L’archivio del tag «ai»

Finalmente una notizia ottimista

I ricercatori dell’Università del Michigan e dell’Università della California a Davis hanno analizzato la cronologia dei browser di 954 persone per tre mesi e sono giunti alla conclusione che le persone utilizzano l’intelligenza artificiale molto meno spesso di quanto si pensi: in media, i servizi di AI rappresentano solo l’1% dell’attività web degli studenti e lo 0,44% dell’attività degli utenti dell’internet comuni. La maggior parte delle persone non utilizza quasi mai l’intelligenza artificiale, mentre solo un piccolo gruppo di utenti mostra un’attività elevata. L’AI è utilizzata più attivamente dalle persone con i cosiddetti tratti oscuri della personalità: machiavellismo, narcisismo e psicopatia.
Un gruppo di 954 persone non è molto grande, ma voi provate comunque a osservare il vostro rapporto con l’AI, non si sa mai. Io conosco alcune persone che si rivolgono al ChatGPT per qualsiasi cosa, anche per le domande più semplici, e ora ho un po’ paura di loro.
Io, personalmente, uso l’AI abbastanza attivamente, ma non come sostituto delle «tradizionali» fonti di informazione online: nel 90% dei casi gli affido lavori noiosi o compiti che non sono in grado di svolgere con le proprie forze (per esempio, non so disegnare, ma ho regolarmente bisogno di illustrazioni originali di vario tipo). Quindi mi sento solo una persona normalmente pigra.


La musica del sabato

Finalmente, decenni dopo il primo tentativo, la musica generata da una macchina è arrivata a livelli sufficienti per essere commentata seriamente. Certo, non è («più» o «per ora»?) generata in piena autonomia come lo volevano gli ingegneri appassionati di fantascienza, ma proprio questo è l’aspetto migliore – e meno notato dai fan e dai critici – di tutti i modelli dell’AI. L’iniziativa, l’obiettivo e la visione dell’aspetto del risultato finale desiderato rimangono agli umani. Con lo sviluppo dell’AI le persone realmente creative e capaci hanno ottenuto uno strumento in più per realizzare qualcosa di interessante con uno sforzo notevolmente inferiore rispetto anche a pochi anni fa.
Come tutti gli strumenti innovativi in fase di grande sviluppo, anche l’AI deve ancora imparare tanto nel lavoro sui dettagli, ma già i risultati attuali sono più positivi che negativi. Oggi, dunque, faccio un bel esempio nell’ambito della mia rubrica musicale.
Il pittore e animatore russo Oleg Kuvaev (non preoccupatevi: non avrei mai scritto positivamente di un personaggio con una posizione politica e umana dubbia, nemmeno in un contesto come quello del presente post) da alcuni mesi si sta esercitando nella creazione dei video musicali interamente in Chat GPT. I risultati ottenuti sono sempre meglio: ora meritano di essere pubblicizzati.
Il primo video musicale di Oleg Kuvaev selezionato per oggi è «Until»:

Il secondo video musicale di Oleg Kuvaev, creato sempre con l’AI, che ho scelto per il post di oggi è il meno recente «People against AI»:

Se decidete di guardare molto attentamente, forse notate alcuni dei vecchi problemi delle immagini create con l’AI (tipo la quantità delle dita in alcune inquadrature, le proporzioni dei personaggi instabili, le parti dei corpi che si muovono in un modo anomalo), ma ormai sono dettagli piccoli che quasi si perdono sullo sfondo della complessiva qualità buona.
P.S.: molto spesso l’AI viene accusato – non senza motivo – di creare delle opere artistiche poco originali, «compilative». Ma l’AI in questo senso funziona proprio come il cervello umano: opera solo con i concetti già esistenti che conosce e non è in grado di immaginare (proprio come un essere umano) qualcosa che non ha mai visto. Di conseguenza, è il compito dell’autore dei prompt a stimolare la sua «fantasia» e non fargli prendere tutto da una o da poche fonti di ispirazione.


L’AI più adatto

Oggi, con una singola e semplice immagine, vi semplifico notevolmente la vita lavorativa e, se ce l’avete ancora, pure quella accademica. Ecco la lista di 72 servizi AI per qualsiasi attività: chatbot, generazione di immagini e video, scrittura, presentazioni, ricerca, codifica e altro ancora:

Scommetto che la maggioranza delle persone «normali» utilizza al massimo tre o quattro AI più noti della lista appena riportata. Ma l’AI è uno strumento. Lo strumento deve essere adeguato al lavoro che si intende fare.