Non mi aggiornavo da un po’ sulle loro condizioni attuali, ma poco fa ho scoperto che i Deep Purple sono ancora in una buona forma. Considerando, appunto, che sono quasi ottantenni.
E allora oggi nella mia rubrica musicale pubblico due brani tratti dal loro ultimo album: «=1» uscito il 19 luglio 2024.
La prima canzone scelta è la «Lazy Sod»:
La seconda canzone scelta per oggi dallo stesso album è la «Portable Door»:
Bene, finché si divertono, lo facciano pure.
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«Help!», una delle canzoni più note de The Beatles, è stata pubblicata per la prima volta il 19 luglio del 1965 negli USA e il 23 luglio 1965 in UK. John Lennon avrebbe scritto il suo testo per dare uno sfogo allo stress accumulato «per colpa» di una crescita troppo veloce della popolarità del gruppo.
Come tutte le canzoni famose, anche la «Help!» è stata successivamente interpretata da diversi gruppi e artisti. Per esempio, è particolarmente strano sentirla nella interpretazione dei Deep Purple (che l’hanno inclusa nell’album «Shades of Deep Purple» del 1968). Rispetto all’originale, questa versione della canzone è più lenta. E solo nella seconda metà si riconoscono veramente i Deep Purple.
Tra le altre versioni più o meno anomale della «Help!» io sceglierei quella strumentale in stele jazz della orchestra di Count Basie (inclusa nell’album «Basie’s Beatle Bag»). Bella, anche se per molti poco abituale…
E poi esistono tante altre versioni che sarete capaci, volendo, di trovare anche da soli.
Penso che la canzone «Highway Star» sia ben nota anche alle persone che non sono mai state dei grandi fan dei Deep Purple. Come tanti altri grandi classici musicali, la canzone è nata per caso: a settembre del 1971, mentre i Deep Purple stavano andando a Portsmouth in autobus durante il loro tour in Gran Bretagna, qualcuno dei giornalisti presenti a bordo aveva chiesto a Ritchie Blackmore come facesse il gruppo a scrivere le canzoni. A quel punto Blackmore aveva preso una chitarra acustica (secondo altri fonti un banjo) e iniziato a suonare un riff della nota Sol a ripetizione. Ian Gillan, da parte sua, aveva iniziato a improvvisare un testo, composto anche dalle frasi prive di alcun senso particolare (tipo «… Steve McQueen, Mickey Mouse and Brigitte thingy»). A dicembre dello stesso anno, durante le registrazioni in studio, il gruppo aveva dunque perfezionato il testo e la musica della canzone. Nello stesso periodo il basista Roger Glover aveva inventato il titolo della canzone.
La versione nota a tutti fa dunque parte dell’album «Machine Head» del 1972:
Come tutte le canzoni ben riuscite, anche la «Highway Star» è stata successivamente cantata da diversi altri gruppi musicali. Oggi vi propongo due di quelle cover. La prima è del gruppo Metal Church (inserita anche nell’omonimo album d’esordio del 1984):
La seconda cover, secondo me molto più interessante dal punto di vista musicale, è del gruppo italiano Quintorigo (contenuta nell’album «Grigio» del 2000):
Quest’ultimo è un bel esempio di utilizzo moderno degli strumenti classici, inspiegabilmente snobbato dalla maggioranza dei musicisti. Probabilmente, è anche una questione della capacità.
In questi giorni decorrono 45 anni dalla prima pubblicazione della mitica «Smoke on the Water» dei Deep Purple. Per celebrare tale evento, pubblico i video di alcune delle versioni più strane della canzone (quella classica la conoscete già bene).
1. 1989, l’epica collaborazione dei Deep Purple, Queen, Black Sabbath, Pink Floyd, Yes, Rush etc.:
2. 2010, altrettanto epica collaborazione dei Deep Purple, Led Zeppelin, Eric Clapton e la London Shymphony Orchestra:
3. 2010, Carlos Santana:
4. 2012, Blackmore’s Night: