L’archivio del tag «fake news»

L’utilità di un fake

La capitana (capitana? boh…) egiziana Marwa Elselehdar era stata ingiustamente accusata — in uno dei numerosissimi fake che girano sull’internet — di essere la responsabile del ben noto incedente nel canale di Suez.
Esiste qualche motivo di parlarne? Sì, ce n’è almeno uno: ho finalmente scoperto (come, suppongo, tantissime altre persone) che nel mondo esistono le navi capitanate dalle donne. Al giorno d’oggi questa potrebbe essere ritenuta una cosa normalissima, ma io, per qualche strano motivo, non ci avevo mai pensato prima.
Di conseguenza, devo constatare che pure un fake può rivelarsi utile allargando gli orizzonti della mente.
Aspetto di scoprire che da qualche parte in Europa esiste realmente una donna camionista o una donna muratore (non mi azzardo a inventare le versioni femminili di certe parole).


C’è talmente poca gente che…

Nelle ultime settimane abbiamo letto un sacco di fake news sugli animali. Per esempio, abbiamo letto che in conseguenza alla presenza minima delle persone in giro (e il derivante da ciò miglioramento della ecologia), nelle acque di Venezia sarebbero tornati i delfini. Ma in realtà non è vero. Chi aveva inventato quella «notizia» – ma anche chi ci aveva creduto – probabilmente non sa che la fognatura della Venezia storica porta la maggioranza dei liquidi direttamente nei canali. Quindi l’acqua di questi ultimi non potrà essere tanto pulita finché la città è abitata dagli umani. Un po’ meno sporca del solito sì, ma tanto pulita no.
Sempre nelle ultime settimane abbiamo letto delle battute più o meno riuscite sulle varie creature – reali o immaginarie – che sarebbero tornate in vari luoghi del pianeta a causa della quarantena globale. Tra quelle che ho letto io, la migliore è stata: «L’ecologia è migliorata talmente tanto che a scuola è tornata Greta Thunberg» (sarebbe una cosa utile per lei – E.G.).
Per fortuna, poi, c’è chi provvede a creare anche dei segnali opposti. Più o meno tutti noi speriamo che la quarantena finisca presto. O che almeno assuma delle forme un po’ più compatibili con la vita regolare degli umani. Sicuramente non si verificherà una scena da film con tutti gli umani che in massa escono alla luce del Sole dalle caverne dopo l’apocalissi, ma prima poi la quarantena finirà. E noi ce ne accorgeremo anche dal mutamento della ecologia dell’internet. Nelle ultime settimane, per esempio, il mio sito ha mediamente il 30% dei visitatori giornalieri in più rispetto a prima: lo dicono le statistiche di Google che non posso mostrarvi. Il fenomeno statistico si spiega abbastanza facilmente, ed è chiaro che prima o poi il suo motivo verrà meno.
Ma tutti voi che non avete l’accesso alle statistiche, potete osservare un altro indicatore. Intendo il sito «This web site will self destruct» creato dalla sviluppatrice che si nasconde dietro al nick FemmeAndroid. Il sito dovrebbe autodistruggersi se in 24 nessuno lo utilizza per lasciare un messaggio. Tutti i messaggi – anonimi! – finiscono in unico database e vengono mostrati, dopo una scelta casuale, ad altri visitatori. Si tratta di uno strumento che dovrebbe, secondo l’idea della creatrice, aiutare le persone a sfogarsi. Per i casi estremi c’è anche il buttone «Feeling Down?» che permette di contattare i servizi di supporto psicologico nel proprio Stato di residenza.

Naturalmente, con la fine o l’indebolimento sensibile della quarantena, la gente potrebbe non avere più bisogno di quel sito. Aspettiamo che si autodistrugga ahahahahaha


Un esempio di fake news

L’altro ieri, il 3 dicembre, alcuni miei conoscenti hanno condiviso su Facebook questo articolo:

Alcune altre persone mi hanno chiesto se la notizia fosse giunta anche a me.
Ebbene, il livello di fake di questa notizia è talmente alto che mi rifiuto di mettere il relativo link. Nel paese russo chiamato Oymyakon si erano realmente raggiunti —89°C, ma nel 2013 e non «nei giorni scorsi». In base alle informazioni diffuse dal servizio meteorologico russo, all’inizio di dicembre la temperatura più bassa è stata raggiunta in Jacuzia: solo —52°C.
A questo punto mi permetterei di dare tre consigli ai miei amatissimi lettori: siate sereni, copritevi bene e non credete alla prima stronzata che capita sullo schermo.


La grande verità sulle fake news

Tutti parlano e scrivono delle fake news.
I mass media, gli aggregatori di notizie e i social networks stanno elaborando dei meccanismi di tutela dalle fake news. Vengono creati dei gruppi di lavoro per contrastare l’avanzare delle fake news. I consumatori privati delle notizie creano le associazioni contro le fake news.
Insomma, le fake news sembrano la peste del XXI secolo.
Il problema sta nel fatto che tutti si sono dimenticati di cosa fossero realmente le fake news. Ebbene: le fake news sono semplicemente delle voci, gossip e fantasie. La loro creazione e il loro consumo sono due componenti della naturale vita sociale umana. Possiamo inventare una infinità di algoritmi più o meno ingegnosi, ma la mente umana (personale e collettiva) continuerà comunque a produrle.
In sostanza, la lotta contro le fake news è una lotta contro la natura umana. Buona fortuna a chi vuole provarci…
Io, invece, sono molto più interessato a creare un meccanismo che aumenti la capacità delle persone a ragionare su quanto letto e sentito. Che insegni alle persone a non credere cecamente alla prima stronzata che sentono da una fonte qualsiasi, ma interessarsi dei fatti reali. Solo grazie a un meccanismo del genere potremo vivere in un mondo migliore.