazioni congiunte (con i partner), che potrebbero diventare la base per un nuovo sistema di contrasto ai droni russi (e, teoricamente, non solo quelli russi).
L’UE, da parte sua, prevede di spendere 6 miliardi di euro per creare un sistema di difesa al confine orientale, utilizzando le tecnologie ucraine. La presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen ha dichiarato che l’Ucraina riceverà 2 miliardi di euro per la produzione di droni e che il progetto sarà sviluppato in collaborazione con Kiev e la NATO.
Ecco, io che non sono Zelensky e non dipendo in alcun modo dagli aiuti europei (passati, presenti o futuri) posso mettere in evidenza una cosa banalissima: la situazione appena descritta è incredibile. Mentre l’UE — e l’Occidente in generale — continua a pensare come minimizzare gli sforzi per aiutare l’Ucraina nella sua battaglia difensiva, l’Ucraina inizia ad aiutare l’UE, in un nuovo modo, nella difesa contro l’aggressore pazzo dell’Est. Come se non bastasse che sta già combattendo. Non so se Ursula von der Leyen e i suoi colleghi se ne rendono conto.
L’altroieri Viktor Orban ha sparato una delle sue su X:

Potreste dire che non c’è alcunché di nuovo e di interessante in questa affermazione. Ma, in effetti, la cosa più interessante sono, come al solito, le repliche. Questa, per esempio:

Il grande problema, poi, che un sacco di gente pigra e ignorante in giro per il mondo leggerà (se leggerà) solo la pubblicazione originale, quella di Orban. E non farà alcun tentativo di raggionarci sopra. Io stesso conosco alcune persone così…
Zelensky ha detto, in una intervista ad Axios, che «se la Russia non ferma la guerra, i funzionari del Cremlino dovrebbero assicurarsi di sapere dove si trova il rifugio antiaereo più vicino». E, tra le altre cose, ha rivelato di aver chiesto a Trump una nuova arma a lungo raggio (senza specificare al giornalista di che tipo di arma si tratta) che costringerebbe Putin di andare al tavolo dei negoziati.
Da un lato, le dichiarazioni del genere non si fanno a caso: Zelensky non è Medvedev perennemente ubriaco che minaccia tutti. E non è Trump, che parla senza pensare.
D’altra parte, l’uso delle armi a lungo raggio contro i «funzionari del Cremlino» è, attualmente, l’unico modo realistico di porre fine a questa guerra. In questo caso, però, non avrebbe senso di avvertire il futuro bersaglio del pericolo.
E poi una terza considerazione: non ho mai capito su cosa si basa la speculazione secondo cui l’Ucraina e la Russia avrebbero concordato di non colpire gli edifici governativi. Solo sul fatto che non è mai successo fino a poco tempo fa? Ma l’Ucraina semplicemente non aveva questa possibilità tecnica, mentre le autorità russe di solito non si considerano vincolate da alcun accordo (potevano, per esempio, sperare di mettere pomposamente il proprio vassallo in una sede «simbolica» del potere a Kiev).
In generale, Zelensky potrebbe prepararsi a misure radicali, ma non vuole apparire un «terrorista».
Come avrete letto anche voi, l’esercito russo ha condotto un attacco massiccio contro l’Ucraina nella notte tra i 6 e il 7 settembre. Secondo i dati delle forze armate ucraine, sono stati utilizzati oltre ottocento droni (una quantità mai vista prima) e 13 missili di vario tipo. Uno degli obiettivi principali dell’attacco è stata Kiev. Secondo le informazioni fornite dalle autorità locali, a Kiev sono stati danneggiati non solo condomini residenziali…

… ma anche il palazzo del Governo: anche questo fatto è senza precedenti, gli edifici residenziali non sono mai stati attaccati prima.

È confermato che l’attacco a Kiev ha causato la morte di due persone: una madre e suo figlio di meno di un anno. Venti persone sono rimaste ferite.
Aspettiamo due settimane per capire se Putin vuole la pace.
Aspettiamo, vero?
Certo, è stata solo una delle 1284 (fino a questo momento) notti ucraine, ma fa comunque impressione.
La notte del 28 agosto a Kiev:
Mi ha fatto anche pensare, stranamente, al fatto che avrei dovuto essere abituato (purtroppo), ma ancora non lo sono (per fortuna).
L’articolo che segnalo questo sabato è dedicato all’attacco russo a Kiev del 28 agosto ed è illustrato con molte foto.
Probabilmente sapete già perché segnalo la descrizione proprio di questo attacco: perché si tratta di una azione – purtroppo non l’unica in questa guerra – compiuta intenzionalmente ed esclusivamente contro i civili. Infatti, come ha detto un avvocato commentando la notizia, si tratta di un «bel» esempio della tipologia del dolo intenzionale.
P.S.: come ci ricordiamo, servono due settimane per capire se Putin vuole la pace.
Ieri Vladimir Zelensky ha firmato un decreto con il quale nomina la nuova ambasciatrice ucraina negli USA. l’ambasciatrice uscente è Oksana Makarova.

L’ambasciatrice nuova è Olga Stefanishina.

Della sostituzione della ambasciatrice ucraina negli USA si parlava già da qualche settimana e, se mi ricordo bene, da un po’ di tempo si faceva proprio il nome di Ologa Stefanishina. Si tratta di un argomento altamente diplomatico, dunque pure io, ora, cerco di essere diplomatico.
Ma cosa scrivo? Cerco di essere diplomatico per non essere accusato di tanti peccati moderni!
Vi dico così: da settimane si diceva che la sostituzione della ambasciatrice è una azione altamente diplomatica di Zelensky. Lo è perché l’obiettivo del Presidente è quello di avere negli USA una persona con la quale Trump – con tutte le sue particolarità che conosciamo – sarebbe più contento di conversare e trovare le soluzioni utili per l’Ucraina.
Sono stato abbastanza diplomatico per farvi capire la situazione senza violare le regole sociali moderne? Nella diplomazia, soprattutto quando la situazione globale è difficile, si usano tanti mezzi.
L’ultima osservazione si riferisce alla azione di Zelensky.
P.S.: so che siete delle brave persone e non mi avete capito esageratamente male.
Giovedì Donald Trump aveva scritto sul proprio Truth Social:
It is very hard, if not impossible, to win a war without attacking an invaders country. It’s like a great team in sports that has a fantastic defense, but is not allowed to play offense. There is no chance of winning! It is like that with Ukraine and Russia. Crooked and grossly incompetent Joe Biden would not let Ukraine FIGHT BACK, only DEFEND. How did that work out? Regardless, this is a war that would have NEVER happened if I were President — ZERO CHANCE. Interesting times ahead!!! President DJT
Ho visto tante persone che hanno interpretato quelle parole nel senso più ottimistico: forse ora alla Ucraina sarà permesso di colpire il territorio russo senza limiti e/o le verranno fornite più armi?
E invece no: un rappresentante anonimo della Casa Bianca ha precisato ai giornalisti che Trump avrebbe fatto capire alla Ucraina che essa dovrà accettare l’accordo alle condizioni della Russia. Quindi è la stessa situazione di prima: Trump sta continuando a fare il rappresentante fedele degli interessi di Putin.
Ma un miglioramento della situazione generale c’è: la gente non reagisce più a ogni stronzata che spara Trump e continua a fare il proprio lavoro.
In settimana il Politico ha scritto che la Casa Bianca sta considerando Budapest come sede per i negoziati di pace tra Putin e Zelensky. Non si sa e quando quei negoziati avverranno (pure nello stesso articolo scrivono che da parte russa i funzionari stanno, come potevamo immaginare anche da soli, intenzionalmente prendendo tempo) e se potranno portare a qualche risultato, ma ora non importa.
In questo momento dobbiamo chiederci: da dove è spuntata fuori Budapest, da dove l’hanno tirata fuori? La mia prima – e, per ora, unica ipotesi: probabilmente è un riferimento al memorandum di Budapest del 1994, in cui gli USA e l’UK si erano impegnati a garantire l’integrità territoriale della Ucraina (che in cambio si era impegnata di cedere tutte le armi nucleari e non solo quelle alla Russia). Ora noi, come pure gli USA e l’UK, sappiamo bene quanto valgono le loro garanzie: valgono zero, sono inutili. Ma, probabilmente, quest’anno qualcuno ha pensato di ripetere la «bella» figura.



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