L’archivio del tag «guerra»

Che cosa era arrivato

L’Ucraina ha lanciato nella notte un attacco missilistico contro una fabbrica di riparazione navale nella zona occupata di Sebastopoli. Il Ministero della «Difesa» russo ha dovuto ammettere che sono stati colpiti e danneggiati con tre missili da crociera la fabbrica e due navi da guerra in fase riparazione. I residenti locali hanno riferito di aver sentito almeno sette esplosioni.
A prima vista non sembrerebbero dei danni eccezionali. Però possiamo provare a vedere la mappa e ricordarci che Sebastopoli è una delle città ucraine occupate attualmente più lontane dalla linea del fronte. Questo potrebbe farci pensare che l’Ucraina abbia finalmente ricevuto i ATACMS e che sappia già usarli bene.
Molto bene: è un altro piccolo passo in avanti.


Che grande scoperta

Il generale Mark Milley – il capo dello stato maggiore congiunto degli Stati Uniti – ha dichiarato che le condizioni meteorologiche consentiranno alle forze armate ucraine di condurre un’offensiva per poco più di un mese. A suo avviso, le forze armate ucraine avranno più difficoltà a manovrare in autunno. Milley ha anche aggiunto che le forze armate ucraine stanno avanzando più lentamente del previsto.
Tutte le conclusioni ottenute dalle analisi di chissà quale entità e durata mi fanno un po’ ridere e arrabbiare allo stesso tempo. È ovvio che l’avanzata ucraina sta procedendo più lentamente di quanto si spera (prima di tutto, dagli ucraini stessi). Ma grazie a quali cazius di mezzi dovrebbe essere più veloce? Grazie a poche decine di carri armati? Oppure grazie alla promessa degli F16 non ancora integrati nel sistema militare ucraino? Boh…


Si è portato dietro un Mi-8

La Direzione principale dell’intelligence del Ministero della Difesa ucraino ha pubblicato il film «Piloti russi abbattuti», in cui vengono descritte diverse operazioni speciali dei servizi segreti ucraini. Tra le altre cose, il film mostra un pilota che ha contrabbandato un elicottero Mi-8 russo in Ucraina nel mese di agosto.

Ma sicuramente ne avevate già letto abbastanza all’epoca dei fatti.


La lettura del sabato

L’ormai ex ministro della Difesa ucraino Oleksii Reznikov, dimessosi all’inizio di settembre, ha pubblicato sul quotidiano britannico The Guardian un testo importante per lui, per l’Ucraina e per il mondo. Non vorrei che qualcuno lo saltasse, dunque vi passo subito il link.


Come immagina l’escalation?

Elon Musk ha risposto a un articolo della CNN nel quale si sostiene che avrebbe dato segretamente istruzioni ai suoi dipendenti di spegnere i satelliti Starlink vicino alle coste della Crimea nel 2022 per sventare un attacco delle forze armate ucraine alla marina russa.
In un post pubblicato sul X (ex Twitter), Musk ha affermato di non aver dato istruzioni di spegnere Starlink, perché, secondo lui, in Crimea questo servizio non ha mai funzionato. Musk sostiene di avere rifiutato la richiesta dell’esercito ucraino di attivare il Starlink in modo da garantire il passaggio dei droni a Sebastopoli per attaccare la flotta russa. E spiega il rifiuto dicendo che in questo caso la sua azienda SpaceX «sarebbe stata direttamente coinvolta nella guerra e nell’escalation del conflitto».
Boh… Certo, nessuno può essere obbligato a partecipare a una guerra che per qualche motivo non percepisce come propria (anche se la scelta di rifiutare l’aiuto possibile alla vittima di una aggressione mi sembra amorale). Ma quella che mi fatto «ridere» di più è l’espressione «escalation del conflitto»: ma non si era proprio accorto che la guerra era già in corso? Quale cazius di escalation voleva evitare? Secondo lui, esistono delle guerre «per gioco» e delle guerre «sul serio»? Secondo lui, In Ucraina Putin sta solo giocando?
Inizio a pensare che una persona che si concentra tanto sulla propria attività professionale – anche quando bella e utile – da non avere più tempo per capire anche minimamente cosa stia accadendo nel mondo circostante, sia a volte giustamente classificabile come pazza.


Ha sbagliato l’esercito

Lunedì il ministro russo della «Difesa» Sergei Shoigu ha dichiarato che le forze armate ucraine stanno subendo gravi perdite sul fronte. Per esempio:

Ieri, a seguito di un grave attacco nella direzione di Rabotinsky, hanno perso sei carri armati. Nell’altra direzione, a Bakhmut, i nostri ragazzi, grazie a nuovi UAV, hanno distrutto altri sei veicoli. Quindi, ieri solo dei veicoli corazzati ne sono stati distrutti undici

Ha semplicemente dimenticato a causa della stanchezza — provocata dal duro lavoro — di quale esercito sta parlando. Nel caso delle perdite dell’esercito russo, avrebbe dovuto dire 11. E nel caso delle perdite dell’esercito ucraino avrebbe dovuto dire 13. Non prendiamocela con un uomo non giovanissimo.


Una protezione sicurissima

Meno male che pure la guerra a volte ci offre la possibilità di ridere un po’. Per esempio: l’esercito russo ha ricoperto i bombardieri strategici Tu-95 con dei pneumatici per auto in un aeroporto militare nella città di Engels, nella regione di Saratov. Lo ha riferito un utente anonimo del social network X (precedentemente noto come Twitter) Tatarigami_UA, che si definisce un ufficiale della riserva ucraina. Si presume che in tal modo si sia cercato di proteggere gli aerei dagli attacchi dei droni.


In caso di un attacco, i pneumatici sicuramente non si infiammano…


L’uniforme gratuita

Nel corso del presente secolo, per quasi due decenni, mi aveva preoccupato la crescente militarizzazione della coscienza collettiva russa: un fenomeno alimentato, senza alcun tentativo di mascherarsi, dallo Stato russo. L’estetica militare stava diventando sempre più di moda, creando dei disagi psicologici alla gente mentalmente resiliente.
A partire dal 24 febbraio 2022, poi, mi preoccupa ancora di più l’approvazione (e ancora più spesso l’indifferenza) manifestata dalle grandi masse – nella società russa – verso la guerra iniziata dalla Russia in uno Stato vicino.
Ma, per fortuna, a volte mi giungono anche delle notizie rasserenanti. Per esempio: nei giorni scorsi la direzione di una scuola di Nižnij Novgorod ha distribuito alle famiglie degli iscritti al primo anno scolastico l’uniforme pseudo-militare che gli alunni avrebbero dovuto indossare il primo giorno della scuola, quindi il giorno in cui nelle scuole russe viene svolta la cerimonia festiva dell’inizio dell’anno scolastico. La maggioranza dei genitori si è però pubblicamente lamentata di tale iniziativa, alcuni hanno pure restituito – con una certa l’aria di sfida – l’uniforme alla scuola. Ora la direzione della scuola tenta di giustificarsi, sostenendo di essere stata fraintesa: ora dice che l’uniforme servirebbe per le attività extrascolastiche e per i festeggiamenti del Giorno della Vittoria (9 maggio) e della Giornata del difensore della patria (23 febbraio).

Non so ancora come possa finire questa storia, ma sento già una notevole gratitudine nei confronti di quei genitori. Ma hanno dato un po’ di ottimismo.


I problemi dell’insegnamento

Non ci avevo mai pensato prima, ma in realtà quello sottolineato dal Financial Times è un fenomeno abbastanza logico, teoricamente prevedibile: il contingente di militari ucraini arrivati in Germania per l’addestramento offerto dai militari europei è eterogeneo sia in termini di livello di formazione che di età (uno degli «studenti» ha più di settant’anni) ed è dunque facilmente ipotizzabile che alcuni comandanti ucraini preferiscano non sottrarre il personale militare più prezioso (quello più attivo mentalmente) alle missioni di combattimento. Se l’ipotesi dovesse essere corretta, si tratta, purtroppo, di una questione che non può essere risolta senza creare degli ostacoli alla controffensiva ucraina.
Nello stesso articolo, poi, vengono messi in evidenza altri due problemi. In primo luogo, è la mancanza degli interpreti che conoscano la terminologia tecnica militare in tutte le lingue utilizzate durante i corsi.
In secondo luogo, uno dei militari occidentali coinvolti nell’addestramento ha dichiarato, a condizione di anonimato, che i militari europei hanno a che fare con gli ufficiali-studenti ucraini che hanno ricevuto la loro formazione militare durante l’epoca sovietica e sono convinti di «saperne di più» delle materie trattate. Questo sarebbe un problema enorme nel contesto di quello che mi è capitato di sentire in una intervista (fatta in russo) dello studioso della guerra Michael Kaufman: l’esercito ucraino, nonostante tutta la sua evoluzione degli ultimi trent’anni, è comunque un erede della dottrina militare sovietica nella quale la priorità veniva data alla artiglieria e non (a differenza di quella americana) alle forze aeree. Di conseguenza, non è sufficiente – secondo Kaufman – fornire fisicamente gli F16 e le altre armi occidentali più o meno moderne: bisogna anche insegnare, da zero, agli ucraini il modo di usarli in un modo ben coordinato. Ma, aggiungo io, i blocchi mentali degli studenti rendono il compito ancora più difficile.
Tutto questo potrebbe farci giungere alla triste conclusione che l’unica soluzione sarebbe quella di schiacciare il nemico con la massa. Boh, vedremo…


Con le termocamere

Effettivamente, le nuove tecnologie sono spesso utili contro i problemi vecchi:


Sicuramente, in questo modo si velocizza almeno il ritrovamento «sicuro» di una parte significante delle mine.