L’archivio del tag «putin»

Gli Stati uniti dal Panama

Confesso il mio interesse verso la storia dei soldi di Putin e altri a Panama tende, per ora, verso lo zero. L’utilizzo dei «paradisi fiscali» non viola le leggi terrestri o divine ma, semplicemente, infastidisce gli Stati tanto tirchi da essere incapaci di offrire alle persone un regime fiscale che perlomeno non sappia di espropriazione. E per comprendere l’origine dalle ricchezze di certi politici, invece, mi serve tempo (anche se si sapeva da tempo, per esempio, che Putin non è una persona povera).

Quindi scriverò seriamente dell’argomento solo qualora dovessi scoprire qualcosa oltre l’originalissimo fatto che «tutti i politici sono dei ladri».


Missione compiuta. Quale?

Un politologo intelligente russo (di quelli intelligenti ce ne sono pochi in tutto il mondo), Stanislav Belkovsky, sostiene da anni che Vladimir Putin è un tattico e non un stratega. Di conseguenza, il presidente russo può permettersi di svegliarsi una mattina (nel suo caso sempre tarda) e decidere, senza un apparente motivo, che gli «obbiettivi fissati per la missione in Siria sono stati raggiunti». Raggiunti in meno di sei mesi?

Pur essendo infinitamente contento per il ritiro delle truppe russe, continuo a non capire le motivazioni del loro invio in Siria. Il ministro della Difesa russo, per esempio, ha dichiarato oggi che nel corso della missione sono stati distrutti più di due mila «delinquenti» provenienti dalla Russia, di cui 17 leader di bande. Si tratterebbe di un risultato eccezionale dei famosi bombardamenti fatti a canine penis.

La spiegazione più razionale del ritiro delle truppe che posso inventarmi per ora è l’offesa di Putin per la recente intervista di Obama. Lo so che una persona not completely stupid non si offende così facilmente e/o vistosamente, ma non diventa nemmeno l’oggetto di determinate dichiarazioni/definizioni.

In chiusura del presente post vi do una piccola informazione storica. Nell’URSS esisteva un metodo facile di riempire di spettatori tutte quelle manifestazioni patriottiche e ideologiche che la gente non visitava per l’iniziativa propria: si mandavano i militari, cioè i dipendenti pubblici meno liberi di decidere sul proprio tempo libero. Ecco: due anni fa la Russia ha ottenuto una località turistica quotata pochissimo tra le persone libere di scegliere. Chi potrà dare a loro un giusto esempio? E chi potrà allargare quella località turistica in caso di arrivo di decine di milioni di turisti?


Limousine di (per) Putin in vendita

Alcuni anni fa avevo pubblicato un articolo sulla limousine ZIL 4112R che era, all’epoca, in fase di costruzione. Avrebbe dovuto diventare, prendendo posto dalla Mercedes Pullman, l’auto ufficiale del presidente russo Vladimir Putin.

Si dice, però, che il ZIL 4112R non sarebbe piaciuto a Putin. Alla fine di febbraio si è quindi scoperto che la limousine è stata messa in vendita. Infatti, sembra che sia proprio la fabbrica-produttrice a vendere l’auto tramite Hemmings (azienda specializzata nella vendita delle auto da collezione). L’esemplare messo all’asta si trova a Mosca e ha appena 143 chilometri percorsi (almeno la metà dei quali sarà stata fatta dai giornalisti nelle occasioni delle varie presentazioni). Di conseguenza, è logico supporre che la macchia in questione non abbia mai avuto un proprietario.

La somma richiesta è di appena 1.200.000 dollari.

Metto solo una foto perché le altre sono disponibili anche sulla pagina della vendita .


Il discorso di Putin

Il giorno più inutile dell’anno riprendiamo la tradizione di ascoltare il discorso di auguri del presidente russo Vladimir Putin. Io me lo aspettavo molto diverso, ma alcuni particolari sono comunque interessanti (sottotitoli italiani escono in automatico):


Un viaggio e una speranza

Riprendiamo l’argomento delle manie dei dittatori. Oltre all’evitare di riconoscere i propri problemi di salute, i dittatori non amano nemmeno viaggiare. Soprattutto quando in casa propria si trovano in una situazione politica complicata. Sono convinti, spesso a ragione, che la loro assenza possa essere sfruttata dai nemici o collaboratori insoddisfatti per la realizzazione (o il perfezionamento decisivo) di un colpo di Stato.

Bashar al Assad è un dittatore atipico già per il solo fatto di esserlo diventato contrariamente alle proprie intenzioni iniziali e solo a causa di un tragico fatto familiare. In ogni caso, non viaggiava all’estero dal 2010 (se non sbaglio): dopo tutto quello che ha fatto dal 2010 in poi, lo volevano vedere veramente in pochi. Ieri, però, ha fatto un viaggio a sorpresa a Mosca «per discutere della operazione militare sul territorio siriano». Dato che un incontro personale con Putin incide pochissimo sull’andamento della guerra in Siria (l’influenza reale di entrambi è minima) possiamo pensare una delle due cose. O spera di essere destituito, o…

Io non ho ancora capito se è tornato in Siria…

Magari sono poco informato e Assad è già a Damasco. Ma è comunque poco furbo puntare su un politico il cui futuro prossimo è per niente roseo. A puntare, naturalmente, è stato quel noto politico che ha portato Assad a Mosca.


Putin all’ONU

Potrei commentare l’intervento fatto ieri da Vladimir Putin all’ONU, ma non ha senso. Non ha senso perché, in sostanza, non ha detto nulla di nuovo.

In primo luogo, ha ripetuto il suo vecchio concetto «sbagliano tutti tranne noi».

In secondo luogo, ha ripreso il vecchio concetto «non rompetemi i coglioni perché in Cecenia combatto contro il nostro comune nemico (il terrorismo islamico). Se non lo faccio sarà peggio per tutti, quindi accettatemi alla pari». Questa volta, però, la formula pronunciata è stata «non rompetemi i coglioni per la guerra in Ucraina che sono pronto a combattere il nostro comune nemico in Siria. Se non faccio, sarà peggio per tutti, quindi accettatemi alla pari».

Come conciliare l’ultimo concetto con il primo («sbagliano tutti tranne noi») e con l’appoggio a Assad? Dipende dalla fantasia degli occidentali. Nei prossimi mesi (o settimane?) vedremo i risultati.


Putin cerca USA

Tanti di voi hanno già letto o sentito che la visita del ministro degli esteri russo Sergey Lavrov in Qatar era dedicata, tra l’altro, alla lotta all’ISIS. Un po’ meno persone si erano accorte della visita-«sorpresa» fatta a luglio dal presidente ceceno Ramzan Kadyrov in Arbya Saudita e dedicata allo stesso argomento.

I due viaggi istituzionali hanno una spiegazione abbastanza evidente: Vladimir Putin non ha ancora abbandonato il suo sogno segreto di conquistare l’amore dei leader occidentali. Non comprendendo la reale motivazione delle sanzioni adottate nei confronti della Russia oltre un anno fa, cerca quindi ancora di dimostrarsi utile in qualche modo. E visto che gli USA rifiutano l’aiuto russo nella lotta contro l’ISIS, cerca di arrivare alla collaborazione attraverso la conquista diplomatica di alcuni loro alleati mediorientali.

Non mi sono sbagliato utilizzando la parola «amore»: in base alle attente osservazioni che abbiamo fatto in tempo a fare, Putin vorrebbe qualcosa in più rispetto a un semplice rispetto tra colleghi-politici. Vorrebbe infatti essere accettato così come è, accolto con gioia e ascoltato con la massima attenzione. Ed è ancora convinto che questo tipo di rapporto sia possibile.


“Vladimir Putin will kill you”

Le performance dei turisti russi ubriachi sugli aerei sono testimoniate in numerosissimi video: volendo, potrei pubblicarne uno al giorno. E invece, spero di limitarmi (per ora) a postare un brevissimo video girato venerdì sera. Tanto per farvi capire in quale stato mentale si trova una notevole parte della società russa (la lingua di uno ubriaco è generalmente più sciolta).

Descrivo brevemente le circostanze del caso. Venerdì 19 giugno il volo 2453 Parigi — Mosca dell’Aeroflot avrebbe dovuto partire alle 23:30, ma è stato trattenuto per circa un’ora. Bisognava, infatti, far scendere una donna fortemente ubriaca. In un inglese «approssimativo» si rivolgeva così ai poliziotti chiamati a bordo:


Organizzazioni indesiderate

Chi segue in un modo almeno superficiale la politica russa, ha sicuramente letto o sentito della recente legge sulle «ONG indesiderate». Il 23 maggio, infatti, il presidente russo Vladimir Putin aveva firmato una legge (approvata il 19 maggio dalla Duma) che autorizza il Procuratore generale e i suoi Vice di bloccare l’attività e i beni delle ONG «indesiderate» (letteralmente, «pericolose per l’ordine costituzionale della Russia, le sue sicurezza e difesa») senza l’autorizzazione del giudice.

Sapete qual è il problema? Nella legislazione russa manca la definizione delle organizzazioni non governative, mentre esiste quella delle organizzazioni non a scopo di lucro. La legge firmata da Putin, quindi, introduce un termine nuovo senza fornire la sua definizione. In più, non specifica che le organizzazioni eventualmente individuate come «indesiderate» debbano per forza essere «non a scopo di lucro». Di conseguenza, anche una qualsiasi azienda straniera privata (senza la partecipazione statale) può ora essere definita «indesiderata». Può essere definita tale non perché lede gli interessi della Russia, ma semplicemente perché fa da concorrente a una azienda di qualche politico (nonostante il divieto di legge, hanno quasi tutti delle attività private). Oppure perché è in concorrenza con qualcuno sufficientemente ricco da poter corrompere gli organi statali vigilanti.

Si tratta, in pratica, di un attentato ai danni della economia russa. Quale investitore straniero serio avrà il coraggio di rischiare tanto?


Where were mr. Putin?

Lunedì 16 marzo Vladimir Putin ha interrotto la propria assenza di dieci giorni dagli eventi pubblici. Si è trattato di una assenza abbastanza curiosa (e senza precedenti), che aveva comportato, tra la gente, delle interpretazioni più buffe. Le tre più quotate erano state: la nascita di un figlio, un trauma fisico o una malattia grave e, addirittura, la morte.

Oggi commento molto brevemente le versioni appena elencate e, infine, vi comunico la mia.

1) Si era detto che la vecchia compagna (o forse la nuova moglie) di Putin, cioè l’ex ginnasta e ora parlamentare Alina Kabaeva, abbia partorito un figlio in Svizzera. Questa versione sembra una perfetta leggenda metropolitana in quanto nessuno è in grado di dire con certezza di averla vista incinta.

2) Si era detto che Putin, essendo fisiologicamente un uomo sport-dipendente, abbia avuto un grave trauma. Tanto grave da aver dovuto fare ricorso all’aiuto di un medico austriaco. In teoria (ma molto in teoria) è possibile. L’importante precisazione da fare subito è: Putin ha paura di curarsi all’estero perché, secondo egli, si tratterrebbe di una esposizione volontaria al suo assassinio sicuro. I viaggi dei medici stranieri verso la Russia, invece, sono difficili da scoprire, da interpretare e quindi da commentare su questo blog.

3) E’ inutile cercare di indovinare se Vladimir Putin abbia realmente qualche malattia più o meno grave. Dieci giorni di assenza sono troppi per curare l’influenza e troppo pochi per le malattie più serie (ricordiamo anche che Putin ha 62 anni). In ogni caso, sono almeno tre anni che tutti parlano dello stato di salute di Putin: se confrontate le sue foto recenti con quelle di 8–10 anni fa, vi stupirete dei cambiamenti «sospetti» nel suo volto.

4) Sembra che Vladimir Putin sia vivo, quindi non sembra che sia morto. Logico, no?

E, infine, la mia spiegazione. Quella che mi sembra la più logica e quindi probabile.
Continuare la lettura di questo post »