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Le mosse diplomatiche sicure

Donald Trump, in vista della telefonata di oggi con Putin, aveva postato sabato questa immagine:

E subito dopo ha scritto:

Putin non usa l’internet, non sappiamo se gli verrà la prima delle immagini di questo post e, in ogni caso, potrebbe non essere condizionato proprio da essa. Ma, in ogni caso, racconterà a Trump delle proprie solite impossibili pretese nei confronti della Ucraina. Trump, a sua volta, racconterà di quelle pretese a Zelensky (come se Zelensky non le conoscesse). Zelensky dirà verso quale destinazione deve procedere Putin con le sue pretese. A quel punto Trump dirà di avere fatto tutto il possibile e tornerà a giocare a golf.
Ma forse prima posterà un’altra immagine:

Pure Trump rischia di diventare prevedibile. Che delusione…


L’assenteismo prevedibile

Si poteva scommettere un miliardo di euro su questa «notizia»: ieri Putin non si è presentato all’incontro con Zelensky a Istanbul. L’unico dettaglio che non ho indovinato è il fatto che non ha nemmeno fatto lo sforzo di inventarsi una scusa.
Al suo posto è andato un gruppetto di personaggi che non decidono nulla, guidati da un personaggio che dal puto di vista istituzionale e politico conta meno di nulla (l’ex ministro della cultura e l’autore della riscrittura della storia Medinsky). Ogni cosa (promessa, decisione, accordo) pronunciata da quei personaggi potrà essere tranquillamente ignorata da Putin. La delegazione ucraina lo sa benissimo, non si aspetta alcunché dagli incontri con quei personaggi, Zelensky ha deciso di non partecipare proprio… Tutto questo è logico, tutto questo era prevedibile in anticipo.
Il dettaglio interessante, invece, è: sempre ieri Trump ha dichiarato che non ci sarà alcun progresso nei colloqui di pace sull’Ucraina finché lui e il presidente russo Vladimir Putin non si incontreranno. E allora? Perché non ci è andato a Istanbul, dicendo «Vladimir, ci vediamo là»? Certo, si potrebbe logicamente dire: non lo ha fatto perché capisce che Putin vuole parlare solo con lui e non con Zelensky. Ma finché si preoccupa di come creare una situazione comoda per Putin, non ci sarà alcun progresso nelle trattative: Putin continuerà – ragionevolmente – a pensare di poter fare quello che vuole.
Finché Trump – da «campione delle trattative» – non decide di fare il duro con la parte forte della guerra, Putin continuerà a insultarlo con le proprie azioni. Come lo ha fatto ieri non presentandosi all’incontro di Istanbul voluto fortemente proprio da Trump.


Perché non ci andranno?

Donald Trump ha dichiarato che potrebbe recarsi a Istanbul il 15 maggio, dove probabilmente si svolgeranno i colloqui russo-ucraini, ma non ne è ancora sicuro perché ha in programma tantissimi incontri.
Avendo osservato il comportamento di Trump degli ultimi 3+ mesi, possiamo immaginare facilmente che a Istambul ci andrebbe di corsa, anche a piedi, per mostrare a tutti ancora una volta di essere l’uomo delle soluzioni. Ma sta aspettando di capire se la sua presenza sarà unica o meno: se ci saranno anche altri due personaggi.
Effettivamente, nel finesettimana Zelensky aveva fatto una grandissima mossa dichiarando che il giovedì 15 maggio aspetterà Putin a Istanbul per un colloquio (come lo stesso Trump gli ha chiesto di fare). È una grande mossa perché Zelensky capisce benissimo – a differenza di Trump e quasi tutta la squadra di quest’ultimo – che Putin farà qualsiasi cosa per non andarci! Non ci andrà un po’ perché ha paura di finire in un luogo potenzialmente nemico e un po’ perché in caso contrario dovrebbe negoziare direttamente con Zelensky al quale nega la legittimità (perché lo odia per il coraggio, per la tenacia, per il fatto che è stato eletto con i veri voti popolari e per tante altre cose). Di conseguenza, Zelensky ora sta costringendo Putin a fare due cose contemporaneamente: mostrare dispetto a Trump e inventare una scusa – in ogni caso ridicola – per non andare a un colloquio che egli stesso (Putin) ha proposto. Lo sta costringendo di mostrare un’altra volta, con una chiarezza ancora più grande, di non essere interessato alla pace. Immaginate le bestemmie che volano in questi giorni nella residenza di Putin…
Ora sarebbe bello convincere Trump di fare una dichiarazione pubblica più precisa: «io e Zelensky ti aspettiamo a Istambul, che fai?».


I primi 100 giorni di successi

L’altro ieri, il 29 aprile, Donald Trump ha parlato in un comizio in Michigan dedicato ai suoi primi 100 giorni da Presidente e ha dichiarato che questo periodo è stato «the most successful first 100 days of any administration in the history of our country».
Ed è vero: ha reso il Canada e la Groenlandia 51-esimo e 52-esimo Stati degli USA (o forse no?), ha vinto la «guerra dei dazi» (o ha iniziato subito a ridurla perché tutti lo mandavano a fan…?), ha messo fine alla guerra in Ucraina in 24 ore (o ha solo cercato di farlo bloccando gli aiuti alla Ucraina?) e, naturalmente, ha reso di nuovo grande l’economia statunitense:

Ah, no: mi sa che l’ultima cosa che non l’ho indovinata, visto che il grafico mostra il primo trimestre di recessione dell’economia statunitense in quattro anni…
Ma posso dire con certezza che Trump farà in tempo a combinare tante cose altrettanto grandi! Sarà in grado di fare molto di più, bisogna solo non disturbarlo e aspettare.
Allo stesso tempo, non voglio assolutamente augurargli un buon lavoro e tanti successi nel percorso sopra descritto, nemmeno nella giornata di festa tematica di oggi.


Ha un abito scuro?

Lo avranno già notato in tanti (forse in tantissimi), ma è un fatto che voglio «salvare» sul mio blog pure io.
Meno di due mesi fa Donald Trump si era lamentato per il fatto che Vladimir Zelensky si sarebbe presentato all’incontro alla Casa Bianca (il 28 febbraio 2025) con gli abiti «inadeguati». Anche se si conosce bene la posizione di Zelensky: vuole evitare l’abbigliamento chiaramente civile finché è in corso la guerra.

Ma il sabato 26 aprile 2025 Donald Trump si era presentato così al funerale di Papa Francesco:

Sono abituato a indicare anche il contesto, quindi lo faccio pure ora:

Io stesso non sono un grande fan (entro certi limiti, ovviamente) dei vari dress code tradizionali, ma almeno non rimprovero le persone simili a me, ahahaha
Allo stesso tempo, non penso che sia il caso di deridere una delle tante scelte di Trump fatte più per stupidità che per intenzione (sa che in pochissimi potranno rimproverarlo per qualcosa). Volevo solo sottolineare un fatto curioso…
P.S.: secondo il mio testamento — ancora da scrivere — il mio inevitabile funerale dovrà essere o super segreto (anche a livello informativo) o un evento più allegro possibile. Lascerò la scelta tra le due opzioni a che se ne dovrà occupare.


Trump non è contento

Trump ha condannato il massiccio attacco dell’esercito russo di ieri alla Ucraina, compresa la città di Kiev:

I am not happy with the Russian strikes on KYIV. Not necessary, and very bad timing. Vladimir, STOP! 5000 soldiers a week are dying. Lets get the Peace Deal DONE!

Mi chiedo se Zelensky e Biden siano ancora secondo lui colpevoli dell’inizio della guerra. E se sia Zelensky a non volere che finisca?
In realtà, è interessante ma non importante. Ciò che è importante è: molto probabilmente è impossibile offendere seriamente Trump: quando egli finalmente capirà tutto di Putin (prima o poi dovrà farlo, nonostante le capacità limitate), semplicemente passerà a qualche questione più semplice e veloce da «risolvere». Gli è già successo molte volte fare in questo modo. Ma non sarà in grado di offendersi nello stile di Putin, tipo: «Non mi rispetti, quindi ora ti rovino tutta la tua misera esistenza». Il suo livello di cultura è notoriamente basso, ma è comunque basso secondo i criteri americani. Purtroppo, in questo particolare momento storico è da considerare una cosa negativa.


L’ho scoperta solo di recente

Nei giorni scorsi mi sono imbattuto, per puro caso, in questa firma leggermente modificata (con alcuni punti doppi) di Donald Trump:

Io, personalmente, non ho mai avuto abbastanza fantasia per vedere la possibilità una simile modifica, ma mi è comunque sembrato un po’ strano che nessuno ci abbia pensato prima del 2025. Sono dunque andato a cercare su internet e ho scoperto che l’idea circola almeno dal 2020.
Boh, forse è la prima volta che un meme ci metta così tanto ad arrivare davanti ai miei occhi. Quindi utilizzo questo post per salvarlo…


Trump è “molto arrabbiato”

La giornalista Kristen Welker ha raccontato, in una diretta a NBC News, che Donald Trump nel corso di una conversazione con lei avrebbe detto di essere «molto arrabbiato» con Vladimir Putin (il quale ha messo in dubbio la legittimità di Vladimir Zelensky) e avrebbe minacciato di imporre dazi secondari sul petrolio russo durante una conversazione con lei.
Almeno in questo specifico caso ci credo facilmente che la reazione di Trump al comportamento di Putin sia proprio quella della rabbia: si è già abituato che tutti in qualche modo cercano di accontentarlo. Ancora più facilmente ci credo quando si dice della sua ipotetica intenzione di introdurre le sanzioni secondarie: si tratta più o meno della stessa logica dei dazi (quanto sia funzionante e utile è un’altra questione).
Allo stesso tempo, sono contento per il fatto che Trump continui a scoprire ciò che è evidente più o meno a tutti gli altri: la pace o la tregua in Ucraina non sono tra gli obiettivi primari di Putin. Di conseguenza, Trump sta trattando con un personaggio che ha gli obiettivi completamente diversi dai suoi. In queste condizioni è possibile arrivare al risultato sperato? Ovviamente no.
Ma quello che mi diverte maggiormente è il comportamento miope di Putin, il quale per l’ennesima volta ha dimostrato di essere un tattico e non uno stratega. Pensava di ingannare un tipo impulsivo come Trump? Pensava di poterlo fare almeno per un periodo di tempo non tanto breve? Triplo ahahaha! È ovvio che prima o poi dovrà affrontare le conseguenze: sarebbe interessante vedere quali.
Tra poco vedremo come è realmente Trump arrabbiato, ahahaha


No, Donald Trump!

Il video domenicale di oggi potrebbe essere classificato come una «canzone domenicale»: troppo leggero per la rubrica musicale e troppo musicale per i video domenicale. È la nuova canzone popolare canadese «No, Donald Trump!»:

È la forma meno grave dei divertimenti un po’ primitivi.


Ci sta arrivando

Sembra che Trump stia iniziando – anche se lentamente – a capire qualcosa: non ha escluso che la Russia stia intenzionalmente ritardando la firma dell’accordo sulla tregua in Ucraina. Martedì ha dichiarato:

«I don’t know. I mean, I’ll let you know at a certain point. But I think that Russia wants to see an end to it, but it could be they’re dragging their feet,» Trump told Newsmax host Greg Kelly. «I’ve done it over the years, you know; I don’t want to sign a contract, I want to sort of stay in the game, but maybe I don’t want to do it, quite … I’m not sure. But no, I think Russia would like to see it end, and I think [Ukrainian President Volodymyr] Zelenskyy would like to see it end at this point.»

E ci sono ancora tante altre scoperte e delusioni sorprendenti che lo attendono! Infatti, lo Stato russo invia (almeno per ora) ai negoziati dei personaggi di dubbia qualità (senza alcun peso istituzionale o diplomatico, senza competenze diplomatiche e con un mandato sconosciuto) che hanno un solo obiettivo da perseguire: quello di non concordare nulla di concreto e di garantire la possibilità di più o meno la stessa guerra che si combatte attualmente.
Ma io sono soddisfatto prevalentemente per il fatto stesso che Trump abbia fatto la suddetta scoperta: significa che il tipo non è ancora completamente perso per la società e per il mondo, ha ancora qualche residuo di ragione. Ora dobbiamo sperare che la sua reazione accumulata alle future rivelazioni, se non violenta, vada almeno in qualche direzione utile. La speranza è molto piccola, ma c’è.