Interpretando il contenuto delle varie opere di Banksy, l’ho spesso trovato una persona poco intelligente, incline a semplificare e banalizzare.
Fino a pochi giorni fa non mi è però capitato di prestare una particolare attenzione ai luoghi in realizza le proprie opere. Più precisamente, fino al momento in cui hanno iniziato a circolare le prime voci circa la comparsa di alcune sue opere in Ucraina. Il 14 novembre, poi, su The Art Newspaper è stata pubblicata la conferma: le 7 opere avvistate a Kiev e nella relativa Regione sono state ufficialmente riconosciute da Banksy come proprie.
Significa che non ha avuto paura di andarci. Bravo. Sul serio.
E ora salvo in questo post le foto dei setti disegni: purtroppo, anche la loro vita è rischio tutti i giorni.
1. Kiev, Maidan Nezalezhnosti (Piazza della Indipendenza): i bambini che si dondolano su un riccio ceco come su una altalena:
2. Borodyanka: un bambino che vince contro un uomo in uniforme da arti marziali: Continuare la lettura di questo post »
L’archivio del tag «graffiti»
Ieri a Berlino è morto il pittore russo Dmitry Vrubel, noto nell’Occidente prevalentemente per il graffiti «Mio Dio, aiutami a sopravvivere a questo amore mortale» (realizzato nel 1990 e restaurato sempre da egli nel 2009 dopo la distruzione):
Vrubel aveva il Covid-19 da circa due mesi… Per morire di Covid nella seconda metà del 2022 ci vuole una sfortuna enorme, ma in realtà non volevo commentare proprio questo aspetto.
Volevo solo osservare che nella morte di Dmitry Vrubel avvenuta proprio in questo periodo c’è qualcosa di infinitamente simbolico. Nel senso che si sta concludendo quel ciclo della storia, all’inizio del quale è diventato famoso come artista. Quindi a una nuova tappa della storia non sarà lui a realizzare un NFT sui resti del muro invisibile che si sta alzando ora. Vedremo chi sarà.
RIP Dmitry Vrubel
Google ha digitalizzato e pubblicato in alta risoluzione diecimila graffiti di tutto il mondo. Ogni fotografia è accompagnata da una descrizione e l’indirizzo preciso dell’opera. Quindi, se un disegno vi è piaciuto, potete anche andare a vederlo dal vivo: naturalmente, sperando che non sia stato distrutto o danneggiato nel corso di un intervento di ristrutturazione o di pulizia (l’ultimo termine è spesso interpretato in un modo perverso dai vandali ignoranti delle amministrazioni comunali). Meno male che quelli del Google si sono prefissati l’obiettivo di salvaguardare gli esempi migliori di questa corrente dell’arte contemporanea.
Ecco il link del progetto StreetArt: https://streetart.withgoogle.com/en/