Ho finalmente pubblicato il rapporto fotografico sulla mia visita a Novate Mezzola del 7 agosto 2024.
In realtà, non ho mai avuto l’intenzione di andare in questo paese appositamente per vedere solo esso. Prima di pianificare i miei viaggi dell’agosto 2024, non conoscevo nemmeno il suo nome… Ma poi ho letto che è uno dei punti di partenza più comodi per chi volesse raggiungere i sentieri montani della Val Codera, una zona della quale ho letto sempre nell’estate del 2024. E dato che la descrizione di quella valle mi aveva incuriosito tanto, avevo capito di dover passare anche per Novate Mezzola. Sprecare l’occasione di esplorare un centro abitato nuovo non è da me!
P.S.: se nemmeno voi sapevate dell’esistenza di questo paese, grazie al mio racconto potete ora capire il perché ahahaha
Il 24 settembre Joe Biden ha parlato all’Assemblea generale delle Nazioni Unite a New York. Ha chiesto di continuare a sostenere l’Ucraina nella sua guerra contro la Russia, affermando:
We cannot grow weary. We cannot look away. We will not let up on our support for Ukraine. Not until Ukraine wins a just and durable peace.
Ma a me non sembra che gli USA si affatichino tanto a sostenere l’Ucraina sulla strada verso la vittoria. Anzi, quasi come due anni e mezzo fa continuano a fare il minimo e possibile e per ogni decisione ci impiegano dei tempi che nemmeno un campione mondiale della procrastinazione può sognare di raggiungere.
La prossima decisione attesa è quella sulla autorizzazione di utilizzare gli armamenti a lungo raggio sul territorio russo. Si tratta di una questione sulla quale io, personalmente, non posso avere una posizione categorica, ma capisco almeno tre cose:
1) la possibilità di colpire il territorio russo sarà una evoluzione logica e necessaria (per l’esito positivo) della guerra;
2) è evidente che l’esercito ucraino (a differenza di quello russo) non ha la possibilità e l’intenzione di utilizzare le armi «a caso» e/o contro gli obiettivi palesemente civili;
3) tutta la colpa e tutta la responsabilità sono e saranno del mandante della aggressione contro l’Ucraina.
Di conseguenza, Biden – che non deve più preoccuparsi delle elezioni – potrebbe anche smetterla di fare l’indeciso.
Il 21 settembre nello Stato americano di Georgia è partita la campagna pubblicitaria per le elezioni presidenziali statunitensi. Tra le varie iniziative pubblicitarie già adottate, c’è da evidenziare una di quelle inventate dalla squadra del candidato Donald Trump (forse lo conoscete) che ha utilizzato una bella foto della Georgia in un messaggio di campagna su Facebook. Ma non si sono accorti di un piccolo dettaglio: la foto utilizzata si trova nella banca fotografica di Shutterstock, i tag alla descrizione della foto dicono che si tratta della regione di Svaneti nello Stato caucasico Georgia.
Deridere le conoscenze geografiche di Trump, dei suoi sostenitori e/o collaboratori e degli americani in generale è facile, ma poco sensato. Perché io, in realtà, vedo fare le varie varianti di questa confusione tra i due Stati già da decenni e non solo negli USA.
Ma tutto questo non rende l’errore meno triste…
L’utente del X (ex Twitter) MeNMyRC ha pubblicato una immagine satellitare del poligono della città russa Plesetsk (nella regione di Arkhangelsk). Mostra un cratere, presumibilmente dovuto a una esplosione. L’immagine è del 21 settembre. MeNMyRC richiama l’attenzione sui quattro camion dei pompieri che si possono notare nell’immagine e ipotizza che un missile balistico intercontinentale Sarmat (per il quale si stanno ancora facendo le prove) possa essere esploso nel proprio silo. Il post di MeNMyRC fa notare che il Sarmat è un missile alimentato a liquido, quindi l’incidente potrebbe essersi verificato non in occasione del lancio stesso: per esempio durante lo scarico del carburante dal missile o durante le operazioni correlate.
Mentre io aggiungo che nel 2023 il sistema missilistico strategico Sarmat è stato adottato dal Ministero della «Difesa» russo dopo un unico (!) test riuscito. In questi giorni è stato deciso di mostrare al mondo cosa è capace di fare il Sarmat: un bel cratere nel proprio poligono.
Sarà meglio continuare a mostrare i cartoni animati con i razzi che volano verso la Florida? Forse sì…
Intanto, spero – spero veramente! – che anche altri sistemi missilistici russi arrivino presto alla medesima efficienza.
Per me, le esplosioni nel deposito dei razzi di Toropets hanno la bellezza dei fuochi d’artificio… Notate non solo il «fungo», ma anche, all’inizio, la quantità di luce che è stata prodotta nell’orario notturno:
O, forse, avete già visto abbastanza video sull’argomento? Ma io volevo salvarne comunque qualcuno tra i miei post…
Proprio questo sabato capita un anniversario musicale che avreste potuto saltare: i 150 anni dalla nascita del compositore britannico Gustav Holst.
Come tutti i compositori rilevanti, pure Holst aveva iniziato a comporre musica da adolescente, ma, a differenza di molti, non era mai riuscito a trasformare la composizione nella propria attività professionale principale. La sua musica veniva eseguita in pubblico, riceveva delle buone recensioni, ma rendeva poco dal punto di vista economico. Di conseguenza, Holst aveva sempre affiancato la composizione ad altri lavori musicali: orchestrale trombonista fino al 1903 (aveva iniziato lo studio del trombone da ragazzino nel tentativo di combattere gli attacchi dell’asma) e insegnante di musica nelle scuole fino alla propria morte nel 1934.
Solo nel 1921 aveva avuto una improvvisa parentesi di grande popolarità da compositore: dopo la pubblicazione della sua suite per grande orchestra in sette movimenti «The Planets» (composta negli anni 1914–1916 ed eseguita per la prima volta il 10 ottobre 1918).
Proprio quella suite è il «tema» del post musicale di oggi:
Gusta Holst, però, si era dimostrato totalmente impreparato e indisponibile alla popolarità: rifiutava tutti gli onori e le interviste, era stato addirittura categoricamente contrario al firmare gli autografi.
Sempre tormentato da problemi di salute, è morto il 25 maggio 1934 a Londra a causa di un’insufficienza cardiaca dovuta a un intervento chirurgico per un’ulcera intestinale.
E io penso di dedicargli ancora almeno un post musicale. Ormai, la popolarità non potrà più infastidirlo!
Considerati gli ultimi successi dell’esercito ucraino nell’utilizzo dei droni contro gli obbiettivi militari sul territorio russo (sicuramente ne avete già letto qualcosa), ho pensato di rendervi ancora più informati sull’argomento generale dei droni ucraini in Russia.
Per la «lettura del sabato» di questa settimana ho dunque selezionato l’articolo dedicato a una delle rarissime occasioni dell’arrivo dei droni ucraini a Mosca. Si tratta di una delle rarissime occasioni in cui pure a certi moscoviti è stato ricordato che la guerra non è una cosa che sta accadendo lontano, «tra altre persone» e «non ci riguarda». Di conseguenza, la mia segnalazione non è assolutamente una lamentela: a ogni guerra partecipano almeno due parti e i cittadini della parte-aggressore se ne devono finalmente accorgere. Perché a mote persone non è ancora del tutto chiaro…
Da oggi è disponibile sul sito un nuovo articolo automobilistico: quello dedicato alla station wagon sovietica più prestigiosa della storia GAZ-24-02 «Volga».
La berlina GAZ-24 «Volga» era stata, anni e anni fa, la protagonista di uno dei miei primi articoli sulle automobili sovietiche. Per qualche stranissimo motivo non avevo però mai scritto della sua versione a 5 porte.
Ed ecco che, finalmente, ho recuperato l’argomento!
Probabilmente avete letto o sentito che verso le 2:30 di ieri diversi droni (si dice che erano droni) ucraini hanno colpito un grande deposito di razzi e altre munizioni russi. Si tratta del deposito (grande circa cinque chilometri quadrati, costruito nel 2018) che si trova in periferia della città Toropets. L’incendio e le esplosioni nel deposito continuano; i molte case della città e dei paesi vicini l’onda d’urto ha rotto i vetri; è iniziata l’evacuazione di tutta la zona.
Prima di tutto bisogna fare i complimenti all’esercito ucraino per un grande traguardo raggiunto nella missione della demilitarizzazione della Russia e per avere salvato diverse centinaia (o, forse, migliaia) di vite ucraine in un colpo solo.
E poi c’è da sorprendersi per il fatto che un deposito del genere a) non era protetto adeguatamente, b) non era mascherato, c) si trovava quasi all’interno del centro abitato.
Il livello di protezione e di mascheramento può essere valutato su Google Maps, dove vediamo delle semplici file di baracche e degli oggetti che addirittura sono parcheggiati fuori:
E poi la vicinanza alla città: Continuare la lettura di questo post »
La società statunitense Meta (la proprietaria di Facebook, Instagram e WhatsApp) ha bloccato – «dopo un’attenta considerazione» – gli account dei media di propaganda russa Russia Today, Rossiya Segodnya e altri media collegati. Il blocco è stato spiegato con tentativi di «interferenza straniera» rilevati.
In sostanza, Meta ci ha impiegato appena una decina di anni per accorgersi che l’acqua è umida RT è uno strumento di propaganda statale russa creata con lo scopo di destabilizzare, servendo gli interessi della politica estera putiniana, la situazione interna negli Stati occidentali. Non rido molto solo perché i vertici statunitensi ci hanno impiegato solo alcuni giorni in meno: il 13 settembre Anthony Blinken aveva annunciato che l’intelligence statunitense ha scoperto che il canale televisivo straniero RT (precedentemente noto come Russia Today), finanziato dal governo russo, non solo è impegnato nella propaganda, ma partecipa attivamente alle operazioni di intelligence russa in tutto il mondo. Di conseguenza, gli Stati Uniti intendono creare una coalizione di Paesi che si occuperà di smascherare RT e di indebolire l’influenza del canale televisivo di propaganda russo nel mondo.
Chissà quanti altri anni ci impiegano.