L’Associated Press ha pubblicato un archivio di filmati ripresi nelle vicinanze di un posto di blocco della centrale nucleare di Chernobyl alla fine del febbraio 2022. Come nota l’agenzia, si tratta di una delle rare registrazioni video delle azioni dell’esercito russo nei primissimi giorni di guerra.
Il video è stato realizzato da una società commerciale che organizza i tour turistici nella zona di alienazione di Chernobyl. Il proprietario della azienda — Yaroslav Yamelianenko — pochi mesi prima della guerra aveva installato una telecamera fuori dal proprio ufficio (dove si vendevano dei souvenir e cartoline). L’esercito russo, occupando la zona, ha spento tutte le telecamere di sorveglianza del governo ucraino, ma non si è accorto della telecamera di Yamelianenko. La telecamera ha dunque continuato a funzionare per diversi giorni dopo l’inizio della invasione: fino all’esaurimento delle batterie. Ha registrato i movimenti dei mezzi russi al posto di blocco.
Il segnale della telecamera veniva trasmesso al computer di Yamelianenko nel suo ufficio di Kiev. L’imprenditore ha immediatamente informato il governo ucraino della esistenza di questa trasmissione in diretta. Per diversi giorni Yamelianenko e i dipendenti della sua azienda sono rimasti seduti davanti ai monitor contando i veicoli militari che passavano sotto la telecamera.
Ecco quanto è importante essere attenti ai dettagli. Ma anche installare delle webcam sui propri immobili!
Il 22 agosto era il 160-esimo anniversario della nascita del compositore francese Claude Debussy. Per festeggiare la data provo dunque a postare qualche composizione relativamente allegra di Debussy.
Inizio con «Le trimphe de Bacchus» (una suite composta nel 1882):
E poi metto «Le fantasie per piano e orchestra» (composte tra il 1889 e il 1890):
Potrebbe andare bene come un post musicale di auguri? Forse sì.
L’articolo consigliato per questo sabato non è assolutamente lungo, ma molto informativo: riporta i dati sulla lotta dello Stato russo contro i propri cittadini che protestano (anche solo con delle dichiarazioni pubbliche) contro la guerra in Ucraina.
Il testo proposto sarà dunque utile per scoprire due cose: 1) quanto velocemente il regime di Putin si sta trasformando in una classica dittatura; 2) «i russi vogliono la guerra?».
Questo post viene ripubblicato tutti gli anni l’ultimo venerdì di agosto.
Per la maggior parte dei miei lettori le vacanze (o il periodo di lavoro poco intenso) stanno per finire. Chi vuole iniziare la nuova stagione lavorativa senza gli inutili stress deve preparare bene i propri strumenti di lavoro per farli funzionare come si deve. Uno dei miei principali strumenti di lavoro è il computer, quindi oggi vi racconto cosa faccio io per migliorare le sue prestazioni. Si tratta di otto facili operazioni che ogni persona può fare da sé, quindi completamente gratis. Per alcune delle operazioni elencate serve la connessione a internet.
Parentesi aperta. Chi usa una OS di Apple vada pure a dire una preghiera a Steve Jobs. Chi usa Linux non ha bisogno dei miei consigli. Parentesi chiusa.
Per facilitare la comprensione del mio testo, lo divido in passaggi numerati e illustrati. Seguiteli proprio nell’ordine da me assegnato.
1. Passaggio primo. Pulite le ventole di raffreddamento del processore (e altre se presenti) e gli interni del computer dalla polvere. È una cosa relativamente semplice da fare sui desktop e sui vecchi modelli di portatili. Per i computer portatili più moderni chiedete a me o cercate delle video-istruzioni su YouTube: su alcuni modelli l’accesso alla ventola è un bel gioco di logica. Io, intanto, vi avviso che gli strumenti necessari sono un cacciavite sottile (di precisione), un aspirapolvere e 5 o 6 cotton fioc.
2. Passaggio secondo. Continuare la lettura di questo post »
Il governo canadese ha deciso di inviare in Germania le restanti cinque turbine del «Nord Stream 1» che erano bloccate dopo i lavori di manutenzione iniziati prima dell’inizio della guerra. La motivazione della decisione: evitare che la propaganda putiniana spieghi la mancanza del gas in Europa con l’applicazione delle sanzioni contro la Russia.
Non so bene quanta differenza ci sia – ai fini della suddetta propaganda – tra le sanzioni e la decisione europea di liberarsi dalla dipendenza dal gas russo (entrambe mi sembrano logiche, giustificate e sensate). Infatti, negli ultimi mesi ho visto tantissimi articoli e meme creati dagli autori russi pro-governativi che deridevano la presunta decisione europea di stare al freddo d’inverno.
Ma allo stesso momento capisco che il cancelliere Scholz sta cercando di risolvere, senza troppo rumore, risolvere il problema temporaneo del gas. Tra i due governi – quello canadese e quello tedesco – il secondo sta facendo forse una figura un po’ meno brutta.
Oggi, il 24 agosto, è il Giorno dell’indipendenza dell’Ucraina: una festa nazionale istituita nel 1992. Tale data è stata scelta perché il 24 agosto 1991 la Verchovna Rada della Repubblica Socialista Sovietica Ucraina adottò il decreto – con l’entrata in vigore immediata – che dichiarava l’indipendenza dell’Ucraina.
A questo punto, la prima cosa che posso fare è augurare a tutti gli ucraini la veloce vittoria contro gli orchi putiniani, il ritorno della pace e della integrità territoriale e tanta fortuna in tutte le altre cose.
In realtà, ho già pubblicato il suddetto augurio nei luoghi dove gli ucraini mi leggono con maggiore frequenza. A tutti gli altri, invece, posso ricordare di una brutta coincidenza: proprio oggi decorrono i primi sei mesi dall’inizio della guerra. Sei mesi fa in pochi avrebbero scommesso che la festa odierna verrebbe festeggiata ancora almeno una volta… Questa estate, invece, proprio per la data odierna in molti hanno prognosticato qualche azione simbolica da parte dell’esercito russo e del suo comandante supremo. Avendo ormai una certa idea dello stato mentale di quest’ultimo, non posso escludere che tenti di fare qualcosa di particolare. Ma, a eccezione dell’uso di un certo tipo di armamenti, tale azione non dovrebbe incidere in un modo particolare sull’andamento della guerra: le risorse belliche della Russia, per fortuna o purtroppo, sono quelle che sono.
Di conseguenza, l’unica cosa che possiamo fare ora è sperare che per il prossimo Giorno dell’indipendenza dell’Ucraina sia già tutto finito. Anche se il regime politico russo attuale farà di tutto per trasformare la guerra in un lunghissimo conflitto «di posizione».
È da tempo che non scrivo dell’arte contemporanea. Probabilmente è arrivato il momento di correggere la situazione.
Oggi a San Pietroburgo la polizia ha fermato un gruppo di artisti che stavano realizzando, su un recinto, una opera «di contenuto politico» (secondo la polizia). Secondo il progetto digitale del disegno non finito – progetto pubblicato da alcuni amici degli artisti – la scritta in russo doveva essere «Come uscirne?».
Bene, ora siete un po’ più informati sui rapporti dello Stato russo con l’arte contemporanea.
La sera del 20 agosto vicino al villaggio Bolshiye Vyazemi (vicino a Mosca) è esplosa in corsa una Toyota Land Cruiser Prado. Al volante c’era Daria Dugin, la figlia del noto «filosofo» Aleksander Dughin. È morta sul posto, non si sa ancora precisamente se in seguito alla esplosione o nell’incendio seguitone.
Pare che quella macchina sia formalmente di Dughin e non della figlia. Infatti, entrambi erano di rientro da un evento pubblico e solo al momento della partenza Dughin aveva deciso di viaggiare su un’altra macchina (con alcuni amici, dicono). Qualcuno avrebbe certamente potuto scrivere che è morta una giovane star del nazismo russo, ma in realtà è evidente che l’attentato aveva per l’obbiettivo Aleksander e non Daria (la quale, in tutte le sue esibizioni pubbliche, non faceva altro che riassumere e mixare le parole del padre). Di conseguenza, l’attentato mi sembra molto strano. Infatti, se una bomba non esplode al momento della accensione del motore, significa che è comandata a distanza. In quest’ultimo caso l’auto della vittima doveva essere necessariamente osservata dall’esterno, quindi l’"operatore" avrebbe dovuto accorgersi che sulla macchina c’era solo la figlia di Dugin. Non voleva «sprecare» l’esplosivo ormai piazzato? Ha premuto il tasto per sbaglio o per agitazione? Boh… Insomma, per ora non riesco a capire bene il senso dell’accaduto.
Per ora posso solo ricordarvi che Dughin è uno pseudointellettuale narcisista, nazionalista e nazista, un po’ ridicolo e allo stesso tempo arrogante, incapace di produrre dei contenuti sensati e ben strutturati. Si autodefinisce (e viene definito dalla propaganda russa) un filosofo e in tale qualità viene venduto alla parte meno esigente del pubblico occidentale. In realtà Dughin non ha svolto e non sta svolgendo alcun ruolo in nessun evento o processo politico russi, non ha influenzato e non sta influenzando alcunché di sostanziale e non ha e non ha alcun valore in alcuna decisione o prospettiva politica. Non è il «padre spirituale» di Putin, non ha «messo idee» nella testa di Putin e non è mai stato un «ideologo» di alcuna «politica imperiale». (N.B.: Putin ha la testa piena di altre cose, ma ne parlerò un’altra volta.) Quindi l’eventuale assassinio di Dughin avrebbe potuto essere solo un gesto simbolico capace di spaventare i veri collaboratori rilevanti di Putin. allo stesso tempo, l’attentato avvenuto diventerà sicuramente un pretesto per delle nuove repressioni in Russia: lo diventerà con la scusa della lotta al terrorismo.
P.S.: «Gli ucraini devono essere uccisi, uccisi e uccisi. Non si deve dire altro. Ve lo dico da professore». Indovinate chi lo ha detto.
Più o meno tutti hanno già visto quel video amatoriale dalla festa alla quale ha partecipato, qualche settimana fa, la premier finlandese Sanna Marin. Più o meno tutti hanno pure letto che nell’audio del filmato sarebbe presente una parola simile al nome gergale di una droga… Io, purtroppo, non capisco nemmeno una lettera in finlandese, quindi in questo specifico caso posso credere solo ai miei occhi. I miei occhi vedono una grandissima rarità per la politica mondiale di tutti i tempi: alla guida di uno Stato europeo si trova una persona che sa vivere una vita normale. Una creatura umana semplice che sa condurre una vita completa e, tra le altre cose, fare il proprio lavoro in un modo adeguato, sano! Si tratta di un fenomeno quasi incredibile.
Grazie a un grande – in termini di superficie – vicino i finlandesi dovrebbero sapere quali politici andrebbero realmente testati per l’uso delle sostanze sospette. Anzi, a giudicare da certe dichiarazioni e azioni, io sospetterei l’uso quotidiano e massiccio di quelle sostanze, spesso accompagnato dalla assunzione dei liquidi contenenti una alta percentuale dell’alcol…
Insomma, auguro a tutti di vedere nel governo del proprio Stato almeno una persona come Sanna Marin!
La carriera musicale autonoma del chitarrista e cantante statunitense John Hiatt è ufficialmente iniziata nel 1973, quando è uscito il suo primo album registrato in studio. Ma il post musicale di oggi – che esce proprio il giorno del settantesimo compleanno di John Hiatt – è dedicato al primo album dell’artista diventato largamente noto: il «Bring the Family» del 1987.
La prima canzone scelta da quell’album è la «Have a Little Faith in Me» (che successivamente è stata cantata, come è successo a diverse canzoni di John Hiatt, anche da molti altri artisti):
La seconda canzone dell’album scelta per oggi è la «Alone in the Dark»:
Molto probabilmente tornerò ancora a scrivere di John Hiatt perché egli ha collaborato, durante la propria carriera, con diversi artisti interessanti.