Cornello dei Tasso, 11 agosto 2022

Ho finalmente pubblicato il rapporto fotografico sulla mia visita a Cornello dei Tasso dell’11 agosto 2022.
Sapevate che questo bellissimo borgo medioevale fosse la «patria» della posta moderna e del servizio del taxi? Io non lo sapevo fino al giorno precedente alla visita…


I finti brasiliani

Non so se sia capitato di leggere anche a voi di una ennesima spia russa che si spacciava per un ricercatore brasiliano, ma è comunque stata arrestata in Norvegia (i traduttori online vi aiuteranno a comprendere l’articolo). In particolare, il tipo arrestato ieri sarebbe arrivato in Norvegia nell’autunno del 2021 per condurre delle ricerche presso l’Università di Tromsø e, tra le altre cose, «ha studiato il nord del Paese e le minacce ibride».
A me, per esempio, è capitato di leggere che spacciarsi per dei ricercatori latinoamericani in generale e brasiliani in particolare è una nuova tendenza tra le spie russe… Di conseguenza, sono quasi terrorizzato dal fatto che qualche mese fa un ricercatore brasiliano della mia Facoltà mi aveva chiesto un parere sulle sue ricerche circa il funzionamento e la diffusione delle nuove tecnologie nell’ambito delle telecomunicazioni ahahahaha
Solo il fatto di non avere diffuso dei segreti di Stato (che non conosco) mi salverà dal carcere.


I programmi per il “Piano Marshall”

Il cancelliere tedesco Olaf Scholz e la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, hanno invitato – in un articolo pubblicato sul quotidiano Frankfurter Allgemeine Zeitung – i Paesi occidentali a sviluppare un equivalente del Piano Marshall per la ripresa dell’Ucraina.
È veramente curiosa questa capacità di elaborare i piani belli per il futuro radioso sanza compiere, allo stesso tempo, degli sforzi sufficientemente grandi per avvicinare quel futuro… Anzi, tale capacità è abbastanza diffusa tra le persone «normali», ma è molto curiosa da osservare tra le persone che hanno raggiunto qualcosa nella vita.
La guerra putiniana in Ucraina prima o poi finirà: per dei motivi fisiologici (relativi ad alcune persone concrete) o tecnici (perché pure ora l’esercito russo si trova a combattere, in sostanza, contro le risorse di tutto l’Occidente). Ma non bisogna essere un genio per capire che un nuovo «Piano Marshall» è molto più utile a uno Stato sopravvissuto che a un cimitero enorme. Avere paura ad aiutare di più ora significa far aumentare quel cimitero.


La bomba o la diga?

Quando il ministro della «Difesa» russo Sergei Shoigu chiama i colleghi occidentali per avvisare che l’Ucraina sarebbe pronta a usare una «bomba sporca», una persona media potrebbe logicamente sospettare solo una cosa: è la Russia che si sta preparando a usare quel tipo di bomba. Infatti, è almeno dai tempi della aggressione in Crimea che i rapporti del regime putiniano con l’Ucraina seguono il principio «non siamo stati noi». L’unica differenza consisterebbe nel fatto che il presidente Zelensky, dichiarando che i militari russi avrebbero minato la diga idroelettrica di Kakhovka, ha in un certo senso costretto la Russia a fare un «avviso» simile.
Di conseguenza, potremmo presumere che si stia tentando di attribuire alla Ucraina le proprie intenzioni.
Quale dei due pericoli – tra l’uso di una bomba sporca e l’esplosione della diga – mi sembra più probabile? Pensando di essere una persona razionale, avrei detto che è più probabile l’uso di una bomba. Infatti, l’esplosione della diga provocherebbe ben due danni. Da una parte danneggerebbe il sistema energetico ucraino (attualmente sembra uno degli obiettivi principali dell’esercito russo). Dall’atra parte, però, provocherebbe l’inondazione di vaste porzioni di quei territori che la Russia ha da poco annesso (perché la sponda sinistra del fiume è più bassa). Certo, sappiamo bene che Putin, quando è fissato con un obiettivo, non si ferma davanti all’inconveniente di creare problemi al «proprio» popolo, ma nel caso specifico la scelta del male minore mi sembra troppo evidente.
Ma, ovviamente, non è ancora detto che faccia almeno una delle due cose. O, al contrario, che non le faccia entrambe.


I cambiamenti di Putin

Il video domenicale di oggi illustra perfettamente come nascono le leggende metropolitane sulla presunta esistenza del/dei sosia di Vladimir Putin. Infatti, sul video vediamo un personaggio da aspetto fisico apparentemente famigliare, ma che…
1) si muove e parla non esattamente come quel Putin che siamo abituati a osservare,
2) si trova in un luogo pieno di armi da fuoco (più armi ci sono, e più è difficile da verificare che non siano tutte cariche con le munizioni vere),
3) si trova a una distanza ravvicinata da tante persone che molto probabilmente non hanno fatto due settimane di isolamento totale (il quale è obbligatorio, a partire dal 2020, per tutti coloro che vogliono incontrare fisicamente Putin).

O l’andamento della guerra ha un impatto grandissimo pure sulle paranoie di Putin, o dobbiamo sospettare qualcosa di interessante.


La musica del sabato

Solo in base all’umore del momento ho pensato di scegliere qualcosa di molto classico per il post musicale di questo sabato… E alla fine ho scelto quasi a caso: il concerto per violino e orchestra n. 1 di Niccolò Paganini, composto (probabilmente) tra il 1817 e il 1818. Questa esecuzione della Detroit Symphony Orchestra, diretta da Jader Bignamini e con il violino di Augustin Hadelich, non è male:

Facciamo che sia un modo di prepararsi al 240-esimo anniversario dalla nascita di Paganini, nato il 27 ottobre 1782.


Vi è sicuramente capitato di leggere che il 19 ottobre Vladimir Putin ha firmato un decreto sulla introduzione della legge marziale nelle quattro «nuove regioni annesse» e dello «stato di allerta» di vario grado nelle regioni russe…
Per me l’evento più interessante è lo stato di allerta perché è solo la seconda volta che Putin concede – in tutto il periodo del proprio regno – una libertà di azione ai governatori delle regioni russe. Precedentemente, si è sempre impegnato nel ridurre quella libertà, facendo solo una eccezione nel 2020 durante la prima ondata del Covid-19: in quella occasione si era improvvisamente chiuso in una delle proprie residenze dicendo di agire in base alle singole situazioni locali. Nel caso della pandemia quel modo di fare poteva anche avere un senso. Ma non si capisce perché i governatori debbano prendersi tutta la «libertà» (che in realtà è sempre una responsabilità) di stabilire il grado dello stato di allerta nella propria regione per attuare al meglio i piani bellici di Putin.
Se volete capire un po’ meglio cosa intendo, seguite pure il link e leggete la spiegazione ben schematizzata del provvedimento firmato da Putin.


Cambiare il hard disk di un notebook

Immaginate una situazione apparentemente terrificante: sul vostro computer portatile si rompe il hard disk…
In realtà è solo una situazione spiacevole, ma assolutamente non tragica. Infatti, una persona normale…
1) fa regolarmente il backup di tutti i file;
2) sa che il hard disk può essere facilmente sostituito.
Dato che mi è già capitato di scrivere del primo punto, oggi mi concentro sul secondo.
Il problema del hard disk può essere atteso. Per esempio, perché il computer è diventato inspiegabilmente lento o incapace di elaborare le richieste più impegnative (si impalla quando deve trasferire o salvare dei file pesanti); oppure è lo stesso computer ad avvisare dei problemi con il hard disk attraverso un messaggio specifico (ed è normale, il ciclo di vita dei hard disk non è infinito). Il guasto del hard disk può anche avvenire a sorpresa: per esempio, se il computer cade.
Ma, in ogni caso, il hard disk è una delle poche parti di un notebook non saldate alla scheda madre, quindi può essere sostituito con la facilità tipica alla stessa azione su un desktop (dove tutto il hardware si assembla come un giocattolo della Lego).
Di conseguenza, tutto il lavoro di riparazione del notebook consisterà in tre passaggi:
1) la sostituzione fisica del hard disk (andate sul vostro e-commerce preferito e comprate il disco con le caratteristiche adatte al modello del vostro computer. Sicuramente sarà da 2.5″, i migliori in assoluto – sia HDD che SSD – sono quelli della serie Black della WD; le altre caratteristiche dipendono, come ho già scritto, dal computer concreto);
2) il recupero del sistema operativo (se utilizzate il Windows, scaricate gratuitamente lo strumento di installazione dal sito della Microsoft e poi create una USB di installazione utilizzando la licenza del Windows che c’era sul hard disk rotto: tutte le istruzioni pratiche si trovano sempre sulla pagina segnalata del sito della Microsoft, mentre la chiave di licenza è scritta sul lungo adesivo colorato che trovate sul lato inferiore del computer);
3) il recupero dei file e dei programmi che avevate sul hard disk rotto (i file si recuperano da uno dei backup che avete fatto, mentre i programmi si scaricano o si installano dai supporti fisici in base al modo in cui li avete ottenuti).
Il secondo e il terzo passaggio sono quelli che richiedono più tempo. Il primo passaggio è l’unico a richiedere dei soldi e un po’ di manualità. E dato che ci sono, ora vi faccio vedere cosa potrebbe aspettarvi. Continuare la lettura di questo post »


I fornitori degli armi alla Russia

Per fortuna, non tutto dipende dalle tendenze politiche del momento.
Il Dipartimento di Giustizia degli USA comunica che in Italia è stato arretato, su richiesta degli USA, Artem Uss, il figlio del governatore della regione russa di Krasnojarsk Aleksandr Uss. Un altro personaggio coinvolto nel «caso Uss», Yury Orekhov, è stato arrestato in Germania. Le autorità statunitensi chiederanno l’estradizione di entrambi negli USA. Secondo l’accusa, Uss e Orekhov avrebbero acquistato – attraverso una società di comodo tedesca da loro creata, la Nord-Deutsche Industrieanlagenbau GmbH (NDA GmbH) – delle tecnologie statunitensi utilizzate nella produzione degli armamenti. Le tecnologie in questione sarebbero poi state vendute alla Russia, anche a una azienda colpita dalle sanzioni occidentali. Alcune delle tecnologie ottenute attraverso tale schema sono state trovate negli armamenti russi abbandonati sul campo di battaglia in Ucraina.
Purtroppo, l’estradizione dei due accusati potrebbe invece diventare una questione politica, il cui esito mostrerà il vero rapporto di due Governi europei con la guerra in corso. Presterei un po’ di attenzione a questo test pratico.
Nel frattempo, devo constatare che al momento della scrittura del presente post i media italiani stavano ignorando quasi totalmente l’argomento. E coloro che ne hanno scritto non hanno azzeccato la foto di Artem Uss, che in realtà sarebbe questa:

So che pure in Italia alcune persone sostengono la tesi in base alla quale le guerre si finiscono con la negazione del sostegno alla vittima della aggressione. Io, per ora, ho abbastanza salute mentale per sostenere l’esatto contrario, quindi spero che Uss e Orekhov – come pure altri personaggi del genere – abbiano presto l’occasione di visitare gli USA.


L’esercito ai tempi della corruzione

Considerando quanti miliardi di dollari sono stati spesi solo negli ultimi vent’anni dallo Stato russo per l’esercito e quanti dei mezzi – nel senso largo del termine – acquistati con quei soldi sono già stati utilizzati nella guerra in Ucraina, non possiamo non sorprenderci della povertà dell’esercito russo. Infatti, anche da uno studio superficiale delle foto in arrivo dalle zone della guerra possiamo scoprire delle cose assurde. Per esempio, possiamo vedere delle reti riempite di pietre e appese ai lati dei carri armati nella speranza di salvare in tal modo il mezzo dai Javelin:

Oppure delle griglie artigianali con dei sacchi di sabbia messi sopra: Continuare la lettura di questo post »