L’archivio del 2025 год

La musica del sabato

Per puro caso ho sentito, per la prima volta nella mia vita, un brano del chitarrista argentino Luis Salinas. E ho pensato che si potrebbe anche inserirlo nella mia rubrica musicale.
Eccolo: «Funky Tango».

Da tradizione, ci vorrebbe anche un secondo brano. Uno a caso: «La Pesada».

Bene, a volte di sera si può.


Segnalo a tutte le persone potenzialmente interessate: il quotidiano The Wall Street Journal ha pubblicato la prima delle due parti di un’ampia inchiesta su come, nel 2023, i sostenitori di Alexey Navalny abbiano cercato di organizzare il suo scambio con il presunto ufficiale dell’FSB Vadim Krasikov, che stava scontando l’ergastolo in Germania. L’inchiesta conferma nel complesso quanto raccontato dal team di Navalny, ma contiene nuovi dettagli.
È una lettura in un certo senso interessante, ma rimarrà per sempre molto «teorica»: non solo per gli ovvi motivi, ma anche perché tutta la logica del comportamento di Navalny suggeriva la sua contrarietà a un qualsiasi scambio. Ma, comunque, nessuno avrebbe chiesto il suo assenso.


La domanda più importante

Leggo sempre di più sul probabile incontro «dal vivo» tra Trump e Putin. Non si capisce ancora dove, quando e a quali condizioni, ma pare che entrambe le parti stiano considerando la possibilità di questo incontro.
Tutti scrivono e parlano dei dubbi di cui sopra, ma quasi nessuno scrive o parla del mistero principale: perché dovrebbero incontrarsi fisicamente? Cosa si potranno dire di diverso da quello che si sono già detti più volte via telefono? Possono fare qualcosa oltre a parlare? Ma Putin non gioca a golf e Trump non gioca a hockey…
N.B. tra parentesi: (per me l’espressione «hockey su ghiaccio» suona un po’ come «calcio su erba»). Parentesi chiusa.
L’unica utilità dell’ipotetico incontro «offline» tra Trump e Putin è fare molto contento Putin. Infatti, si sentirà ancora più accettato a livello internazionale, ammesso nei club dei veri personaggi importanti e potenti, riconosciuto come un grande leader. Ma siete sicuri che sia una concessione tanto utile?


L’internet e il telefono sono belli e utili, ma pure le passeggiate estive in montagna sono piacevoli.

Pertanto, chiedo scusa a coloro che non sono riusciti a telefonarmi o hanno atteso a lungo una risposta ai loro messaggi: mi sono allontanato da  voi  tutto per recarmi in luoghi montuosi remoti.

Ora, però, mi metto a recuperare tutto. Senza rimpianti.




P.S.: ieri sera, dopo una lunga camminata in montagna, per pura curiosità mi sono pesato: meno 5 kg esatti. Ma questo anche perché durante tutta la giornata ho trovato solo una fonte con acqua sicuramente potabile. Quindi ho percorso quasi quarantasettemila passi in montagna con due thermos da 400 ml. Eppure, ora non sono in ospedale!
P.P.S.: quasi tutte le foto sono sulla reflex, devo ancora sistemarle.


Tante persone sono convinte che un oggetto di qualità non può costare poco. Ancora più persone pensano nell’ordine inverso: che un oggetto a basso costo non può essere di qualità buona. Mentre la realtà è un po’ più complessa, come accade con tutte le altre «saggezze popolari».
Nella vita reale la semplice esperienza dimostra: per trovare un oggetto di qualità tra quelli poco costosi, bisogna provare una quantità imprevedibile di questi ultimi. Proprio questo fatto rende l’acquisto casuale degli oggetti poco costosi un processo poco conveniente (è meglio la qualità prevedibile a cento euro o tre tentativi da esito imprevedibile a quaranta euro ognuno?). diventa conveniente solo quando l’acquirente segue i consigli delle persone esperte o fortunate: cosa si può comprare e cosa è meglio evitare.
Io, per esempio, oggi posso dare un nuovo consiglio del genere, sperando che aiuti qualcuno a non spendere troppo per le cose inutili.
Immaginiamo un semplice fumatore responsabile, quello che non abbandona il vizio sempre meno di moda, ma non vuole nemmeno buttare i mozziconi dove capita (nelle aree naturali durante le gite, sulle scale degli edifici con uffici, sui balconi degli amici e parenti non fumatori etc.). Per condurre una vita tranquilla e felice un fumatore del genere ha bisogno di un posacenere portatile: non troppo grande, ben chiudibile, facilmente trasportabile e difficilmente perdibile. E, ovviamente, poco costoso: perché non è l’unica spesa della nostra vita.
Io, per esempio, già più di due anni fa ho trovato su Aliexpress – con le parole «posacenere portatile» – questo interessante modello:

Costava un po’ meno di tre euro con la consegna gratuita. E io ho pensato di avere testato per abbastanza tempo questo oggetto super economico, abbastanza da poter scrivere una recensione positiva.
Al momento dell’ordine avevo scelto il colore nero (uno dei miei preferiti). L’oggetto arrivato corrispondeva completamente alla foto della inserzione (bene!), a eccezione del moschettone che anche esso è arrivato quasi completamente nero (a me così piace ancora di più). Il posacenere pesa 38 grammi, è alto 6,5 cm e ha il diametro di 3 cm. La leva del moschettone si apre facilmente (ma non troppo) con un dito, permette di fissare l’oggetto alla cintura o allo zaino con una mano in una mossa.

Tutto il corpo del posacenere è metallico (ma non è magnetico). Il tappo (è quello sopra) si avvita nella filettatura profonda 0,5 cm. Tra il corpo del posacenere e il tappo all’esterno è presente anche una guarnizione di gomma, quindi il posacenere si chiude ermeticamente. È possibile mettere dentro un mozzicone non spento e avvitare il tappo: si spegne tutto da solo e non esce nemmeno del fumo / odore.

I primi due minuti circa dopo la chiusura del tappo il corpo del posacenere rimane leggermente tiepido, ma non in un modo fastidioso.
Di conseguenza, posso dire di avere trovato, per una somma bassissima, un oggetto di qualità che corrisponde perfettamente alla propria destinazione. Certo, un giorno potrebbe degradarsi la gomma (ma bisogna vedere se questo sarà un evento critico per la funzionalità), rovinarsi la filettatura (per ora non vedo alcun indizio) o rompersi la leva del moschettone (il quale può essere facilmente sostituito con uno nuovo qualsiasi), ma anche l’acquisto di un posacenere nuovo da 3 euro ogni x anni non è assolutamente una spesa sensibile.
Ora i fumatori responsabili sanno di cosa hanno bisogno!


Non mi sembrano tanto credibili

In un comunicato ufficiale del Ministero degli Esteri russo di ieri si dice la Russia rinuncia al moratorio unilaterale sulla limitazione dello schieramento di missili a medio e corto raggio. Il ministero ha giustificato questa decisione con l’aumento del «potenziale missilistico destabilizzante» da parte del «Occidente collettivo» nelle regioni vicine alla Russia.
Di fronte a tale notizia, la reazione di un lettore mediamente intelligente dovrebbe essere una: chiedersi se lo Sato russo ha tanti missili da schierare. La domanda deriva dalle informazioni (degli ultimi tre anni e mezzo) sulla quantità, qualità e provenienza dei missili utilizzati nella guerra contro l’Ucraina. Leggiamo spesso che vengono utilizzati i missili tirati fuori dai depositi sovietici o arrivati dagli Stati come la Corea del Nord e che spesso quei missili non esplodono come lo vorrebbero i vertici militari russi. Mentre la produzione interna dei missili nuovi non è sufficiente per sostenere i ritmi della guerra desiderati.
Ovviamente non abbiamo la piena statistica reale su tutte le cose appena elencate, ma io presumo comunque che l’obiettivo principale del Ministero degli Esteri fosse stato quello di spaventare l’Occidente con le sole parole.


Il cancello sul ponte

Sul «ponte dell’Amicizia» che collega la città estone di Narva e quella russa di Ivangorod, sono stati installati – da parete della Estonia – dei massicci cancelli metallici che bloccano la corsia automobilistica di attraversamento del confine. È inoltre prevista l’installazione di barriere metalliche retrattili che, se necessario, bloccheranno il traffico automobilistico su tutti i lati, sia all’ingresso che all’uscita dal valico di frontiera. La parte pedonale del ponte è ancora aperta al traffico, ma anche lì è prevista l’installazione di cancelli.

È abbastanza sorprendente che questa cosa sia stata fatta solo ora. Ma, allo stesso tempo, la trovo logica: da alcune settimane leggo articoli che parlano dei possibili preparativi dello Stato russo a iniziare una «operazione militare speciale» pure in qualche punto degli Stati baltici. In tale ottica le barriere sul ponte non saranno tanto utili, ma non averle è ancora peggio.
P.S.: il nome del ponte è già una barzelletta, potevo limitarmi a scrivere solo quello…


Se ne sono accorti

Per me il più grande mistero è: chi e perché ha raccontato a Trump del Twitter/X di Medvedev?
Quest’ultimo, infatti, scrive in quel modo da anni, ogni volta che si ubriaca (cioè almeno una volta al giorno).

Ora, si metterà pure a festeggiare l’arrivo di un nuovo lettore.


La musica del sabato

Questa settimana (il 29 o il 31 luglio secondo le varie fonti) il compositore e politico greco Mikis Theodorakis avrebbe compiuto 100 anni. Potrebbe essere un valido motivo per ricordarlo, finalmente, anche nella mia rubrica musicale. In entrambe le proprie qualità menzionate poco sopra è stato un personaggio importante per la Grecia, ma almeno oggi vorrei dedicare il post ai risultati della sua professione primaria (pur ricordando che, se tutti i personaggi della cultura fossero politicamente attivi e responsabili come lui, oggi avremmo potuto vivere in un mondo un po’ meno incasinato… forse…).
Dal punto di vista puramente musicale, uno dei periodi di attività più intensa di Theodorakis è stato quello parigino – tra il 1954 e il 1959 – quando egli aveva studiato al Conservatorio (dopo essersi diplomato in quello di Atene) e composto tanta musica classica di vari tipi. Proprio tra le composizioni di quel periodo volevo sceglierne una per il post musicale di oggi.
Ho scelto il concerto per pianoforte e orchestra composto tra il 1957 e il 1958 (AST 108), eccolo:

In alcuni punti l’influenza dei compositori famosi del passato è molto evidente, ma nel complesso è un concerto bello.


Si può segnalare due articoli di fila sullo stesso argomento? Penso di sì: non conosco alcuna legge, umana o della natura, che me lo vieti.
E allora il testo segnalato oggi è una intervista sugli avvenimenti – già verificatisi e quelli ipotizzabili – legati alla strana scelta di Zelensky di tentare a mettere sotto il proprio controllo gli organi nazionali anti-corruzione. È vero che la nuova legge sulla indipendenza di quegli organi è stata già approvata il 31 luglio (perché Zelensky ha reagito prontamente alle proteste), ma la sua celta di prima rimane comunque molto strana: sicuramente resterà come una macchia nella sua biografia politica per sempre (o quasi), nonostante tutti i suoi meriti passati e futuri.