Il primo video dell’anno riguarda una tematica tradizionale: i fuochi d’artificio di Capodanno 2025 delle varie città del mondo.
Meno male che qualcuno li sa fare.
L’archivio del 2025 год
La puntata precedente della mia rubrica musicale era dedicata a una canzone natalizia. Per logica — e, soprattutto, per la mia volontà personale — la puntata odierna deve invece essere dedicata a una canzone da Capodanno.
Conosco diverse canzoni più o meno interessanti che corrispondono al semplice principio appena formulato (e ne avevo già postata qualcuna negli anni passati), ma questa volta ho voluto postare due interpretazioni della «Bringing In A Brand New Year».
Inizio con la versione originale composta da Charles Brown (fa parte del suo album «Charles Brown Sings Christmas Songs» del 1961):
E poi aggiungo l’interpretazione di B. B. King, pubblicata nel 2001:
Bene, ora ho rispettato anche la festa invernale più importante per me ahahaha
In qualità della prima «lettura del sabato» dell’anno proverei a segnalarvi qualcosa di più globale del solito, qualcosa che dipende un po’ meno dagli avvenimenti degli ultimi giorni e si concentra un po’ di più sulle tendenze.
L’articolo segnalato oggi è dedicato ai tentativi di Putin di uscire dall’isolamento internazionale, alle possibilità del suo successo su questa strada e a quello che dipenderà dalla sua fortuna nei suddetti tentativi. Si tratta anche di una buona descrizione della posizione corrente dello Stato russo sulla scena diplomatica internazionale.
In questo periodo ancora prevalentemente festivo stanno succedendo talmente poche cose (i «piccoli» attentati negli USA sono quasi gli unici avvenimenti) che nemmeno i grandi tabloid «esperti» non sanno più cosa inventarsi per riempire le proprie pagine e mantenere vivo l’interesse dei propri lettori. Dunque scendono ancora più in basso, molto più in basso di quanto avremmo potuto immaginare…
Ecco, per esempio, il famosissimo The Sun: scrive che sarebbe stato tentato un avvelenamento di Bashar al-Assad in Russia, ma che l’ex Presidente siriano sarebbe stato, alla fine in qualche modo salvato (i dettagli non vengono specificati). In qualità della fonte The Sun cita come fonte «l’account online del General SVR, presumibilmente gestito da un’ex spia russa di alto livello».
Fortunatamente per The Sun, i lettori inglesi non sanno chi sia quel General SVR.
Sfortunatamente per The Sun, le «notizie» su esso pubblicate a volte finiscono pure sotto gli occhi dei russi, quindi delle persone che sanno benissimo chi è General SVR.
Ebbene, il canale telegram «General SVR» è di Valery Solovey, un politologo russo, teorico della cospirazione, «analista politico», «storico», pubblicista e attivista sociale. Da molti anni Solovey è famoso per l’invenzione quasi quotidiana dei segreti statali rivelati solo a lui (in realtà si tratta di voci poco fondate), delle notizie scandalistiche (sempre false) e delle previsioni politiche (mai realizzatesi) basate su quelle notizie. Per esempio, nell’autunno del 2023 aveva raccontato che Vladimir Putin sarebbe morto e conservato in un frigorifero fino al momento più adatto per la comunicazione della notizia ufficiale alla popolazione…
Ora mi stupisco per il fatto che The Sun non abbia scritto che quel frigo ha pure un regime di cura medica (presumo, contro il consumo eccessivo della vodka russa).
Tra le varie cose lette e viste ieri sui festeggiamenti del nuovo anno in giro per il mondo, non potevo naturalmente saltare i reportage sulla notte di Capodanno in Ucraina… Da tempo alcune persone residenti in diverse città ucraine mi dicono che da loro la guerra si percepisce – dal punto di vista della vita quotidiana – solo quando suonano le sirene per un ennesimo attacco aereo o va via la corrente elettrica. Per uno come me che sta al sicuro è difficile valutare, ma suppongo che spesso lo dicano anche per farsi un po’ di coraggio e/o per non mostrarsi arresi. Comunque sia, mi fanno una certa impressione certe immagini viste ieri.
Per le vie di Kiev, per esempio, si vedono gli alberi fatti di munizioni consumate:
E i «fuochi» utilizzati per Continuare la lettura di questo post »
La data odierna è poco adatta alle pubblicazioni divertenti: quando ci svegliamo, dobbiamo pensare solo a riprenderci dal grande divertimento appena fatto (anche se in modo adeguato ai tempi che corrono). Quindi ripetiamo una grande verità…
Probabilmente non lo sapevate.
Oppure speravate che qualcuno fosse più fortunato di voi.
Ma, in ogni caso, non fa assolutamente male ripeterlo.
Ebbene, ho una notizia triste per voi: in tutto il mondo occidentale – e non solo per voi – il primo gennaio è una giornata inesistente.
La gente si sveglia di pomeriggio, si rende conto di non poter bere o mangiare, non sa di preciso cosa avesse fatto prima di essersi addormentata e cosa dovrebbe fare ora. Nel momento in cui le persone riacquistano una minima parte della capacità di intendere e volere, è già la sera.
Nel frattempo le vie delle città restano vuote, non succede alcunché in giro per il mondo.
In sostanza, sui libri scolastici si potrebbe tranquillamente scrivere che un anno normale ha 364 giorni. E ciò sarà vero.
In conclusione del post illuminante di oggi vorrei esprimere le mie più sincere condoglianze a tutti coloro che l’1 di gennaio sono costretti ad andare al lavoro. Nella prossima vita verrete premiati generosamente.
P.S.: oh, ma posso vedere il trailer del 2025?!
Buon anno nuovo a tutti i lettori!
Vi auguro pace e serenità ovunque voi siate. Potrei augurare anche tanta fortuna e una giusta e ripetitiva combinazione delle circostanze, ma sono sicuro che ne avete poco bisogno: tutte le cose positive capitate nella vostra vita saranno il risultato del vostro impegno e della vostra intelligenza (ovviamente quella naturale ahahaha).
Non arrendetevi, cercate la strada verso i vostri obiettivi.
Andrà tutto bene.
P.S.: ogni volta che sto per scrivere «si è appena concluso un anno difficile», mi ricordo che nei confronti tutti quelli precedenti non erano poi così male…