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Le contromisure: seconda parte

L’altro ieri avevo scritto delle misure prese dalla Russia in risposta al abbattimento del bombardiere russo da parte della Turchia. Oggi, invece, abbiamo saputo che la Turchia, contrariamente alla analoga mossa russa, ha deciso di non reintrodurre l’obbligo di visto per i cittadini russi.

Questo significa che i governanti russi, ancora una volta, hanno sanzionato i propri cittadini in risposta al «comportamento non amichevole» di uno Stato terzo. Questa volta, in particolare, i cittadini russi sono stati privati di una popolare meta turistica a basso costo.

Una situazione analoga era già successa con le famose controsanzioni alimentari, introdotte in risposta alla reazione occidentale alla annessione della Crimea. Nel 2014, infatti, in Russia era stato vietato l’import della maggior parte dei prodotti alimentari da UE, USA, Australia e alcuni altri Stati. Ora in Russia quei prodotti mancano del tutto o arrivano con le etichette bielorusse e i prezzi triplicati. I produttori nazionali, che in uno Stato normale avrebbero dovuto essere premiati da una situazione del genere, sono quasi inesistenti. L’economia russa, infatti, gira tutta attorno risorse naturali.

Insomma, niente cibo sano e fresco, niente mare caldo. Non sappiamo quale sarà la prossima mossa, ma sappiamo che Putin è un grande.


Turisti russi, parte 2

Ho una notizia fresca e brutta per un po’ di gente. In tre mesi esatti l’euro è cresciuto del 50% rispetto al rublo russo. L’11 settembre per 1 euro si davano 48,0636 rubli. Oggi, invece, 1 euro vale 68,2942 rubli. Nelle settimane precedenti l’11 settembre la diminuzione del valore del rublo era notevole, ma non così veloce e, direi, catastrofica. Insomma, il valore del rublo continua a volare giù e non sembra che la tendenza possa invertirsi in un periodo medio-breve. In più, l’economia russa, in stagnazione già da due anni, sta ricevendo il colpo di grazia a casa della caduta del prezzo del petrolio.

Cosa significano queste considerazioni per gli italiani? Significano che Continuare la lettura di questo post »


Turisti russi in diminuzione

Negli ultimi giorni ho sentito e letto tanto sulla diminuzione dei turisti russi in Europa e non solo. In tutti i comunicati che mi sono capitati il fenomeno è ricondotto alla guerra di sanzioni tra l’Occidente e la Russia. Per l’ennesima volta i giornalisti – in questo caso occidentali – si sono dimostrati poco informati e incapaci di ricercare le informazioni. Ora vi spiego tutto io.

In sostanza, i turisti russo sono diminuiti per due motivi. In primo luogo, nel giugno del 2014 è stato imposto un divieto informale di fare i viaggi all’estero per i funzionari pubblici russi. Per ora, sottolineo, il divieto non si estende a tutti i dipendenti pubblici (il 25% dei lavoratori russi), ma solo ai funzionari di vari livelli, i poliziotti ed i militari. Si tratta dunque delle persone benestanti: i loro redditi legati allo sfruttamento del posto di lavoro sono piuttosto alti (lo stipendio non va considerato perché basso).

Lo stesso divieto informale di viaggiare all’estero era già in vigore da circa un anno per i massimi dirigenti del Comune di Mosca.

In secondo luogo, pure in Russia la gente comune ha cominciato ad avere paura di spendere troppo. Ne hanno contribuito anche le recenti auto-sanzioni russe in materia alimentare che hanno accelerato la crescita dei prezzi già in corso da diversi mesi.

P.S. I più informati dei miei lettori avranno probabilmente sentito parlare della lunga serie di fallimenti che negli ultimi mesi ha colpito i principali tour operator russi. Succede sempre per il divieto di viaggiare di cui sopra. Tutti i dipendenti pubblici in generale, essendo per la loro natura delle persone pigre e tecnologicamente quasi analfabeti, sono oggi quasi gli unici clienti dei tour operator.