L’archivio del Febbraio 2025

Inerario §39

Il nuovo paragrafo di Inerario (§ 39) è dedicato al modo di impostare con il solo CSS una altezza sempre uguale del content e del sidebar. A differenza di un vecchio paragrafo di Inerario sullo stesso argomento, quello di oggi si concentra sulla situazione nella quale il sidebar si trova a destra (invece che a sinistra).
Il paragrafo è stato pensato prevalentemente per gli sviluppatori front end (e, ancora più specificatamente, per quegli sviluppatori che amano le soluzioni robuste e minimaliste allo stesso tempo). Avevo promesso di scriverlo moltissimo tempo fa: finalmente l’ho fatto!
https://www.eugigufo.net/it/inerario/paragrafo39/


La realtà virtuale adottata

Il Presidente degli USA Donald Trump ha dichiarato in un’intervista al New York Post, pubblicata l’8 febbraio, di aver parlato al telefono con il Presidente russo Vladimir Putin per cercare di negoziare la fine della guerra tra Russia e Ucraina. Alla domanda sulla durata della suddetta conversazione telefonica Trump ha risposto: «Preferisco tacere».
Il portavoce presidenziale russo Dmitry Peskov, da parte sua, il 9 febbraio ha dichiarato alla agenzia russa Interfax di non poter «né confermare né smentire» le informazioni sulla telefonata tra Putin e Trump: «Mentre l’amministrazione di Washington svolge il suo lavoro, ci sono molte comunicazioni diverse, e queste comunicazioni sono condotte attraverso diversi canali, e, naturalmente, in mezzo alla molteplicità di queste comunicazioni, io personalmente potrei non sapere qualcosa, potrei non essere a conoscenza di qualcosa. Pertanto, in questo caso non posso né confermare né smentire».
Il portavoce di Putin può non sapere una cosa del genere? Chi ci crede alzi il mouse (o il telefono) e si autodefinisca in una parola. O in due…
Io, da parte mia, posso solo dire che in teoria tutto è possibile, nulla può essere escluso. In generale, non vedo nulla di improbabile o addirittura sorprendente nel fatto che Trump sia in grado semplicemente di inventare le proprie conversazioni con Putin. Allo stesso modo, è capace di inventare l’esistenza sia dei negoziati che dell’accordo per la fine della guerra. Può dire che i negoziati si sono svolti molto tempo fa, che l’accordo è stato firmato con successo e che «preferisce tacere sul resto». E Peskov può continuare a commentare dicendo che non può né confermare né smentire. E sulla televisione statale russa i politologi e deputati (pro-Cremlino perché gli altri non sono in circolazione libera) inventeranno e analizzeranno le clausole di questo accordo immaginario e le posizioni dei due Capi di Stato. E il fatto che la guerra continui sarà spiegato con il comportamento delle persone cattive che stanno infrangendo un accordo così bello.
Dopodiché Trump si dedicherà ad altre cose per lui ben più importanti: comprare e annettere l’Australia agli USA e rinominare l’Oceano Indiano in Oceano Indigeno.


Le notizie del cinema polacco

Non penso che sia il momento migliore per realizzare dei film apparentemente (apparentemente perché non l’ho ancor visto) cretini su un personaggio realmente pericoloso, ma non posso mica comandare tutti…

Ma almeno dal trailer sembra capire che gli autori vedono il personaggio come un piccolo uomo sfigato che si vuole vendicare con il mondo per le proprie sfortune precedentemente subite: effettivamente, può essere così anche nella vita reale.


La musica del sabato

Così, senza un motivo e senza una inutile introduzione, oggi posto due esempi di Chet Atkins «televisivo».
Inizio con il brano «The Entertainer» registrato nel 1975:

Il secondo brano «Mr. Sandman» di oggi è registrato nel 1954:

Bonus sociologico: è curioso osservare come si reagiva (o si riteneva necessario reagire) alla musica decenni fa.


L’articolo che segnalo questo sabato è dedicato non alla guerra, ma a un argomento di importanza simile per il nostro mondo. È il breve testo politologico (posso definirlo politologico?) dello storico Timothy Snyder sul tentato «colpo di stato digitale» negli USA.
Ovviamente ogni lettore può e deve valutare se, effettivamente, tale colpo viene tentato o condotto con successo, se ha luogo o meno etc. Ma il testo è comunque in un certo senso interessante.


L’inviato speciale per l’Ucraina e la Russia Keith Kellogg ha smentito le voci diffuse da certi media e ha dichiarato che non presenterà il piano di Donald Trump per porre fine alla guerra tra Russia e Ucraina la prossima settimana alla Conferenza sulla sicurezza di Monaco. Secondo Kellogg, il piano sarà presentato dallo stesso Trump: «Lo aiuteremo a prepararsi, ma non succederà la prossima settimana».
E ora traduciamo le parole di Keith Kellogg dal diplomatico statunitense all’umano quotidiano: Donald Trump non ha un piano sulla fune della guerra e non immagina nemmeno in cosa possa consistere un piano del genere.
Probabilmente, pure Trump capisce (o intuisce) che la guerra non può finire in seguito alla firma di un ordine esecutivo del Presidente degli USA: bisogna fare qualcosa di concreto e ben pianificato. Mentre Trump non sa (o non ha voglia) fare le cose del genere e non pensava (?) di doverlo fare nel corso dei prossimi quattro anni (ricordiamoci che in ogni scherzo che una buona dose di verità).
Di conseguenza, dobbiamo or esprime le nostre condoglianze ai collaboratori di Trump che improvvisamente si sono trovati di fronte a un nuovo problema: devono inventarsi un piano che deve piacere sia al loro capo che a diverse altre persone…


All’inizio del 1975 due amici universitari – Bill Gates e Paul Allen – lessero sulla rivista «Popular Electronics» (il numero del 1° gennaio 1975) un articolo dedicato al nuovo personal computer Altair 8800 e svilupparono un interprete del linguaggio Basic per quest’ultimo. Un mese dopo, il 1° febbraio, i due firmarono un accordo di licenza con la Micro Instrumentation and Telemetry Systems (MITS), il produttore dell’Altair 8800, per l’utilizzo del Basic come parte del software dell’Altair.
Essendo a questo punto diventati imprenditori, Bill e Paul pensarono di chiamare la propria azienda «Allen & Gates», ma poi ritennero che un nome del genere fosse più appropriato per uno studio legale: così Paul propose MicroSoft, un nome derivante dalle parole microcomputersoftware. Di conseguenza, possiamo dire che cinquant’anni fa nacque una delle aziende più famose al mondo.
Nell’occasione dell’importante anniversario, non vi chiedo quale sistema operativo utilizzate (lo vedo già dalle statistiche del mio sito) o preferite (lo chiederò in una occasione diversa). Vi faccio, invece, una domanda molto meno studiata ma altrettanto interessante:

Come pronunciate il nome della azienda Microsoft?

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Come potete ben immaginare, i risultati del presente sondaggio non si limitano a mostrare solo le tendenze nel solo ambito informatico.
N.B.: il sondaggio è anonimo per i votanti non registrati o non loggati sul sito. Il sondaggio più recente è sempre visibile sulla prima pagina del sito. Tutti i miei sondaggi sono raccolti su una apposita pagina.


Una sentenza difficile

Tre giorni fa un Tribunale distrettuale della città russa di Kursk ha condannato l’imprenditore locale Igor Rugayev a otto giorni di arresto amministrativo: per l’invito dell’imputato agli appaltatori che stavano costruendo fortificazioni sul confine di riunirsi nel centro del capoluogo regionale per una manifestazione e chiedere al committente dei lavori (la Regione) di firmare i documenti sulla loro esecuzione e accettazione. Il 3 febbraio Rugayev è stato giudicato colpevole, secondo il protocollo, di aver organizzato una manifestazione senza aver presentato una notifica ufficiale (come previsto dalla legge).
I più dispiaciuti per l’arresto e per la manifestazione non avvenuta sono sicuramente i militari ucraini. Infatti, secondo me è molto probabile che abbiano seguito il gruppo WhatsApp sul quale era stato diffuso l’invito a manifestare e abbiano sperato di eliminare in un colpo solo un po’ di persone che contribuiscono all’andamento della guerra dalla parte russa.
I più perplessi, invece, saranno i costruttori: da una parte dovrebbero essere contenti per la salvezza fisica arrivata dal Tribunale, dall’altra parte dovrebbero ricordarsi ancora una volta che nemmeno il Tribunale russo difenderà il loro diritto di essere pagati.


Un’altra “conquista” di Trump

Donald Trump ha dichiarato (ancora il 3 febbraio) che Washington sta cercando di concludere un accordo con Kiev in base al quale l’Ucraina ricambierà agli aiuti americani con «i suoi metalli di terre rare e altre cose».
Olaf Scholz ha criticato l’idea di Trump e ha detto che è «egoista ed egocentrico» usare le risorse dell’Ucraina per finanziare la difesa del Paese.
Vladimir Zelensky ha affermato che il «piano di vittoria» presentato dalle autorità ucraine nel settembre 2024 include investimenti (che a loro volta includono la difesa) nella estrazione delle risorse naturali.
Mario Rossi un lettore comune, come prima reazione è indignato: Trump sta facendo una sorta di sciacallaggio e approfittando della situazione difficile della Ucraina, Zelensky è d’accordo per disperazione e Scholz critica invece di dare l’esempio della cosa giusta da fare.
In realtà, però, la persona che più ha ragione in questa situazione è Zelensky. Non escludo che in un lontano dopoguerra alcune persone dotate di una particolare intelligenza alternativa inizieranno ad accusarlo attivamente di aver «svenduto il Paese», ma non possiamo e non dobbiamo preoccuparci ora di personaggi del genere. L’importante sono l’obiettivo e il risultato. E l’obiettivo è molto chiaro: creare un ulteriore interesse «pratico» dell’Occidente ad aiutare l’Ucraina. Si tratta della continuazione della missione quasi triennale di Zelensky per la ricerca delle armi necessarie per la difesa. Poiché non tutti nell’Occidente sono in grado di pensare alle conseguenze a lungo termine del successo militare di Putin (sia politiche che economiche), lasciamo che ottengano la promessa delle risorse naturali già ora. Mentre quando la guerra sarà finita, l’Ucraina avrà ancora delle opzioni per non costruire la propria economia solo sulla dipendenza dalle risorse naturali.
Se Trump otterrà presto metalli di terre rare dalla Ucraina è una questione a parte. In estrema sintesi: non ne assolutamente sono sicuro.


Il luogo dell’incontro

La Reuters scrive che la Russia sta prendendo in considerazione l’Arabia Saudita e gli Emirati Arabi Uniti come sede di un possibile incontro tra Vladimir Putin e Donald Trump.
Da una parte, in teoria, sembra una scelta logica: nessuno di quei due Stati relativamente seri è membro della Corte penale internazionale che ha emesso il mandato di arresto per Putin.
Dall’altra parte, Donald Trump non sembra intenzionato a dare, finalmente, l’inizio a quelle 24 ore nel corso delle quali aveva promesso di finire la guerra in Ucraina: si limita a confermare – più o meno vagamente – l’intenzione di farlo quando viene posto di fronte a una ennesima domanda esplicita sull’argomento. Questo significa che non sappiamo se e quando il famoso incontro avverrà.
Da un’altra parte ancora, vediamo che per Trump lo show è molto più importante del contenuto e delle conseguenze reali di quello che fa. Vuole apparire (sottolineo: apparire) un figo che risolve tutto in una mossa. Ed ecco che è riuscito a ispirare una mia fantasia folle: Trump che si gira verso i propri collaboratori e dice qualcosa del tipo «ora prendete questo nano, caricatelo sull’aereo e portatelo direttamente in Olanda».
No, oggi ho fumato troppo. Tra un po’ mi riprendo e scrivo qualcosa di serio…