L’archivio del tag «spazio»

La gente che vede senza guardare

Proviamo a distrarci un po’ con qualche evento epocale. Per esempio: come avete sicuramente letto, sentito e visto, la settimana scorsa il booster Super Heavy, la parte inferiore del StarShip della SpaceX, è rientrato esattamente nel sito di lancio. Sicuramente lo avete visto:

I vari terrapiattisti, negazionisti del progresso scientifico e tecnologico e altri ignoranti hanno iniziato subito a dire e scrivere che si tratterrebbe di un filmato del lancio «riprodotto al contrario». Certo, come se il booster Super Heavy fosse stato lanciato da solo, senza niente…
Gli ignoranti che appartengono alla categoria delle persone un po’ «meno perse» per la società – cioè quelle capaci di motivare le proprie parole con qualcosa che assomiglia alla logica umana – fanno notare che nel video le nuvole iniziano a muoversi solo quando la fase di atterraggio si conclude con l’agganciamento alla base. Certo, come se nessuno si fosse accorto del fatto che è il punto di ripresa a cambiare rispetto alle nuvole (lo potete notare da come cambia l’inquadramento della base).
Insomma, è una delle rare (negli ultimi anni) occasioni in cui posso fare i complimenti a Elon Musk.
E, allo stesso tempo, è una delle tantissime occasioni in cui posso augurarvi di non sprecare la vostra unica vita per l’ascolto degli ignoranti.


Il lancio nordcoreano

Le immagini del lancio del satellite «spia» nordcoreano non hanno tanto di particolare per quelli di noi che hanno visto dei lanci molto più importanti. Dunque io spero l’amore nordcoreano verso la pubblicizzazione dei propri «grandi successi» lo porti anche farci vedere cosa è riuscito a «spiare» con quel satellite: riusciremmo a capire qualcosa sull’attuale livello tecnologico nordcoreano.

Anche se potrebbero capire il rischio di farci ridere…


Ha cessato di esistere

Mi piacciono da anni i comunicati ufficiali della azienda statale russa Roskosmos (quella responsabile per il programma spaziale russo):

Secondo i risultati delle analisi preliminari, a causa della deviazione dei parametri effettivi dell’impulso da quelli calcolati, la navicella si è spostata su un’orbita non calcolata e ha cessato di esistere in seguito alla collisione con la superficie della Luna.

Effettivamente, la comunicazione con la navicella era stata interrotta il 19 agosto alle 14:57 circa, l’ora di Mosca. E la Roskosmos ha continuato a seguire il linguaggio ufficioso russo, quello che parla della «crescita negativa» dei fattori economici, la «controffensiva russa» sul fronte ucraino etc…
Per il resto, non mi è ancora chiaro se il progetto «Luna 25» sia stato identico al progetto «Luna 24» del 1976 (ha pure fatto in tempo a «trasmettere» delle foto della Luna di qualità tipica del 1976) oppure un modellino incompleto lanciato sull’orbita tanto per lanciare qualcosa prima degli indiani.
Beh, non facciamoci distrarre.


Una riccorrenza diventata triste

Oggi, nel 61-esimo anniversario del volo di Yuri Gagarin nello spazio, posso fare solo la triste constatazione di un fatto già ben noto a tutti: con l’invasione militare dell’Ucraina la Russia si è nuovamente sparata a una gamba ritagliata fuori anche dal progresso tecnico-scientifico legato allo studio dello spazio. Nessuno Stato, nemmeno il più ricco, avrebbe le risorse intellettuali ed economiche sufficienti per condurre gli studi di tale portata. E il governo russo (in realtà una persona in particolare) in un mese e mezzo è riuscito ad attirare le sanzioni internazionali sufficienti non solo per escludere il settore nazionale dal mondo scientifico globale, ma anche per seppellirlo del tutto.
Gli interessati a questa conseguenza — naturalmente non la più grave dal punto di vista umanitario — della guerra troveranno facilmente molti articoli validi sull’argomento, quindi io vi propongo solo un link utile per farsi una prima idea.
È così che i primi diventano peggio degli ultimi: si azzerano. E non si sa se e quando ripartono.

A me, personalmente, dispiace tanto che gli sforzi di alcuni geni della metà del XX secolo siano stati sprecati in questo modo…


L’isolamento migliore

Il polo oceanico dell’inaccessibilità – noto con il nome di punto Nemo – è situato nell’oceano Pacifico e ha le terre emerse più vicine a 2688 km di distanza. Se a qualcuno dovesse capitare di sostare, in qualche modo, in quel punto per un po’ di giorni, in alcuni momenti gli umani più a egli vicini sarebbero gli astronauti della Stazione Spaziale Internazionale (l’altezza media alla quale si trova è di 384,7 km).

Ma non conviene andarci per troppo tempo o in un momento scelto completamente a caso. Infatti, il punto Nemo è anche la coordinata di rientro per i veicoli e i corpi spaziali artificiali destinati alla distruzione. I resti delle opere umane bruciate nell’atmosfera potrebbero arrivarvi in testa un po’ troppo fortemente, anche se senza alcun umano «a bordo».


L’astrofotografo Andrew McCarthy

L’astrofotografo Andrew McCarthy si autodefinisce, sul proprio Instagram, «solo un tipo normale con un telescopio». Ma io, vedendo i suoi risultati, non riesco proprio a considerarlo «solo normale». Per ognuna delle proprie opere Andrew fa una grandissima quantità di scatti per poi montarli in una unica foto di altissima risoluzione.
Per esempio: per ottenere le immagini della Luna come quelle seguenti, Andrew deve scattare e poi mettere insieme alcune decine di migliaia di foto.

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Le gare divertenti

Apparentemente la concorrenza può assumere delle forme ridicole. Come, per esempio, quella tra Richard Branson e Jeff Bezos.
Branson aveva talmente tanta fretta di andare per primo nello spazio, che non ci è arrivato e si «limitato» a raggiungere una quota suborbitale.

Bezos, a sua volta, aveva quindi tutte le possibilità di vincere la concorrenza dal punto di vista qualitativo, ma alla fine nemmeno lui ha superato la quota suborbitale.

In compenso, i due ora discutono sulla Terra dive inizi realmente lo Spazio.
Ma in realtà entrambi hanno raggiunto un risultato importantissimo (un piccolo salto per l’uomo, un grande passo per l’umanità). Con i loro voli sono riusciti a dimostrare che la concorrenza tra i privati nel raggiungimento dello Spazio è realmente possibile. E visto che è possibile quella, sarà possibile anche la concorrenza nel suo sfruttamento economico e tecnologico dello Spazio: con la conseguente riduzione dei costi e delle tempistiche. Possiamo quindi vederne i primi risultati già nei prossimi anni (per esempio, la diffusione dell’internet satellitare).
Quindi tifiamo per loro due, per Musk e per tutti gli altri.


60 anni del volo di Gagarin

Ed ecco che siamo arrivati al sessantesimo anniversario del volo di Yuri Gagarin nello spazio.
Purtroppo, a distanza di sei decenni quel grande volo per l’umanità (come avrebbe potuto essere chiamato) ci ricorda anche un principio che tutti dovremmo sapere bene: essere il primo in qualcosa non significa essere anche il migliore. Essere il migliore significa fare qualcosa tutti i giorni: ci vuole un cero impegno… Per il primo (e per il migliore) non intendo, in questo caso, Gagarin. Intendo, per esempio, la situazione riassunta in questa statistica:

Ho preso appositamente i dati del 2019, l’ultimo anno «normale» per tutti gli abitanti del nostro pianeta.
Sempre per lo stesso anno possiamo vedere anche questo grafico:

La fonte è sempre la stessa pagina di Wikipedia, sulla quale troverete alcuni altri dati (e link) potenzialmente interessanti.
Io, intanto, non posso non constatare che si tratta di un anniversario un po’ triste. Perché per qualcuno rimane uno dei pochissimi anniversari che si riferiscono a dei risultati realmente importanti e allo stesso tempo lontanissimi nel tempo. Il nome del vaccino che sarebbe stato creato prima di tutti lo dimostra ancora una volta.


Impressionante

Più o meno tutti gli interessati hanno seguito la fase finale del viaggio di Perseverance verso la superficie di Marte: è l’inizio fantastico di una impresa epocale. Per rimanere nell’argomento spaziale, oggi pubblico un video bello, ma girato con l’obiettivo rivolto verso la Terra.
Il cosmonauta Sergey Kud-Sverchkov ha realizzato e pubblicato un video-timelaps nel quale vengono mostrati la Terra, l’aurora polare e il cielo stellato così come sono visibili dalla Stazione Spaziale Internazionale. In un video di appena 15 secondi è contenuto un viaggio di circa sette minuti sopra l’Oceano Pacifico, gli USA, il Canada e l’Atlantico del Nord.

Ai più interessati comunico che Sergey Kud-Sverchkov è presente su TwitterInstagram.


Inclusione spaziale

Quasi dodici anni dopo l’ultima volta, l’ESA riapre la selezione dei nuovi aspiranti astronauti. E per la prima volta nella storia concede la possibilità di candidarsi anche alle persone disabili:

Individual(s) who are psychologically, cognitively, technically and professionally qualified to become astronauts, but who have a physical disability that would normally prevent them from being selected due to the restrictions of current space hardware are encouraged to apply.

Naturalmente, i vari criteri di selezione rimagono abbastanza alti e la stessa Agenzia precisa che l’obbiettivo è sempre quello di trovare le persone capaci di svolgere il lavoro scientifico (e non dei turisti disabili). Ma è comunque evidente per la causa della sempre maggiore inclusione, la scelta dell’ESA conta molto più di tutti gli altri impegni messi insieme. Soprattutto di quella idiozia delle Paralimpiadi, dove prima di essere incluso in una attività per nulla intellettuale e/o sensata bisogna dimostrare di essere un disabile «giusto» (sì, c’è una precisa lista degli unici difetti ammessi).
Insomma, finalmente il mondo sta per diventare «molto più normale» di prima grazie agli innovatori veri.