L’archivio del tag «musica classica»

La musica del sabato

Già diverse settimane fa avevo pianificato per il post musicale di oggi una composizione del compositore statunitense Morton Feldman. Per qualche volontà suprema, al figlio degli immigrati ucraini è capitato questo «onore» proprio nel triste periodo che osserviamo ora…
Non potevo e non volevo ripianificarlo per i tempi migliori. Ho solo preferito cambiare la composizione musicale scelta. Oggi posto le tre «Triadic Memories» (pubblicate nel 1981), tipiche dello stile di Feldman: lento, quasi timido o triste, con diverse ripetizioni.


La musica del sabato

Tra il 1831 e il 1842 Frédéric Chopin compose, tra le altre cose, quattro ballate per pianoforte. In questo caso, però, il termine ballata è un po’ ingannevole perché utilizzato da Chopin nel senso di un interludio di balletto o pezzo di danza, equivalente alla ballata italiana dei secoli XIII–XV.
Le quattro composizioni, ognuna a una parte, nonostante il nome comune sono totalmente indipendenti l’una dall’altra e sono considerate tra le più difficili del repertorio pianistico standard. Allo stesso tempo, le quattro ballate vengono spesso eseguite nei concerti e sono state registrate tantissime volte.
Considerata la loro lunghezza limitata, ho pensato che sia possibile pubblicarle tutte in un unico post musicale. In specifico questo caso tutte le ballate vengono suonate dal pianista polacco Krystian Zimerman.
La ballata «№ 1» – ор. 23, in sol minore (1831–1835):

La ballata «№ 2» – op. 38, in fa maggiore (1836–1839):

La ballata «№ 3» – op. 47, in la bemolle maggiore (1840–1841):

La ballata «№ 4» – op. 52, in fa minore (1842–1843):

Ho scelto queste esecuzioni, ma ce ne sono tante altre non meno belle…


La musica del sabato

Il compositore tedesco Franz Grothe si era professionalmente impegnato, in particolar modo, nel comporre musica per il cinema. Nel periodo dal 1929 al 1969 aveva scritto le musiche per 170 film, 71 di questi ultimi sono stati prodotti entro il 1945.
Grothe è stato un personaggio particolare: nel 1933 si iscrisse alla NSDAP ma allo stesso tempo ebbe una relazione sentimentale con una ebrea, nel 1936 tentò di emigrare negli USA ma non riuscì a stabilirsi alla Hollywood a causa dei problemi critici con l’inglese, negli anni della Seconda guerra mondiale compose la musica per i film e per le canzoni patriottici ma nel 1948 ottenne il permesso di praticare la propria professione in quanto «non fu un partecipante attivo ai crimini dei nazisti» (ma fu multato per 10.000 marchi per avere nascosto il fatto della propria iscrizione al partito)…
Ma in questa sede Franz Grothe ci interessa per un altro motivo.
Negli anni 2000 la professoressa della teoria musicale Patricia Hall (University of California) ha trovato negli archivi del campo Auschwitz-Birkenau i manoscritti della partitura del foxtrot di Grothe «Il periodo più bello della vita». La musica in questione fu arrangiata e suonata dai detenuti ai concerti per gli ufficiali del campo di concentramento negli anni 1942–1943. Patricia Hall ha altrettanto stabilito che due di quei musicisti detenuti sarebbero sopravvissuti, mentre il destino del terzo è sconosciuto. Dopo il ritrovamento la musica riscoperta è stata suonata per la prima volta in pubblico – nella sua versione adattata dai detenuti – il 30 novembre 2018. Eccola:

Avendo parafrasato in mente una espressione di Theodor Adorno, non aggiungo altri video musicali.


La musica del sabato

Improvvisamente, per il post musicale di oggi ho voluto selezionare qualcosa di positivo e rasserenante. In tal senso potrebbe andare bene il concerto per flauto in sol maggiore di Christoph Willibald Ritter von Gluck:

Mi dispiace tanto che diverse composizioni di Gluck siano andate perse…


La musica del sabato

Volevo selezionare qualche bella musica adatta per il periodo festivo in corso, e penso di esserci riuscito.
Oggi vi propongo il Concerto grosso in sol minore (fatto per la notte di Natale) di Arcangelo Corelli. Mi piace questa sua esecuzione della Orquesta Sinfónica de Galicia diretta da Ton Koopman:

E poi vi ricordo che si tratta dell’ottavo dei dodici concerti grossi del compositore: si trovano tutti facilmente su internet.


La musica del sabato

Di fatto siamo già in inverno, quindi per la scelta della musica del sabato posso applicare le stessa logica dell’estate, della primavera e dell’autunno.
Oggi ascoltiamo le composizioni «invernali» di Pyotr Ilyich Tchaikovsky scritte per il suo ciclo per il pianoforte «Le stagioni» (del 1876).
«Dicembre. Vigilia di Natale»:

«Gennaio. Vicino al caminetto»:

«Febbraio. Maslenica»:

Gli interessati conoscono (o possono ascoltare anche grazie ai miei post precedenti) le altre nove parti del ciclo…


La musica del sabato

Non so perché, ma per il post musicale di oggi ho voluto scegliere qualche altra sinfonia di Louis-Hector Berlioz. La «Harold en Italie» del 1834 potrebbe andare benissimo:

In questo specifico caso si tratta della interpretazione della Orchestra della Radio di Mosca (emittente non più esistente dal 1993), diretta da Vladimir Fedoseyev. Il primo violino è Yuri Bashmet. La registrazione è del 1985.


La musica del sabato

Il fiorentino Giovanni Battista Lulli arrivò in Francia nel 1646 come l’insegnante d’italiano di una famiglia nobile francese. Dopo la sconfitta della fronda parlamentare — la quale fu attivamente sostenuta dalla sua «datrice di lavoro» Duchessa di Montpensier — riuscì a entrare a far parte della corte di Luigi XIV e ottenere, nel 1653, l’incarico del «compositeur de la musique instrumentale». Proseguendo la propria carriera musicale alla corte, nel 1661 prese anche la cittadinanza francese e cambiò il nome in Jean-Baptiste Lully.
Ma — quello che ci interessa maggiormente — Lully è passato alla storia della musica come il fondatore dell’opera nazionale francese e uno dei principali rappresentanti della cultura musicale barocca francese.
Per il post musicale di oggi non seleziono alcuna parte delle opere liriche di Lully, ma due esempi della sua musica da ballo: quella che all’inizio del XXI secolo lo ha reso noto anche nella cultura popolare (attraverso un film francese).
Inizio con la «Passacaille»:

E poi metterei una delle sue sarabande:


La musica del sabato

Il compositore tedesco Robert Schumann fu, da giovane, un pianista promettente: il suo insegnante di musica Johann Gottlob Friedrich Wieck fu addirittura convinto che sarebbe diventato il miglior pianista d’Europa. A causa di una parziale perdita dell’uso della mano destra, Schumann dovette però abbandonare la carriera da musicista e dedicarsi solo alla composizione. La maggioranza delle sue composizioni musicali, comunque, è scritta esclusivamente per il pianoforte.
Per il post musicale di oggi ho dunque scelto un ciclo di otto brevi pièce per pianoforte di Schumann: «Novellette» (op. 21).

Lo strumento più famoso suonato da Robert Schumann fu il pianoforte a coda prodotto da Conrad Graf (un noto costruttore degli strumenti musicali), un regalo del maestro fatto in occasione del matrimonio di Robert e Clara Schumann nel 1839. Dopo la morte di Robert Schumann, il pianoforte fu consegnato, da parte della vedova Clara Schumann, a un amico di famiglia: il noto compositore Johannes Brahms.


La musica del sabato

Scrivendo del compositore Nikolai Amani avevo pensato: perché non pubblico da così tanto tempo qualcosa di uno dei suoi maestri, Nikolai Rimskij-Korsakov? Solo una volta avevo postato la sua suite sinfonica «Shahrazād» diretta da Valerij Gergiev. Eppure, Rimskij-Korsakov è uno dei miei compositori preferiti.
È arrivato il momento di correggersi. Oggi vi propongo il quadro sinfonico «Sadkò» (del 1867), una delle prime composizioni orchestrali di Rimskij-Korsakov. L’idea di questo quadro sinfonico appartiene al critico musicale V. V. Stasov, il quale la propose in precedenza ad alcuni altri compositori, senza però riuscire a farli interessare.
Sadkò è il nome di un personaggio leggendario russo – sarebbe stato un commerciante e musicista del XII secolo – imprigionato dal fiabesco proprietario del lago nel suo regno subacqueo e liberatosi grazie all’aiuto di San Nikolai. Tra gli altri elementi musicali, nel suddetto quadro sinfonico sono presenti anche le melodie che intonano il suono di gusli, lo strumento musicale di Sadkò.

Venticinque anni più tardi Nikolai Rimskij-Korsakov utilizzò parzialmente le idee musicali di «Sadkò» per comporre la propria opera lirica chiamata sempre con lo stesso nome: «Sadkò».