In pochi ci pensano, ma una delle forme più antiche delle arti visive è costituita dai pupazzi di neve. Il materiale necessario per la loro realizzazione – la neve, appunto – era una volta molto più facilmente reperibile sul continente europeo e, soprattutto, era facilmente lavorabile. Allo stesso tempo, la naturale alternanza delle stagioni non ha permesso alla umanità di conservare (e quindi di studiare) gli esemplari antichi e non dei pupazzi di neve. Ma questo non significa che non possiamo svolgere delle ricerche storiche sull’argomento.
Così, per esempio, gli storici sostengono che la raffigurazione grafica più antica di un pupazzo di neve sia riportata ai margini del Libro d’ore (manoscritto KA 36, 1380 circa, pag. 78v). Il rogo e la forma del capello fanno presumere che tale immagine sia una manifestazione dell’antisemitismo europeo dell’epoca.
Da alcuni ricordi scritti, poi, sappiamo che almeno dall’inizio del XV secolo la costruzione dei pupazzi di neve si era trasformata in una vera arte. In vari Paesi europei si svolgevano pure dei festival tematici, appositamente per i quali venivano costruite delle figure di neve di varie dimensioni e forme.
Con il passare del tempo, però, Continuare la lettura di questo post »
L’archivio del tag «neve»
In pochissimi se ne sono accorti, ma la nevicata al Nord è una delle pochissime manifestazioni di normalità di questo strano 2020.
Oppure è solo nella mente che continua a esistere uno schema un po’ semplificato della normalità: in estate fa caldo e c’è il sole, ad agosto (in Italia a settembre) piove e c’è la temperatura variabile, in inverno fa freddo e nevica?
Ma, indipendentemente dal nostro punto di vista sulla normalità, guardando fuori dalla finestra possiamo fare ben due piccoli e importanti esercizi mentali. Prima di tutto, possiamo apprezzare la bellezza della neve (in Italia mi è capitato di vederne così tanta forse due volte). E poi possiamo, e forse dobbiamo, ricordaci che ogni inverno prima o poi finisce. La sua rara bellezza scompare per dare lo spazio a quella abituale, quindi poco apprezzata fino a qualche mese fa.
A questo punto è meglio che mi fermi…
Non tutti si immaginano quanto diventino pesanti i cavi elettrici quando su di esse si accumulano il ghiaccio e la neve. Eppure, quel peso è in grado di muovere degli oggetti enormi.
Oggi ne vediamo una curiosa (per fortuna solo curiosa) dimostrazione, avvenuta la mattina del 19 novembre a Vladivostok:
Come posso motivare i miei lettori all’ottimismo questo giorno di metà dicembre?
Per esempio, posso pubblicare un grafico sulla copertura media annua della Russia con la neve.
Il post di oggi mi è stato dettato dal Capitan Ovvio.
In russo la parola buran significa «un forte vento della steppa che trasporta grandi quantità di neve».
Si potrebbe aggiungere che il termine è di origine turca, ma ora non ci interessa. Ora ci interessano altre applicazioni della parola buran. Prima di tutto, come saprete, è il nome Continuare la lettura di questo post »
Secondo un detto popolare russo, in Russia ci sarebbero due problemi: gli scemi e le strade.
La veridicità di tale affermazione emerge con una particolare chiarezza grazie ad alcuni fattori esterni periodici. Faccio subito un esempio: venerdì 17 novembre a Vladivostok ha iniziato a nevicare. Non è presto perché è abbastanza frequente che la prima neve cada tra la fine di ottobre e l’inizio di novembre.
Eppure il risultato è stato questo:
Quasi un mese fa abbiamo superato un altro inverno (ogni inverno, come ogni perodo di buio, prima o poi finisce). Salutiamolo con un bel video.
Questo video non è stato preso da un film. Non ci sono degli effetti speciali ma solo delle persone coraggiose con uno scarso istinto di autoconservazione. Molto spesso proprio grazie a queste persone anche noi scopriamo delle cose interessantissime.
Ah, è bello ricordare, dopo la visione di questo video, che in Italia un fiocco di neve caduto dal cielo è capace di far bloccare il traffico di mezzo Paese.
Ieri pomeriggio a Mosca c’erano –27°C, ma la parata delle biciclette, programmata mesi prima, si era tenuta comunque.
Non si conosce ancora il numero esatto delle persone che hanno partecipato. Ma sicuramente sono stati più di 300.
La Russia è spesso definita dai russi stessi come «il Paese degli idioti coraggiosi».
Per più foto (di Anton Belitskiy) si veda il post di Ilya Varlamov.
Nella città russa di Izhevsk (a poco più di mille chilometri a Est di Mosca) lo spazzino Semion Viktorovich ogni giorno crea un nuovo disegno di neve.
La settimana scorsa c’era stata una grande nevicata sulla costa est degli USA. Qualcuno era riuscito a sfruttarla come si deve:
Molto probabilmente avete già visto questo video, quindi lo pubblico solo per non perderlo.