Per questo sabato, quasi a metà di un «ponte», non vi carico con una lettura impegnativo. Vi faccio vedere qualcosa di bello, da valori estetici e morali altissimi.
Il Servizio federale per l’esecuzione delle pene (FSIN) della Russia ha sviluppato dei campioni di nuovi indumenti speciali per i detenuti, riferisce il Ministero della Giustizia della Federazione Russa. I campioni di abbigliamento sono stati mostrati durante un incontro tenutosi presso il Ministero della Giustizia il 24 aprile con la partecipazione del FSIN e di attivisti per i diritti umani. I modelli di abbigliamento sono stati mostrati su manichini.
Ora anche voi potete vedere le foto di quei campioni e invidiare un po’ i pericolosissimi criminali russi (tipo quelli che pronunciano la parola guerra parlando di ciò che sta succedendo sul territorio ucraino): ora potrebbero avere i vestiti nuovi!
P.S.: se fossi realmente capace di scherzare senza alcun limite, vi avrei anche raccontato del modo di avere gratis un po’ di quei pezzi di abbigliamento alla moda.
L’archivio del tag «abbigliamento»
L’azienda russa «ZA Sport» (il nome si traduce letteralmente come «A favore dello sport»), specializzata nella produzione dell’abbigliamento sportivo e casual, è stata fondata nel 2012 da Anastasija Zadorina: la figlia del colonnello-generale Mikhail Shekin, il capo del servizio di forniture materiali dell’FSB. Anastasija è da anni nota in Russia per le sue iniziative «sociali patriottiche», ma questa volta, finalmente, è riuscita a realizzarsi anche in un ambito un po’ più ufficiale.
Ebbene, a grande sorpresa la sua ZA Sport ha ottenuto il diritto di vestire la squadra olimpica russa per otto anni. Il sito aziendale, in particolare, dice:
Il completo olimpico per la squadra nazionale russa è stato progettato tenendo conto dei desideri degli atleti e nel rispetto di tutti i regolamenti del Comitato Olimpico Russo e del Comitato Olimpico Internazionale.
(traduzione mia)
E allora vediamo qualche esempio di quei vestiti… Anzi, confrontiamo i prodotti della ZA Sport con quelli dei concorrenti. A sinistra vediamo l’uniforme olimpica degli Stati Uniti, mentre a destra quella russa prodotta dalla ZA Sport:
Se vi capita di vedere le prossime Olimpiadi invernali di Pechino, sicuramente riuscite a riconoscere e distinguere le due squadre.
Nei giorni scorsi mi è capitato di leggere che in Cina sia nata una nuova moda: quella delle tute in lattice con la «massa muscolare». I prodotti del genere esistevano anche prima, ma solo negli ultimi tempi il progresso tecnologico ha permesso di farli più realistici.
A questo punto ho due grandi domande. La prima: Continuare la lettura di questo post »
Ormai da alcuni anni sul mercato sono disponibili i giubbotti riscaldati: se cercate su Amazon o altri siti di e-commerce, ne trovate diversi modelli. Non quanto bene funzionino, ma il fatto rimane: esistono.
E ora poniamoci una domanda logica: perché non esistono ancora le mascherine [anche mediche] riscaldate? Visto che, nonostante l’entusiasmo collettivo per i primi successi nella ricerca del vaccino anti-Covid, dovremmo tenerci le fastidiose mascherine ancora per un po’, speriamo almeno che qualcuno inventi un modello adatto per l’inverno. Specialmente per le giornate di neve.
Molto probabilmente vi è capitato di notare una differenza sistemica (solo per non dire «sessista») tra l’abbigliamento maschile e quello femminile.
Sui vestiti maschili i buttoni sono a destra e su quelli femminili a sinistra.
Esiste una spiegazione storica a questo fenomeno. I primi buttoni comparsi in Europa erano in sostanza una simbiosi tra un buttone e un gioiello. Di conseguenza, potevano permetterselo solo le persone ricche. Le signore ricche, in particolare, non si vestivano da sole: lo facevano con l’aiuto delle serve. E siccome la maggioranza delle persone hanno la mano destra più operativa (sono destri), sui vestiti femminili i buttoni si fissavano a sinistra esclusivamente per la comodità delle serve. In sostanza, è stata la servitù a influire la moda per secoli in avanti.
Però non riesco a capire perché tale tradizione venga mantenuta tuttora.
Come non so perché le femministe non si lamentino di questa «disparità». Perché loro si vestono da uomini o perché in realtà sono poco attente al mondo circostante?
Una idea interessante per la gente paranoica che non vorrebbe essere fotografata per strada:
Quando, finalmente, torneremo alla vita normale, si potrà fare lo stesso con l’abbigliamento o con i cappelli.
P.S.: per coloro che non hanno proprio capito il trucco, aggiungo un solo link.
Esiste qualcosa di più osceno delle camicie maschili con le maniche corte?
Solo le camicie maschili di colore rosa.
Bisogna essere proprio un [censured] per comprarle e indossarle.
Non tutti se ne rendono conto, ma è assolutamente possibile ignorare serenamente tutte le cosiddette «regole della moda».
Sono tutte delle stronzate assurde le affermazioni che sarà capitato di sentire migliaia di volte anche a voi: non si indossano i calzini con i sandali, non si chiudono tutti i buttoni della giacca, la cintura non va fatta passare sotto il rettangolo con il marchio dei jeans etc..
Non sono delle regole (che nella moda non possono proprio esistere), ma frutti delle credenze popolari infondate. Non hanno alcun significato e non incidono su alcunché. È solamente un insieme di richieste casuali volte a verificare la conformità della persona a un modello inesistente e quindi incomprensibile.
Si può vestirsi in qualsiasi modo che sia funzionale e/o bello per voi.
Chi non è d’accordo è il vero pervertito.
Nei giorni scorsi molti di noi hanno visto una curiosa iniziativa cinese volta al garantire la «distanza sociale» tra gli scolari. I bambini e i ragazzi della città di Hangzhou sono infatti stati obbligati a portare una specie dei copricapo del X secolo chiamati «futou»:
Cosa possiamo dedurre da questa iniziativa curiosa? Possiamo dedurre che i cinesi ragionano in un modo perfettamente «perpendicolare» rispetto agli occidentali. Infatti, vediamo che secondo i cinesi il coronavirus arriva sempre da destra o da sinistra, ma mai da dietro o da davanti. Secondo gli occidentali, invece, il coronavirus si sposta avanti-indietro e mai a lati: infatti in diverse file (negozi, uffici pubblici etc) è segnata solo la distanza in quel senso, ma non la distanza tra due file parallele.
Due mondi…
Lunedì mattina nel centro di Mosca sono stati fermati – ma poi rilasciati – quattro dei giovani attivisti che si sono inventati una strana missione: insegnare alle persone il trucco che permetterebbe di ingannare le telecamere di videosorveglianza con la funzione del riconoscimento facciale. La funzione di riconoscimento, in particolare, è entrata in funzione all’inizio di febbraio, ma almeno oggi non volevo scrivere di essa.
Volevo dare un prezioso consiglio a tutti i paranoici del mondo.
Se volete evitare di essere immortalati dalla videosorveglianza, dai turisti cinesi o invasori marziani, servitevi del pretesto forniteci dai Testimoni del Coronavirus, indossate pure una mascherina medica (abbinata con dei vestiti scuri non originali, vi renderà quasi completamente irriconoscibili). Una mascherina attira meno attenzione delle forze dell’ordine in tutto il mondo, quindi il vostro anonimato resterà impunito.
Anzi, dato che le mascherine mediche sono progettate per non infettare gli altri (e non al contrario!), molta gente cercherà anche di starvi lontana.