Turisti russi, parte 2

(11 dicembre 2014)

Ho una notizia fresca e brutta per un po’ di gente. In tre mesi esatti l’euro è cresciuto del 50% rispetto al rublo russo. L’11 settembre per 1 euro si davano 48,0636 rubli. Oggi, invece, 1 euro vale 68,2942 rubli. Nelle settimane precedenti l’11 settembre la diminuzione del valore del rublo era notevole, ma non così veloce e, direi, catastrofica. Insomma, il valore del rublo continua a volare giù e non sembra che la tendenza possa invertirsi in un periodo medio-breve. In più, l’economia russa, in stagnazione già da due anni, sta ricevendo il colpo di grazia a casa della caduta del prezzo del petrolio.

Cosa significano queste considerazioni per gli italiani? Significano che il turismo russo di massa è entrato in coma (uso questa espressione solo per una misera speranza di rivederlo in vita). Dopo il divieto di fare i viaggi all’estero imposto alla maggior parte dei dipendenti pubblici russi, ora anche la classe media vera è costretta a rinunciare. In sostanza, restano solo i super (o quasi) ricchi che continuano a comprare case in Europa (ma lo fanno per altri motivi).

I ristoratori italiani mettano pure via i menù pubblicitari in russo, i commercianti licenzino quei commessi che hanno la conoscenza del russo come l’unico pregio… Ormai conviene a concentrarsi maggiormente sull’accontentare i cinesi e gli arabi. Le folle dei turisti russi non si vedranno non solo a Natale 2014, ma nemmeno nei prossimi mesi o anni.

Rubriche: Russia

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