I programmatori della società russa «Studiya 22» hanno annunciato il gioco per computer «Unità 22: ZOV» basato sulla guerra nel Donbas e sulla invasione dell’Ucraina. Nello sviluppo del gioco è coinvolto il Ministero della «Difesa» russo.
Il gioco dovrebbe essere pubblicato nel dicembre 2024 sulla piattaforma VK Play. I creatori affermano di voler aggiungere «elementi educativi» tratti da diverse «campagne storiche»: «Donbass» (2014), «Mariupol» (2022), «Controffensiva» (2023) e «Avdeevka» (2024).
I giocatori dovranno controllare una piccola squadra con una visuale dall’alto. «Per la soluzione visiva del gioco utilizziamo un 3D parzialmente semplificato con restrizioni sugli angoli di ripresa, che ci permette di rendere il contenuto relativamente economico e disponibile sui dispositivi mobili senza un complesso adattamento separato», ha dichiarato il produttore del gioco Alexander Tolkach.
I creatori del «Unità 22: ZOV» si sono avvalsi della consulenza dei partecipanti alla invasione dell’Ucraina.
E voi, cari lettori, ora sapete quale regalo chiedere al Babbo Natale (se, per qualche miracolo, i creatori del gioco dovessero rispettare la scadenza promessa: chi lavora per i soldi pubblici russi lo fa molto raramente). A cosa vi potrebbe servire un gioco del genere? È ovvio: per vedere se è possibile far vincere l’esercito avversario!
A gennaio 2025, poi, ricordatevi di scrivermi dei risultati (spero positivi).
L’archivio del tag «giochi»
Non so qualcuno se ne ricorda ancora, ma nel non tanto lontano 2017 sul nostro pianeta si era diffusa la strana moda del fidget spinner: quel giocattolo a base di cuscinetto che andava girato tra/con le dita. C’è ancora qualcuno che ci gioca? Non saprei…
Ma, per fortuna o purtroppo, ci sono delle manie che non passano mai di moda. Rimangono tra le preferenze delle persone ma, grazie al progresso tecnologico, si limitano a cambiare il proprio aspetto estetico. Per esempio, alcuni giorni fa sono venuto a conoscenza di una vecchia-nuova moda dei giocattoli «Pop It».
Il giocattolo consiste in una serie di semisfere morbide che possono essere schiacciate con un dito. In seguito a tale azione meccanica invertono la propria posizione e emettono un suono simile a un «clic». In sostanza, è un «pluriball eterno».
Su Amazon si trovano tantissime versioni diverse:
Ma anche su Ebay:
E su AliExpress:
Quindi le persone che fino ad oggi erano disposte a distruggere tutti gli imballaggi preziosi avvistati nelle proprie vicinanze, possono finalmente smettere di farlo e dedicare il finesettimana alla scelta del proprio giocattolo preferito.
P.S.: si dice che i «Pop It» siano stati sviluppati per correggere le abilità tattili dei bambini con anomalie di sviluppo. Ma, conoscendo la popolarità del prototipo pluriball, inizio a chiedermi chi siano le persone realmente anomale…
Torniamo a parlare della tristemente nota porta container «Ever Given». La nave è stata (quasi) sbloccata, quindi ora si può scherzare sulle sue avventure con un po’ più serenità. Per esempio, si può provare a immaginare le sue future imprese di portata mondiale.
Garrett Dash Nelson, un dipendente della Boston Public Library, ha deciso di dedicare il suo progetto «Ever Given Ever Ywhere» proprio a quel genere delle fantasie. In sostanza, il sito permette di prendere la «Ever Given» e piazzarla in un qualsiasi punto della mappa.
Facciamo pure qualche esempio concreto.
Potremmo cominciare dallo stretto di Messina (il problema del ponte è risolto!):
Oppure, potremmo mettere la «Ever Given» nelle acque del lago di Como:
Ma starebbe bene anche nel canale di Drake:
Vabbè, ammetto che il sito permette di modificare le dimensioni della porta container. Se volete vedere le sue dimensioni effettive, mettete una spunta vicino alla voce «Boat isn’t to scale».
È interessante il progetto City Guesser che permette di testare le proprie conoscenze geografiche e culturali (o, se preferite, etnografiche). Utilizzarlo è molto semplice: scegliete un criterio geografico (tutto il mondo, un continente, una regione, uno Stato o i monumenti) e iniziate a guardare i filmati girati da un tipo che cammina per strada. Per ogni filmato dovete individuare il luogo nel quale è stato girato e indicare la sua posizione con un clic sulla mappa. Poi cliccate sul buttone «Guess» per visualizzare la risposta corretta e la distanza di quest’ultima dalla vostra versione. Per continuare il gioco con il filmato successivo cliccate su «Next». Tutti i filmati capitati a me erano di una buona qualità e di lunghezza più che sufficiente per formulare una risposta.
È un progetto coinvolgente non solo in qualità di una sfida intellettuale, ma anche perché permette di vedere tantissimi luoghi che, probabilmente, non vi è mai capitato di visitare dal vivo (e chissà quando capita, ahahaha).
Io, poi, quasi sempre riuscivo a indovinare facilmente lo Stato (in base a quello che vedevo «attorno»), ma mi divertivo tanto a cercare di capire di quale città si trattasse.
Insomma, consiglio il City Guesser a tutti.
Più di dieci anni fa un abitante del Kansas aveva fatto uno scherzo ai propri genitori che all’epoca erano appassionati dei cruciverba: aveva regalato a loro il [presunto] cruciverba più grande al mondo. Il regalo aveva le dimensioni di 213×213 centimetri ed era composto da oltre 90 mila caselle. Le parole da inserire erano 28 mila, il libro con le rispettive domande aveva cento pagine…
Alla fine, però, il regalo era rimasto inutilizzato fino all’aprile 2020: proprio in quel periodo i signori, annoiati a causa del lockdown, se ne sono ricordati e hanno deciso di iniziare la sfida. Dal punto di vista «logistico» non è stato impossibile: il cruciverba era in realtà stampato su nove fogli separati. Dal punto di vista «intellettuale» è stato un po’ meno facile: per completare l’intera opera sono stati necessari circa dieci mesi.
A gennaio 2021 il cruciverba risolto è stato presentato al figlio assieme alla richiesta (serissima, ahahaha) di controllare la correttezza delle parole inserite. Ma egli, il figlio, ha già iniziato a cercare il sudoku più grande al mondo.
Qual è la morale di questa storia? Direi che ce ne sono addirittura due.
Prima di tutto, provate a immaginare in quale situazione potrebbe rivelarsi utile un vostro regalo «particolare». Spero che non siate superstiziosi…
E poi considerate l’eventualità di essere coinvolti nell’utilizzo di quel regalo fatto con tanto umorismo.
Chi ha il tempo e la voglia, può provare a tornare mentalmente di qualche decennio indietro e studiarsi il sito Lego Ideas. In sostanza, è un sito ufficiale della Lego dove ognuno può presentare una propria idea di un gioco di costruzione. Per essere presa in considerazione dalla Lego, l’idea deve raccogliere 10.000 voti popolari in un periodo massimo di due anni.
Gli specialisti realmente interessati a una sfida del genere sapranno trovare e studiare da soli tutte le informazioni tecniche necessarie. Io, invece, ho studiato il sito da semplice (ex?) consumatore. Tra le idee relativamente recenti, due mi sono sembrate particolarmente interessanti: forse perché mi ricordano il mio rapporto (ormai un po’ lontano nel tempo) con i giochi della Lego e i miei rispettivi sogni.
La prima idea che mi è piaciuta è Continuare la lettura di questo post »
Solo ieri sera ho per caso scoperto un bel gioco online: «2020 game».
Non è difficile come potrebbe sembrare dal nome e non è nemmeno lunghissimo. Ma, allo stesso tempo, è abbastanza divertente. Stilisticamente assomiglia tanto a «Super Mario», per giocare bisogna utilizzare le frecce della tastiera:
Chissà se le immagini finali del gioco rispecchino veramente il nostro futuro…
È interessante l’idea della azienda Strata Miniatures per il sostegno delle persone – adulte e non – costrette a passare la vita attiva sulle sedie a rotelle.
L’azienda ha iniziato a produrre i giocattoli raffiguranti i vari personaggi fiabeschi che si spostano sempre sulle sedie a rotelle. Una parte dei ricavi è destinata, appunto, al sostegno dei disabili.
Solo due esempi:
Purtroppo, il Covid-19 non eliminato tutti gli altri problemi di salute degli abitanti del nostro pianeta.
Per fortuna, qualcuno se ne rende conto.
Nei giorni scorsi ho letto di un semplice e curioso gioco destinato agli amanti dei romanzi «Le due torri» e «Il Silmarillion». Si tratta di 24 domande, ognuna delle quali chiede di stabilire se si tratti di un personaggio di J. R. R. Tolkien o di un antidepressivo.
Spero tanto che tra i miei lettori gli esperti dei farmaci siano in minoranza.
Per questo sabato vi propongo un gioco sadico ma divertente. Esso si svolge in seguenti tre passaggi:
1. Senza avvisare i vostri familiari, impostate come password del wi-fi di casa il numero 2444666668888888
2. Eseguito il primo passaggio, dite agli altri di avere cambiato, per ragioni di sicurezza, la password in 12345678
3. Osservate in quanto tempo capiscono il trucco.
(«Il telefono mi dice che è sbagliata!»
«Sì che è giusta. Ritenta.»)
Ah, e voi in quanto tempo ci siete arrivati? Ahahaha
La prossima settimana potete provare a farlo anche con i vostri colleghi o dipendenti per testarli.