Formalmente l’autunno è già iniziato? Da quando siamo a settembre, per me è iniziato automaticamente. Di conseguenza, per la scelta della musica del sabato applico la stessa logica dell’estate e della primavera.
Oggi ascoltiamo le composizioni «autunnali» di Pyotr Ilyich Tchaikovsky scritte per il suo ciclo per il pianoforte «Le stagioni» (del 1876):
«Settembre. La caccia»:
«Ottobre. La canzone autunnale»:
«Novembre. Con la troika»:
Gli interessati conoscono (o sono capaci a trovare) le altre nove parti…
L’archivio del tag «musica classica»
Il compositore italiano Umberto Giordano, uno di più noti rappresentanti del verismo musicale, è conosciuto prevalentemente per le sue opere liriche. Ma non esiste alcuna legge che ci obblighi ad ascoltare solo le cose più famose, quindi ho pensato di pubblicare qualche composizione di Giordano meno ovvia… Per esempio, qualche sua composizione per il pianoforte.
Inizierei da questo valzer per pianoforte scritto nel 1907 (e suonato in questo caso da Riccardo Caramella):
E poi la composizione per il pianoforte: «Nel deserto» (suonata sempre da Riccardo Caramella):
Come al solito, spero che i due piccoli esempi riportati spingano a studiare meglio l’eredità musicale lasciataci dall’autore.
Il compositore russo Nikolai Amani (1972–1904) ebbe una vita relativamente breve e segnata da alcuni seri problemi di salute, la tubercolosi prima di tutto. Inoltre, iniziò a comporre seriamente non prestissimo: solo alla fine dell’800. Di conseguenza, non ci lasciò tante composizioni proprie. Ma fu comunque un compositore interessante, meritevole di attenzione (bisogna anche ricordare che è stato uno degli allievi di Nikolai Rimskij-Korsakov).
Oggi posto queste composizioni di Amani suonate da Phillip Sear:
Prima di tutto la Pièce Élégie (Op. 7).
E poi i tre Preludi (Op. 8).
Nel 1901 Nikolai Amani registrò tre sue pièce per pianoforte a Milano, alla «Ricordi». Dovrei provare a cercare le tracce di quelle registrazioni…
Il compositore polacco Krzysztof Penderecki è stato un fenomeno abbastanza raro nella musica classica contemporanea: nonostante la sua tenza più o meno costante a sperimentare qualcosa di nuovo (per esempio, nell’avanguardia musicale), la musica di Penderecki è sempre rimasta facilmente e piacevolmente ascoltabile anche per il largo pubblico. Probabilmente, un giorno pubblicherò qualche sua composizione più innovativa. Oggi, invece, dedicherei il mio post musicale a quelle più famose.
Quindi inizio con la «Trenodia per le vittime di Hiroshima» (scritta nel 1960), il cui nome è stato in realtà assegnatole solo dopo la fine della composizione:
E poi metterei il «Requiem polacco», le diverse parti del quale sono state scritte tra il 1980 e il 2005:
Direi che è almeno da mettere nella lista delle cose da ascoltare…
Il compositore tedesco Georg Böhm è entrato nella storia culturale mondiale per almeno due motivi: in parte perché è stato uno dei maestri più importanti di Johann Sebastian Bach (esercitando anche una grande influenza sulla attività giovanile di quest’ultimo) e in parte perché è per il suo contributo allo sviluppo della forma della partita corale. Inoltre, la musica di Böhm è interessante perché scritta in uno «stile fantastico», cioè uno stile basato sull’improvvisazione.
Oggi cercherei quindi selezionare qualcosa che possa illustrare le principali caratteristiche del compositore. Böhm è noto per le sue composizioni per l’organo e il clavicembalo (principalmente preludi, fughe e partiture), ma molte delle sue opere possono essere suonate su diversi strumenti alternativi, a seconda di ciò che il musicista-esecutore ha a disposizione. Di conseguenza, è molto probabile che qualcuna delle musiche di oggi vi possa sembrare nota, ma interpretata in un modo poco abituale.
Inizierei con questo preludio e fuga in do maggiore:
E poi metterei il preludio corale «Nun bitten wir den heilgen Geist»:
Ci voleva un po’ di allegria del ’600, vero?
Prima o poi in molti potrebbero chiedersi: Michele Novaro ci ha lasciato – da compositore – qualche musica importante oltre a quella dell’inno italiano? A me sembra di no…
Ma possiamo comunque provare ad ascoltare qualche altra sua composizione.
Per esempio, la gran polka nazionale «Roma e Venezia» (una composizione per il pianoforte non tanto originale, ma ascoltabile):
E poi possiamo provare qualche composizione per l’orchestra con una voce. Per esempio, «La livornese» (testo di Francesco dall’Ongaro)
Non so quale percentuale dei lettori abbia appreso delle conoscenze totalmente nuove da questo post, ahahaha
Dalle temperature non si direbbe, ma l’estate inizia solo dopodomani (almeno, secondo gli amanti di una delle due formalità esistenti). Meno male che a noi interessa sempre lo stato reale delle cose. Proclamo dunque l’estate iniziata già da tempo e scrivo il post musicale seguendo la logica già applicata all’inizio della primavera.
Oggi ascoltiamo le composizioni «estive» di Pyotr Ilyich Tchaikovsky scritte per il suo ciclo per il pianoforte «Le stagioni» (del 1876).
«Giugno. La barcarola»:
«Luglio. La canzone del falciatore»:
«Agosto. La raccolta»:
Gli interessati conoscono (o sono capaci a trovare) le altre nove parti…
Il compositore Domenico Scarlatti fu italiano, ma passò quasi tutta la sua vita professionale tra la Spagna e il Portogallo (e fu influenzato molto dalla musica popolare spagnola). Lavorò all’epoca della prevalenza stilistica del barocco, ma con le proprie composizioni influenzò principalmente il classicismo musicale. Compose molto, ma al giorno d’oggi è noto prevalentemente per le sue sonate (che hanno avuto una certa influenza sulle tecniche moderne del suonare il pianoforte). E allora dedico il post musicale odierno proprio alle sonate di Scarlatti.
Inizio con la Sonata in Si minore (L. 449), suonata da Leonard Gilbert all’Arthur Rubinstein Piano Master Competition (maggio 2011, Tel Aviv):
E poi continuo con la Sonata in Re minore (K 141), suonata da Martha Argerich:
Arriverà il giorno in cui metterò anche qualche composizione di genere diverso di Domenico Scarlatti.
Nella cultura popolare contemporanea la figura del compositore tedesco Georg Philipp Telemann viene spesso in un certo senso «oscurata» dai suoi grandi contemporanei: per esempio, Johann Sebastian Bach. Ma è un fenomeno infinitamente ingiusto. Bisogna tentare di correggere un po’ la situazione…
In oltre sessant’anni di attività Telemann compose tantissimo e, soprattutto, riuscì a seguire con successo tutta l’evoluzione della musica classica che si manifesto nel corso della sua vita. Di conseguenza, è quasi inutile scegliere qualcosa di rappresentativo. E allora vado [quasi] a caso.
Inizio con il concerto per tromba, archi e basso continuo (composto tra il 1708 e il 1714):
E poi continuo con il concerto per viola, archi e basso continuo (composto tra il 1716 e il 1721):
Recentemente [molto recentemente] ho pensato: perché ho postato così poche opere liriche nella mia rubrica musicale?
Non saprei… Ma non è mai tardi rimediare! Quindi oggi posto l’opera in un atto unico «Il banchetto durante la peste» del compositore russo Cezar Kjui. È possibile attivare i sottotitoli in inglese.
Quando scelgo a caso, succede un po’ così, ahahaha