Oggi posso provare a sfruttare la propria rubrica musicale per esprimermi in un modo allegorico: da poco più di due anni sento di trovarmi all’interno del film «Cabaret» di Bob Fosse. Intendo dire: faccio una vita normale, cerco di fare qualcosa di intelligente o divertente, ma vedo che sempre più gente passa apertamente dalla parte del nazismo. Non chiama ancora la propria preferenza con il quel nome appropriato (si vergogna ancora), ma ormai lo fa per iniziativa propria, senza nemmeno avere bisogno di una guida. Vedere impazzire il mondo non è una sensazione bella, cerco di tirarmi su ipotizzando che in realtà si tratti solo di una minoranza più rumorosa rispetto al resto della società.
Ma almeno io rimango quello che sono e per ora vado avanti. Sicuramente nel futuro – spero, vicino – sarò fiero almeno per la prima delle due cose.
Nel frattempo, dedico il post musicale di oggi alla composizione per orchestra e coro «I Never Saw Another Butterfly» di Charles Davidson:
Prima o poi il mondo guarirà.
L’archivio del 11 Ottobre 2025
11/10/2025 alle 18:30
alle 13:25
Il testo, abbastanza breve, che segnalo per questo finesettimana è un commento tecnico su alcuni aspetti degli episodi fortunati di caccia internazionale alle petroliere russe appartenenti alla cosiddetta flotta ombra.
Si tratta di un argomento che rimarrà attuale ancora per un bel po’ di tempo, indipendentemente dal fatto che, per esempio, Trump «riesca» o «non riesca» a imporre a almeno una parte del mondo il non-acquisto di qualsiasi risorse naturale russa. Lo Stato russo, infatti, continuerà a vendere e a organizzare le consegne in mezzo al mare: in cambio al petrolio che serve a qualcuno si ottengono i soldi che servono sempre.



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