L’archivio del 2025 год

Che bel documentario!

Ho scoperto che sul canale «MRIIA AI» pubblicano dei documentari di qualità realmente alta:

Dal nome del canale si potrebbe logicamente ipotizzare che per la creazione del video sia stato utilizzato qualche modello dell’AI. Colgo l’occasione per sottolineare che quando uno strumento è utilizzato bene, è uno strumento legittimo!


La musica del sabato

Non si sa di preciso quando (e dove) Mozart compose la sua sonata per pianoforte n. 11 in La maggiore. Gli storici della musica si dividono tra le opzioni di Salisburgo, Vienna e Parigi, ma concordano sull’anno più probabile: il 1783. Mentre agli ascoltatori semplici la sonata è conosciuta prevalentemente per il suo terzo movimento, il rondò «alla turca».
Ma io, ovviamente, posto la sonata intera:

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L’articolo che propongo per questo sabato è uno dei tentativi di riassumere sinteticamente e interpretare logicamente le nuove linee guida imposte ai media russi per parlare dei negoziati russo-ucraini di Istambul del maggio 2025.
Voi, da parte vostra, potreste logicamente chiedermi: perché dovrebbero interessarci le informazioni del genere? La risposta è semplice come tutte le cose vere e realistiche: molto spesso sono i media statali russi a diffondere i fake news (o le strane interpretazioni delle notizie vere) nell’Occidente. Quindi è sempre utile scoprire qualcosa in più sul loro funzionamento.


L’assenteismo prevedibile

Si poteva scommettere un miliardo di euro su questa «notizia»: ieri Putin non si è presentato all’incontro con Zelensky a Istanbul. L’unico dettaglio che non ho indovinato è il fatto che non ha nemmeno fatto lo sforzo di inventarsi una scusa.
Al suo posto è andato un gruppetto di personaggi che non decidono nulla, guidati da un personaggio che dal puto di vista istituzionale e politico conta meno di nulla (l’ex ministro della cultura e l’autore della riscrittura della storia Medinsky). Ogni cosa (promessa, decisione, accordo) pronunciata da quei personaggi potrà essere tranquillamente ignorata da Putin. La delegazione ucraina lo sa benissimo, non si aspetta alcunché dagli incontri con quei personaggi, Zelensky ha deciso di non partecipare proprio… Tutto questo è logico, tutto questo era prevedibile in anticipo.
Il dettaglio interessante, invece, è: sempre ieri Trump ha dichiarato che non ci sarà alcun progresso nei colloqui di pace sull’Ucraina finché lui e il presidente russo Vladimir Putin non si incontreranno. E allora? Perché non ci è andato a Istanbul, dicendo «Vladimir, ci vediamo là»? Certo, si potrebbe logicamente dire: non lo ha fatto perché capisce che Putin vuole parlare solo con lui e non con Zelensky. Ma finché si preoccupa di come creare una situazione comoda per Putin, non ci sarà alcun progresso nelle trattative: Putin continuerà – ragionevolmente – a pensare di poter fare quello che vuole.
Finché Trump – da «campione delle trattative» – non decide di fare il duro con la parte forte della guerra, Putin continuerà a insultarlo con le proprie azioni. Come lo ha fatto ieri non presentandosi all’incontro di Istanbul voluto fortemente proprio da Trump.


Hanno trovato qualcosa da fare

Il Comitato dei Ministri del Consiglio d’Europa ha annunciato ufficialmente l’avvio del processo di istituzione del Tribunale speciale per il crimine di aggressione contro l’Ucraina, precedentemente chiamato ufficiosamente «Tribunale per Putin». Il Segretario generale del Consiglio d’Europa Alain Berset è stato nominato per guidare il processo di istituzione del tribunale. Le procedure formali per l’istituzione del tribunale potrebbero essere completate entro la fine del 2025 – l’inizio 2026.
Ancora una volta penso che i politici europei siano come il fuoco, possono essere contemplati all’infinito. All’infinito nel senso che sempre, in qualsiasi situazione, con qualsiasi grado di caos nel mondo, insisteranno nell’imitare una attività tempestosa, la quale non potrà però portare ad alcun risultato pratico.
La guerra, con tutti i suoi crimini, non è finita e non sembra che possa finire in breve. La raccolta di prove e testimonianze è un lavoro di molti anni (a tal fine il Tribunale speciale è, ma non necessario). La questione della giurisdizione è dibattuta e non è vicina (per quanto posso vedere) a qualcosa che assomigli a un consenso. Il principale colpevole dell’aggressione non è stato catturato e probabilmente non sarà mai preso vivo.
Oggi ci sarebbe stata una piccolissima possibilità di risolvere l’ultimo di questi problemi, ma il Comitato dei Ministri del Consiglio d’Europa ha deciso di rendere – con il suo annuncio di cui sopra – questa possibilità ancora più microscopica.
Che si divertano pure. Ma il risultato, anche se dovesse essere utile, lo sarà in un futuro molto lontano.


Individuare il cretino

Un po’ di tempo fa – ormai non mi ricordo esattamente quando – Putin ci ha informati della sua conoscenza della grande «saggezza» popolare russa «chi offende con le brutte parole si chiama con quelle brutte parole».
Mentre ieri, in occasione di un incontro con i leader della organizzazione pubblica «Delovaya Rossiya» (unisce e rappresenta nei rapporti con il governo le grandi aziende che non si occupano delle risorse naturali) al Cremlino, Putin ha detto, tra le altre cose, quanto segue:
Non ci faremo intimidire da nuove possibili sanzioni. Non dobbiamo avere paura! Chi inizia ad avere paura perderà tutto in una volta. Ma è necessario capire cosa può accadere. Siate pronti a qualsiasi azione dei nostri malintenzionati. Lo fanno per il loro stesso male. Sembra che non faranno questo e quello, perché li danneggia. Ma lo fanno, i cretini. Oh, scusate.
Se ci rivolgiamo nuovamente alla saggezza popolare, è facile ricordare che il popolo – nel senso più ampio del termine – del mondo era assolutamente sicuro che Putin non avrebbe fatto e sviluppato in una grande impresa ciò che è così dannoso per il Paese, la sua economia e la sua popolazione. Noon avrebbe fatto ciò che ha causato le sanzioni citate. Ma lo ha fatto, lo ha sviluppato e continua a farlo, cretino.
Oh, no, non mi scuso.


Perché non ci andranno?

Donald Trump ha dichiarato che potrebbe recarsi a Istanbul il 15 maggio, dove probabilmente si svolgeranno i colloqui russo-ucraini, ma non ne è ancora sicuro perché ha in programma tantissimi incontri.
Avendo osservato il comportamento di Trump degli ultimi 3+ mesi, possiamo immaginare facilmente che a Istambul ci andrebbe di corsa, anche a piedi, per mostrare a tutti ancora una volta di essere l’uomo delle soluzioni. Ma sta aspettando di capire se la sua presenza sarà unica o meno: se ci saranno anche altri due personaggi.
Effettivamente, nel finesettimana Zelensky aveva fatto una grandissima mossa dichiarando che il giovedì 15 maggio aspetterà Putin a Istanbul per un colloquio (come lo stesso Trump gli ha chiesto di fare). È una grande mossa perché Zelensky capisce benissimo – a differenza di Trump e quasi tutta la squadra di quest’ultimo – che Putin farà qualsiasi cosa per non andarci! Non ci andrà un po’ perché ha paura di finire in un luogo potenzialmente nemico e un po’ perché in caso contrario dovrebbe negoziare direttamente con Zelensky al quale nega la legittimità (perché lo odia per il coraggio, per la tenacia, per il fatto che è stato eletto con i veri voti popolari e per tante altre cose). Di conseguenza, Zelensky ora sta costringendo Putin a fare due cose contemporaneamente: mostrare dispetto a Trump e inventare una scusa – in ogni caso ridicola – per non andare a un colloquio che egli stesso (Putin) ha proposto. Lo sta costringendo di mostrare un’altra volta, con una chiarezza ancora più grande, di non essere interessato alla pace. Immaginate le bestemmie che volano in questi giorni nella residenza di Putin…
Ora sarebbe bello convincere Trump di fare una dichiarazione pubblica più precisa: «io e Zelensky ti aspettiamo a Istambul, che fai?».


In realtà non cambia nulla

Ieri, nel corso di un discorso pubblico al Cremlino, Putin ha proposto alla Ucraina di riprendere i colloqui diretti «interrotti nel 2022» a partire dal 15 maggio a Istanbul «senza precondizioni»:
«Suggeriamo alle autorità di Kiev di riprendere i negoziati interrotti alla fine del 2022. Riprendere i negoziati diretti e, sottolineo, senza alcuna precondizione. Proponiamo di iniziare senza indugio già giovedì prossimo, 15 maggio, a Istanbul. Dove si sono svolti in precedenza e dove sono stati interrotti».
Chi si ricorda – almeno in un modo approssimativo – i «negoziati» del 2022, può interpretare facilmente la proposta di Putin: «ricominciamo a discutere la resa della Ucraina». È una proposta che non mi sorprende perché anche negli ultimi mesi Putin ha continuato a pretendere più o meno le stesse cose che ha sempre preteso: i territori, l’azzeramento dell’esercito ucraino, la non-adesione alla NATO etc.. Significa che si sente ancora in una posizione di forza, significa che non cederà di fronte alla logica osservazione di Zelensky (e alcuni altri leader mondiali) sulla opportunità di cessare i combattimenti per iniziare i negoziati sulla pace. Continuerà ad attaccare militarmente l’Ucraina per non indebolire la propria posizione.
Di conseguenza, non c’è alcun motivo di sperare in qualcosa nemmeno questa volta. Purtroppo, dobbiamo solo aspettare.
P.S.: il 3 maggio l’OPEC+ ha deciso di aumentare i volumi di estrazione del petrolio. Se tale misura persiste, potrebbe essere realmente importante nell’ottica del finanziamento della guerra: perché nel periodo caldo dell’anno la Russia non è in grado di aumentare l’estrazione ed è quindi costretta a vendere a un prezzo più basso quello che estrae già.


Quale significato ha?

Xi Jinping, in visita di quattro giorni a Mosca (dove è anche stato un ospite d’onore alla parata militare, svolgendo la funzione della difesa antiaerea di Putin), ha regalato a Putin un grande grammofono:

Dato che i cinesi non fanno mai i regali senza senso — c’è un significato preciso in ogni regalo — ora mi chiedo: cosa ha cercato di comunicare il compagno Xi? La risposta «Vladimir, tu sembri uscito dal XIX secolo» mi sembra logica, ma troppo banale…


La musica del sabato

Il cantante e chitarrista americano Marshall Howard Crenshaw è uno di quei musicisti che sono noti prevalentemente per sola una e vecchia canzone. Si potrebbe pensare che si tratti di una notorietà una sfigata, mentre in realtà è sempre meglio che, per esempio, essere famosi solo per il fatto di essere famosi. Oppure produrre solo la musica di scarso livello ed essere comunque famosi (capita in tutte le epoche, anche adesso).
La canzone famosa di Marshall Crenshaw che intendevo è la «Someday, Someway» (dall’album di debutto «Marshall Crenshaw», 1982):

Ma può essere considerata nota anche la canzone di Marshall Crenshaw «Cynical Girl» (sempre dallo stesso album del 1982):

Non considero Marshall Crenshaw un genio, ma penso che comunque possa essere ricordato…